The Prestige un'opera frastagliata e affascinante, che nasconde tra le pieghe buie di un magistrale film di intrattenimento spunti di riflessione su una quantità innumerevole di tematiche. E' un film sugli illusionisti, ma soprattutt sul rapporto tra artista e spettatore, e di conseguenza sulla vita stessa. Si avvita su se stesso come un serpente che si mode la coda, mettendo sullo stesso piano teatro, vita, arte. La chiave di volta è il palco, la commedia, o la tragedia, della vita, come c hanno insegnat Shakespeare e Pirandello. The Prestige è un'opera che ti cresce dentro man mano che passano le ore successive alla visione.
Il racconto di Christopher Nolan è girato e raccontato molto bene, con un intreccio complesso ma non in modo gratuito, e con ottimi attori (a parte Scarlett che qui è inguardabile e che sarebbe potuta essere sostituita da chiunque). Ma dove il flm acquista valore ulteriore è nella capacità di toccare tematiche importantissime, e di farlo con brevi accenni, senza però essere banale. Basti pensare al rapporto tra verità e menzogna che si instaura tra spettatore e illusionista, una potente metafora di quello tra fruitore e autore di un'opera d'intelletto, ma anche del rapporto che ognuno di noi ha con la realtà. E ancora il parallelo tra magia e scienza, che al giorno d'oggi tendono ad essere percepite in maniera molto simile. Non a caso il film è ambietato nel 1899, ad un passo dal secolo breve, il secolo dell'impennata dell'accelerazione dei progressi scientifici. E non trascura, di conseguenza, le implicazioni etiche di questa scienza-magia. Oppure si potrebbe leggere in The Prestige la volontà di parlare dell'ossessione, del fanatismo di Angier, una megalomania che genera mostri. E infine l'amore, il sentimento più grande, più sfuggente, l'unico che può mutare all'interno della stessa persona, che distingue una persona anche da se stessa. La maestria di Nolan è quello di illuminare tutti questi elementi di sfuggita, come una torcia che squarcia per un istante l'oscurità mostrando un abominio sfuggente, ma senza avere la suprbia di voler inquadrare la materia trattata. E non è superficialità, perché gli interrogativi posti sono pesanti e ben esposti. Semmai va premiata la consapevolezza di Nolan che un artista può semplicemente limitarsi a illustrare ciò che l'uomo non può comprendere del tutto. Si possono porre interrogativi, insinuare il dubbio, spingere la riflessione verso un quesito.
Questo è The Prestige, un film sul '900, un film su tutti noi.