Autore Topic: [PC] Call of Cthulhu: Dark Corners of Earth  (Letto 3939 volte)

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[PC] Call of Cthulhu: Dark Corners of Earth
« il: 26 Mar 2006, 22:50 »
Sistema: PC    
 Publisher: Ubisoft  
 Developer: Bethesda Softwork/Headfirst Productions


Call of Cthulhu: Dark Corners of Earth



Call of Cthulhu: Dark Corners of Earth è un action-adventure in prima persona dall'approccio ingordo, che non può nascondere di aver frugato in tante, troppe tasche. Per raggiungere l'obiettivo di offrire un'esperienza totalizzante, il titolo a sfondo horror di Bethesda non risparmia infatti niente e nessuno, nutrendosi dei frutti di un processo evolutivo lungo quindici anni, che ha visto i giochi in soggettiva dare sempre più ascolto all'esigenza di avvalersi di un'interfaccia più leggera e contestualizzata possibile, cercando di soddisfarla in diverse maniere. Un'istanza a cui Dark Corners of the Earth tenta di fare fronte a modo suo, ovvero appropriandosi di tutte le soluzioni messe a punto dagli altri. Dalle 'scritte zero' delle sezioni prive di HEV di Half-Life ai blur alla Far Cry, dall'attenzione per la 'presenza scenica' di Breakdown all'effettame vario e assortito di Metroid Prime, tutto fa brodo se lo scopo è quello di accorciare le distanze tra il giocatore e ciò che succede al di là dello schermo all'investigatore privato Jack Walters, invischiato in una faccenda di stampo dichiaratamente lovecraftiano che lo porterà alla follia e poi oltre, dritto al suicidio.



La razzia riguarda anche il modello orrorifico, visto che per spaventare Dark Corners of the Earth non si fa problemi a riciclare praticamente tutto lo scibile in fatto di giochi dell'orrore, dagli 'effetti buh!' di Resident Evil ai riverberi psicologici di Silent Hill, dai raggelanti sbalzi cromatici di Project Zero alle allucinazioni di The Suffering, senza dimenticare la rilevanza dello stato di salute mentale del proprio alter ego di Eternal Darkness. Un atteggiamento goloso che succhia avidamente da ogni direzione, dunque, e che si dimostra anche aggiornato, dato che chiama in causa pure Forbidden Siren, a cui si devono certe soggettive con protagonisti i cattivi in assetto da 'caccia all'uomo', e Resident Evil 4, chiaro ispiratore delle adrenaliniche sezioni del tipo 'feccia locale all'assalto del forestiero'.

Eppure, nonostante sia figlio di tanti padri, Dark Corners of the Earth offre un'esperienza di razza.

Il merito è sicuramente della stoffa con cui lo sconfinato background a cui hanno attinto in Bethesda è stato rielaborato. Lugubre, oscuro e vittoriano, Call of Cthulhu fa leva su espedienti triti e ritriti ma fa paura sul serio, grazie alla sapiente mano che ha deciso dove, come e quando piazzarli, integrandoli tra l'altro in una sceneggiatura fatta di dialoghi brillanti ed eventi scanditi con mestiere. Si viene così trascinati in una vicenda in cui si prova una continua sensazione di inadeguatezza con ciò che circonda, che può sfociare, ora a seguito di una logorante macerazione, ora senza preavviso, nella disperazione, nell'alienazione o nel terrore puro, mentre non si può a fare a meno di voler andare più a fondo. Stati d'animo che trovano un valido rafforzativo nella fragilità dell'alter-ego, dalla costituzione fisica solo umana, dalla capacità di curarsi solo umana (e quindi da confinare a momenti plausibili) e dalle capacità combattive solo umane. Ma un simile livello di ispirazione si riscontra nell'intero game design, visto il modo con cui enigmi appena discreti, meccaniche FPS appena discrete, sezioni platform appena discrete ed elementi stealth appena discreti tendono a mostrare più il loro valore che i loro limiti, amalgamandosi in un'esperienza che ne supera abbondantemente la somma algebrica.



Un risultato la cui forza non sarebbe stata la stessa senza l'ottimo collante della sperimentazione sulla soggettiva, che non si limita a un semplice fattore estetico, ma sostiene all around il rapporto tra quanto accade sullo schermo e le modalità con cui vi si interagisce. Attraversare una balconata in preda alle vertigini, barricarsi per frenare un inseguitore mentre le scariche di adrenalina rendono molto più difficoltoso il compito, risentire a livello visivo e meccanico delle perdite di sangue subite mentre si combatte o vagare drogati perché si è esagerato con la morfina, ad esempio, sono eventualità che caratterizzano l'esperienza di gioco fin nel suo nocciolo più intimo, rendendo al contempo più che mai partecipi di quella precarietà dell'uomo messo al di fuori dell'ordinario che è il tavolo a cui Call of Cthulhu si gioca le sue carte migliori. E vince.