Autore Topic: Il lavoro  (Letto 1953902 volte)

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Offline Konron

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Re: Il lavoro
« Risposta #16170 il: 20 Mag 2016, 11:47 »
Riguardo l'intervento in video, decontestualizzato ma comunque autoconclusivo, le affermazioni sono lucide, ragionate, sensate e pragmatiche. Possono sicuramente non piacere; nondimeno, sono indicative di una visione nitida su cosa bisogna fare per ottenere risultati concreti.

Riguardo l'articolo, non vale la pena di sprecarsi in commenti.
Ma infatti, ma di cosa stiamo parlando? Secondo me ha pienamente ragione quando dice qualcosa tipo "se siamo d'accordo che il cambiamento è positivo e va fatto allora si fa, d'altronde il capo sono io e decido la direzione da seguire".
Questa è leadership: decisioni chiare e nette, si dà una rotta da seguire. Ovviamente i risultati saranno responsabilità del capo, positivi e negativi che siano.
La pretesa di non decidere davvero per non scontentare nessuno e di fare scaricabarile non porta a nulla di buono.
Su l'articolo di fanpage non dico nulla, non lo leggo perché mi è sempre sembrato un "giornale" da clickbait e i vostri commenti non mi fanno cambiare idea.

Offline Ryo_Hazuki

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Re: Il lavoro
« Risposta #16171 il: 20 Mag 2016, 14:31 »
L'articolo è fuorviante e si concentra decontestualizzando.
Il concetto lo condivido, in linea generale.
Serve DAVVERO unità d'intenti tra Dirigente e Capi Reparto, altrimenti non ne esci.
Se un Capo Reparto non segue come gli altri, destabilizza e rende inutile il tutto, minando la disciplina di chi segue.
Se in un Reparto c'è anche un consulente esterno è ancora peggio, basta il consulente a destabilizzare.
Se sei di linea dura e il consulente è più morbido vieni delegittimato.
Se sei di linea morbida o cerchi di essere equo, avrai sempre i sottoposti contro perché non sarai mai equo abbastanza, nonostante ti impegni a far lavorare un gruppo nella serenità maggiore.
Poi dipende dal numero di dipendenti, più il numero è alto e meglio è essere rigidi ed avere Dirigente e Capireparto uniti, altrimenti solo con le buone diventa dura.
Con linea dura non intendo frustate, sgridate o altro, ma semplicemente il rispetto delle regole in maniera rigida senza che vi siano lamentele.
Che a lavoro la gente si lamentava perché non la lasciavamo fumare dove non si poteva e poi erano direttamente i capiservizio a fumarci, nonostante zone adibite apposta.

Offline iKenny

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Re: Il lavoro
« Risposta #16172 il: 20 Mag 2016, 15:15 »
eugenio, hai citato il vero dramma di molte aziende: dirigenti che danno indicazioni non chiare o contraddittorie, per poi addossare ad altri la responsabilità di eventuali fallimenti.

Ditemi più che altro quando questa cosa non succede.

Offline 1c0n 0f s1n

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Re: Il lavoro
« Risposta #16173 il: 20 Mag 2016, 23:26 »
Oh, mi piace il vostro punto di vista.
Siete dei fottuti fascisti e non lavorerei mai con voi XD ma mi avete dato comunque un'occasione per vedere la cosa da un'altra angolazione. Devo rivedere il video direi almeno altre venti volte.
Mi avete messo in testa alcune idee e ora le devo mettere in ordine. Tipo, perché non considerare nemmeno la critica costruttiva? Pensa che a prescindere chiunque stia sotto di lui non abbia una visione abbastanza ampia della situazione?

Boh, devo pensarci su.

Offline Void

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Re: Il lavoro
« Risposta #16174 il: 21 Mag 2016, 01:18 »
Tipo, perché non considerare nemmeno la critica costruttiva? Pensa che a prescindere chiunque stia sotto di lui non abbia una visione abbastanza ampia della situazione?

Boh, devo pensarci su.
Il discorso parte già con l'obbiettivo di cambiare direzione.
Prendere chi è intenzionato a seguire questa strada e spingerlo dove c'è più resistenza. La critica costruttiva è presa in considerazione: "ispirare paura o esempi positivi nel resto dell’organizzazione"

Il discorso è sicuramente preparato precedentemente e ben studiato, trovo difficile attaccarlo.
Sempre che un senso critico offuscato da visioni di bambini pòvri non prenda il sopravvento e porti a trarre conclusioni fantasiose.

Se tu dai un pesce ad un uomo, lo avrai sfamato per un giorno. Se gli proponi di imparare a pescare, ti risponderà che sei un neoliberista
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Offline Konron

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Re: Il lavoro
« Risposta #16175 il: 21 Mag 2016, 10:28 »
Tipo, perché non considerare nemmeno la critica costruttiva? Pensa che a prescindere chiunque stia sotto di lui non abbia una visione abbastanza ampia della situazione?
Non è questo il punto, la critica costruttiva si fa quando si sta ancora decidendo, lui parla dei casi in cui la linea da seguire è stata già decisa e approvata. A quel punto si fa lavoro di squadra anche se non tutti sono d'accordo, invece di sabotare le cose dall'interno.

Offline Wis

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Re: Il lavoro
« Risposta #16176 il: 21 Mag 2016, 13:26 »
Il discorso mi è sembrato sì molto chiaro, ma anche abbastanza disumano.
Creiamo un problema e puniamo platealmente chi manifesta dissenso per esso, per sedare qualunque lamentela futura.
Come può essere una politica da acclamare?
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Offline slataper

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Re: Il lavoro
« Risposta #16177 il: 21 Mag 2016, 13:54 »
Così però elimini dal discorso l'elemento fondamentale, il cambiamento di un'organizzazione enorme come Enel.
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Offline Wis

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Re: Il lavoro
« Risposta #16178 il: 21 Mag 2016, 14:24 »
Non lo elimino, critico il dover creare malumori ad hoc per creare facili capri espiatori che magari nemmeno sono parte del problema.
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Offline Ivan F.

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Re: Il lavoro
« Risposta #16179 il: 21 Mag 2016, 14:43 »
Non lo elimino, critico il dover creare malumori ad hoc per creare facili capri espiatori che magari nemmeno sono parte del problema.
Non mi sembra che affermi questo.
Lui non individua "capri espiatori", ma soggetti contrari al cambiamento.
E in quanto tali, essi sono effettivamente parte del problema (dal punto di vista del capo, ovvio).
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Offline Ryo_Hazuki

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Re: Il lavoro
« Risposta #16180 il: 21 Mag 2016, 17:24 »
Però, rileggendo, afferma di creare malumori e poi di punire chi si oppone.
Effettivamente siamo un po' ai limiti, ma in un'azienda così grossa, dove fino a qualche anno fa alcuni dipendenti avevano delle belle agevolazioni, se vuoi cambiare devi, giocoforza, creare malessere.
Ma non nel senso che "devi" di "dovere" ma nel senso che se devi effettuare cambiamenti probabilmente toccherai agi di alcuni dipendenti, causando malessere.

Torno al discorso sigarette:
Immaginate una casa e a distanza di 200-300 metri un'altra casa (casa A e casa B), in un contesto ristorativo.
In Casa A ci sono dei dipendenti che lavorano e ogni tanto (anche in pieno servizio) fumano nelle vicinanze di una porta. I dipendenti rientrano che puzzano di fumo e a degli ospiti che pagano n€ a notte, di primo mattino non vogliono che sentano puzza di fumo.
I dipendenti lanciano mozziconi di sigaretta in giro senza curarsi di buttarli nel posacenere, sanno che non è zona adibita per gli ospiti e se ne fregano.
Una mattina il GM decide di informare i propri Capi Servizio che da quel giorno tutto i dipendenti dovranno andare a fumare solo a Casa B, perchè quella zona deve essere mantenuta pulita e in ordine casomai dovessero passare ospiti o dirigenti e, soprattutto, i dipendenti non rischieranno più di puzzare di fumo.
In questo caso c'è una situazione che genera malessere, un reparto sempre efficiente che si romperà i coglioni perché l'altro avrà il caposervizio dell'altro reparto che sarà il primo a fumare in zona vietata, dopo aver avvisato i dipendenti.
Dipendenti che inizieranno a lamentarsi perché adesso dovranno fare 300metri per fumare o non fumeranno o fumeranno meno.
Hai creato il malessere.
Al primo che vedi fumare togli le mance di un mese(cosa mai avvenuta, l'altro reparto era anarchico).
Hai dato la punizione esemplare.
L'unità d'intenti serve per dare l'esempio ed evitare che qualcuno "scappi".

C'è stata la volta del: "se viene un controllo della finanza e vede i caffè fatti ci fa la multa, da domani i dipendenti lo bevono in mensa"
Altro malessere creato:"lavoro già 13-14 ore al giorno e devo pagarmi il caffè?" (Alla macchina non lo pagavano, in mensa si, 50 centesimi)
Ci sono state le volte in cui si era davvero oberati di lavoro e mi sono messo a farli io i caffè per i miei ragazzi, chiudendo un occhio, ma la regola era quella.

Offline LF

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Re: Il lavoro
« Risposta #16181 il: 22 Mag 2016, 12:58 »
Comunque, io ho il sospetto che Starace si stesse riferendo nello specifico a fancazzisti/ammanigliati/ladri con interessi personali. Della serie: "se vuoi rivoluzionare un baraccone come Enel, devi combattere con questa gente usando la forza".
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Offline Andrea_23

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Re: Il lavoro
« Risposta #16182 il: 22 Mag 2016, 13:48 »
Comunque, io ho il sospetto che Starace si stesse riferendo nello specifico a fancazzisti/ammanigliati/ladri con interessi personali. Della serie: "se vuoi rivoluzionare un baraccone come Enel, devi combattere con questa gente usando la forza".

Il successore di questo Starace probabilmente penserà lo stesso delle persone che costui sta per iniettare nei "gangli" di Enel :V.

E' una tecnica, una possibile. Forse l'unica in una realtà come Enel.
E si potrebbe dire che, alla fine, ciò che conta è il fine e non il mezzo.

Se l'obiettivo ultimo è il profitto per il profitto, ha senso eccome.
Tristino, ma tant'è.
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Offline slataper

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Re: Il lavoro
« Risposta #16183 il: 22 Mag 2016, 13:58 »
Oppure, per quel che ne sappiamo, Enel potrebbe essere oggi un carrozzone pieno di gente che passa le giornate a spostare fogli di carta da una scrivania all'altra, che necessita davvero di un cambiamento positivo.
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Re: Il lavoro
« Risposta #16184 il: 22 Mag 2016, 21:22 »


Lui non individua "capri espiatori", ma soggetti contrari al cambiamento.
A me sembra che individui persone contrarie ad un cambiamento esagerato e pretestuoso, facilmente criticabile e atto solo a tirare fuori contestatori da appendere al palo per lanciare un messaggio.
Poi magari ho capito male io, ma diciamo che anche parlare di persone come fossero spinterogeni non è che me lo rende simpaticissimo.
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