La giustificazione dei civili utilizzati come scudi è un po' la stessa da quando gli USA bombardavano le campagne ele città vietnamite. Se la mia bomba intelligente sbeglia, non è colpa mia, ma del mio avversario che usa i civili come scudo. Riconosco la parziale diversità del conflitto, in quanto nel primo caso si trattava quasi di canonico scontro campale, mentre qui si parla di lotta ad un gruppo terroristico, che ha nel suo codice genetico lo sfruttamento di assembramenti urbani per lo sviluppo delle proprie azioni belliche. Ma proprio da questo punto vorrei partire ed invitare tutti ad una breve riflessione.
Israele può contare su una macchina bellica considerata il miglior esercito al mondo. Precursore mondiale nello sviluppo di tattiche antiterroristiche, l'esercito israeliano ha da sempre affrontato il rpoblema del terrorismo interno (comprendo in questo termine anche le attività svolte nei territori occupati e lungo i confini) attrverso campagne terrestri, condotte porta a porta. Un'attività in cui la macchina bellica israeliana eccelle a tal punto da aver ideato un proprio tipo di arte marziale, il Krav Maga, oggi utilizzato anche dai militari statunitensi ed inglesi in quanto considerata il miglior strumento di difesa personale per il combattimento corpo a corpo.
Fino a non molto tempo fa infatti, gli interventi israeliani contro gli obiettivi terroristici vantavano una precisone quasi chirurgica. Ovvero, non si ricorreva tanto ai bombardamenti quanto più ad interventi "lampo", condotti via terra, che coinvolgevano sì la popolazione civile, ma con effetti sicuramente meno letali. Qui è il nodo della questione: a mio giudizio la campagna che Israele sta conducendo in Libano è molto più "statunitense" nell'approccio tattico. Sembra di rivedere il copione iracheno: 15 - 20 gg di bombardamenti (chi coio coio) e poi invasione con truppe di terra. Ma questa è una tattica che produce buoni effetti in una guerra "campale" e canonica, cioè condotta contro obiettivi militari. In una guerra di quartiere è molto meglio agire via terra, con azioni di polizia piuttosto che di esercito. Condizione che, non a caso, gli Usa si sono ben presto trovati a d affronatre.
Ma veniamo al punto: se l'obiettivo è smantellare le installazioni logistiche di Hezbollah, questa non è a mio parere la via migliore per farlo. O meglio, la è se si vuole nel contempo fomentare tensione con la popolazione civile al fine di generare un inasprimento dello scontro.
1) Vero è che Israele ha invitato la popolazione civile ad abbandonare il sud del libano ma;
2)Altrettanto vero è che Israele non si è in alcun modo adoperato per allestire campi profughi e fornire assistenza agli sfollati supportando il governo libanese. Ancora, non fosse stato per Cama, non avrebbe acconsentito alla crezione di alcun corridoio umanitario;
3)Tra le vittime vi sono persone che, causa indigenza, non hanno potuto abbandonare le proprie abitazioni. Se l'obiettivo è fondamentalmente logistico, ovvero colpire installazioni di Hezbollà, in primis non sgancio un missile su ogni camion che passa per strada e su ogni palazzo di fronte al quale un camion si ferma...se no grazie al cazzo, ogni pretesto è buono per sganciare un confettino. Piuttosto, sarebbe indicato, nel caso si volgia perseguire la via del bombardamento, intervenire prima supportando, con mezzi, lo sgombero dei civili, dato che (mi ripeto) se l'obiettivo è logistico, in 3 giorni Hezbollà non è i ngrado di smontare un'installazione missilistica e acricarla su un camion dell'ONU, ovvero, magari il terrorista scappa confondendosi tra la folla, ma l'installazione la distruggi e soprattutto puoi insediare lì una forza armata che aiuti la polizia libanese ad evitare che i terroristi si reinsedino lì.