la beatitudine è una prosecuzione della rincorsa al Bene
è il compimento di una vita che prima della fine aderisce al bene. Ribadisco, il compimento è strutturalmente oggetto di qualcosa, non puoi separarlo dalla vita (la "lungaggine") che compie.
Se poi comunque chi erra e non fa suo questo rinunciare/questo compimento viene 'rimesso in carreggiata'
Ma infatti non ho capito dove l'hai letta 'sta storia
Secondo il Cristianesimo non si salvano tutti e comunque.
A questo punto è imperativo che tu mi dica quanta validità il Cristianesimo attuale attribuisca al Vecchio Testamento
La massima possibile, ma non fondante
La Bibbia è la storia di un popolo e del suo Dio che imparano a consocersi e a fidarsi. Storia che poi si compie con la Rivelazione.
Per questo è un testo in cui questa relazione tra l'uomo e Dio (e quanto ne consegue) è in continua evoluzione. Così come il Cristo si preoccupa di dire "è stato scritto... ma io vi dico", nel corso della Bibbia non troverai sempre le stesse cose, ma lo sviluppo di un dialogo.
Ora, io non sono un biblista (ma neanche un teologo eh), la Bibbia non l'ho letta tutta e di esegesi veterotestamentaria non ne so molto.
Il fondamento della mia religione è la Rivelazione, che già da sé assorbe la maggior parte delle mie facoltà di apprendimento e comprensione della materia, visto che del Vangelo non si capisce un'acca. Quindi, quando si parla di AT, non dovete aspettarvi da me la preparazione di uno studioso né prendere per oro colato tutto quello che scrivo.
Tuttavia, anche da quel poco che ne so io, posso asserire che la Bibbia fornisce con le sue componenti storica, mitica e poetica, slarghi tematici:
A)unici nella storia del pensiero dell'umanità
B)coerenti e/o sorprendentemente complementari alla Rivelazione.
Dio ha creato la terra si o no (in sette giorni o meno ovviamente non è importante)? Dato che credo che la risposta sia 'si', ripropongo la domanda: perchè generare l'uomo in questa 'parentesi' di lontananza da se? Perchè, ripeto, questa lungaggine della vita terrena? Perchè separarsi di propria volontà da ciò che ha di più caro (l'uomo)?
Tutte domande, insieme a quelle che hai appuntato al termine del tuo post, che trovano approfondimento nella Bibbia e in special modo nella Genesi. Dalla quale emerge che la creazione è opera divina, ma non il male, comunque ineliminabile dal creato e preesistente all'uomo, e la cui adesione al quale da parte dell'uomo ne provoca l'allontanamento da Dio.
Per un'esegesi più dettagliata del mito ti conviene rivolgerti a un testo di esegesi. Gente come G. Ravasi credo abbia scritto della roba tosta.
Sulla 'lungaggine' ho già risposto come meglio non saprei fare.
Perdonami, ma tra questi attributi vi è anche l'estraneità completa al Male della vita terrena.
Nope. L'estraneità completa di Dio al male non gliel'ho appioppata io, viene ribadita dal Cristo crocifisso (visto che il libro di Giobbe non ti sconfinferla
) il quale, oltre a dissociarsi completamente dal male, si associa incondizionatamente all'uomo nell'esperienza dello stesso male.
E' questa la differenza: dire cose su Dio a partire da quello che ci ha dato di conoscere di lui o no.
Le seconde lasciano il tempo che trovano.
Ok, qui hai chiarito bene, con l'eccezione della 'rincorsa della conoscenza' che proprio stona con il tuo concetto
Non stona affatto. Fino a prova contraria, per centinaia di anni i libri sono stati copiati a mano e conservati/tramandati dai monaci, e la fede cristiana è di quelle che continua a spingere domande e fornire risposte seducendo l'intelligenza e appassionando il cuore.
Questo a patto che per conoscenza non si intenda sempre e solo la conoscenza scientifica, altrimenti inizio ad annoiarmi.
'Libertà'...
Qui c'è un problema generale che avevo trattato a suo tempo e che mi sembri non voler considerare. Nel momento in cui Dio si incarna e mostra la via alla realizzazione della natura umana, diviene chiaro che la 'libertà' non esiste più. Per farla breve, da una dimensione che più 'finita' non si può all'infinito di cui parli. "siete liberi di fare come mi pare"
E' l'unica via di realizzazione della natura umana? Posso accettare questa opinione, ma lasciamo il concetto di 'libertà' da parte, per favore
Partiamo da un paragone.
L'artista è colui che plasma parole e materia infondendole di bellezza.
Se l'artista non produce bellezza, non è un artista.
Un artista non ha la "libertà" di produrre cose belle e cose brutte. Perchè ogniqualvolta ne produce di brutte cessa di essere artista.
Lo stesso vale per l'uomo libero.
La libertà non è data solo dalla scelta tra il bene e il male. Questa è una libertà di piccolo cabotaggio, preliminare alla libertà autentica, che risiede piuttosto nella condizione e nella capacità di comprendere e aderire al bene.
Perché i tuoi figli diventino liberi, giacchè converrai con me che il sapere è libertà, dovrai obbligarli a studiare, tenerli in casa contro la loro volontà (libertà?) quando preferiranno giocare a pallone invece che fare i compiti, e porre tutta una serie di divieti che i tuoi figli non capiranno, almeno subito, ma solo ottemperando ai quali un giorno potranno essere uomini liberi.
Lascia l'uomo in balia della "libertà" di fare quello che vuole, e l'uomo non sarà mai libero.
Interessante è invece notare come sia proprio questa la concezione di "libertà" delle dottrine sataniste, secondo le quali Satana rende davvero l'uomo libero perchè gli permette di fare tutto quello che vuole. E ancora più interessante è che questa idea di "libertà" sia sposata da chi al diavolo non ci crede affatto.
La libertà autentica dell'uomo non è fare "come pare a Dio", ma guadagnare una condizione in cui sia consapevole (e qui è decisivo il tema della 'conoscenza') di chi sia e di come possa davvero compiere la sua natura.
Una strada obbligata?
Infinite sono le vie in cui gli artisti conseguono la bellezza.