Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci recitano nel film di Martin Scorsese THE IRISHMAN, una saga epica sul crimine organizzato nell'America del dopoguerra, vista dagli occhi del veterano della Seconda guerra mondiale Frank Sheeran, un imbroglione e sicario che aveva collaborato con le più note personalità del 20° secolo. Coprendo alcuni decenni, il film ripercorre i fatti legati a uno dei misteri irrisolti più famosi della storia americana, la scomparsa del leggendario presidente del sindacato degli autotrasportatori Jimmy Hoffa, offrendo uno spaccato inedito degli angoli nascosti della criminalità organizzata: il suo modo di operare, le rivalità e i collegamenti con la politica.
Meglio così, fidati.Beh in effetti tre ore e mezza sono un bel po', non ricordo d'aver mai visto film di questa durata al cinema dopo "Ben Hur" quand'ero bambino, ma sicuramente c'era l'intervallo.
Tre ore e mezza di cui metà di dialoghi campo-controcampo.
Al cinema senza poter fare pause è una tortura.
Richiede uno sforzo costante da parte dello spettatore di accettare svariate scelte radicali e solleva diversi dubbi, tra cui la domanda se il montatore quel giorno si fosse dato malato.
Però se la pensi così in generale, non sai davvero a cosa potresti andare incontro qui.
Richiede uno sforzo costante da parte dello spettatore di accettare svariate scelte radicali e solleva diversi dubbi, tra cui la domanda se il montatore quel giorno si fosse dato malato.Non me la sento di darti torto: in effetti alla terza svolta all'incrocio volevo morì. :D
Visto due volte. In sala.
Nella prima visione l'ho trovato troppo lungo, un'ora di troppo.
Poi ho scoperto che la colpa era della sedia dell'Auditorium, scomodissima.
La seconda volta, pur trovandolo comunque prolisso nelle sue tre ore e venti, giustifico tutto quanto, gran film (e gran testamento).
Unico difetto, gli effetti di ringiovanimento non funzionano sul corpo: la Marvel lo sa, Scorsese un po' meno (e si vede).Richiede uno sforzo costante da parte dello spettatore di accettare svariate scelte radicali e solleva diversi dubbi, tra cui la domanda se il montatore quel giorno si fosse dato malato.Non me la sento di darti torto: in effetti alla terza svolta all'incrocio volevo morì. :D
Alla fine dura solo 20 minuti in più di Casinò (dove non avverti la minima stanchezza)
Magari Gaissel intende passaggi più specifici, io parlo in generale: sembra un film in cui non si è passati in sala montaggio, vuoi perché è Scorsese e compagnia bella, vuoi perchè la fruizione a casa può essere interrotta (un bene e un male allo stesso tempo, imho).Mi ero ripromesso di rispondere a questo e al precedente post, poi non lo feci.
Alla fine dura solo 20 minuti in più di Casinò (dove non avverti la minima stanchezza), ma il ritmo è volutamente diverso.
Non saprei da che parte stare: è Scorsese e ne vorresti ancora e ancora; tuttavia, dopo due ore e mezza ho avvertito che qualcosa si poteva limare, nonostante quel che viene dopo un certo momento è pienamente giustificato ed è parte integrante del racconto.
In ultimo, penso a quanto Netflix avrà pagato meno i doppiatori, usati solo per la visione casalinga (il film in sala è esclusivamente in V.O.). Ovviamente vi consiglio la lingua originale.
Io The Wolf of Wall Street l'avrò visto almeno 4 volte.
Unico difetto, gli effetti di ringiovanimento non funzionano sul corpo: la Marvel lo sa, Scorsese un po' meno (e si vede).