Autore Topic: [PS] Xenogears  (Letto 4029 volte)

0 Utenti e 1 visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline EGO

  • Eroe
  • *******
  • Post: 14.166
[PS] Xenogears
« il: 27 Ago 2005, 12:15 »
Da dove veniamo?
Chi siamo?
Dove andiamo?

Xenogears è il gioco che tenta di dare una risposta a queste domande. E lo fa per mezzo di una storia tanto complessa quanto comprensibile, che mette insieme la mitologia antica e le ultime frontiere della bioingegneria. L'ispirazione principale viene senza dubbio dalla coppia di capolavori dell'animoso duo Hideaki Anno/Yoshiyuki Sadamoto, vale a dire Evangelion e Nadia: The Secret of Blue Water. Ma Xenogears fa anche ampio utilizzo di una vastissima filmografia, che passando, tra l'altro, per 2001: Odissea nello Spazio e Guerre Stellari abbraccia pellicole meno note, ma immediatamente identificabili. Naturalmente, poi, un gioco dalla trama così intimamente connessa alla religione non può non ricorrere alla Bibbia e agli antichi miti, e Xenogears è brillante nell'includere quanto possibile di nomi, luoghi, fatti e personaggi, dal culto del sole all'Uroboros, dal Golgota fino a... Sephirot. Sì, perché Xenogears, uscito solo un anno dopo Final Fantasy VII, ha più di un raccordo con l'opera magna di Sakaguchi.

A dire il vero, al primo impatto Xenogears sembra l'esatto opposto di FFVII: laddove quest'ultimo usava fondali bidimensionali popolati da personaggi poligonali, l'ambiente di Xenogears è interamente tridimensionale e la telecamera che lo inquadra è ruotabile a piacimento, ma i personaggi sono rappresentati mediante sprite parecchio pixellosi. Diverso discorso per i mastodontici Gear, che invece godono di una rappresentazione totalmente poligonale. Questo tipo di stile grafico concede a Xenogears di godere di una regia assolutamente ineguagliabile: le prospettive, le angolazioni, i giochi di camera, gli stacchi, le dissolvenze rendono la narrazione ancora più efficace, aggiungendo una dimensione in più (letteralmente) ad un cast di personaggi splendidi e perfettamente caratterizzati, che trova il suo apice in Shitan Uzuki, probabilmente la persona più affascinante e carismatica mai incontrata in un JRPG. A tutto questo va aggiunta una colonna sonora sublime, seconda opera da solista del geniale Yasunori Mitsuda, che sottolinea ogni momento, ogni aspetto, ogni sfumatura del gioco con brani indimenticabili.

Ma in un gioco si deve anche giocare, e qui Xenogears accusa il colpo di una produzione evidentemente poco organizzata. Il combat system, vero fulcro dei JRPG, è qui eccessivamente semplificato: le magie sono poche e decisamente poco utili, mentre l'attacco fisico esiste in tre versioni (debole, medio, forte) variamente combinabili; usando una combinazione abbastanza a lungo la si associa ad un Deathblow, un colpo molto più potente del normale. Va da sé che utilizzare qualsiasi combinazione che non sia un Deathblow ha senso solo per imparare i Deathblow stessi, visto che questi, una volta acquisiti, diventano l'unica risorsa possibile nelle battaglie più avanzate e in quelle contro i boss. Ciò rende molto ripetitivi i combattimenti, già fastidiosi a causa di un encounter rate che porta rapidamente all'isteria, specie nei dungeon più intricati dove si vorrebbe trovare la strada senza essere interrotti ogni cinque passi. I Gear, poi, sono ancora più limitati nelle opzioni d'attacco e le loro battaglie si riducono ad una continua ripetizione delle stesse azioni.

Un altro difetto rilevante è l'inesistente bilanciamento della difficoltà: si attraversa ogni sezione senza problemi, salvo poi trovarsi in guai seri di fronte ad un boss inaspettato contro il quale, spesso, non ci si può preparare adeguatamente perché lo scontro è preceduto da lunghe sezioni narrative che non permettono l'accesso ai menu. Clamoroso poi il modo in cui il gioco lascia procedere senza grossi intoppi fino allo scontro finale, per poi umiliare il giocatore con una battaglia quasi insormontabile anche ad alti livelli. Riguardo alle battaglie dei Gear, mai come in Xenogears l'avanzamento è stato subordinato all'acquisto dell'equipaggiamento di ultimo grido: è sufficiente avere abbastanza denaro da permettersi di upgradare i Gear con la roba del più vicino negozio, e si avrà sempre una possibilità di vincere anche la battaglia più impegnativa.

Il secondo disco di Xenogears costituisce un caso unico nella storia degli RPG. Esso consta infatti di lunghissime sequenze narrative, intervallate da boss battle di difficoltà che varia dal ridicolo al quasi impossibile, mortificando l'interazione e la giocabilità; inoltre, dialoghi e filmati non sono né accelerabili né skippabili, e si può immaginare il piacere di perdere contro un boss preceduto da un quarto d'ora di pressione passiva del tasto X. Fortunatamente, il secondo disco include anche i due migliori dungeon di tutto il gioco e la possibilità di esplorare a piacimento l'intero globo con l'immancabile nave volante, ma la sua durata è comunque solo un quarto di quella del primo, su un totale di circa 50 ore.

Ad ogni modo, Xenogears non lascia troppi rammarichi, in virtù sia della sua storia eccezionale che della sua estrema varietà, che non permette di lasciarsi infastidire troppo dal gameplay poco approfondito o dai lunghi momenti di quasi totale inattività. Xenogears è forse l'unico gioco degno della definizione di "film interattivo" a ragion veduta; in ogni caso, si tratta di un titolo molto particolare sotto tutti gli aspetti, estremamente affascinante e coinvolgente, figlio di una filosofia molto diversa da quella di Final Fantasy; un titolo che chiede di essere capito, regalando in cambio emozioni profondissime e notevoli spunti di riflessione oltre che grande divertimento.