Autore Topic: Bullysmo, affare di stato  (Letto 3786 volte)

0 Utenti e 1 visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Lucael

  • Matricola
  • Post: 39
Bullysmo, affare di stato
« Risposta #45 il: 26 Ott 2006, 23:47 »
Citazione da: "Ivan F."
http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_blog=35&ID_articolo=80&ID_sezione=50&sezione=Over+Game

Troppo lungo per un lettore web, ma andava fatto.
Magari rimarrà ai posteri.


Utile cronaca per schiarirsi un attimo le idee su quello che è stato lo strascico di polemiche che ha seguito, o meglio spianato la strada e le vendite, a questo gioco.

"Io ho giocato a Bully. È un videogioco mediamente innocuo, imbottito di una violenza artificiosa, teatrale, quasi surreale, da film americano anni '80 in stile Rivincita dei Nerd o Karate Kid. Una iperviolenza, sia fisica che verbale, onestamente impossibile da prendere sul serio per chiunque abbia superato i dodici anni, forse meno. Bully è la forma caricaturale di un simulatore di sopravvivenza scolastica, ma costruito sui migliori stereotipi della categoria: dal preside con una missione all'assistente leccaculo, dal quarterback steroidizzato al nerd brufoleggiante. Un gioco che ti immerge nella melma, passa in rassegna gli istinti d'odio dei quindicenni, ma da lì in poi lascia a te scegliere la strada. A lezione o dietro quella canaglia? Un pugno in faccia o chiedere scusa? E ogni tanto cerca persino di infilarti un dubbio alle spalle, magari mentre sei distratto. Se avessi un figlio di dodici anni, lo giocherei con lui. Sicuramente potrebbe insegnargli molto più di un anno e mezzo di tentativi di censura."

Conclusione che mi trova pienamente d'accordo, ma gli under 15 che non hanno la fortuna (o sfortuna) di avere dei genitori che giocano che ideano devono farsi del bullismo? Ci sono ragazzi che si suicidano o hanno una vita scolastica rovinata (nei peggiori dei casi) per questo fenomeno, che è molto di più che "dammi la merendina o ti getto gli occhiali per terra".


Che messaggio vogliamo far passare? Che il bullismo è una cosa così leggera da farci un videogioco "caricaturale"? Chi lavora in software house che sfruttano la violenza più stupida e più inutile (qualcuno ha detto GTA) possibile dovrebbero cambiare decisamente mestiere e fare un favore a tutti gli altri.

Credo che il bullismo sia una fenomeno troppo delicato per essere lasciato in mano ai programmatori di videogiochi.

Personalmente non sono contro la violenza nei videogiochi, è la violenza fine a se stessa che trovo ridicola e sopratutto dannosa.

P.S. Trovo sempre azzardati i paragoni tra videogiochi e film, i gradi di coinvolgimento di chi ne fruisce sono molto differenti. Ma questa è un'altra cosa.

Offline Lucael

  • Matricola
  • Post: 39
Bullysmo, affare di stato
« Risposta #46 il: 26 Ott 2006, 23:53 »
http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/scienza_e_tecnologia/videogiochi/fine-violenza/fine-violenza.html

Per fortuna poi ci sono articoli come questo. Almeno qualcosa è cambiato rispetto a qualche anno fa, quando di videogiochi si parlava solo in casi di attacchi epilettici o ragazzi che in stato di shock si credevano Ken dopo aver giocato per dodici ore a Street Fighter 2.

Offline Duffman

  • TFP Service
  • Eroe
  • *****
  • Post: 13.251
    • E-mail
Bullysmo, affare di stato
« Risposta #47 il: 27 Ott 2006, 00:46 »
Citazione da: "Lucael"
Citazione da: "Ivan F."
http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/girata.asp?ID_blog=35&ID_articolo=80&ID_sezione=50&sezione=Over+Game

Troppo lungo per un lettore web, ma andava fatto.
Magari rimarrà ai posteri.


Utile cronaca per schiarirsi un attimo le idee su quello che è stato lo strascico di polemiche che ha seguito, o meglio spianato la strada e le vendite, a questo gioco.

"Io ho giocato a Bully. È un videogioco mediamente innocuo, imbottito di una violenza artificiosa, teatrale, quasi surreale, da film americano anni '80 in stile Rivincita dei Nerd o Karate Kid. Una iperviolenza, sia fisica che verbale, onestamente impossibile da prendere sul serio per chiunque abbia superato i dodici anni, forse meno. Bully è la forma caricaturale di un simulatore di sopravvivenza scolastica, ma costruito sui migliori stereotipi della categoria: dal preside con una missione all'assistente leccaculo, dal quarterback steroidizzato al nerd brufoleggiante. Un gioco che ti immerge nella melma, passa in rassegna gli istinti d'odio dei quindicenni, ma da lì in poi lascia a te scegliere la strada. A lezione o dietro quella canaglia? Un pugno in faccia o chiedere scusa? E ogni tanto cerca persino di infilarti un dubbio alle spalle, magari mentre sei distratto. Se avessi un figlio di dodici anni, lo giocherei con lui. Sicuramente potrebbe insegnargli molto più di un anno e mezzo di tentativi di censura."

Conclusione che mi trova pienamente d'accordo, ma gli under 15 che non hanno la fortuna (o sfortuna) di avere dei genitori che giocano che ideano devono farsi del bullismo? Ci sono ragazzi che si suicidano o hanno una vita scolastica rovinata (nei peggiori dei casi) per questo fenomeno, che è molto di più che "dammi la merendina o ti getto gli occhiali per terra".


Che messaggio vogliamo far passare? Che il bullismo è una cosa così leggera da farci un videogioco "caricaturale"? Chi lavora in software house che sfruttano la violenza più stupida e più inutile (qualcuno ha detto GTA) possibile dovrebbero cambiare decisamente mestiere e fare un favore a tutti gli altri.

Credo che il bullismo sia una fenomeno troppo delicato per essere lasciato in mano ai programmatori di videogiochi.

Personalmente non sono contro la violenza nei videogiochi, è la violenza fine a se stessa che trovo ridicola e sopratutto dannosa.

P.S. Trovo sempre azzardati i paragoni tra videogiochi e film, i gradi di coinvolgimento di chi ne fruisce sono molto differenti. Ma questa è un'altra cosa.


Ehr... anche Bully è un'altra cosa. Rispetto al gioco di cui stai parlando. Davvero, il tuo discorso mi lascerebbe perplesso anche se Bully fosse davvero un "simulatore di bullismo", ma come - evvivaddio - sta notando ogni singolo cristiano che ci fa una partita, non si tratta di nulla che possa impensierire altri che un avvocato con un punto da sostenere. Ci sono tanti giochi dei quali è più interessante parlare che giocarli. Bully è più interessante da giocare che da discutere.
Duffman ci dà di nuovo dentro FORTE E CHIARO,
in direzione del problema. Ma un po' meno. OOOHHH YEAH!!!  online: DuffmanTFP

Offline ghigo85

  • Stratega
  • *****
  • Post: 4.702
Bullysmo, affare di stato
« Risposta #48 il: 27 Ott 2006, 11:38 »
Io sinceramente non capisco questo astio per qualsivoglia prodotto videoludico che abbia un minimo di violenza dentro.

In questo caso poi il tutto si rivela assurdo e surreale, visto che non è assolutamente un simulatore di bullismo.

Certo che il problema dei bulli per la maggior parte delle persone è solo una fastidiosissima seccatura e non si trasforma in tragedia, mentre in altri casi porta perfino a conseguenze gravissime (mi sembra di pochi giorni fa la notizia del suicidio di una ragazza)... E' un problema serio, come la violenza in generale, violenza dilagante oramai nelle nostre città... Ci mancherebbe altro...

Ma riversare le colpe sul videogioco del momento mi pare assurdo, una sorta di scaricabarili di associazioni di genitori vari che vogliono in realtà difendere un chissà quale decoro esteriore, e a livello inconscio forse scaricano le proprie colpe su questi facili bersagli...


Sinceramente, fossi nei genitori, mi preoccuperei di più di stare vicino ai figli, elaborando con loro messaggi di questo tipo, evitando inutili campagne di caccia alle streghe.

A parte che a livello culturale mi preoccuperei molto di più se mio figlio fosse un assiduo spettatore de La pupa e il secchione oppure di qualsiasi altro Reality, però penso assurdo dire che giochi di questo tipo possono scatenare episodi di violenza.

Non penso ci sia meno violenza nei pruriginosi servizi di gran parte dei telegiornali, che ci tengono spesso a sottolineare la violenza di alcuni eventi con particolari che sono perfino scabrosi..


Vietare non penso, escluso quando davvero si possa intravedere un pericolo serio, sia la soluzione...

Piuttosto, invece di fare casino, sarebbe meglio che ogni padre o madre si sedesse una volta tanto di fianco al figlio e avesse voglia di capire il vero contenuto di quello che il figlio sta guardando/giocando.
Ghigo live -
http://www.youtube.com/watch?v=mhVvEtpwf88

Ghigo on Myspace - www.myspace.com/guidoponzini

http://guidoponzini.wordpress.com/
[br/[WII:8697 - 0234 - 4105 - 5538 (Ghigo)^^^ Aggiungetemi