Negli anni 50, l’America ha problemi con il sesso, i neri e gli omosessuali. Non vi dico se questi tre fenomeni si sovrappongono. Hefner, invece, c’ha solo il problema di dove mettere i soldi.
La svolta è stata l’invenzione del paginone centrale (eh, già, qualcuno l’ha inventato). A quel punto, Hefner decide di svoltare anche lui. E crea il suo personaggio: abiti eleganti, pipa, donnine tutto intorno. E che vuoi dirgli?
La S01E03 era la puntata in cui potevo mollare la serie. Tutto ben scritto, eh, ma piuttosto lento, e sin troppo dettagliato: 400 minuti di Hefner sarebbero troppi anche per Hefner.
Ma poi arriva a raccontare di Playboy’s Penthouse, il programma TV. E di quando Hefner sfidò gli Stati del Sud ospitando artisti neri, nonostante le minacce di boicottaggio delle stazioni TV.
Qui Playboy incontra la storia americana. Questo è un documentario che mi piace. E merita almeno un altro episodio.
Non c’entra nulla che l’episodio si chiuda con un nudo integrale, per chi mi avete preso?!
La S01E07 racconta di Hefner che si compra l’aereo, Hefner che incontra la donna della sua vita, Hefner che parte per un viaggio intorno al mondo e… Beh, #dupalle
Per fortuna, dopo la metà dell’episodio si comincia a fare sul serio! È il 1969, e negli Stati Uniti sbarca Penthouse! Ovvero, una rivista uguale uguale a Playboy, ma con il 100% in più di…
Boschetto della felicità!
A questo punto, Hefner deve decidere: Playboy deve rimanere una rivista patinata, oppure cominciamo anche noi a tirare fuori il pelo? Questi sono i dilemmi lavorativi che tutti vorremmo avere, ma neppure @Macca è mai arrivato a tanto.
Fino a quando, tutte le riflessioni sui massimi sistemi vengono purtroppo interrotte... dal femminismo. Dio ce ne scampi! Ma Hefner ci resta sotto. E stavolta non nel senso che piace a lui...