Autore Topic: [Amiga] Obliterator  (Letto 3224 volte)

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Offline fulgenzio

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[Amiga] Obliterator
« il: 06 Apr 2003, 12:11 »
Dualismi. Contrapposizioni. Roma e Lazio. Muccino e Ozpetek. Duran Duran e Spandau Ballet.
Oppure Cinemaware e Psygnosis.
All’inizio della favola chiamata Amiga queste due allora neonate software house si scambiavano di mese in mese lo scettro di più valida creatrice di capolavori per il gioiello Commodore a suon di titoli che sono rimasti nella storia dei videogiochi e nel cuore (e nelle dita dolenti) di ogni giocatore. Ogni storia ha un inizio e quella di Psygnosis su Amiga si chiamava Barbarian, titolo discreto, buona grafica e strano sistema di controllo: il mouse era utilizzato per muovere il personaggio attraverso una lunga serie di schermate fisse e per fargli compiere ogni azione tramite un’interfaccia scomoda all’inizio ma incredibilmente userfriendly dopo poche partite. Discreto successo. Ma il bello doveva ancora arrivare.
Dopo pochi mesi la stessa interfaccia viene utilizzata in un nuovo gioco con una ambientazione fantascientifica. Il suo nome è Obliterator. E la leggenda ha inizio. La storia di Obliterator racconta di un marine spaziale mandato a liberare una nave alla deriva dalla scomoda presenza di alieni bricconcelli come da tradizione (ma si sono mai ribaltate le parti?). Il prode eroe non solo deve fare piazza pulita di tutto il parentado di alien, ma deve uscire vivo ed in tempo dalla struttura prima che un diabolico countdown finale (e l’aggettivo è perfetto… a fra qualche decina di caratteri per la spiegazione) distrugga astronave ed eroe. Obliterator inizia con una musica indimenticabile, una delle tante creazioni del genio dell’epoca, David  Whittaker, e l’eroe di turno che, dopo aver regalato un sorriso ironico al giocatore che osserva lo schermo del televisore con  lo sguardo attonito e la mano contratta nel joystick Konix, tira allo stesso una bazookata che mette subito in chiaro chi sarà il vero protagonsta del gioco. Obliterator era un gioco bastardo dentro. L’interfaccia permetteva una serie infinita di combinazioni tra movimenti e spari e alcune trovate implementate come la capriola e l’appiattimento contro il muro per evitare i colpi nemici introducevano una sostanziale novità nei giochi di “azione ragionata”. Alcuni momenti, come la discesa in jetpack all’interno di uno stretto cunicolo, erano di una difficoltà mai provata prima ed costringevano il giocatore di una pazienza pari a quella di un monaco zen al più alto grado di imperturbabilità. Ma nulla era paragonabile alla trovata finale dei programmatori: far partire il countdown finale dal punteggio raggiunto dal giocatore fino a quel momento. Chi tramite recensioni (epica una apparsa su Zzap! ai tempi) era stato avvertito riusciva a compensare la bastardaggine della trovata, ripetendo alcuni schermi e aggiungendo impreviste carneficine porta-punti. Gli altri generalmente rifacevano il gioco daccapo visto che il tragitto per uscire era lunghissimo. E spesso si schiattava prima di raggiungere l’uscita. Cool come pochi altri titoli dell’epoca, con una grafica stupenda ed un sonoro da frattura del miocardio, Obliterator diede il là ad una serie di titoli storici che resero giusta fama e fortuna ad una delle più illuminate etichette del tempo.
A distanza di tanti anni, la civetta della Psygnosis ci guarda ancora e ancora cupi e forti risuonano i passi metallici nell’astronave…
ANCHE UN TANUKI PUO’ SORPRENDERE UNA TIGRE CHE DORME.