Si corre da soli e per battere se stessi
Questo e' vero, ed e' una cosa che mi rende la corsa noiosa.
Io ho il vantaggio di vivere in un paesino di montagna (Monte Amiata) con ai piedi la Val d'Orcia. Ho iniziato correndo (da solo quasi sempre) in strade belle, non trafficate, in mezzo alla natura. Ci andavo una volta alla settimana se ero in vena altrimenti mi facevo bastare la partita di calcetto settimanale. Poi ho iniziato a cronometrarmi e a vedere miglioramenti. Da lì è venuta l'idea di iscrivermi a una gara qui in montagna e di iniziare una preparazione per poterla finire senza uccidermi.
Da quella gara ho visto che più che correre a me piaceva da matti la competizione sportiva. Il preparare un obiettivo, lo studio che c'è dietro, tutta la pianificazione della gara (parto piano, qui aumento, qui prendo fiato...), l'atmosfera dell'evento sportivo, e infine il mettere in pratica quello che si è preparato. Ogni volta che sono riuscito a raggiungere l'obiettivo che mi ero prefissato ho provato una soddisfazione immensa.
E' questo che ha fatto sì che sopportassi anche allenamenti che a volte vanno da monotoni e pallosi (esempio fare 8-10 km allo stadio da solo girando come un criceto a velocità scarico gambe) a masochistici (ho fatto ripetute e scatti in salita in cui alla fine vomitavo).
Se non avessi in mente un obiettivo da raggiungere non andrei mai a correre allo stadio ma mi limiterei ogni tanto solo col bel tempo a correre nei boschi.