per me il punto è un altro. L'avventura non ha più senso come 20 anni fa.
Il discorso sul lavoro che c'è, o non c'è, è abbastanza sterile.
Il presupposto del lavoro è che: mi prendo persone che sappiano fare bene una cosa che mi serve o che difficilmente potrei trovare sul mercato, quindi gli do dei soldi. Poi che tu sia giallo, arancione, verde, abbia fatto l'università del sarcazzo, mi importa poco. (E potrei fare l'esempio di Devil, che senza una laurea in economia, senza esperienza nel mondo dei ricambi e senza l'uso del tedesco, si è dimostrato un abile esperto di pricing nel settore dei ricambi auto. Io l'ho segnalato all'azienda, lui si è impegnato ed ha sfruttato le sue capacità, ora in azienda sono contentissimi di averlo. E l'azienda si trova a Casalnuovo di Napoli)
Poi se vai a competere in un settore inflazionato, l'unico modo per misurare la tua qualità deriva dalle euristiche (università, provenienza geografica, curriculum, cadenza, simpatia etc). Ma quando sai fare qualcosa che serve, difficilmente si faranno tanti problemi ad assumerti .
Chiaro che se cerchi di fare il commercialista o l'avvocato, stai già avviandoti verso un sentiero di lacrime e sangue. Tuttavia la vita è fatta di scelte che ti facciano sentire prima di tutto in pace con te stesso.
Io credo che sia un diritto sfruttare tutte le opportunità che ti si parano davanti, senza cercare gisutificazioni, cercando di vivere una vita soddisfacente. Quindi se nasci con le possibilità di fare harvard, perchè non farlo, se puoi goderti la vita mentre lo fai, perchè no, se puoi farti il corso di business english ad hong kong fallo etc.
Se invece non puoi farlo e vorresti, beh, la tecnologia ora ti consente di poterci comunque provare.
Ho amici della mia età (quindi 30 anni) che senza laurea e senza referenze ora hanno stipendi di 70k annui. Ovviamente si sono tirati su da soli. Hanno imparato python, css, grafica etc e poi sbancato nel mondo del lavoro.
I corsi online ti permettono di accedere a qualsiasi conoscenza praticamente gratis e di farsela pure certificare. E non ditemi che i soldi non ci sono perchè buttiamo un sacco di soldi e di risorse intellettuali per i videogiochi (impara le meccaniche, configura, installa fai) che potrebbero essere investite in altro.
Poi se uno vuole il posto da burocrate nell'azienda megagalattica, dove timbra il cartellino, non fa un cazzo ed ha pure un bel logo su linkedin, boh non so se esista ancora.
Ma in fin dei conti la vita è un'esperienza che va vissuta con soddisfazione e spesso questa soddisfazione non deriva da una valutazione di natura universale. Se ti fa piacere avere il posto fisso, avere una ragazza con cui magari si è passati tutta la vita insieme, rimanere vicino ai genitori che invecchiano e non piace l'ambiente cittadino, magari il concorso è la manna dal cielo. Se invece sei un mondano e ti piace il contatto con la gente, difficilmente riesci a stare in un paesino con l'ufficio di 50 enni dove non sai di che parlare.
Ma davvero è una questione personale che sfiora il rapporto che si ha con la vita, con la struttura di valori e con le preferenze che si hanno.
Ovviamente il culo conta, ma il culo va anche incontro a chi vive senza paura e senza giustificazioni.