Passo subito a risponderti premettendo che per me Arte non esprime una qualità intrinseca dell'oggetto, bensì una negoziazione fra soggetti che tentano di fornire un valore artistico ad un determinato artefatto, considerandolo poi degno di attenzione o meno. *
Ma più che di quantificazione artistica della videointerazione sarebbe più specifico puntare l'attenzione su come il videointeragire si integri con altri elementi attivi e passivi presenti in un videogioco. **
Concludo rispondendo e chiedendoti chiarimenti alla tua ultima affermazione, nella quale informi che secondo te oggi possono ambire al titolo di giochi "artistici" quelli compiuti nei propri limiti (asteroids) e meno quelli "arte 3D wannabe", limtati dalla tecnologia e quindi ad oggi primitivi.
La tua classificazione si basa su di una tassonomia di tipo quantitativo (più asteroids e meno i 3D wannabe) che io trovo piuttosto problematica da prendere quale elemento artistico-discriminante.
Nella mia trattazione avanzo l'ipotesi che i creatori di videogiochi del passato, se avessero potuto disporre di più potenza, avrebbero cercato di ottenere di più dalla propria visione originaria, asteroids o pac-man compresi.
Da quanto tu affermi mi pare di capire che il tuo considerare "più" artistico un videogioco tipo asteroids sia dovuto al fatto che tale prodotto sfrutta totalmente l'hardware sul quale é stato creato, mentre i giochi 3D odierni, volendo spingersi oltre a simulare ambienti 3D, siano limitati dalla tecnologia e quindi ad oggi ancora "primitivi", non compiuti, in via di sviluppo.
E' corretta la mia interpretazione? ***
*1) Ehm, "creando arte" e/o collaborando con "chi la crea" dissento fortemente da questa affermazione.
Ovvero penso che noi musicisti siamo in grado di capire il valore artistico di una composizione/esecuzione senza dover avere "critici" tra i piedi.
Anzi secondo me i critici non servono proprio a un cazzo.
**2) Credo di essere in disaccordo ma l'affermazione non mi é chiara
***3) Sì é corretta.
Mi sembra che i giochi realistici 3D cerchino di far immedesimare l'utente in modo che non veda più il risultato della rappresentazione per quello che é (ovvero poligoni/texture bruttarelli.. e mi riferisco tanto a PS3 che PS1) bensì il suo cervello le trasformi in quello che lo sviluppatore vuole rappresentare (chessò: "NBA" o "The REAL driving simulator", etc..);
al contrario asteroids, pac man, moon patrol, ghost n goblins o karatequalcosa erano sistemi "chiusi".
Non lo scrivo con il senno di poi ma ricordando la sensazioni di me bambino all'epoca.
Ciao Giobbi e bentrovato!
Rispondo volentieri alle tue.
1) La mia definizione di arte, in questo topic, é sempre contestualizzata e riferita ad un sistema critico, capace di creare i paradigmi e i presupposti per definire arte o meno un artefatto. La critica istituzionale, quella che decide se un prodotto ha più o meno valore artistico, per intenderci. Non mi riferisco alle qualità artistiche intrinseche di un oggetto, ma al sistema critico che erige ad Arte determinate produzioni.
Arte, in tale contesto ribadisco, per me tratta di una negoziazione fra soggetti che tentano di fornire un valore artistico ad un determinato artefatto, considerandolo poi degno di attenzione o meno.
Che io poi sia in disaccordo o meno con quello che dicono "i critici" di settore, gli studiosi ufficiali, gli istituzionalizzati che hanno il background, la sensibilità, gli strumenti e il buon gusto di annoverare ad Arte una determinata produzione, questo non cambia nulla.
Vittorio Sgarbi può sputare su di un quadro che io adoro. La mia definizione di Arte, da vocabolario, comprende la sua attività, che egli sputi su di un mio quadro o meno. Sgarbi é istituzionale, io no.
Ma ciò che io adoro é lontano dall'essere chiamato Arte secondo tale definizione. Per tale motivo ho smesso di chiamare Arte gli artefatti che io amo. Io non ho mai negoziato per erigere ad arte un videogioco.
Spero di essere risultato chiaro e di trovare il tuo conforto in questo.
2)Per confermare/smentire il tuo disaccordo, specifico meglio. L'elemento quantità artistica, applicato alla videointerazione, secondo é un indice estremamente sottile e problematico di analisi. Il videogioco é formato da più elementi sincronici rispetto ad altre arti: musica, immagini statiche e in movimento, e soprattutto videointerazione. Come quantificare l'arte contenuta in un videogioco? Isolando le varie componenti delle quali é composto? Oppure considerandole unitariamente?
Castlevania Symphony of the Night non sarebbe la stessa cosa senza quelle musiche. E nemmeno Silent Hill 2. Le musichette di New Super Mario Bros sarebbero insulse e snervanti senza un consolidato, perfetto gameplay. Un montaggio di sequenza sbagliato, a-ritmico, farebbe perdere colpi ad un Metal Gear Solid. E Final Fantasy senza le splendide FMV?
Oppure mi sbaglio?
Io credo che trattandosi di un medium anoverante più componenti espressive, andrebbe valutato nella sua globalità, ma sempre con un occhio di riguardo al proprio specifico ontologico: l'interattività.
Un film girato con una portatile VHS-C può lasciar desiderare a qualità di immagine, ma se é un grande film resterà un grande film, in quanto é lo specifico artistico "cinema" che conta.
Nel videogioco, in primis, é la videointerazione che deve primeggiare su tutto. Il tuo esempio di sistema "chiuso", Asteroids, é una ottima conferma.
Spero di essere stato più chiaro.
3) Intuisco quindi che il tuo considerare ad esempio pac-man un sistema "chiuso" é dovuto al fatto che esso preservi la propria sostanza e la sua forte identità in quanto completa in sé, giusto? I 3D invece ingannano il videogiocatore in quanto l'approssimarsi alla realtà di poligoni/texture inverosimili/bruttarelli in realtà non la rappresentano come invece, senza pretenderlo, facevano i primi videogiochi.
Come dire che i videogiocatori del 3D siano rapiti da una illusione fittizia del reale, stregati da un incantesimo 3D senza rendersi davvero conto di quanto imperfetto sia il tentativo dei videogiochi di avvicinarsi al reale.
Ma conta davvero realizzare questo realismo, per quanto gli autori ci stiano provando? Non dovrebbe contare sempre e solo il videogiocare, in
un videogioco?
Adoro Mario Bros, Pac-man, Ghost'n Goblins, Metroid... ma Super Mario 64 e Doom per citarne un paio 3D, sono stati inestimabili preconizzatori nel donare linfa vitale al medium, nel farlo crescere, sviluppare, maturare le potenzialità specifiche che il medium prevede in modo congenito. Se la musica prevede la simulazione strumentale elettronica, il cinema si trasforma in machinima, i quadri di Warhol si fanno immagini seriali, é perché il medium (di concerto col progresso tecnologico) lo prevede, e l'uomo lo attua.
Evoluzione, non snaturamento o deprivazione della sostanza artistica.
Nuovi videogiochi come sistemi "aperti" quindi, ma non per questo con meno valore rispetto al passato di giochi "compiuti".
Che poi abbastanza produzione 3D sia vomito digitale rispetto ai sistemi "chiusi" e perfetti in sé, da te citati, su questo non ci piove.
Ma spero converrai con me, almeno in parte, su quanto detto.
Ps. Anch'io ho una band! Una rock band ad essere precisi, una autoproduzione all'attivo e due giorni fa ho girato il mio primo videoclip! E soprattutto ho provato sulla pelle e sulle palle il giudizio critico sulla mia musica.
Visita se puoi l'indirizzo
www.zendavesta.itNe sarei felice.