Bene. Ho giocato Ace Attorney (AA) 6 (Spirits of Justice, quello appena uscito su 3DS), e dato che si concentra tanto sul personaggio di Apollo, poco dopo ho tappato il “buco” che avevo lasciato aperto dal 2008, giocando anche AA4 (Apollo Justice).
Essere late to the party, nel mondo dei videogiochi, è una benedizione. Quasi tutti i sequel che vengono schifati dalla maggioranza dei giocatori, subiscono questo ingiusto destino per il famoso effetto “They changed it, now it sucks”. Giocandoci anni dopo, ti eviti la scottatura e puoi goderti i giochi a mente fredda. Peccato che poi il tuo giudizio differisce da quello del 96% degli altri, ma va be’, è la mia vita.
AA4 (Apollo Justice) è un ottimo episodio di Ace Attorney. Il primo caso è obiettivamente tra i migliori primi casi della serie; l’ultimo è fantastico sotto ogni aspetto, con un twist narrativo/ludico unico e gestito in modo egregio, e che in più occasioni riecheggia quel capolavoro, sempre per DS, che è 999.
Apollo è un bel personaggio (certo, lo dico alla luce della sua maturazione in AA5 e 6, ma anche Phoenix è stato un rookie, non scordiamolo), mentre Trucy come assistente non ha la presenza di Maya o Athena, ma ha il suo grosso ruolo nella storia. Phoenix, durante tutto il gioco, è strepitoso nel suo nuovo ruolo di “mentore barbone che doesn’t give a fuck”. Gavin non è entusiasmante: quasi più alleato che avversario. Nel quarto caso abbiamo una breve parentesi in cui lo vediamo particolarmente aggressivo, però, ed è un bel momento, che rimanda ai furiosi scambi di “Objection!” Tra Phoenix e Edgeworth.
Inoltre, il gioco è l’ultimo a mantenere costante l’umorismo classico di AA: nel design, nelle animazioni, e soprattutto nei dialoghi. Negli episodi 3DS questi aspetti sono cambiati, l’aspetto caricaturale è stato portato quasi all’eccesso e la stranezza dei personaggi sembra quasi normale, non sorprende. Ma in AA4? Sono scoppiato a ridere più volte, di gusto, colto completamente di sorpresa. Anche il giudice è in gran forma, mentre in AA5 e 6 è decisamente una figura di sfondo.
Ecco, parliamo invece di AA6. ossia, l’episodio dove il ritmo di gioco è saltato in aria. Quanto dura, in genere, il primo caso di un AA? Un’oretta? Ecco, in AA6 dura TRE ORE.
Il secondo caso me ne ha richieste cinque, di cui due di sola investigazione. Il terzo caso, otto ore.
Poi arrivi al quarto caso e ti trovi un filler in tutto e per tutto: più breve, snellissimo, tutto processo senza fase investigativa, e fuori di capoccia (è il caso più “giapponese” dell’intera serie: non ce l’hanno proprio fatta a dissimulare).
E poi l’ultimo caso, che dura… eeeehhh… 10-12 ore.
E tenete conto che questi tempi non sono perché son lento io; è proprio il gioco che li richiede.
Ma il gioco è bello? Di certo vale la pena. In giro lo chiamano “Apollo Justice 2”, e in effetti l’ultimo caso è dominato da un Apollo monumentale.
Il problema è che tutto, al di fuori della trama che tiene insieme il gioco, è sottosfruttato. Le fasi investigative sono lunghissime, ma per nulla impegnative; i “poteri speciali” (impronte digitali, braccialetto, Mood Matrix) sono usati pochissimo e quasi a random; soprattutto, il nuovo prosecutor è il peggiore della serie, insignificante, ripetitivo, monotono nelle frasi e nelle animazioni. Non a caso, durante il gioco c’è un cameo di Blackquill (il prosecutor di AA5), e quel poco di scena che gli hanno dato, se la ruba tutta, lasciando nell’ombra tutti gli altri intorno a lui.
La nuova meccanica, gli Insight che mostrano le ultime immagini della vita dei defunti, è interessante, e per fortuna non viene usata fino al punto da esasperare il giocatore. Una buona variante delle altre, ormai classiche, procedure processuali.
Non posso scrollarmi via l’opinione che AA6 vive interamente della sua trama, e lascia il gioco in secondo piano, tanto che in più punti ero esaurito e annoiato. I casi sono troppo lunghi per mantenere viva l’attenzione fino in fondo. Il ritmo è fondamentale in un VG, e in AA6 sono saltati tutti gli equilibri, al fine di raccontare tutta la storia. Per questo, a mio parere, chi dice che AA6 è uno dei migliori episodi della serie ha preso un abbaglio, e chi lo considera addirittura in lizza per il titolo di migliore è matto e/o molto giovane.
Infine: viva, viva, viva i VG giapponesi (e non solo) interamente testuali.
Quelle poche cutscene di AA6 (e anche di AA5) doppiate in inglese sono un insulto, e un intero gioco doppiato in questo modo è un incubo che spero non venga mai ad assalirmi di notte.