Di fronte cotal lumi, che condividono lo stereotipo dell'arabaccio cattivo che lancia i razzi (senza nemmeno saper dove colpire perchè i Katyuscia sono così primitivi da mancare di puntamento laser od elettronico) contro l'inerme Israele, che nulla può fare se non reagire, mi inchino. Mi inchino di fronte a chi accetta e condivide che da oltre 50 anni in medio oriente, vi sia una entità territoriale che si arroghi il diritto di ghettizzare la vita politica ed economica della popolazione araba mediorientale, dando per primi l'impulso al disagio, malessere sofferenza e povertà, che sono alla base dell'odio che poi nutre le schiere di terroristi estremisti. Perchè voi giudicate democrazia compiere incursioni all'esterno dei vostro confini, radere al suolo le abitazioni dei locali e successivamente dichiarare quella zona "colonia", o "zona franca".
Tutto ciò spaventa perchè rievoca alla memoria parolenon lontane di uno Sharon che parlava di uno "spazio vitale" per Israele.
Giustamente mi chiedete di parlare di fatti, di cronaca e di storia. E quindi per evitare di passare da filo nazzista, panarabo e quante altre pompose parole le persone che si "ritengono" dotte in materia vogliano attribuirmi, facciamola parlare la STORIA. Ma non solo quella recente, ancora troppo vicina ai fatti per non essere faziosa e partigiana. Partiamo dall'"ab urbe condita", lì dove tutto ha inizio.
Le prime proteste arabe relative all'immigrazione ebraica si registrano verso la fine del diciannovesimo secolo, ma i primi scontri si ebbero solo negli anni '20.
Negli anni '30 l'immigrazione ebraica aumentò notevolmente, per via dell'alto numero di Ebrei che abbandonavano la Germania in seguito all'ascesa al potere di Hitler e alle sue leggi razziali.
Nel 1936 ci furono in Palestina vasti scontri tra Ebrei ed Arabi - la cosiddetta ""Grande Rivolta" - sedati duramente dall'esercito britannico, con alto numero di vittime da entrambi le parti. L'antica comunità ebraica di Hebron fu distrutta durante le ostilità.
Nel 1939 i Britannici produssero una legge che limitava l'immigrazione ebraica ad un certo numero di entrate all'anno, e che in generale sembrava favorire le ragioni degli Arabi. Nello stesso anno scoppiò la Seconda guerra mondiale, e aumentò enormemente il numero di Ebrei che cercavano di rifugiarsi in Palestina. Molti di loro dovettero entrare illegalmente. Le organizzazioni ebraiche più moderate, come l'Haganah di David Ben Gurion, si limitarono agli scontri con gli Arabi, mentre le organizzazioni ebraiche più estremistiche arrivarono ad aggredire apertamente i Britannici, militari e civili. In questo si distinsero l'Irgun di Menachem Begin e la Banda Stern, descritte dai Britannici come organizzazioni terroristiche.
Nel 1947 i Britannici abbandonarono la Palestina, e le Nazioni Unite votarono a favore della divisione della Palestina in due stati più o meno di uguale grandezza, uno a maggioranza ebraica e l'altra a maggioranza araba, mentre Gerusalemme sarebbe diventata una città internazionale. La popolazione ebraica contava ormai circa 600.000 unità, e quella araba quasi un milione.
Le organizzazioni ebraiche accettarono la proposta, mentre i paesi arabi circostanti la rifiutarono, ed il 14 maggio 1948, il neonato Stato di Israele fu attaccato dalla Siria, dall'Egitto, dall'Iraq, ai quali si aggiunse in seguito la Giordania. Le forze ebraiche, meglio equipaggiate, motivate ed organizzate, vinsero la guerra, e conquistarono un territorio più ampio di quello promesso loro dalle Nazioni Unite, mentre la Giordania occupò la palestinese Cisgiordania, e l'Egitto occupò la Striscia di Gaza, parimenti palestinese. Gerusalemme restò divisa tra Israeliani e Giordani. Questo assetto territoriale rimase intatto fino al 1967. Durante la guerra 700.000 Arabi scapparono, o furono cacciati, dalla zona che diventerà poi Israele, e molti di loro resteranno bloccati in squallidi campi profughi nei paesi confinanti per decenni.
Ma la cosa più interessante è proprio la Banda Stern, che tra i suoi depti annoverò anche un giovane tenente dell'esercito israeliano, autoritario, ambizioso ed introverso, di nome Ariel Sharon.
Stern credeva che la popolazione ebraica avrebbe meglio concretizzato i suoi sforzi combattendo i Britannici invece di appoggiarli nella Seconda guerra mondiale e che i metodi violenti avrebbero avuto un effettivo significato nella realizzazione di questi obiettivi. Egli faceva differenza fra i "nemici del popolo ebraico" (ad es. i Britannici) e quanti "odiavano gli Ebrei", (ad es. i nazisti), credendo che questi ultimo dovessero essere sgominati mentre i primi neutralizzati. A tal fine egli avviò contatti con le autorità naziste offrendo loro un'alleanza con la Germania in cambio dell'istituzione di uno Stato ebraico in Palestina.
Le autorità britanniche rapidamente concentrarono i loro sforzi contro la Banda Stern. Nel 1942, la polizia britannica sparò a Stern in circostanze poco chiare. Numerosi membri del gruppo furono arrestati e la Banda si eclissò finché non si formò di nuovo come "Lehi" sotto il triumvirato di Israel Eldad, Natan Yellin-Mor e Yitzhak Shamir. Shamir (che sarebbe più tardi diventato Primo Ministro di Israele), era conosciuto sotto il nome in codice di "Michael", che faceva riferimento a uno degli eroi di Shamir, Michael Collins. Collins era stato il fondatore dell'originaria IRA e un pioniere nell'uso delle tecniche di guerriglia. Il nuovo Lehi fu guidato dai leaders spirituali e filosofici Uri Zvi Greenberg e Israel Eldad, mentre il vecchio Lehi era stato inizialmente formato in base agli scritti di Abba Achimier. Fu di gran lunga il più minuscolo dei gruppi armati ebraici durante l'epoca del Mandato e non attirò mai più di poche centinaia di seguaci, e fu disprezzato da molti dei suoi contemporanei.
Il Lehi adottò una piattaforma non-socialista dell'ideologia anti-imperialistica. Considerava il protrarsi del governo britannico in Palestina come una violazione del Mandato provvisorio in genere e le sue restrizioni circa l'immigrazione ebraica un'intollerabile lesione del diritto internazionale. A differenza dell'Haganah e dell'Irgun, che combatterono su due fronti contro la Gran Bretagna e gli Arabi, il Lehi concentrò i suoi attacchi esclusivamente su obiettivi britannici.
Nel 1940 e 1941, il Lehi propose d'intervenire nella Seconda guerra mondiale accanto alla Germania nazista per ottenere il suo aiuto nella cacciata della Gran Bretagna dalla Palestina sotto Mandato e per offrirle assistenza nell'"evacuare" gli Ebrei dell'Europa in base all'argomento che "comuni interessi potrebbero esistere fra l'insediamento di un nuovo ordine in Europa in conformità con le concezioni della Germania, e le reali aspirazioni nazionali del popolo ebraico."
Alla fine del 1940, il rappresentrante del Lehi Naftali Lubenchik fu inviato a Beirut dove incontrò il funzionario tedesco Werner Otto von Hentig cui consegnò una lettera in cui il Lehi offriva di "prendere parte attiva alla guerra dalla parte della Germania" in cambio del sostegno germanico per "l'instaurazione di uno storico Stato ebraico su una base nazionale e totalitaria, connesso a un tratttato con il Reich germanico". Von Hentig spedì la lettera all'ambasciata tedesca ad Ankara, ma non v'è traccia di alcuna risposta ufficiale. Il Lehi provò a stabilire contatti con la Germania ancora nel dicembre 1941, ancora una volta senza apparente successo.
Il conflitto fra il Lehi e la corrente maggioritaria ebraica e successivamente israeliana finì quando il Lehi fu formalmente disciolto e integrato nelle Forze di Difesa Israeliane il 31 maggio 1948. Ai suoi leaders fu garantita l'amnistia e la fine delle incriminazioni come controparte. Il Lehi tuttavia produsse operazioni indipendenti a Gerusalemme finché non fu obbligato a rinunciarvi dopo l'assassinio dell'inviato dell'ONU, il Conte Folke Bernadotte. Membri del Lehi fondarono un partito politico noto come "Combattenti" e Yellin-Mor fu eletto nella prima Knesset, anche se il partito ebbe breve durata.
Nel 1980 Israele istituì l'"onorificenza del Lehi", rossa, nera, grigia, celeste e bianca, che fu attribuita ai vecchi membri del Lehi clandestino che ne fecero richiesta. Indovinate chi era uso portarla all'occhiello della giacca...proprio lui, il fautore del ritiro unilaterale, il buon vecchi Ariel.
Un articolo intitolato "Terrore" su He Khazit ("Il Fronte", un giornale del Lehi in clandestinità), n. 2, Agosto 1943, portava le seguenti argomentazioni. Il testo completo è disponibile su Wikiquote.
Né la moralità, né la tradizione ebraica possono negare l'uso del terrore come mezzo di battaglia.
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Noi siamo decisamente lontani da esitazioni do ordine morale sui campi di battaglia nazionali. Noi vediamo davanti a noi il comando della Torah, il più alto insegnamento morale del mondo: Cancellate - fino alla distruzione.[1] Noi siamo in particolare lontani da ogni sorta di esitazione nei confronti del nemico, la cui perversione morale è accettata da tutti.
Ma il terrore è essenzialmente parte della nostra battaglia politica alle presenti condizioni e il suo ruolo è ampio e grande.Ciò dimostra, a chiare lettere, a coloro che ascoltano in tutto il mondo e ai nostri fratelli scoraggiati fuori le porte di questo paese che la nostra battaglia è contro il vero terrorista che si nasconde dietro le sue pile di carta e di leggi che egli ha promulgato.
Non è diretta contro il popolo, è diretta contro i rappresentanti. Finora ciò è efficace.
Se scuoterà anche l'Yishuv dalla sua compiacenza, benissimo.
Solo così inizierà la battaglia per la liberazione."
Gli ex membri del Lehi sono in larga parte confluiti nel Mossad e nelle alte gerarchie dell'esercito israeliano. Piccolo particolare, gran parte della classe politica dirigente di Israele (RAbin, Perez, Sharon) è attinta dallegerarchie militari.