Autore Topic: Ha senso una critica del videogioco?-digressioni by LPf  (Letto 29125 volte)

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Offline LPf

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Ha senso una critica del videogioco?-digressioni by LPf
« Risposta #315 il: 24 Gen 2006, 21:28 »
Un gioco è intrattenimento, passatempo, sollazzo Kojima calca un minimo la mano e lo spaccia come una sorta di servizio a pagamento, quando è più volgarmente un divertimento, un intrattenimento a pagamento > non un servizio. Diciamo che si dà un minimo di dignità, spacciaondosi, che so, per un opertore della TIM anziché della Mattel, e lo capisco, anche se non vedo che ci sia da vergognarsi... Del resto Shigeru entra in Nintendo facendo giocattoli e quando escono quelli elettronici lo passano ai giochi elettronici e non si è mai vergoganto: lui, che ha inventato alcuni dei più belli e significativi della storia

Resta intrattenimento, svago, divertimento, sollazzo. Diciamo home entertainment, così Kojima è più tranquillo... Un intrattenimento di cui sei parte attiva e che paghi per accedervi. E' assimilabile, che so, al campo di calcetto che affitti il giovedì sera con gli amici fai le squadre e vai giocare > Halo, tanto per dirne il primo che mi passa per la testa, anzi: il più divertente di tutti quanti.

Hobby come lettggere libri o vedere film magari di spionaggio (MGS?) magari horror (Resident Evil?) o di fantascientifici SCIFI a manetta (Doom?), o che so ascoltare musica, ci porta fuori dal seminato in quanto - è, si, intrattenimento anche quello - ma il gioco di cui sei parte attiva, in cui sei parte attiva, è una cosa ben distinta e facilmente scindibile da ciò che è mera fruzione passiva. I contenuti sarebbero grossomodo equiparabili e in ogni caso non si produce arte, né si veicola arte, né si fruisce arte in nessuno dei casi...

La letteratura, il cinema, la poesia, la pittura, ecc, che rappresentano arte, veicolano arte, sono riconducibili all'arte e come arte si possano studiare, capire, apprendere e veramente apprezzare sono anni luce distanti dai contenuti veicolati da quel cinema o quella letteratura che possiamo idealmente accostare ai videogiochi, o meglio accostare a quei tre rutti di sostrato subculturale verosimilmente similare: ma è un sostrato che è mera materia commerciabile & smerciabile non > studiabile, oggetto di studio e di critica.

Quindi basta con le pippe sull'arte. Ben vengano invece quelle sul costume, la società, le tendenze, il commercio, l'economia, la psicologia che abbracciano il videogioco: saranno ugualmente spicciole e incocludenti ma almeno non sono del tutto fuori luogo :)
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Offline atchoo

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Ha senso una critica del videogioco?-digressioni by LPf
« Risposta #316 il: 25 Gen 2006, 00:29 »
Io ho sempre seguito una via "mezzana". Non considero il videogioco come arte, ma neppure come semplice intrattenimento. Mi piace definirlo "arte dell'intrattenimento". Del resto i creatori di videogiochi seguono dei canoni, li modificano, ne inventano di nuovi. Come gli scrittori e i poeti. Il fatto che ci sia interazione non deve sminuire il valore della creazione. Se la poesia non venisse letta e, quindi, non suscitasse emozioni, sarebbe sempre arte? Rimane il fatto che il gioco ha un compito ben preciso: intrattenere. Se non si parte da questo presupposto non solo non si ha arte*, ma neppure videogioco.

* a meno che non si faccia arte *con* il videogioco, indirettamente. Ma questo è un altro caso.

Offline Tsuneku

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Ha senso una critica del videogioco?-digressioni by LPf
« Risposta #317 il: 25 Gen 2006, 10:47 »
Citazione da: "lawless"
http://next.videogame.it/html/notizia.php?id=38080

BOOOM



Secondo il creatore della serie Metal Gear, il videogioco non può definirsi realmente come arte poiché viene destinato al maggiore pubblico possibile, mentre l'opera di un artista ne rappresenta in qualche modo lo spirito e può essere "catturata" pienamente solo da un numero ristretto di osservatori. Le molte concessioni che un videogioco deve offrire (nei confronti della moda, del gusto generale e così via) lo rendono più simile, secondo Kojima, a un "servizio" nei confronti della comunità.


Kojima farebbe bene a parlare per sè a questo punto, perche di certo Rez non si pone l'obbiettivo di vendere 1 milione di copie, ne può essere colto dal primo che passa davanti al monitor che lo fà girare.
Idem per una marea di titoli che mi sembra superfluo citare.

Offline keigo

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Ha senso una critica del videogioco?-digressioni by LPf
« Risposta #318 il: 25 Gen 2006, 13:51 »
in realtà LE parole di Kojima sono da interpretarsi come quelle di un Designer frustrato dallo stato del Game Business. Stanco di sfornare seguiti per il piacere delle finanze konami e dei fan di Snake.

Nelle parole "piacere a più pubblico possibile" si nota altresì ciò che rimane dopo la sperimentazione con MGS2, e le conseguenti bacchettate da parte della dirigenza e dai fan, Hideo si è reso conto di quella che è "l'immaturità" del settore e di ciò che lo circonda.

Credo che principalmente il motivo per cui si sia espresso così è da rintracciare nel "Business" che circonda il videogioco. Il videogioco, così come lo si conosce è permeato da aspetti puramente "aziendali" (ricerca del segmento di mercato da attaccare, creazione del prodotto, promozione..) e raramente si assistono a slanci rischiosi. Questo soprattutto a causa degli investimenti che il settore comporta. E se un progetto costato milioni di dollari non comporta ricavi perchè "pur essendo un'opera artisticamente eccellente e dal fascino sublime" non riscuote appeal verso il pubblico di massa (si pensi ad un opera lirica) sono guai.




Ma siamo sicuri che i videogiochi debbano avere come elemento imprescindibile la magnificienza tecnica? [pena la perdita di valore secondo la scala di valutazione classica |grafica - sonoro - gameplay - longevità|] oppure le velleità artistiche possono *sopperire* alle mancanze tecniche con un'uso dell'estetica [intesa come stile *unico del titolo in esame*] piuttosto che al fotorealismo?

Si, ma così non troverebbero (nella maggior parte dei casi riscontro presso il grande pubblico).

Chiaro, ma credo che la strada "indipendente" sia l'unico modo per eliminare il "male" del videogioco.

A meno che in un futuro non si decida di realizzare prodotti artistici e venderli di seguito ad asta per migliaia di dollari a ricchi industriali.
chi semina vento raccoglie sfaccimma
ma chi me lo fa fare?!? il petrolio è una figata.