Autore Topic: Ha senso una critica del videogioco?-digressioni by LPf  (Letto 29123 volte)

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Offline LPf

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Ha senso una critica del videogioco?-digressioni by LPf
« Risposta #285 il: 23 Dic 2005, 17:25 »
Citazione da: "Gunny"
MP ha degli obbiettivi fondati e del contorno. Gli obbiettivi fondanti sono il level design e il powerupping. Il contorno sono trama, musiche (versioni riarrangiate di vecchi pezzi di Metroid, personalmente le trovo orribili a parte Phendrana), IA (giacchè i nemici sono completamente idioti)
L'insieme delle cose funziona? Si. Quindi: grande gioco.


Ci sono giochi, però, in cui gli obbiettivi fondanti non funzionano affatto mentre il contorno è validissimo: per una sovrapposizione di valori, però, si spacciano per videogiochi che nell'insieme funzionano, quando così non stanno le cose :)

Quindi niente grande gioco, ma x tale viene spacciato ugualmente, ed è il caso dell'errore grossolano in sede di valutazione sul quale ribatto da pagine.
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Offline Gunny

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Ha senso una critica del videogioco?-digressioni by LPf
« Risposta #286 il: 23 Dic 2005, 17:43 »
Citazione da: "LPf"
Gunny, ho la sensazione che tu stia driblando l'argomento, perché REZ è godibile, all'unanimità per quello che è REZ e quello che offre REZ, un titolo che GameInfromer saluta con 6%, GameSpot saluta con un 7.9, Electronic Gaming Monthly con 7,83%, IGN che sono i più largoni di manica arriva all'8.5, e che abbiamo comprato in TRE gatti, mi spieghi dove vedi i contenuti extra-ludici innalzare il titolo al rango di capolavOro?


Ho scritto sopra che 'è stato apprezzato', non che è un capolavoro.
Io ho detto che è stato apprezzato nonostante un gameplay ridicolo.
E' stato apprezzato unicamente grazie alle componenti extraludiche.
Sbugiardando quindi il tuo teorema, dato che tu stesso ammetti che è godibile.

Offline Gunny

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« Risposta #287 il: 23 Dic 2005, 17:46 »
Citazione da: "LPf"
Ci sono giochi, però, in cui gli obbiettivi fondanti non funzionano affatto mentre il contorno è validissimo: per una sovrapposizione di valori, però, si spacciano per videogiochi che nell'insieme funzionano, quando così non stanno le cose :)
Quindi niente grande gioco, ma x tale viene spacciato ugualmente, ed è il caso dell'errore grossolano in sede di valutazione sul quale ribatto da pagine.


Qualche esempio?

Offline Xibal

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Ha senso una critica del videogioco?-digressioni by LPf
« Risposta #288 il: 23 Dic 2005, 17:58 »
Citazione da: "Gunny"
Citazione da: "LPf"
Ci sono giochi, però, in cui gli obbiettivi fondanti non funzionano affatto mentre il contorno è validissimo: per una sovrapposizione di valori, però, si spacciano per videogiochi che nell'insieme funzionano, quando così non stanno le cose :)
Quindi niente grande gioco, ma x tale viene spacciato ugualmente, ed è il caso dell'errore grossolano in sede di valutazione sul quale ribatto da pagine.


Qualche esempio?


Ehm, credo si riferisse ad un certo MGS2 "mai citato" in questo topic :roll:
"Hai mai visto un italiano tirare i fili?"
"Solo in un teatro delle marionette" (Red Dead Redemption 2)

Offline Gunny

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Ha senso una critica del videogioco?-digressioni by LPf
« Risposta #289 il: 23 Dic 2005, 18:02 »
Citazione da: "Xibal"
Citazione da: "Gunny"
Citazione da: "LPf"
Ci sono giochi, però, in cui gli obbiettivi fondanti non funzionano affatto mentre il contorno è validissimo: per una sovrapposizione di valori, però, si spacciano per videogiochi che nell'insieme funzionano, quando così non stanno le cose :)
Quindi niente grande gioco, ma x tale viene spacciato ugualmente, ed è il caso dell'errore grossolano in sede di valutazione sul quale ribatto da pagine.


Qualche esempio?


Ehm, credo si riferisse ad un certo MGS2 "mai citato" in questo topic :roll:


Mi auguro di no, santa polenta. Ho passato ore a spiegargli che in MGS2 è il gameplay ad essere il contorno, e la trama ragione d'essere fondate.
Se siamo ancora a quel punto la pianto qui...

Offline Tsuneku

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Ha senso una critica del videogioco?-digressioni by LPf
« Risposta #290 il: 23 Dic 2005, 20:51 »
Citazione da: "Gunny"

Mi auguro di no, santa polenta. Ho passato ore a spiegargli che in MGS2 è il gameplay ad essere il contorno, e la trama ragione d'essere fondate.
Se siamo ancora a quel punto la pianto qui...



LOL,  stò morendo, anche perche per una volta non ci devo combattere io con Lpf, e fare da spettatore è fantastico :D

Offline Giobbi

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Ha senso una critica del videogioco?-digressioni by LPf
« Risposta #291 il: 24 Dic 2005, 09:20 »
Ops.. totoro assente recupera  :D


Citazione da: "Xibal"
... opere che si affidano ad innesti di altre forme espressive per acquisire credibilità... opere in sostanza più "furbe" che "oneste".


Quindi un film, che è Cinema, ma si affida a forme espressive "altre" come la Fotografia, la Musica, il Teatro, è un'opera furba piuttosto che onesta?
Vince solo la purezza incontaminata del mezzo?

Come si fa a dire quale sia la forma espressiva del videogioco, che è fatto di immagini in movimento, suoni, scritte, trame, scopi e "interazione", volgarmente detta gameplay?

Qual'è la differenza espressiva tra l'arrampicarsi manualmente su un albero e fare una verticale, e arrampicarsi su un ragionamento o un movimento di camera o una diapositiva e fare una verticale di riflessioni?

Per arrivare a quell'albero devo compiere una serie di azioni particolari e codificate, mentre la mia reazione al risultato di quelle azioni non lo è.

Allo stesso modo per arrivare a quel ragionamento, a quell'input o a quella immagine devo o comprare un film, o scattare una foto, o eseguire delle azioni particolari e codificate.
E ancora una volta la mia reazione al risultato di quelle azioni non è codificata nelle azioni in se', ma in me stesso.

Dunque la differenza alla fine quale sarebbe, la reazione autocodificata per cui si risponde, che sia emotivamente, cerebralmente o chimicamente solo ad un campanello di Pavlov e non ad altri?

Tra l'altro, non capisco perchè sembra si insista sull'idea che certi giochi siano strutturati in un certo modo volutamente per acquisire credibilità, quando la credibilità da quanto abbiamo visto, tristemente, non appartiene al mezzo espressivo, ma gli viene conferita dagli occhi di chi guarda.

Semplicemente sono opere con obiettivi differenti, per un pubblico differente, o magari, ancora più semplicemente, per un pubblico che riesce a fare verticali sia sugli alberi della natura che su quelli della "conoscenza", senza farsi problemi se l'esperienza appena fatta sia "da libro" o da "monumento" o da "film" o da "cd di musica" e quindi debba provenire dai rispettivi mezzi, pena l'incapacità ad associare il campanello che non suona alla salivazione che non arriva...

PS: ma i "king kong fan" sono quelli del 33 o del 2005? :lol:


Nop, esempio fuorviante.
Il videogioco può integrare diverse tecniche.. e fin qui niente di male.. ammesso che le integri.
MGS, SHill etc.. invece ACCOSTANO diverse tecniche in sequenze realizzate in modi completamente diversi.
Allo stesso modo di un final fantasy tactics GIOCO ed un final fantasy INTRO IN CG realizzata da qualche studio est europeo.
Il primo è gioco-gameplay appunto, il secondo filmato in cg e paragonabile criticamente a advent children.. non al gameplay di chessò.. un fire emblem.

Esempio calzante in caso integrazione/non integrazione invece può essere quello di musica e canzoni.
Nell’ambito della critica musicale, una canzone con un bel testo ma un pessima musica NON sarà mai considerata un capolavoro… proprio perché se si realizza una canzone quello che si estrae da altra forma artistica (la poesia che compone il testo) è giudicata in modo subordinato alla parte sonora.

E’ critica MUSICALE appunto.
Magari il testo estrapolato potrà vincere un qualche concorso di POESIA, altro ambito quindi.

Sinceramente dubito i filmati di mgs vincano chissà quale premio a Berlino.. idem quelli di un final fantasy..  e del suo incredibile e talentuoso regista.

Al contrario una canzone con buona musica ma testo banale può restare ottima (come la maggior parte di canzoni rock et similia.. chessò Let it be).

In sostanza penso la critica videogiocosa debba sempre dare precedenza al gameplay rispetto al resto.. che resta quindi "resto". 8) .. qualcosa in più che potrà interessare il giovine in cerca di "conoscenze" o "nuove finestre sul mondo" ma come nel caso delle canzoni non si può prescindere dalla bontà della forma essenziale della forma artistica presa in considerazione.

Ovvero un Silent Hill con una bella storia (però già vista anche qui in letteratura etc..) ma un pessimo sistema di controllo/gameplay NON é una buona avventura.

Idem il più complesso mgs ha un gameplay che fa acqua rispetto ai migliori titoli di azione 3D in circolazione (telecamera/sistema di controllo etc.. )
Quindi la critica AL videogioco non dovrebbe portarlo come vessillo e tentativo di cavallo di troia "Vedi? Anche i videogiochi possono essere intelligenti" visto che le sue qualità in genere non sono legate al suo essere (un mediocre, o cmnq non un capolavoro di) videogioco.

Questo scredita in fin dei conti il Videogioco come forma espressiva umana.. e ciò é triste/retrogrado.  :cry:

Ah.. in genere Videogiochi la rivista.. a parte il suo superconsolistico amore per mgs  :D ...non viene abbagliata e non abbaglia i propri lettori con i frizzi e i lazzi delle sequenze non interattive, in genere personalmente apprezzo reviews etc..






Citazione da: "Gunny"


Citazione
Trovi molto in narrativa invece, cyber punk et similia... puoi partire da Dick, passando anche per Simak stranamente, ed arrivando alla pletora di produzioni anni '80 di Gibson ed amici.


Chi parla delle tematiche di overload espressivo e conservazione 'autocosciente' dell'informazione? Chi ritiene di limitarlo per salvare la nostra specie dalla pazzia? Chi invece ritiene che il rischio che la nostra specie cada nel baratro sia da accettare per non snaturarla e difende l'infinita libertà dell'individuo di dire e apprendere?
Dick e Gibson li conosco. Queste cose non le ho viste.
Ti prego, illuminami. Voglio liberarmi della dipendenza dalla 'trama di merda' di MGS2, solo vorrei qualcosa di scritto o filmato meglio che tratti le stesse cose.


Citazione
Riguardo invece il banale discorso di patriots e congiura planetaria... a parte le canzoni dl mio amico Ayub trovi riferimenti similP2istici in tantissime produzioni.. a partire dai templari di broken sword.  :D


Il punto di MGS2 non è che ci siano dei tizi/computer che controllano tutto e che fanno una congiura planetaria. Capirai chi se ne frega. Il punto è quello che ho scritto sopra. Insieme ad altri che sono meno prioritari (ma comunque interessanti).


Mah questo è il punto che tu ritieni fondamentale…io darei la precedenza ad altro.
Ovvero all’identità scontata di tizio-biondo = giocatore ed alle possibilità di condizionamento, concetto che fa da perno alla vicenda.
Ed è inoltre l’unico temo sul quale “l’essere un videogioco” ha un perché.. permette una migliore dimensione espressiva rispetto a film o testo scritto.
Ed appunto queste tematiche di identità virtuale collettiva e distaccata la trovi in cyberpunk etc…

Quanto tu ritieni centrale invece va per me dal “poco profondo” al “controlla ricerche realizzate sul DNA e bòn”, non lo vedo uno spunto granché interessante.
Il passaggio di informazioni da una generazione all’altra è qualcosa di naturale-scontato direi, filtri annessi.
Sarà che non vedo maggiore “sostanza” nella storia dell’uomo piuttosto che in quella delle formiche, da un punto di vista “universale” :) cmnq.

Offline Giobbi

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« Risposta #292 il: 24 Dic 2005, 09:41 »
Citazione da: "LPf"


Dilettanti allo sbaraglio.


Non é un fatto di dilettanti.. é che la "critica la videogioco" si sta formando ora.. così come il "media videogioco".*

E direi Videogiochi (la rivista) sia più in pole position di altro.. chessò.. le fantastiche reviews di IGN o il "gran gioco perché si sente la differenza tra le armi" della in questo caso prezzolata gamespot (review di perfect dark per 360)


* Chissà com'erano le critiche ai tempi di Chaplin insomma...  :wink:

Offline Giobbi

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« Risposta #293 il: 24 Dic 2005, 09:53 »
Citazione da: "Gunny"
Citazione da: "LPf"
ma un' "opera" ancor più strepitosa, capace di veicolare contenuti e vantare una forma in tutto e per tutto più convincente di quella che ben conosci


Non riesco a concepire qualcosa di simile. Se si tratta di qualcosa di 'nettamente' superiore ad MGS2 come 'esperienza', si tratta probabilmente di qualcosa in grado di cambiare la vita di un uomo, e a quel punto credo che da essere umano (prima ancora che da recensore) gli darei 10 a prescindere da ogni altra considerazione, o mi rifiuterei di dargli un voto.
E glielo daresti anche tu (non avendo finito MGS2, non immagini cosa comporta il tuo dire 'nettamente superiroe ad MGS2'^^)



Ehm qualsiasi film buono davvero.. dalla febbre dell'oro in poi.. é "superiore"a mgs2 riguardo lato filmico/narrativo/contenutistico (no con "film buono" non m riferisco a king kong, star wars o lotr..  :wink: )

E dal punto di vista prettamente giocoso non avrai difficoltà a trovare titoli con un gameplay magari più"invisibile" e con qualche easter egg in meno ma (di gran lunga) più soddisfacenti.

Da cui...

Attenzione che il fatto che mgs2 abbia cambiato a te la vita dipende molto dal periodo di tua crescita sia come età che intellettuale in cui ne hai avuto a che fare.
Tra qualche anno il tuo giudizio aldilà della nostalgia molto probabilmente cambierà insomma.

Idem a totoro magari goldrake in un certo senso "ha cambiato la vita" (boh.. ) ma non per questo "goldrake=capolavoro"...

Offline Giobbi

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« Risposta #294 il: 24 Dic 2005, 10:05 »
Citazione da: "Gunny"


Mi auguro di no, santa polenta. Ho passato ore a spiegargli che in MGS2 è il gameplay ad essere il contorno, e la trama ragione d'essere fondate.
Se siamo ancora a quel punto la pianto qui...


Visto però che mgs2 NON integra le parti giocate(bruttarelle o cmnq non capolavoriche) e quelle narrative... in sostanza la trama NON si evolve nelle parti giocate.. e non basta chiamare esofago un corridoio spoglio...

Perché mai una rivista di Videogiochi dovrebbe valutare MOLTO positivamente il titolo in questione?

La trama in sé non é da "delegare" al festival di Mantova (che troverà difficile esprimere un wowow e non solo per vecchiume insito) e concentarsi invece su gameplay o al limite sull'integrazione di trama-gameplay...?

Ovvero poi la trama potrà avere tutti gli interessanti (e si spera non glorificanti/fanboystici per quel volpone di kojima) approfondimeni del caso... ma la critica "seria" al videogioco non dovrebbe sempre e comunque subordinare gli elementi "estranei" alle caratteristiche che rendono il videogioco tale?

(Vd. mio esempio più sopra tra videogioco/trama e musica/canzone)

Offline LPf

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« Risposta #295 il: 24 Dic 2005, 10:37 »
Inutile dire che condivido l'intervento di Giobbi poiché siamo sulle stesse, identiche frequenze :)

Condivido meno il discorso sul fatto che il vg sia relativamente giovane e si debba dare tempo al tempo, come è successo col cinema... Fondamentalmente perché col cinema non è successo :).

Insomma, il cinema nasce nel 1900 e 8 anni dopo si parla già dei capolavori di Griffith, appena 5 anni dopo, la prima guerra mondiale, forniva uno stimolo in più per la crescita del cinema americano e i mercati europei erano già in balia di Hollywood. Per tutto il periodo in cui ci fu la guerra l’Europa non produsse più film, mentre  l’America arrivò a produrre in questo arco di tempo il 90% dei film di tutto il mondo. Nel '20 era già stato introdotto il sonoro, esisteva una critica come esiste oggi e il cinema riproduceva già lo stato emotivo e la vita dell’epoca, mica si è dovuto aspettare Jim Jamush, Spike Lee, Steven Soderbergh, David Lynch, Oliver Stone, Hal Hartley, Gus Van Sant, Gregg Araki, Roger Avary, Kevin Smith, Quentin Tarantino, ecc...

Nei primi anni '70 c'erano Pong e Space Invaders, una decina di anni dopo in sala c'era già Dragons' Lair mentre home computer e console proliferavano sotto il televisore, a nemmeno 10 anni dall'uscita del NES avevamo già una PlayStation e mi chiedo cosa sia cambiato da allora se escludo l'online gaming ed una manciata di poligoni in più su schermo: son passati altri 10 anni e ancora là stiamo, l'informazione è la medesima, anzi, è solo peggiorata poiché monitorata dai produttori in grado di strizzare più o meno le palle a chi scrive... Fra 10 anni saremo ancora lì, altre due manciate di poligoni su schermo, più gioco online, stesse news, stesse review buttate là da ragazzini più o meno preparati...
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Offline Xibal

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« Risposta #296 il: 24 Dic 2005, 13:59 »
Attenzione che il fatto che mgs2 abbia cambiato a te la vita dipende molto dal periodo di tua crescita sia come età che intellettuale in cui ne hai avuto a che fare.
Tra qualche anno il tuo giudizio aldilà della nostalgia molto probabilmente cambierà insomma.

Idem a totoro magari goldrake in un certo senso "ha cambiato la vita" (boh.. ) ma non per questo "goldrake=capolavoro"...[/quote]

Cioè il tuo giudizio su di un qualcosa, che sia Kagemusha o Princess Mononoke, cambia in base alla distanza dal momento della fruizione perchè, essendoci stata in mezzo una crescita eventuale, le qualità intrinseche di quel qualcosa ne verrebbero ridimensionate? :shock:
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Offline ZionSiva

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« Risposta #297 il: 24 Dic 2005, 14:18 »
Questo discorso su "il mondo" che deve prendere in considerazione il videogioco come medium maturo, "forma espressiva umana" o non so che non ha sostanza: qual'è il soggetto? Chi deve prestare attenzione, dare dignità al videogioco? La TV? Le accademie? Marzullo? Il videogioco è già considerato con tutti i crismi da chi si interessa al videogioco. Gli altri, quelli che parlano per sentito dire, non hanno nessuna voce in capitolo, e anche se parlano lo fanno senza che la loro voce abbia alcun peso in un discorso fatto col cervello.
Per cui non c'è da andare come un nintendogs all'attacco del culo da leccare di qualche estabilishment per dare "dignità" al videogioco, c'è gente che considera l'atto stesso del giocare immaturo e degradante, ma che valore può avere una posizione del genere? Fortunatamente Miyamoto è considerato un genio, Mario 64 un capolavoro e una pietra miliare, e solo un ignorante può mettere in discussione il valore artistico di queste opere. Così come solo un ignorante può davvero mettersi a sezionare opere cercando di dividere gli aspetti che le compongono nel tentativo assurdo di compararli, decontestualizzandoli con elementi analoghi addirittura di altri medium, non solo di altre opere. Tipo comparare una Maserati con un cavallo, una torta al cioccolato con uno sformato di carciofi, una sinfonia con un pezzo grindcore.
Queste cose hanno, comunque, un'origine. Lpf, mentre ti ostini a cercare di fare parallelismi tra la critica cinematografica e quella videoludica, rifletti sull'inutilità di quest'operazione. La "critica cinematografica" non la si può considerare un unicum, una recensione di Variety ti dice se un film avrà successo commerciale, una di Ciak cerca di dire allo spettatore pagante se è il caso di portare soldi alle casse dei nostri cinema per vedere un film, una di Duallanti cerca di trovare delle cose da dire del film, in generale. Quest'ultima è critica e basta, le altre sono propaggini di un sistema di commercio: la stampa e il cinema sono interdipendenti, e che un certo cinema vada bene, che lo star system funzioni, è importante anche per le riviste, che si basano sugli stessi giri economici. Allora cominciano le forzature: le mitiche classifiche dei 100 film più belli della storia: critiche allucinanti che comparano il nuovo di Boldi e De Sica a Cronemberg inventando una specie di sfida natalizia tra qualità e divertimento decerebrato... tutte cose utili per dare una direzione a gente che usa il cinema come diversivo nella propria vita, ma dal punto di vista critico sono assolutamente inconsistenti, perchè sono mediate dalla necessità di far comprare la cosa. E' da lì che nasce il voto, da lì che arrivano cose tipo "pollice alto e pollice basso", è lì che c'è bisogno di usare criteri assoluti come "bello e brutto". E' un criterio di catalogazione, non critico.
E nel cinema una cosa del genere non è manco troppo complessa, perchè la narrazione cinematografica è abbastanza standardizzata. Tre atti, due ore circa, un protagonista, conflitto, sfida e risoluzione: comunque giri la frittata, la stragrande maggioranza dei film si basano sullo stesso scheletro, e per far capire allo spettatore se ha senso spendere i soldi, basta cercare di valutare la qualità della realizzazione di questo canovaccio. Non a caso i giudizi di questa "critica/catalogo" riguardo alle opere meno convenzionali sono molto contrastanti storicamente, Kubrick è solo uno degli esempi più eclatanti. Per non parlare delle cinematografie straniere: l'uso di un linguaggio realmente diverso mette a maggior ragione in crisi il sistema "bello/brutto", perchè molto dipende dall'impossibilità di percepire il fluire del film in maniera spontanea, viste le barriere culturali.
La critica/catalogo, che ha preso piede soprattutto nell'ultima metà del secolo, è divenuta praticamente l'unica critica del videogioco per motivi storici. Ma il problema è che i videogiochi da sempre sono tutti diversi tra loro: lo stesso termine "videogioco" è semplicemente una categoria commerciale da scaffale: serve, e molto, perchè permette al consumatore di non confondersi e comprare senza mal di testa, ma di fatto comprende cose mostruosamente diverse sia nella forma che nella struttura, in una maniera ben più radicale rispetto al cinema, anche se si considerano contrasti tipo "fiction/documentario". E' un calderone inadeguato per definire la complessità del medium: si potrebbe dire che alcune opere di fatto appartengano a medium diversi. Alla critica/catalogo serve lo stesso gruppo di banalizzazioni e semplificazioni da scaffale per orientare il consumatore: arrivano quindi le pagelle grafica/sonoro/giocabilità/longevità/sarcazzità, che hanno anche, senza grande colpa, influenzato i giocatori stessi nel percepire "a scomparti" il videgioco, cosa che nelle altre arti non è mai successo sul serio perchè per fortuna nessuno ha pensato di criticare un film parlando di "sceneggiatura/regia/costumi/recitazione/musiche" e la musica per "armonia/melodia/ritmo", per quanto volendo si può fare, tutte le cose del mondo nascono da una somma di tante parti. I vostri discorsi (Lpf e Giobbi) nascono da un malinteso, o da una deformazione data da anni di UNA critica (non de LA critica), che cercava di fare più o meno onestamente un lavoro di diffusione del prodotto-videogioco, in primo luogo.
Però, sul serio: se dobbiamo discutere seriamente di qualcosa, mettiamo via voti, confronti assurdi, teorie strampalate, scale di valore da catalogo e altro, perchè non serve. E quindi, quando uno si trova davanti

Citazione da: "LPf"
*CUT*
un Path of Neo che ludicamente sia quello che è, ma che extraludicamente, come opera, sia capace di veicolare e restituire al fruitore tutto quello che può veicolare ed offrire la trilogia cinematografica...
*CUT*


Non è che deve usare la motosega e tranciare giudizi a meno che non sia il suo rulo perchè fa parte della linea editoriale di quello a cui collabora, ma può tranquillamente dire che  "ludicamente sia quello che è, ma che extraludicamente, come opera, è capace di veicolare e restituire al fruitore tutto quello che può veicolare ed offrire la trilogia cinematografica..."
E siamo a cavallo. Perchè cercare di capire se questo sia "bene o male" non è critica, è catalogo.
~~porcelina, she waits for me there
with seashell hissing lullabyes and whispers fathomed deep inside my own~~~~  What's So Funny 'Bout Peace, Love and Understanding?  Wag the dog.

armandyno

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« Risposta #298 il: 24 Dic 2005, 14:42 »
Una differenza sostanziale è che il videogioco è molto più difficile da fruire e qundi non comprensibile immediatamente da tutti (quindi per l'evoluzione del videogioco come media pari al cinema c'è bisogno anche di una popolazione "informatizzata" che usi il computer et simila come il bidet [la prossima]).
Poi c'è da aggiungere che le conseguenze dei viggì sono visti in maniera estremamente negativa dall'esterno (come lo è internet).
Aspettiamo che i nostri figli nascano con il joypad, tastiera e mouse in mano, e poi riparliamone.

Offline Giobbi

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« Risposta #299 il: 24 Dic 2005, 15:45 »
Citazione da: "Xibal"

Cioè il tuo giudizio su di un qualcosa, che sia Kagemusha o Princess Mononoke, cambia in base alla distanza dal momento della fruizione perchè, essendoci stata in mezzo una crescita eventuale, le qualità intrinseche di quel qualcosa ne verrebbero ridimensionate? :shock:


 :shock:
Dipende dalla qualità dell'opera...

Es pers: a 6 anni vidi un bel po' di Goldrake, Star Wars e 2001 a space odissey.

Piacevano molto tutti e tre, ed inutile dire che i primi due erano i più "importanti" all'epoca per giochi e giocattolli annessi etc...
I più "vissuti" fuori dal contesto insomma.

Però

Ad oggi.. quindi diversi anni dopo.. solo 2001 regge il trascorrere del tempo.. va oltre l'effetto nostalgia.

Ovvero soprattutto Goldrake ma anche Star Wars rivisti ora, oltre una certa simpatia legata al ricordo non vanno.

Suppongo che invece una mononoke.. se l'avessi vista a 6 anni ed apprezzata, continuerei ad apprezzarla oggi (cosa che faccio).

Esiste poi il discorso del rischio contrario..
Ovvero l'imberbe si sente figo a non giocare più a pokemon "che sono roba per bimbi" e va di final fantasy X.. che magari come gioco nel complesso é simile e peggio alquanto come profondità di gameplay.

Ma questo é un altro (ridicolo ma in parte compensibile) discorso...