Difficile scegliere un titolo per il quale valga la pena tentare d'improvvisarsi recensori, fatto stà che la mia scelta è caduta sul nuovo lavoro di Mizuguchi, Lumines.
Titolo con il quale il talentuoso designer regala il primo vero capolavoro per PSP.
Lumines è un puzzlegame, banalmente lo si potrebbe definire come il Tetris del Nuovo Millennio, ma se da un lato questa affermazione potrebbe essere valida, dall'altro risulta anche leggermente ingenerosa nei confronti della mente che lo ha ideato, soprattutto se si desidera conoscere più in profondità il titolo.
Perchè se è vero che la meccanica è quella (anche qui ci sono mattoncini colorati da posizionare su di una griglia di gioco), è anche vero che tale meccanica è ampliata secondo le già note cause/effetto che era presenti in REZ.
Infatti anche qui ad ogni movimento, ad ogni rotazione ad ogni quadrato che si forma si generano suoni che si mixano e completano le già stupendi tracce musicali cui il gioco è dotato.
In Lumines ogni stage (qui chiamati skin) prende vita e muta grazie a come il giocatore affronta la partita.
Infatti non solo il videogiocatore ha la possibilità di modificare la soundtrack in tempo reale (come ho precedentemente detto), ma è anche la stessa soundtrack che si comporta di conseguenza a seconda di come la partita volge.
Sentire un brano che entra in loop perchè siamo in difficoltà e non riusciamo a formare quadrati dello stesso colore ed indugia aspettando la combo che sembra non arrivare mai, è tanto coinvolgente quanto geniale.
Ma non tanto quanto lo è sentire (una volta trovata la giocata giusta) la musica ripartire, a volte esplodendo con nuove ritmiche e grooves.
La simbiosi che nasce tra giocatore e skin/musica è qualcosa che trascende il concetto di videogioco, ma che più si avvicina a quello di mantra.
L'orgia di colori e di suoni ti inghiotte completamente, tanto che anche la percezione del tempo inizia a vacillare.
In Lumines non è raro infatti giocare partite di oltre un'ora/un'ora e mezza ed accorgersene solo una volta che la partita giunge al termine.
I facili controlli cui è dotato Lumines (vengono utilizzati solo il D-PAd e un pulsante) portano noi e il nostro avatar a livelli di automatismo percettivo, tanto che solo uno spettatore, o l'utente stesso a fine sessione, possono realizzare di trovarsi in questo stato al limite con il subconscio.
Lumines è una droga.
Una droga digitale, e come tale una volta entrati è difficile uscirci.
Mizuguchi ha fatto tesoro delle geniali intuizioni che facevano parte del pacchetto videoludico di REZ e le ha riproposte qui abbinandole alla semplicità elementare di Tetris.
Sì, perchè l'idea di fondo di Lumines rimane semplice, ma di una semplicità solo apparente.
Perchè saper gestire e leggere la linea temporale che come un metronomo attraversa la gliglia di gioco e permette la realizzazione di combos devastanti (assolutamente necessarie se si vogliono raggiungere punteggi alti) è tutto tranne che facile, anzi necessita anche di un buon senso ritmico e tempi di reazione prontissimi.
Ed il risultato finale di tutto questo è un gioco che prepotentemente entra nella Top Ten del 2005.
Un titolo che eccellente in ogni comparto, ma soprattutto un titolo che eccelle nelle idee.
Non ho ricordato volontariamente tutte le diverse Modalità di gioco (Challenge Mode, Skin Mode, Time Attack, 2P VS Mode, CPU VS Mode, Puzzle Mode), così come le 40 Skins sbloccabili con i relativi 40 splendidi brani abbinati, ma penso che non siano questi aspetti quelli importanti quando si parla di Lumines.
Un capolavoro.
Un capolavoro alieno, come aliena è la sua iconografia.
E una nuova pietra miliare del genere.
IMTFPO.