Autore Topic: [ARCADE] Mexico'86  (Letto 3170 volte)

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Offline Kiki76

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[ARCADE] Mexico'86
« il: 11 Nov 2004, 22:21 »
C'è stato un tempo,prima che la corsa al realismo prendesse piede,nel quale i videogiochi erano definiti da simboli.
Una singola idea,era sufficiente per costruire l'intero impianto ludico e nei pochi kilobyte disponibili,si condensavano gli elementi più rappresentativi della realtà simulata.
Alla fantasia il compito di colmare i buchi.
In quegli anni,segnati dai tiri impossibili di Shingo Tamai e dai numeri da circo di Holly & Benji,Taito sbarcò in sala giochi con Mexico'86.
Si badi,non si parla di simulare una disciplina sportiva,ma di sintetizzare l'idea che il ragazzino medio,aveva del calcio negli 80.
Una monetina,ed ecco che uno scarno menù ci permette il gioco in solitaria.Inseriamo altri crediti e via libera al multiplayer:due vs cpu,uno vs uno,due vs due (rissa assicurata).
Premiamo start e possiamo scegliere fra 7 rappresentative nazionali,ognuna dotata di caratteristiche peculiari:il tiro potente della Germania,la velocità degli Usa,l'abilità difensiva dell'Italia,il gioco di squadra del Brasile,il portiere saracinesca dell'Inghilterra (ma dove?),l'Argentina campione del mondo (embè?) e le acrobazie del Giappone.
A noi il compito di conquistare la coppa,superando le 6 avversarie in ordine casuale.
Si gioca in due tempi da 45 minuti,spezzati dalle coreografie di improbabili pon-pon girls:chiudete in svantaggio la prima parte e preparatevi al game over,pareggiate al novantesimo e sotto coi rigori (due per parte).
Sin dall'ingresso in campo,grafica e sonoro tradiscono gli intenti di casa Taito:omini in stile manga, abbigliati in accordo alla bandiera,sgambettano verso centrocampo con espressione decisa,mentre l'eccentrico pubblico si abbandona all'entusiasmo.
Un istante e la combo musica\effetti sonori,completa l'atmosfera da cartone animato.
Il primo calcio fuga ogni dubbio:Mexico'86 è l'istinto,la pretesa di partire in solitaria dalla propria area,percorrere il terreno di gioco scartando bambocci macrocefali e scaraventare una saracca a fil di palo.
Vedere il portiere battuto,piagnucolare sotto il cappellino,è la conferma definitiva:non siamo ai mondiali,ma al campetto dell'oratorio.
I compagni di gioco,si aggirano incuranti di qualsiasi schema,reclamano il passaggio alzando la manina e vi piombano in mezzo alle scatole ogni due secondi (ovvio,per dispetto).
Provate a pigiare l'unico bottone,quello destinato al passaggio\pallonetto,ed ecco uno stupendo lancio a banana,100% Super Tele.
Palla persa.
Nei rari casi in cui la palombella giunge a destinazione,pestare ripetutamente sul pedale (già,proprio così)del tiro,si traduce nel gesto tecnico per antonomasia:la rovesciata delle figurine Panini (o un più sobrio colpo di testa in tuffo).
In accordo anche la logica (ai tempi niente A.i.) degli avversari:solitamente reattivi quanto Darko Pancev e meno precisi al tiro di Boksic,eccoli andare in berserk se sbertucciati da troppi goal,dandovi del buon filo da torcere.Finita la sfuriata,si torna alla pacchia.
Premesso che il nostro portiere è liberamente manovrabile e può pure segnare,non si deve trascurare la demenza del n°1 avversario:implacabile nell'area piccola,è sempre a farfalle sui cross e talvolta scappa dalla porta in preda a misteriose amnesie.Sui tiri da fuori,inoltre,alterna miracoli a dormite colossali.
Ultima chicca,è la presenza del paffuto arbitro.In preda a chiara sudditanza psicologica,la giacchetta nera fischia falli col contagocce (mai visto un rigore),ignora le cariche sul portiere e non conosce il regolamento sui falli laterali (si può battere e recuperare il pallone con lo stesso giocatore).
L'assenza dei guardalinee,spiega la peculiare interpretazione del fuorigioco,ma non la sua mania di intromettersi nel gioco,facendovi perdere palla di continuo.Un beota.
Giocare a Mexico'86,è un rito di puro calcio simbolico,fatto dell'ingenuità di un'infanzia vissuta senza pay-tv e di "mondiali" da disputare ogni Sabato pomeriggio,laggìù,al campetto dell'oratorio.
Se avete più di 20 anni e state giocando a Pes,mettete in pausa e chiudete gli occhi.Non vi vedrete negli atletici panni di Vieri,ma in quelli colorati di un bamboccio,appena prima che una lecca imperiale parta dal vostro piede,a regalarvi l'ultimo sogno d'infanzia.

Voto:Goal!
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 "Dove c'è rivoluzione,c'è confusione e dove c'è confusione,un uomo che sa quello che vuole,c'ha tutto da guadagnarci"  "Quando ho iniziato ad usare la dinamite,credevo in sacco di cose,tutte  quante...ed ho finito c