Autore Topic: Il mestiere del videogiocatore  (Letto 1558 volte)

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Offline Mr.Yo

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Il mestiere del videogiocatore
« il: 11 Giu 2005, 02:17 »
Sono convinto che un buon numero di persone abbiano trascorso migliaia di ore in compagnia dei videogiochi.

Nel curriculum di questi individui vengono sfoggiati centinaia e centinaia di titoli provati. Emozioni, tecniche, mode: tanti aspetti che partono dalla sostanza ludica sino ad arrivare al suo contorno.

Mi guardo intorno e vedo che la società è cambiata rispetto agli albori del videoludo. Oggi persone come Matteo Bittanti insegnano la materia del videogioco all'università. Ieri era quasi un argomento tabù di cui vergognarsi.

E domani? E' lecito aspettarsi che chi abbia speso una parte consistente della propria vita con periferiche di input avrà un futuro retribuibile dalla stessa passione che per tanto tempo ha consumato e che tutt'ora consuma?

Se da un lato sorrido ebete pensando a luoghi di culto capitanati da esperti del vidoegioco, dall'altro mi insorgono conati, immaginando la parodia del grande fratello chiamata "l'immenso joypad" dove vengono ripresi ragazzi che ora dopo ora, giorno dopo giorno masticano videogiochi all'eccesso, partecipando a talk show e facendo gli opinionisti nelle trasmissioni di calcio.

Multinazionali come Sony e in seguito Microsoft si son lanciate in campagne pubblicitarie che vogliono far capire che videogiocare è "cool".

Quindi, forse, Matteo Bittanti insegna all'università grazie anche a Playstation. E un domani Pinco Pallino terrà dei seminari sponsorizzato indirettamente dalle future (attuali?) multinazionali del videogioco.

Mi domando, quindi, videogiocare per migliaia di ore è stato tempo perso o un domani sarà un curriculum invidiabile che potrebbe portare a sbocchi lavorativi che non si limitano al giornalismo cartaceo?

La massificazione modaiola trasformerà il media videoludico (agli occhi della gente) in una parodia di sé stesso?

Organizzare tornei di videogiochi diverrà talmente semplice da offuscare tornei di sport "minori"?

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Nota: mi perdoni il Filosofo, ma l'ho trovato l'esempio più calzante.

Offline atchoo

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Il mestiere del videogiocatore
« Risposta #1 il: 11 Giu 2005, 10:00 »
Io ho ben evidenziato, nella sezione "Interessi" del mio curriculum vitae, la mia passione per i videogiochi e la frequentazione di forum ad essi dedicati. Di sicuro non influiranno su mie eventuali assunzioni (a meno che non si tratti di EB Games o simili), ma è certo che non è più cosa di cui vergognarsi, anzi!, e i commenti nei colloqui me ne hanno dato la convinzione. :)

Per i tornei: negli Usa ci sono giocatori professionisti di ogni cosa, probabilmente anche di rutti. In Italia, in Europa in genere, sarà molto più difficile vedere cose simili.

Offline EGO

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Re: Il mestiere del videogiocatore
« Risposta #2 il: 11 Giu 2005, 21:16 »
Citazione da: "Mr.Yo"
E domani? E' lecito aspettarsi che chi abbia speso una parte consistente della propria vita con periferiche di input avrà un futuro retribuibile dalla stessa passione che per tanto tempo ha consumato e che tutt'ora consuma?

Mi domando, quindi, videogiocare per migliaia di ore è stato tempo perso o un domani sarà un curriculum invidiabile che potrebbe portare a sbocchi lavorativi che non si limitano al giornalismo cartaceo?


Un curriculum che non puoi comunque dimostrare... potresti aver giocato migliaia di ore a FIFA Soccer resettando dopo ogni partita persa per vincere il campionato italiano con 102 punti, oppure migliaia di ore sulla Master League di un qualsiasi ISS/PES perdendo tutti gli incontri, o affrontando ogni gioco solo dopo aver inserito tutti i codici preinstallati nell'ultima versione dell'Action Replay; potresti aver giocato migliaia di giochi, ognuno per non più di un'ora, senza finirne mai uno, e nessuno lo saprebbe mai. Mi viene sempre in mente che una volta su una rivista inglese, in un articolo sul mestiere del recensore, lessi che una volta questa rivista aveva chiesto ad uno scrittore freelance di recensire un gioco per GBA. Fatto, recensione pubblicata, poi a qualcuno venne il ghiribizzo di andare a controllare il file sulla cartuccia. E si scoprì che il baldo giovine freelance aveva giocato per 13 minuti e fischia secondi :roll:

E poi dipenderebbe sempre da quali giochi hai giocato. Per me 1000 ore su Ikaruga sarebbero un curriculum perfetto per meritare una medaglia al valore militare, per moltissimi altri sarebbero il curriculum perfetto per un biglietto di sola andata per la neuro.

Offline torazina

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Il mestiere del videogiocatore
« Risposta #3 il: 12 Giu 2005, 07:41 »
Dubito che Mr. Yo intendesse con il curriculum da videogiocatore la "skill" acquisita... Parlava piuttosto del fatto che avendo giocato molto si hanno delle conoscenze che un giorno diventeranno "invidiabili" ai più...

cmq nn penso che avverranno tutte le cose che Mr.Yo tema... Sicuramente se andrà in certi modi vedremo parlare dei titoli migliori e concorrenti nei talkshow, ma mai ai livelli di Console War a cui siamo abituati. Imho nn sarà diverso da quello che è stato per il cinema. Vedremo trasmissioni di orientamento al consumo, trailer e qualche finale di clanbase (o warlegue) importante su qualche canale tematico. Ma nulla di più. I videogioco sono un medium e non un costume, per quanto stiano cercando di trasformarlo, e come nn c'è gente in televisione che perde + di tanto tempo a parlare di cellulari se non in maniera curiosa la stessa cosa sarà per i videogiocatori...

Tiè al max alle prossime accuse di povertà in cui un governo italiano verrà accusato, invece di rispondere "l'italia è un paese di playboy, visto la mole di sms bla bla bla" risponderanno "l'italia è un paese di pVo, visto quanti clan abbiamo in eurocup quest'anno" o cose del genere :twisted:

Offline EGO

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Il mestiere del videogiocatore
« Risposta #4 il: 12 Giu 2005, 23:32 »
Citazione da: "torazina"
Dubito che Mr. Yo intendesse con il curriculum da videogiocatore la "skill" acquisita... Parlava piuttosto del fatto che avendo giocato molto si hanno delle conoscenze che un giorno diventeranno "invidiabili" ai più...


Ma dipenderà appunto da che cosa e come hai giocato. E poi, dipende proprio tutto dall'aver giocato? Matteo Bittanti non potrebbe scrivere i suoi articoli o insegnare quello che insegna se non avesse un background filosofico (e non solo, oddiomio no) alle spalle, e se non avesse fatto le sue belle ricerche in proposito ad Atari e compagnia bella; di certo non può farlo solo in virtù del tempo passato davanti allo schermo. Anch'io ho giocato tanta roba, ma molta di questa in modo superficiale, e molta altra non la conosco neppure di nome. Insomma, sulla carta ho tredici anni di esperienza videoludica, ma di fatto so ben poco.