Un gioco è intrattenimento, passatempo, sollazzo Kojima calca un minimo la mano e lo spaccia come una sorta di servizio a pagamento, quando è più volgarmente un divertimento, un intrattenimento a pagamento > non un servizio. Diciamo che si dà un minimo di dignità, spacciaondosi, che so, per un opertore della TIM anziché della Mattel, e lo capisco, anche se non vedo che ci sia da vergognarsi... Del resto Shigeru entra in Nintendo facendo giocattoli e quando escono quelli elettronici lo passano ai giochi elettronici e non si è mai vergoganto: lui, che ha inventato alcuni dei più belli e significativi della storia
Resta intrattenimento, svago, divertimento, sollazzo. Diciamo home entertainment, così Kojima è più tranquillo... Un intrattenimento di cui sei parte attiva e che paghi per accedervi. E' assimilabile, che so, al campo di calcetto che affitti il giovedì sera con gli amici fai le squadre e vai giocare > Halo, tanto per dirne il primo che mi passa per la testa, anzi: il più divertente di tutti quanti.
Hobby come lettggere libri o vedere film magari di spionaggio (MGS?) magari horror (Resident Evil?) o di fantascientifici SCIFI a manetta (Doom?), o che so ascoltare musica, ci porta fuori dal seminato in quanto - è, si, intrattenimento anche quello - ma il gioco di cui sei parte attiva, in cui sei parte attiva, è una cosa ben distinta e facilmente scindibile da ciò che è mera fruzione passiva. I contenuti sarebbero grossomodo equiparabili e in ogni caso non si produce arte, né si veicola arte, né si fruisce arte in nessuno dei casi...
La letteratura, il cinema, la poesia, la pittura, ecc, che rappresentano arte, veicolano arte, sono riconducibili all'arte e come arte si possano studiare, capire, apprendere e veramente apprezzare sono anni luce distanti dai contenuti veicolati da quel cinema o quella letteratura che possiamo idealmente accostare ai videogiochi, o meglio accostare a quei tre rutti di sostrato subculturale verosimilmente similare: ma è un sostrato che è mera materia commerciabile & smerciabile non > studiabile, oggetto di studio e di critica.
Quindi basta con le pippe sull'arte. Ben vengano invece quelle sul costume, la società, le tendenze, il commercio, l'economia, la psicologia che abbracciano il videogioco: saranno ugualmente spicciole e incocludenti ma almeno non sono del tutto fuori luogo