Ho iniziato e finito Agents of S.H.I.E.L.D. in poco più di un mese!
Dopo il fantasy degenere di AoS dovevo equilibrare con un drammatico tosto. Così ho mirato
Broadchurch, e ho centrato il bersaglio.
Il titolo è il nome di una cittadina inglese, fittizia, composta da un piccolo centro urbano, molta campagna e un lungo litorale marittimo su cui si staglia una scogliera. La quiete del luogo nasconde ovviamente una comunità tutt'altro che unita, ma il cliché iniziato da Twin Peaks finisce qui: la narrazione infatti rifugge qualsiasi legame col paranormale, mantenendo ben saldo il contatto con una realtà malinconica, che non lascia spazio neanche alla speranza ultraterrena religiosa.
La prima stagionè è scritta benissimo, e ha una cadenza dei tempi di dispiegamento della trama praticamente perfetta. Potrebbe essere autoconclusiva, e in effetti consiglierei quasi di sospendere la visione nel caso in cui vi riteneste già soddisfatti. La seconda stagione, infatti, è meno solida, probabilmente perché intreccia due trame in maniera arzigogolata; rimane comunque di alto livello, ma non allo stesso della stagione iniziale. La terza e ultima stagione, infine, riesce a riprendere alcuni elementi ottimi della prima stagione - il ritmo, in primis - e, senza girare troppo attorno a trame secondarie, ricompatta la storia lasciando un finale soddisfacente.
Per quanto mi riguarda, il merito principale della serie consiste proprio nella sceneggiatura, perché trasforma un noir in un affresco su una comunità che potrebbe essere quella del paese vicino. I personaggi sono tutt'altro che vincenti e, anzi, mostrano più i difetti che i loro pregi. L'umanità rappresentate è così vivida e realistica da dare quasi fastidio, e così come si empatizza per i comportamenti di generosità e comprensione, allo stesso tempo ci si vorrebbe tenere lontani da persone che, mediamente, vivono di piccole quotidiane meschinità. Oltre a questo, segnalo una fotografia sempre attenta, e un commento musicale delicato.
Raccomandata.