Il mercato del videogioco è, ancora più del cinema e della musica, un mercato basato sulla novità. Lo spettatore medio di film si reca esclusivamente nel reparto Novità di Blockbuster (che infatti è più nutrito di tutti gli altri messi assieme, o poco ci manca) e ha un'idea progressista del cinema, ovvero il nuovo è meglio. Il videogiocatore medio è ancora più esasperato in questo senso. Una rivista si deve adeguare, e oltretutto deve lottare contro il tempo per tenere testa alla stampa online. Per cui una rivista con le tempistiche di Ring, in cui si parla di un gioco quando hai voglia di farlo, è improponibile (oltretutto suppongo che gli stessi autori di Ring, se avessero avuto il tempo e la possibilità di giocare Half Life 2 due mesi prima dell'uscita nei negozi, ne avrebbero parlato prima). Ne è la prova Retro Gamer, che per uscire ha dovuto proporre un DVD aggiuntivo e mantenere un prezzo un po' elevato perché conscia di non poter fare una tiratura enorme.
Sono completamente d'accordo con questo quadro realista; non sono altro che questi i limiti che percepisco nel videogioco e nel suo modo di intenderlo.
Intendi commenti multipli sul singolo gioco? Se ne è già parlato su TFP, ed è stato spiegato che non è una cosa fattibile, vuoi per i tempi, vuoi perché i collaboratori esterni sono pagati a cartelle, per cui con che faccia chiedi a qualcuno di finirsi FFXII in 5 giorni per poi scrivere un'opinione di 10 righe?
FFXII in 5 giorni? No, è chiaro che siamo su piani diversi, non si può pretendere di modificare una struttura editoriale preesistente e collaudata, casomai di auspicare nuovi progetti editoriali meno convenzionali, che abbiano anche obiettivi diversi. Che mettano al primo posto la cultura del videogiocare e non l'informazione.
A questo punto è necessario stabilire:
- chi si riprende in mano ancora i vecchi capolavori?
- è davvero impossibile creare una rivista di approfondimento anziché di informazione?
Forse anche voi avete rigiocato in quest'ultima generazione di console titoli antecedenti perché li ritenete tuttora validi. Ce ne sono una sfilza, inutile fare elenchi.
L'opinione multipla, magari di 20-30 righe, interessante, matura e completa può essere su un qualunque videogioco passato, che magari non abbiamo giocato, oppure potrebbe essere un'occasione per confrontarsi con un altro punto di vista.
Riguardo a approfondimento/informazione parliamoci chiaro: le riviste sono costrette a informare, informazioni che però sono reperibili online anche in questo momento.
Non solo, è giusto puntare sull'approfondimento sulla carta perché oltre all'immagine sono i testi ad essere protagonisti.
Su internet ci saranno video e tutto il resto, ma il discorso testo viene svalutato.
Ora, non pretendo che i VG vengano raccontati sempre alla maniera di un Tiziano Toniutti, di un Luca Abiusi, ma vorrei che ci sia spazio per esprimersi in tutta la propria soggettività, non solo nel giudizio, ma nella forma, rivalutando così il puro "piacere di leggere". E comunicando tanto.
Per questo credo che l'anonimato rappresenti un grosso palo tra le ruote in questo senso. E nonostante internet sia entrato nelle case rispetto a dieci anni fa, considero sempre il formato cartaceo come supporto ideale per la comunicazione di idee e pensieri; per la tempistica di informazione è impossibile pareggiare col web.
PS sul discorso critico su GTA: Luve3kar, sai di sfondare una porta aperta ma questo dimostra i limiti nel confrontarsi via forum. Non mi lamento di GTA perché "burino" e "violento", ma converrai con me che ciò che GTA può aver dato all'evoluzione del videogioco era contenuto già in GTA III: un titolo pubblicato agli albori di PS2. Io con GTA SA vivo un dejavu, pizzicato di tanto in tanto dalle miriadi di aggiunte che andavano messe per allungare il brodo. Secondo me l'esperienza, il feeling, il gusto rimangono gli stessi. Consideriamo anche Driver 1 e 2, fari essenziali per il titolo Rockstar; ora Driver Parallel Lines è un "clone" di GTA, questo perché Driver 3, nonostante i tre anni di lavorazione, risultava poco giocabile: è stato giustamente bastonato.
Ma arrivare a questi estremi da una parte
http://www.gamespot.com/ps2/action/driver3/index.htmled esaltare un San Andreas che marcia senza fatica grazie a tutto quello che c'è stato prima, si rivela poco equilibrato.
Lo spettatore medio di film si reca esclusivamente nel reparto Novità di Blockbuster (che infatti è più nutrito di tutti gli altri messi assieme, o poco ci manca) e ha un'idea progressista del cinema, ovvero il nuovo è meglio. Il videogiocatore medio è ancora più esasperato in questo senso.
E' questo il motivo perché io ed altri siamo rimasti delusi da Videogiochi; credevamo non fosse per il giocatore medio. Che fermasse questa "esasperazione progressista".
Secondo me poi sbagli nel dire che lo spettatore medio "ha un'idea progressista del cinema": lo spettatore medio
ha poca voglia di scegliere, perché lo spettatore medio
non è un appassionato di cinema. Non ha nessuna idea, se non quella di svagarsi.
E così Blockbuster (dove io lavoro) con le sue pareti tappezzate dell'ultimo film che dimenticheremo in fretta, sceglie per lo spettatore medio.
Poi metto su Pulp Fiction, mi chiedono cos'è, se lo guardano, e sono molto più soddisfatti rispetto ad aver visto i Fantastici 4.
Il discorso è applicabile chiaramente anche al videogioco, nonostante tutte le divergenze del caso.
Spezziamo la catena influenzale, informiamo sul passato ingiustamente dimenticato per un futuro meno stereotipato, conserviamo inalterata la nostra passione per il videogioco.