Rispondo ad atchoo, rimasto sul tono di discussione da me sperato:
Quando si parla di approfondimenti, spesso e volentieri, ci si allontana da quello che è "gioco giocato". Per questo, generalmente, le retrospettive poco mi interessano. Il punto è che i videogiochi sono giochi. Chissene frega del loro impatto nella storia videoludica se poi non mi fai capire il perchè di questo impatto.
Hmm.. in parte comprendo il punto di vista, ma niente impedisce all'approfondimento di far capire il perché di tale impatto. Con tutte le interessanti conseguenze del caso.
Sulla questione voti: penso che molti ti abbiano frainteso nel momento in cui hai utilizzato il termine "tecnicismo". Tutti noi, io almeno, abbiamo pensato ai vari AA, anisotropico, frame rate, ecc. ecc. (e Famitsu, nelle quattro righe che dedica ad ogni titolo, dubito si soffermi su questi aspetti). Ma anche un semplice voto, secondo te, subordina la recensione ad un semplice "consiglio per l'acquisto". Ho capito bene?
Colgo l'occasione per spiegarmi meglio (e questo vale anche per Simon):
il "consiglio per l'acquisto" è il naturale, comprensibile obiettivo dell'editoria specializzata. Ma ciò a mio parere è qualcosa di molto distante da una critica del videogioco. Il problema del voto è un altro: spesso la recensione finisce per essere un contorno.
**** in che senso? In genere uno prova videogioco quindi posta suo parere.. che c'entrano le "realtà editoriali"?
Le realtà editoriali offrono un servizio al lettore, influenzandone il giudizio; non credo nella loro autorevolezza perché forzate nel seguire da vicino, mese per mese, l'andamento del mercato.
In sintesi: meglio il diario di Oblivion by Macca su TFP che una recensione a caso del titolo Betsheda. Se poi fosse corredata da making of del titolo in questione, forse mi verrebbe anche voglia di giocare.
Io penso che per "tecnico", AIO intendesse "tecnico/commerciale". Comunque dipendono dal voto semplicemente perchè una massa di pecoroni, sprovvisti di alcun senso critico, scelgono i giochi in base a quel numero. Davvero è colpa delle riviste?
Non solo delle riviste, chiaramente; ma sarebbe ottimo cercare di eliminare le cause di tali conseguenze. Secondo il mio parere, influenzati "dall'alto" o "dal voto" lo siamo tutti, me compreso ovviamente; se ce ne rendiamo conto siamo liberi di pensare con la nostra testa, di confrontarci con gli altri e di trarre migliori conclusioni.
Per quanto riguarda, AIO, la questione "Videogiochi non scrive esattamente per il suo pubblico" sinceramente non la capisco, in luce a quando poi auspichi di
Citazione:
esprimere qualcosa di veramente incondizionato e sfaccettato
facendo poi riferimento a Colossus. Il recensore è stato, secondo te,
falsamente incondizionato tanto da andare contro il pubblico di Videogiochi? Non può semplicemente aver scritto quello che pensava?
Guarda, non proprio; riassumendo la "questione Videogiochi":
- mi pare che non abbia capito il suo pubblico (un pubblico adulto) nel non aver premiato Colossus (se non in serie B manco tra i primi tre del campionato, permettetemi). Vista l'esagerata importanza data al voto, Videogiochi è consapevole di aver considerato un migliore acquisto un GTA visto e stravisto rispetto a un'esperienza mai vista prima. (Simon stesso parla di impressione - ipotetica? - da parte di Sony come "recensione negativa").
Questa disparità mi suggerisce conclusioni del tipo "in GTA puoi fare tutto, in Colossus c'è poco da fare: ha più chance di piacere al pubblico GTA".
La tua convinzione, o ciò che esce dai tuoi post, è che chi scrive di videogiochi non metta in campo un minimo di professionalità, scriva per autocompiacimento o per soddisfare un non meglio precisato "mercato" che gli impone di redigere i testi in una certa maniera (non si capisce, ad esempio, perché un Gunny non possa esprimere su Videogiochi gli stessi concetti che esprimeva su Ring? C'è qualcuno che gli punta una 357 alla testa?). "Le riviste di videogiochi influenzano il videogiocatore". Maddeche? Non c'è la benché minima correlazione fra il giudizio della critica e quello del pubblico, facilmente quantificabile esaminando le vendite.
Sarai d'accordo che i contenuti di Videogiochi non siano esattamente gli stessi di Ring.
Come ho già detto nel topic di Retro Gamer, io credo che i recensori scrivano in buona fede. Questo proprio perché cerco di non fermarmi alle prime impressioni. Mi pare di aver sempre parlato di "impressioni" da parte mia, e di "cercare il confronto". Do per scontato che per te è possibile una vera critica del videogioco in una realtà editoriale.
Mi sembra un ragionamento che forse può fare un ragazzino di 14 anni che scrive recensioni a tempo perso sul proprio blog, francamente. O al limite un critico sessantenne che lavora per una testata seguita da milioni di utenti e che nessuno schioderà mai dalla propria poltrona.
Ed è brutto che una rivista in cui riponevo la mia fiducia possa a volte dare questa impressione. Ti ricordo comunque che non ho parlato soltanto dei "problemi di Videogiochi" ma del modo di intendere il videogioco.
Un'altra cosa: quale metro di giudizio viene adottato per definire banalità i titoli da te citati? San Andreas, per dirne una, ha un thread chilometrico su questo forum, zeppo di post entusiasti. Qual è il problema? A te non piace, ad altri sì. E' così difficile da accettare? E' tanto difficile accettare un parere (motivato) diverso dal tuo?
Perché banalità? Quale "metro di giudizio"?
Non mi sono spiegato? San Andreas è giunto all'ennesimo capitolo, il sapore rimane lo stesso. Non è che "non mi piaccia": lo trovo ormai insipido.
Comunque, io non accetterei secondo te che San Andreas piaccia ad altri. Complimenti per il tono provocatorio. Quello che voglio evidenziare è che pare che le realtà editoriali premino un vg dai gusti facili, per tutti, prevedibile, anche nelle testate pensate per un pubblico adulto. Perché il controsenso è che è molto più facile che un minorenne si diverta con San Andreas (VM 18) che con Shadow of the Colossus. Di questo fatto ed altro ancora si potrebbe parlare in un approfondimento.
Io ormai non mi fido più di nessuna rivista. Leggo perché sono curioso e perché mi interessano anche le opinioni degli altri. Ma so che molte volte queste opinioni non corrispondono alle mie.
L'autorevolezza di una rivista viene a perdersi in un mondo informatico in cui puoi trovare molti utenti in grado di confrontare le proprie esperienze. Tra creatore e fruitore, il recensore svolge un ruolo di intermediario, ma che viene ritenuto troppo autorevole.
Sarebbe bello veder emergere una realtà editoriale che accorci il passo e ci dia le opinioni in materia videoludica di chi crea e di chi vive il videogioco. Sono convinto che la qualità generale dei videogiochi migliorerebbe.