Autore Topic: Arte e VG - mia trattazione su Videoludica ! Feedback !  (Letto 4841 volte)

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Offline Luigi Marrone

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Ciao a tutti !
Volevo segnalare una mia trattazione pubblicata stamane su www.videoludica.com - (Per chi non lo conosce : portale di GameSigns, GameScenes et similia curata fra tutti dal Dr. Matteo Bittanti, critico/sociologo/studioso dell'estetica dell'universo dei videogiochi).

Al seguente indirizzo
www.videoludica.com/news.php?news=421

é possibile visionare/scaricare la mia trattazione concernente il tema Arte e Videogiochi : ossia come la critica d'Arte non specializzata in videogiochi potrebbe guardare ai videogiochi e alla relativa critica di settore.
Dagli utenti di The First Place si accettano feedback intelligibili/intelligenti/intelletuali/eclettici/pseudoX o anche 2 chiacchiere sul tema, su questo Topic appena aperto.

L'articolo é inoltre stato pubblicato alcuni giorni fa sul blog da me curato con altri ragazzi interessati all'estetica videoludica : www.electronicself.blogspot.com - blog fresco fresco, aperto da una settimana e in fase di crescita.
Si accettano commenti come sopra !

Grazie per l'attenzione, feedback su questo topic e un abbraccio alla comunità tutta di TheFirstPlace !!!!

Luigi Marrone

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Offline GuK

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« Risposta #1 il: 28 Ott 2006, 16:16 »
Ora leggo, peccato però che non ti chiami Carlo.

Offline Luigi Marrone

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« Risposta #2 il: 28 Ott 2006, 16:47 »
Citazione da: "GuK"
Ora leggo, peccato però che non ti chiami Carlo.


Beh, sottovaluti il fatto che ho un fratello che si chiama Carlo.
Prima che si sposasse, ho convissuto con un Charlie Brown per 27 anni !

E ti dirò di più : ne ho un altro che si chiama Mario.
Assieme facciamo i Luigi e Mario Bros.

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Offline Giobbi

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« Risposta #3 il: 28 Ott 2006, 22:46 »
Interessante, scarico.

Offline DRZ

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« Risposta #4 il: 29 Ott 2006, 06:30 »
Mah, mi sembrano più o meno le stesse considerazioni che si fanno su tutti i forum della rete quando saltano fuori dei topic sull'arte nei videogiochi.

E, onestamente, credo che siano fondamentalmente errate: l'assunto di base secondo il quale non si può fare arte utilizzando mezzi in continua evoluzione, infatti, è abbondantemente smentito dalla storia.
Fidia non aveva di certo i mezzi tecnici dei quali può disporre anche il più limitato degli architetti moderni, eppure ha prodotto edifici che ancora oggi vengono ritenuti arte a pieno titolo.
Ma prendiamo anche solo un film realizzato pochi decenni fa, come 2001 - Odissea nello spazio: la tecnologia a disposizione di Kubrick era ridicola rispetto a quella odierna, e la differenza su schermo tra il suo film e un qualsiasi film di fantascienza di oggi si vede tutta. Eppure 2001 continua ad essere considerato arte. Episodio 1, 2 o 3, con i loro effetti speciali praticamente fotorealistici, dubito che possano aspirare a far parte della stessa categoria.

Anche guardando un attimo l'evoluzione dei videogiochi ci si rende conto che non è certo la potenza dell'hardware a limitare i game designer: nella maggior parte dei casi la sola differenza che passa tra un gioco per PlayStation ed uno per PlayStation 3 è  esclusivamente di tipo grafico. Quando i programmatori avranno a disposizione la potenza illimitata di cui parli nel tuo articolo, è probabile che realizzeranno più o meno le stesse cose che realizzano oggi, solo con grafica, sonoro e fisica più realistiche.

Attualmente una critica artistica che si occupi di videogiochi ha lo stesso senso di una critica che si occupi di merendine: in entrambi i casi si ha a che fare con prodotti di consumo, non certo con opere d'arte.
Certo, i videogiochi al contrario delle crostatine mostrano qualche timido segnale di voler andare verso una dimensione artistica, ma la strada è ancora talmente lunga che è difficile parlare ora di quello che potrebbe essere il risultato finale.

Online atchoo

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« Risposta #5 il: 29 Ott 2006, 09:14 »
Ma poi ha più senso parlare di critica "artistica" del videogioco in sè o della sua estetica? E' una cosa ben differente!

Su tale argomento vi propongo un altro punto di vista di un ragazzo che conosco:
http://juste.splinder.com//post/9375815/Intermizzo+I
http://juste.splinder.com//post/9703976/Intermizzo+II

Offline Luigi Marrone

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« Risposta #6 il: 29 Ott 2006, 11:22 »
Citazione da: "DRZ"
Mah, mi sembrano più o meno le stesse considerazioni che si fanno su tutti i forum della rete quando saltano fuori dei topic sull'arte nei videogiochi.
E, onestamente, credo che siano fondamentalmente errate: l'assunto di base secondo il quale non si può fare arte utilizzando mezzi in continua evoluzione, infatti, è abbondantemente smentito dalla storia.
Fidia non aveva di certo i mezzi tecnici dei quali può disporre anche il più limitato degli architetti moderni, eppure ha prodotto edifici che ancora oggi vengono ritenuti arte a pieno titolo.
(...)
Attualmente una critica artistica che si occupi di videogiochi ha lo stesso senso di una critica che si occupi di merendine: in entrambi i casi si ha a che fare con prodotti di consumo, non certo con opere d'arte.
Certo, i videogiochi al contrario delle crostatine mostrano qualche timido segnale di voler andare verso una dimensione artistica, ma la strada è ancora talmente lunga che è difficile parlare ora di quello che potrebbe essere il risultato finale.


Ciao DRZ e grazie per la lettura !
Ho quotato alcune "zone" del tuo intervento per fornirti risposte circostanziate.
La mia trattazione, come ho preannunciato a Bittanti, é un gioco immaginifico buono ad ingenerare una particolare prospettiva critica, che richiede piuttosto una riflessione di tipo empatico al posto di una decisa affermazione di giudizio.
Nella trattazione immagino infatti di mettermi dalla parte di un sistema critico non videoludico, dalla parte di un critico d'arte che osserva le oscillazioni umorali scaturite dai videogiochi nei gamers, filtrate dal progresso tecnologico, nonché il comportamento della critica di settore rispetto a tale progresso.
Essendo interessato all'estetica dei videogiochi, ho dato risalto a questa componente, adottando un particolare punto di vista.
Lungi però dall'affermare che non si possa fare arte con mezzi in continua evoluzione ! Ho tenuto a precisare che se é vero che come afferma Bittanti i Videogiochi non sono arte in quanto i sistemi critici non hanno voluto produrre sistemi estetici pronti a rendere pieno merito al medium, é pur vero che il sistema critico soffre di contraddizioni endogene che altri sistemi critici non videoludici paiono non presentare.
E le ho motivate sperando di ingenerare altre riflessioni (reazioni che Bittanti mi ha augurato)
Il tuo esempio su Fidia calza bene con il contesto della mia trattazione, ma la conferma, non la smentisce, in quanto io non affermo che non si possa fare arte con mezzi in continua evoluzione. Ripeto, se il sistema critico considera arte le opere di Fidia, infischiandosene delle risorse tecnologiche con le quali ha realizzato le sue opere, e lo fa convivere con l'architettura moderna, perché il sistema critico videoludico sconsiglierebbe di fruire, come nel mio esempio, di Gran Turismo 2 quando esiste il 4 ?
Quanto é implicato il processo tecnologico in tale preferenzialità ?

Last but not least, un artefatto artistico per me detiene caratteristiche precise : diverte, intrattiene, stimola, emoziona, sensibilizza, edifica, muove a riflettere e a criticare.
Esulando dalle relazioni che intercorrono fra creatore e creato, é innegabile che i videogiochi, per quanto prodotto smodatamente pop, muovano elementi di cui sopra.

Lascio a te le considerazioni :)

Grazie ancora per la lettura !

Luigi
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Offline Drone_451

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« Risposta #7 il: 29 Ott 2006, 22:31 »
Citazione da: "Luigi Marrone"
Citazione da: "GuK"
Ora leggo, peccato però che non ti chiami Carlo.


Beh, sottovaluti il fatto che ho un fratello che si chiama Carlo.
Prima che si sposasse, ho convissuto con un Charlie Brown per 27 anni !

E ti dirò di più : ne ho un altro che si chiama Mario.
Assieme facciamo i Luigi e Mario Bros.

Più videoludici di così...  :D


La fidanzata di tuo fratello si chiama Pesca.
|_ ..|._.|_ _ _|_.|.|...._|.....|._ _ _ _

Offline Luigi Marrone

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« Risposta #8 il: 30 Ott 2006, 01:20 »
Citazione da: "Drone_451"
Citazione da: "Luigi Marrone"
Citazione da: "GuK"
Ora leggo, peccato però che non ti chiami Carlo.


Beh, sottovaluti il fatto che ho un fratello che si chiama Carlo.
Prima che si sposasse, ho convissuto con un Charlie Brown per 27 anni !

E ti dirò di più : ne ho un altro che si chiama Mario.
Assieme facciamo i Luigi e Mario Bros.

Più videoludici di così...  :D


La fidanzata di tuo fratello si chiama Pesca.



Yes. Principessa Pesca, please.
E si sono pure sposati.
Lui é gelosissimo.
E chiaramente hanno smesso di videogiocare. :wink:
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Offline Giobbi

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« Risposta #9 il: 09 Nov 2006, 15:56 »
Ciao Luigi,
letto .pdf, alcune considerazioni:

. Premetto che mi occupo professionalmente di musica (vd. link nella firma) e sinceramente non capisco il rapporto evoluzione tecnologica = non-arte.

Infatti la musica o il cinema sono toccati chiaramente dall'evoluzione tecnologica, e restano (a volte) prodotti artistici.

Evoluzione tecnologica non determina qualità artistica chiaramente (vd. Bach vs. Britney Spears), in qualsiasi campo non é il mezzo a determinare l'arte bensì il contenuto.

Credo che il rapporto arte-videogiochi sia difficile invece sia perché videogiochi hanno come elemento determinante interazione, elemento difficile da "quantificare" artisticamente (in questo senso un Mario 64 ha maggior valore di un Jak and Daxter, ma sono elementi che in genere non vengono considerati in critica artistica.. che tocca invece luoghi antichi tipo suono ed immagini.. da cui ico é un gioco artstico, Mario64 no... o in pochi penseranno che Halo sia più "artistico" dello stesso ico);

sia perché sui videogiochi lavora un grosso gruppo di persone, con struttura sostanzialmente meno gerarchica rispetto al cinema.

La lentezza nello sviluppo ed una certa democraticità annullano "l'ispirazione" del singolo, elemento preponderante nelle produzioni artistiche in altri campi.

:arrow:

Cmnq secondo me ad oggi possono ambire al titolo di giochi "artistici" quelli compiuti nei propri limiti (asteroids), meno quelli "arte 3D wannabe", sì limtati dalla tecnologia e quindi ad oggi primitivi.

Offline Luigi Marrone

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« Risposta #10 il: 11 Nov 2006, 18:39 »
Citazione da: "Giobbi"
Ciao Luigi,
letto .pdf, alcune considerazioni:

. Premetto che mi occupo professionalmente di musica (vd. link nella firma) e sinceramente non capisco il rapporto evoluzione tecnologica = non-arte.

Infatti la musica o il cinema sono toccati chiaramente dall'evoluzione tecnologica, e restano (a volte) prodotti artistici.

Evoluzione tecnologica non determina qualità artistica chiaramente (vd. Bach vs. Britney Spears), in qualsiasi campo non é il mezzo a determinare l'arte bensì il contenuto.

Credo che il rapporto arte-videogiochi sia difficile invece sia perché videogiochi hanno come elemento determinante interazione, elemento difficile da "quantificare" artisticamente (cut)

sia perché sui videogiochi lavora un grosso gruppo di persone, con struttura sostanzialmente meno gerarchica rispetto al cinema.
La lentezza nello sviluppo ed una certa democraticità annullano "l'ispirazione" del singolo, elemento preponderante nelle produzioni artistiche in altri campi.

Cmnq secondo me ad oggi possono ambire al titolo di giochi "artistici" quelli compiuti nei propri limiti (asteroids), meno quelli "arte 3D wannabe", sì limtati dalla tecnologia e quindi ad oggi primitivi.


Ciao Giobbi, grazie per la lettura e per il tuo intervento!
Passo subito a risponderti premettendo che per me Arte non esprime una qualità intrinseca dell'oggetto, bensì una negoziazione fra soggetti che tentano di fornire un valore artistico ad un determinato artefatto, considerandolo poi degno di attenzione o meno. In tale prospettiva l'influenza tecnologica nei videogiochi sa determinare oggi, in modo più o meno fondante, sia la critica d'Arte di settore che lo stesso artefatto artistico, e la trattazione tenta di annoverare una analisi specifica in tal senso.
Il mio gioco riflessivo tenta di proporre un punto di vista riflessivo, ma senza affermare che l'evoluzione tecnologica rappresenti uno scoglio affinché i videogiochi possano essere considerati artefatti artistici. Mi premeva solo riflettere su quanto la tecnologia influenzi la critica di settore e gli specifici del medium videoludico, rispetto ad altri artefatti artistici non-videoludici. Da questo punto di vista quindi mi trovo perfettamente d'accordo con te nell'affermare che il valore artistico di un'opera é dato dai contenuti, non dai mezzi tecnologici che la producono.
La tua affermazione riguardo alla difficoltà di trovare una definizione nel rapporto arte-videogiochi, dovuta al fatto che l'elemento interazione é difficile da quantificare artisticamente, lascia supporre che la critica videoludica deve continuamente votarsi al miglioramento dei propri strumenti analitici, in modo da sviscerare gli specifici del medium e creare tassonomie interpretative più sicure. Il videogioco é IL medium dei nostri giorni, un medium complesso, prismatico, che non andrebbe preso sotto gamba. L'interazione videoludica, che lo contraddistingue dai suoi fratelli, va studiata e criticata come per il cinema e la musica vanno analizzate categorie che le sono proprie. Ma più che di quantificazione artistica della videointerazione sarebbe più specifico puntare l'attenzione su come il videointeragire si integri con altri elementi attivi e passivi presenti in un videogioco.

Trovo invece interessante la considerazione dell'elemento creazione collettiva e rispetto dell'integralismo autoriale, che nei videogiochi si differenziano di molto rispetto ad altri artefatti.
Terminati i tempi del one-only-man, oggi il contributo nel creare videogiochi é risultato di tanta ma tanta gente. Le forme neo-corporative chiamate software house hanno il potere di influenzare la visione artistica autoriale dell'artista come lo si intendeva un tempo. I videogiochi sono spesso artefatti assimilabili a servizi, per i quali il soddisfacimento dell'offerta é legata ad analisi di mercato, gusti e tendenze del momento, con tutti i pro e contro che questo comporta.
Di certo i videogiochi che si trovano negli scaffali oggi non sono il risultato di 2 giorni di lavoro, dietro immediata ispirazione di un unico artista visionario.

Concludo rispondendo e chiedendoti chiarimenti alla tua ultima affermazione, nella quale informi che secondo te oggi possono ambire al titolo di giochi "artistici" quelli compiuti nei propri limiti (asteroids) e meno quelli "arte 3D wannabe", limtati dalla tecnologia e quindi ad oggi primitivi.
La tua classificazione si basa su di una tassonomia di tipo quantitativo (più asteroids e meno i 3D wannabe) che io trovo piuttosto problematica da prendere quale elemento artistico-discriminante.
Nella mia trattazione avanzo l'ipotesi che i creatori di videogiochi del passato, se avessero potuto disporre di più potenza, avrebbero cercato di ottenere di più dalla propria visione originaria, asteroids o pac-man compresi.
Da quanto tu affermi mi pare di capire che il tuo considerare "più" artistico un videogioco tipo asteroids sia dovuto al fatto che tale prodotto sfrutta totalmente l'hardware sul quale é stato creato, mentre i giochi 3D odierni, volendo spingersi oltre a simulare ambienti 3D, siano limitati dalla tecnologia e quindi ad oggi ancora "primitivi", non compiuti, in via di sviluppo.
E' corretta la mia interpretazione?

Mi piacerebe risponderti in modo circostanziato a questo tuo ultimo punto, che trovo molto suggestivo, ma spero prima di avere conferma su quanto indicato.

Ciao e grazie ancora per il tuo intervento!

Luigi
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Offline Giobbi

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« Risposta #11 il: 12 Nov 2006, 14:12 »
Citazione da: "Luigi Marrone"

Passo subito a risponderti premettendo che per me Arte non esprime una qualità intrinseca dell'oggetto, bensì una negoziazione fra soggetti che tentano di fornire un valore artistico ad un determinato artefatto, considerandolo poi degno di attenzione o meno.  *

Ma più che di quantificazione artistica della videointerazione sarebbe più specifico puntare l'attenzione su come il videointeragire si integri con altri elementi attivi e passivi presenti in un videogioco. **


Concludo rispondendo e chiedendoti chiarimenti alla tua ultima affermazione, nella quale informi che secondo te oggi possono ambire al titolo di giochi "artistici" quelli compiuti nei propri limiti (asteroids) e meno quelli "arte 3D wannabe", limtati dalla tecnologia e quindi ad oggi primitivi.
La tua classificazione si basa su di una tassonomia di tipo quantitativo (più asteroids e meno i 3D wannabe) che io trovo piuttosto problematica da prendere quale elemento artistico-discriminante.
Nella mia trattazione avanzo l'ipotesi che i creatori di videogiochi del passato, se avessero potuto disporre di più potenza, avrebbero cercato di ottenere di più dalla propria visione originaria, asteroids o pac-man compresi.
Da quanto tu affermi mi pare di capire che il tuo considerare "più" artistico un videogioco tipo asteroids sia dovuto al fatto che tale prodotto sfrutta totalmente l'hardware sul quale é stato creato, mentre i giochi 3D odierni, volendo spingersi oltre a simulare ambienti 3D, siano limitati dalla tecnologia e quindi ad oggi ancora "primitivi", non compiuti, in via di sviluppo.

E' corretta la mia interpretazione? ***



* Ehm, "creando arte" e/o collaborando con "chi la crea" dissento fortemente da questa affermazione.
Ovvero penso  che noi musicisti siamo in grado di capire il valore artistico di una composizione/esecuzione senza dover avere "critici" tra i piedi.
Anzi secondo me i critici non servono proprio a un cazzo.  8)

** Credo di essere in disaccordo ma l'affermazione non mi é chiara :)

*** Sì é corretta.
Mi sembra che i giochi realistici 3D cerchino di far immedesimare l'utente in modo che non veda più il risultato della rappresentazione per quello che é (ovvero poligoni/texture bruttarelli.. e mi riferisco tanto a PS3 che PS1) bensì il suo cervello le trasformi in quello che lo sviluppatore vuole rappresentare (chessò: "NBA" o "The REAL driving simulator", etc..);
al contrario asteroids, pac man, moon patrol, ghost n goblins o karatequalcosa erano sistemi "chiusi".

Non lo scrivo con il senno di poi ma ricordando la sensazioni di me bambino all'epoca.

Offline Kiki76

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« Risposta #12 il: 12 Nov 2006, 23:35 »
Citazione da: "DRZ"

Attualmente una critica artistica che si occupi di videogiochi ha lo stesso senso di una critica che si occupi di merendine: in entrambi i casi si ha a che fare con prodotti di consumo, non certo con opere d'arte.


Pacca sulla spalla e touche.
I videogiochi sono beni di consumo, artisticamente limitati non dalla tecnica, cioe dallo strumento di espressione, ma dal fine.
Se la percezione\rielaborazione del contenuto da parte del creatore di videogiochi deve sottostare a regole economiche (vedi livelli tagliati per rispettare la deadline, contenuti riadattati per esigenze di vendita, ambientazioni mirate alla massa...), allora non hai più un'opera artistica, ma un bene di consumo.
Non si dice che non esistano opere d'arte su commissione o che abbiano soggetti predefiniti (affresco a tema sacro ad esempio), ma quando viene tagliato il filo che parte dalla realtà, passa dalla sensibilità artistica dell'autore e giunge soggettivamente rielaborato nell'opera, hai più solo un oggetto di artigianato, frutto di perizia manuale o tecnica
Oggi i videogiochi sono come un film troppo riadattato dalla produzione, che ovviamente non può più essere firmato dal regista.
Ciao!
cribacchino su: www.ludus.it
 "Dove c'è rivoluzione,c'è confusione e dove c'è confusione,un uomo che sa quello che vuole,c'ha tutto da guadagnarci"  "Quando ho iniziato ad usare la dinamite,credevo in sacco di cose,tutte  quante...ed ho finito c

Offline Luigi Marrone

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« Risposta #13 il: 13 Nov 2006, 15:04 »
Citazione da: "Giobbi"
Citazione da: "Luigi Marrone"

Passo subito a risponderti premettendo che per me Arte non esprime una qualità intrinseca dell'oggetto, bensì una negoziazione fra soggetti che tentano di fornire un valore artistico ad un determinato artefatto, considerandolo poi degno di attenzione o meno.  *

Ma più che di quantificazione artistica della videointerazione sarebbe più specifico puntare l'attenzione su come il videointeragire si integri con altri elementi attivi e passivi presenti in un videogioco. **

Concludo rispondendo e chiedendoti chiarimenti alla tua ultima affermazione, nella quale informi che secondo te oggi possono ambire al titolo di giochi "artistici" quelli compiuti nei propri limiti (asteroids) e meno quelli "arte 3D wannabe", limtati dalla tecnologia e quindi ad oggi primitivi.
La tua classificazione si basa su di una tassonomia di tipo quantitativo (più asteroids e meno i 3D wannabe) che io trovo piuttosto problematica da prendere quale elemento artistico-discriminante.
Nella mia trattazione avanzo l'ipotesi che i creatori di videogiochi del passato, se avessero potuto disporre di più potenza, avrebbero cercato di ottenere di più dalla propria visione originaria, asteroids o pac-man compresi.
Da quanto tu affermi mi pare di capire che il tuo considerare "più" artistico un videogioco tipo asteroids sia dovuto al fatto che tale prodotto sfrutta totalmente l'hardware sul quale é stato creato, mentre i giochi 3D odierni, volendo spingersi oltre a simulare ambienti 3D, siano limitati dalla tecnologia e quindi ad oggi ancora "primitivi", non compiuti, in via di sviluppo.

E' corretta la mia interpretazione? ***



*1) Ehm, "creando arte" e/o collaborando con "chi la crea" dissento fortemente da questa affermazione.
Ovvero penso  che noi musicisti siamo in grado di capire il valore artistico di una composizione/esecuzione senza dover avere "critici" tra i piedi.
Anzi secondo me i critici non servono proprio a un cazzo.  8)

**2) Credo di essere in disaccordo ma l'affermazione non mi é chiara :)

***3) Sì é corretta.
Mi sembra che i giochi realistici 3D cerchino di far immedesimare l'utente in modo che non veda più il risultato della rappresentazione per quello che é (ovvero poligoni/texture bruttarelli.. e mi riferisco tanto a PS3 che PS1) bensì il suo cervello le trasformi in quello che lo sviluppatore vuole rappresentare (chessò: "NBA" o "The REAL driving simulator", etc..);
al contrario asteroids, pac man, moon patrol, ghost n goblins o karatequalcosa erano sistemi "chiusi".

Non lo scrivo con il senno di poi ma ricordando la sensazioni di me bambino all'epoca.


Ciao Giobbi e bentrovato!
Rispondo volentieri alle tue.

1) La mia definizione di arte, in questo topic, é sempre contestualizzata e riferita ad un sistema critico, capace di creare i paradigmi e i presupposti per definire arte o meno un artefatto. La critica istituzionale, quella che decide se un prodotto ha più o meno valore artistico, per intenderci. Non mi riferisco alle qualità artistiche intrinseche di un oggetto, ma al sistema critico che erige ad Arte determinate produzioni.
Arte, in tale contesto ribadisco, per me tratta di una negoziazione fra soggetti che tentano di fornire un valore artistico ad un determinato artefatto, considerandolo poi degno di attenzione o meno.
Che io poi sia in disaccordo o meno con quello che dicono "i critici" di settore, gli studiosi ufficiali, gli istituzionalizzati che hanno il background, la sensibilità, gli strumenti e il buon gusto di annoverare ad Arte una determinata produzione, questo non cambia nulla.
Vittorio Sgarbi può sputare su di un quadro che io adoro. La mia definizione di Arte, da vocabolario, comprende la sua attività, che egli sputi su di un mio quadro o meno. Sgarbi é istituzionale, io no.
Ma ciò che io adoro é lontano dall'essere chiamato Arte secondo tale definizione. Per tale motivo ho smesso di chiamare Arte gli artefatti che io amo. Io non ho mai negoziato per erigere ad arte un videogioco.
Spero di essere risultato chiaro e di trovare il tuo conforto in questo.

2)Per confermare/smentire il tuo disaccordo, specifico meglio. L'elemento quantità artistica, applicato alla videointerazione, secondo é un indice estremamente sottile e problematico di analisi. Il videogioco é formato da più elementi sincronici rispetto ad altre arti: musica, immagini statiche e in movimento, e soprattutto videointerazione. Come quantificare l'arte contenuta in un videogioco? Isolando le varie componenti delle quali é composto? Oppure considerandole unitariamente?
Castlevania Symphony of the Night non sarebbe la stessa cosa senza quelle musiche. E nemmeno Silent Hill 2. Le musichette di New Super Mario Bros sarebbero insulse e snervanti senza un consolidato, perfetto gameplay. Un montaggio di sequenza sbagliato, a-ritmico, farebbe perdere colpi ad un Metal Gear Solid. E Final Fantasy senza le splendide FMV?
Oppure mi sbaglio?
Io credo che trattandosi di un medium anoverante più componenti espressive, andrebbe valutato nella sua globalità, ma sempre con un occhio di riguardo al proprio specifico ontologico: l'interattività.
Un film girato con una portatile VHS-C può lasciar desiderare a qualità di immagine, ma se é un grande film resterà un grande film, in quanto é lo specifico artistico "cinema" che conta.
Nel videogioco, in primis, é la videointerazione che deve primeggiare su tutto. Il tuo esempio di sistema "chiuso", Asteroids, é una ottima conferma.
Spero di essere stato più chiaro.  :wink:

3) Intuisco quindi che il tuo considerare ad esempio pac-man un sistema "chiuso" é dovuto al fatto che esso preservi la propria sostanza e la sua forte identità in quanto completa in sé, giusto? I 3D invece ingannano il videogiocatore in quanto l'approssimarsi alla realtà di poligoni/texture inverosimili/bruttarelli in realtà non la rappresentano come invece, senza pretenderlo, facevano i primi videogiochi.
Come dire che i videogiocatori del 3D siano rapiti da una illusione fittizia del reale, stregati da un incantesimo 3D senza rendersi davvero conto di quanto imperfetto sia il tentativo dei videogiochi di avvicinarsi al reale.
Ma conta davvero realizzare questo realismo, per quanto gli autori ci stiano provando? Non dovrebbe contare sempre e solo il videogiocare, in
un videogioco?
Adoro Mario Bros, Pac-man, Ghost'n Goblins, Metroid... ma Super Mario 64 e Doom per citarne un paio 3D, sono stati inestimabili preconizzatori nel donare linfa vitale al medium, nel farlo crescere, sviluppare, maturare le potenzialità specifiche che il medium prevede in modo congenito. Se la musica prevede la simulazione strumentale elettronica, il cinema si trasforma in machinima, i quadri di Warhol si fanno immagini seriali, é perché il medium (di concerto col progresso tecnologico) lo prevede, e l'uomo lo attua.
Evoluzione, non snaturamento o deprivazione della sostanza artistica.
Nuovi videogiochi come sistemi "aperti" quindi, ma non per questo con meno valore rispetto al passato di giochi "compiuti".
Che poi abbastanza produzione 3D sia vomito digitale rispetto ai sistemi "chiusi" e perfetti in sé, da te citati, su questo non ci piove.
Ma spero converrai con me, almeno in parte, su quanto detto.

Ps. Anch'io ho una band! Una rock band ad essere precisi, una autoproduzione all'attivo e due giorni fa ho girato il mio primo videoclip! E soprattutto ho provato sulla pelle e sulle palle il giudizio critico sulla mia musica.
Visita se puoi l'indirizzo www.zendavesta.it
Ne sarei felice.
 :D
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Arte e VG - mia trattazione su Videoludica ! Feedback !
« Risposta #14 il: 13 Nov 2006, 21:42 »
Io mi sono addormentato.

Scusate la scarsità dell'intervento.

RESPECT
Tutto è relativo, tranne quello a cui crediamo.
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