Autore Topic: La crisi videoludica: come videogiocare  (Letto 5586 volte)

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Offline Daimon

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La crisi videoludica: come videogiocare
« Risposta #15 il: 14 Feb 2006, 18:03 »
Nah e' roba da malati.
Sanctus, sanctus, sanctus, Dominus Deus Sabaoth.<br />Hosanna in excelsis.<br />Benedictus qui veni

Offline Devil May Cry

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La crisi videoludica: come videogiocare
« Risposta #16 il: 14 Feb 2006, 18:05 »
Citazione da: "Zolfo"
Io tendo a finire un gioco così come mi viene, se mi si presenta l'occasione di qualche bonus o gioco extra o simili lo faccio ma non li vado a cercare di proposito; inoltre prediligo maggiormente i titoli con un inizio ed una fine ben precisa piuttosto che quelli improntati sul punteggio dato che non lo vedo come obiettivo primario.
Per intendersi Ikaruga lo giocherei per finire tutti i livelli indipendentemente dal punteggio; non ho interesse a fare highscores.
Una volta giunto ai titoli di coda per me un gioco è finito, male se vogliamo, ma finito; il resto (punteggio, 100%, bonus nascosti, finali alternativi) è solo perfezionamento e non ho né il tempo né l'interesse a rigiocarlo, almeno nel breve periodo.


ecco, così si rientra nell'ambito del divertimento
poi è normale che andando oltre, c'è chi dice che i vg fanno male, si rischia di dover ricorrere agli psichiatri
e non mi sembra proprio il caso

Offline Darkside

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La crisi videoludica: come videogiocare
« Risposta #17 il: 14 Feb 2006, 18:21 »
Devil, che cazzo c'entra? :)
Non vedo molta differenza tra l'ossessione verso il punteggio (o quant'altro) per un gioco o il giocare 10 titoli in un  mese anche se in maniera "standard". Tu ti ritieni malato allora?

Offline 46and2

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La crisi videoludica: come videogiocare
« Risposta #18 il: 14 Feb 2006, 18:35 »
Citazione da: "Darkside"
Devil, che cazzo c'entra? :)
Non vedo molta differenza tra l'ossessione verso il punteggio (o quant'altro) per un gioco o il giocare 10 titoli in un  mese anche se in maniera "standard". Tu ti ritieni malato allora?


Completamente d'accordo.
Sembra il bue che da del cornuto all'asino... Seguendo il ragionamento di Devil si giustifica chi, non giocando mai, dà del malato a chi invece gioca e non va a fighe o a giocare a pallone il giovedì sera.
Profilo nuclearizzato... D'ora in poi rivolgetevi a Yoshi

Offline Devil May Cry

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La crisi videoludica: come videogiocare
« Risposta #19 il: 14 Feb 2006, 19:35 »
stiamo confondendo le cose

anche io passo ore ed ore davanti ad i vg
ma non rischio una crisi di nervi perchè ad ikaruga faccio solo 20390490394039403 mentre un altro ne fa 20390490394039404

questa è roba da malati

far diventare il videogiocare un lavoro, una missione, uno scopo di vita

non assume più le sembianze di una passione, ma di una droga, e la droga fa male

Offline EGO

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La crisi videoludica: come videogiocare
« Risposta #20 il: 14 Feb 2006, 22:45 »
Citazione da: "Devil May Cry"
anche io passo ore ed ore davanti ad i vg
ma non rischio una crisi di nervi perchè ad ikaruga faccio solo 20390490394039403 mentre un altro ne fa 20390490394039404

questa è roba da malati

far diventare il videogiocare un lavoro, una missione, uno scopo di vita

non assume più le sembianze di una passione, ma di una droga, e la droga fa male


Potremmo discutere per ore su questa falsariga. C'è gente che come "scopo di vita" ha cose molto più malate che fare gli high score, così come c'è gente che per lavoro ha quello di dover per forza spolpare tutto il gioco, e a volte in tempi record, perché scrive guide strategiche.

Tra passione e "droga" c'è un confine molto molto sottile, se pure c'è. Se tu fossi un atleta professionista, non ti impegneresti per superare i record del mondo? O anche solo per superare il tuo avversario diretto che è l'attuale campione del mondo? Eppure in quel caso non lo considereresti una malattia... ma per il videogioco sì? Soltanto perché non è un lavoro?

La passione può portarti a fare cose che sembrano da malati, come superare il record di uno shooter oppure finire un gioco in 5 minuti in meno del campione del mondo di velocità. C'è un tale tizio americano che ha passato 10,000 ore su Ocarina of Time e alla fine è riuscito a finirlo in meno di 5 ore; adesso ha qualcosa di cui potersi vantare, ha ottenuto del rispetto e del riconoscimento... secondo me ne è valsa la pena. Io non lo farei, ma non vedo perché considerarlo un malato (PS: spero che l'uso del termine "malato" non venga travisato... sappiamo tutti come intenderlo, giusto?)

Faccio un recente esempio per spiegare come gioco io: non ho ottenuto il finale segreto di Kingdom Hearts perché avrebbe voluto dire dover passare ore e ore a leveluppare per battere un boss che trovo molto difficile. E ho mollato. Ma solo perché questo è un periodo in cui voglio recuperare molti giochi arretrati che non ho mai finito (e a volte nemmeno iniziato).

Ma se un gioco mi piace molto, e credo che ne valga la pena, miro a finirlo al 100%, e se non ce la faccio mi sento infastidito. Ho giocato 3 volte a Metroid Prime 2 perché le prime 2 volte ho mancato degli scan che mi impedivano di avere il 100%, ma sono malato per questo? Non credo, perché comunque l'ho fatto volentieri e mi sono divertito :D

Quello che invece considererei malattia è voler a tutti i costi accanirsi su un gioco che non ti piace. Come se io, che detesto GTA, non solo mi incaponissi a finirlo, ma anche a trovare tutti i segreti.