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[P]lay => Play => Topic aperto da: Ruko - 12 Lug 2018, 17:31

Titolo: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 12 Lug 2018, 17:31
Allora, volevo scrivere questo post come costola della discussione scaturita nel topic di Uncharted Lost Legacy.

L’idea è quella di condividere un argomento molto di moda e per certi versi politicamente corretto, vale a dire il ruolo, la raffigurazione/rappresentazione e l’utilizzo delle donne all’interno dei videogiochi.

Trovando la questione abbastanza pretestuosa (un po’ come le cosiddette “quote rosa” in qualsiasi contesto di responsabilità), da donna devo dire di avere una posizione poco popolare in tal senso.
Vale a dire, non amo imbattermi e giocare in modelli estetici e narrativi che raffigurino la donna comune di tutti i giorni e questo per una serie di ragioni.

Per formazione sono legata al videogioco come luogo dell’interattività e del divertimento inteso come bontà e qualità delle meccaniche. Pur giocando molti videogiochi narrativi, sono perplessa da quella “evoluzione del medium” che dovrebbe sottrarre a cinema e alla letteratura cose a cui il videogioco si adatta ma che in realtà non lo rappresentano troppo. L’istanza narrativa infilata a forza in molti vg ha proporzionalmente innalzato l’urgenza di raccontare realisticamente (o meno) le donne anche in questo contesto. Io la vivo come una forzatura o, peggio, come qualcosa di non necessario. Visti risultati, ovviamente. Non mancano pregevoli eccezioni ma il saldo è ancora fortemente negativo.

Nell’impossibilità di affrontare ed esaurire concetti complessi (vista l’utenza e la sua età media) e riprendendo quanto detto sopra (il vg dovrebbe sospendere le sue peculiarità per "raccontare") , secondo me la quasi totalità dei titoli propone modelli, svolgimenti e soluzioni narrative troppo semplici per poter essere soddisfacenti.

Forse è un problema di età, forse è una collisione con quanto si esperisce in altre forme comunicative, come la letteratura e il cinema. Penso al rigovernare una cucina nei giochi di Cage, l’empatia affettiva di Elena in Uncharted 4, le proiezioni mentali di Senua, Chloe e Nadine, ciarle tra donne misticheggiate da uomini e pertanto stridenti, e così via. Sono punteggiature di realismo che a mio modo di vedere sfiorano determinate problematiche, ma in modo inane e deludente. Non c’è davvero spazio per una riflessione integrale sulle questioni, di un punto di vista nuovo, di una narrazione che apra alla dialettica, solo pretesti narrativi più o meno ben scritti.

E allora ben vengano le gambe chilometri di Bayonetta, capaci di essere rappresentativa di un genere e di giocare con i cliché. Benedetta la scelta di Quiet e del suo aspetto da hentai, la sua storia è twist per i benpensanti e la sua funzione metacomunicativa molto più concettuale di quanto ammissibile dal suo silenzio. E quanto mi manca quella Lara fisicata e sprezzante delle origini, figlia di un pensiero maturo sulla cristallizzazione dell’eroina da comic americano, soprattutto se paragonata a quella studentessa da Erasmus che piagnucola e geme nei reboot, dalle fattezze più realistiche ma anche più dozzinale. E se gioco a Dead or Alice Xtreme Beach Volley non mi sento di colpevolizzare corpi sintetici che mostrano un fisico che la donna comune non avrà mai, soprattutto se impreziositi dal tema dei costumi e della moda.

Di fondo bisogna accettare, senza vergogna o svilimento, che il videogioco appartiene fieramente alla cultura giovanile e immaginifica degli anni ’80, di cui ne mutua le polarità, le stereotipizzazioni e il carico iconografico dell’eroina, della donna forte, dell’Heroic Fantasy, del rock, del metal e di tutto quello che non è e non sarà mai. Bello proprio per questo, come luogo della sospensione della realtà e del sogno ad occhi aperti. E con questo io dismetterei anche lo sguardo maschilista e patriarcale che vuole la donna solo oggetto del desiderio e come tale rappresentata, è un carico categoriale che dall’epoca del giudaismo ci fa considerare il puro e l’impuro e il suscitare il desiderio e la bellezza come un motivo di colpa.  Questo universo immaginifico non deve “maturare”, solo rielaborarsi.
Perché io, ad una falsa profondità preferisco una dichiarata leggerezza e superficialità.

A questo punto volevo sapere qual è la vostra opinione in merito, non del post, ma della figura della donna nei videogiochi.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 12 Lug 2018, 21:42
 :D

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Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Freshlem - 12 Lug 2018, 21:51
 :D

ah aspe'.

Della mia opinione ti sbatte sega, quindi chiedo:

E di Catherine che dici?
Sia per come è rappresentata che per il ruolo ricoperto nella storia
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 12 Lug 2018, 21:53
:D

ah aspe'.

Della mia opinione ti sbatte sega, quindi chiedo:

E di Catherine che dici?
Sia per come è rappresentata che per il ruolo ricoperto nella storia
Perché mi sbatte sega della tua opinione? Anzi!
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Freshlem - 12 Lug 2018, 23:08
ma il mio pensiero a rigaurdo è lineare quasi quanto un encefalogramma piatto.

Mi spiego: nel bene e nel male quel che vediamo nei viggì sono per lo piu sterotipi classici (il principe azzurro o idraulico baffuto che salva la principessa del caso) rielaborati in chiave moderna.

Tu dici
Perché io, ad una falsa profondità preferisco una dichiarata leggerezza e superficialità.

ma nella mia ingenuità non credo che ci sia sempre l'intento di una "falsa profondità", guardando ad esempio Uncharted LL, io non la vedo (mi perdoni Sig.ra Ruko, io soffro di miopia).

Posto che lo sto ancora giocando e che quindi la mia opinione possa ancora cambiare, ma a me pare che a parte qualche cliché nel dialogo (che comunque son presenti anche nei vecchi Uncharted, solo che erano i cliché dei "bro"),dicevo, a me pare tanto che potevano metterci un uomo invece di Chloe e nulla nella storia sarebbe cambiato.
Mi è sembrato più un esigenza di copione per motivi di continuità (o non-continuità) che altro.

A me, per contro, piace di più una Chloe con un culo verosimile che la classica ragazzina hentai super maggiorata e con un bacino stitico.

Bayonetta mi fa sorridere, perchè gioca sugli stereotipi ma senza scendere nell'offensivo. O almeno, per quella che è la mia percezione. Ha un equilibrio nelle cose, non scende nel cattivo gusto e non umilia la donna.

Di Quiet non so cosa dirti: dopo aver visto il trailer della parodia porno (con una controparte praticamente identica), ho quasi la certezza che Hideo avesse firmato un contratto con quelli di Brazzers antecedentemente alla pubblicazione del gioco.

Non mi offende,magari ho capito male il messaggio io, ma si, mi pare abbastanza maschilista. Anche se volutmente esagerata, secondo me è un po' di cattivo gusto. Non mi ha offeso per carità, anzi..sia chiaro che tette e culi mi piacciono TANTO.

Ma se parliamo nel contesto della donna nel videogioco in modo serio...ecco, Hideo a me pare un morto di seghe.

Ti chiedevo di Catherine, perchè secondo me riesce a inquadrare abbastanza fedelmente una situazione piccante in modo intrippante senza prendersi troppo seriamente.

Vedremo con il nuovo The Last Of Us cosa succederà. Quel titolo -secondo me- sarà un ottimo candidato a questo topic.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ivan F. - 12 Lug 2018, 23:18
Il videogioco si presta (o quantomeno comincia a prestarsi) a rappresentare gran parte delle figure femminili che ci si può "permettere" di raccontare in forma letteraria o cinematografica. Può farlo con degli strumenti propri, ovviamente.

Quindi capisco il riferimento all’origine del mezzo, ma il passo avanti si può fare, è stato fatto, e sicuramente se ne faranno ancora.

Il punto, per quanto mi riguarda, è un altro. E riguarda non solo i videogiochi. Ovvero, che oggi può accadere che la rappresentazione di una figura femminile più "moderna" non sia onesta. Perché non c’è uno scrittore dietro, ma un PR. Non c'è una volontà narrativa, ma altro.

Insomma, è il videogioco che viene trascinato nel vortice del #meetoo. Quello lo trovo insopportabile. Ma per il resto ben vengano oneste figure femminili di qualsiasi genere, dallo stereotipo di Dead or Alive all’eccesso di Bayonetta, fino a quella bruttona della protagonista di First Light.

No, la bruttona era quasi fastidiosa.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 13 Lug 2018, 09:53

ma nella mia ingenuità non credo che ci sia sempre l'intento di una "falsa profondità", guardando ad esempio Uncharted LL, io non la vedo (mi perdoni Sig.ra Ruko, io soffro di miopia).

Posto che lo sto ancora giocando e che quindi la mia opinione possa ancora cambiare, ma a me pare che a parte qualche cliché nel dialogo (che comunque son presenti anche nei vecchi Uncharted, solo che erano i cliché dei "bro"),dicevo, a me pare tanto che potevano metterci un uomo invece di Chloe e nulla nella storia sarebbe cambiato.
Mi è sembrato più un esigenza di copione per motivi di continuità (o non-continuità) che altro.
A me, per contro, piace di più una Chloe con un culo verosimile che la classica ragazzina hentai super maggiorata e con un bacino stitico.
Aspè, mi spiego meglio, è un discorso affrontato in modo più diffuso nel topic di ULL.
Abbiamo visto Chloe in versione figa e pompata nel secondo capitolo (e da lì la leggenda del suo famoso "culo") e per me si trattava di un personaggio perfetto. Poi sono accadute due cose: l'immissione del modello The Last of Us (persone realistiche in un contesto realistico) e l'invecchiamento dei personaggi all'interno del gioco stesso (con tutto quello che viene narrato in U4), per questo c'è stata un revisione stilistica.
Insomma, al posto della donna esotica, erotica e letale mi sono trovata una 40enne ben messa che piazza battute alla Sex and the City con Nadine su quanto Nathan possa pompare a letto. E francamente di tutto questo a me non frega nulla, visto che mi cambi l'iconografia del personaggio in virtù di una velleità narrativa che (soggettivamente, ovvio) non mi cattura perché mi sembra livellato al telefilm avventuroso del pomeriggio di Italia uno. Con l'aggiunta, secondo me colpevole, di filtrare una figura femminile attraverso dinamiche amicali maschili. "E' simpatica perché sembra un uomo."
Per cui, esplorare ambientazioni esotiche e scalare templi immersi nella giungla con una che pare la mia amica Lucia di Civitanova Marche che 3 volte a settimana fa pilates e non si perde un'aperitivo beh, insomma...non mi esalta tanto.
Gusti.  :)
Citazione
Bayonetta mi fa sorridere, perchè gioca sugli stereotipi ma senza scendere nell'offensivo. O almeno, per quella che è la mia percezione. Ha un equilibrio nelle cose, non scende nel cattivo gusto e non umilia la donna.
Lì c'è un bel lavoro dietro, soprattutto per le scelte parodistiche e la consapevolezza del corpo come feticcio consapevole di esibizionismo e voyeurismo.
Citazione
Di Quiet non so cosa dirti: dopo aver visto il trailer della parodia porno (con una controparte praticamente identica), ho quasi la certezza che Hideo avesse firmato un contratto con quelli di Brazzers antecedentemente alla pubblicazione del gioco.

Non mi offende,magari ho capito male il messaggio io, ma si, mi pare abbastanza maschilista. Anche se volutmente esagerata, secondo me è un po' di cattivo gusto. Non mi ha offeso per carità, anzi..sia chiaro che tette e culi mi piacciono TANTO.

Ma se parliamo nel contesto della donna nel videogioco in modo serio...ecco, Hideo a me pare un morto di seghe.
Di questo ne abbiamo discusso molto nel topic del gioco. Secondo me Quiet è un bel modo di conservare le specificità (e forse i limiti) del nostro contesto pur inserendo un messaggio molto forte nelle pieghe del racconto. La donna ridotta in silenzio, vittima di violenza senza alcuna giustificazione, che si sacrifica ma che al contempo è narrata e idealizzata attraverso gli occhi del maschio. Trovo che la sua storia sia un fortunatissimo incontro tra esigenze anche divergenti, facendone un personaggio ambiguo ed affascinante.
Citazione
Ti chiedevo di Catherine, perchè secondo me riesce a inquadrare abbastanza fedelmente una situazione piccante in modo intrippante senza prendersi troppo seriamente.
Non lo conosco, ho capito qual è dalla copertina ma all'epoca mi buttai su Lollipop Chainsaw. Ps3 vero?
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 13 Lug 2018, 10:36
Il punto, per quanto mi riguarda, è un altro. E riguarda non solo i videogiochi. Ovvero, che oggi può accadere che la rappresentazione di una figura femminile più "moderna" non sia onesta. Perché non c’è uno scrittore dietro, ma un PR. Non c'è una volontà narrativa, ma altro.

Insomma, è il videogioco che viene trascinato nel vortice del #meetoo. Quello lo trovo insopportabile. Ma per il resto ben vengano oneste figure femminili di qualsiasi genere, dallo stereotipo di Dead or Alive all’eccesso di Bayonetta, fino a quella bruttona della protagonista di First Light.
Qui si apre un altro filone della discussione che rimanda poi a quello che dicevo nella parte finale del mio post.
Ci ripensavo proprio ieri quando è venuta fuori la notizia delle riprese televisive dei mondiali sugli spalti da vietare in caso di belle fanciulle. Fanciulle che, immagino, proprio perché avvenenti e proprio perché all'interno di una vetrina planetaria come quella di un simile evento sportivo, abbiano come scopo e come personale gratificazione proprio quella di farsi ammirare.
A me piace che si facciano vedere, lo trovo un bellissimo spettacolo generalmente non volgare e sottolinea la straordinarietà dell'evento. Bellissime donne che possono permettersi di farlo.
Perché è sessista allora? Probabilmente perché una buona percentuale di pubblico, sia maschile che femminile, vede, in una figura procace e vestita in modo succinto, una "troia". Lo pensa e censura dentro di sé questo comportamento. Il #metoo si pasce di queste proiezioni mentali. Ma se non riesce la società civile a parlare e a disquisire della cosa, come potranno i videogiochi?
E questo (parlando genericamente ovvio) proviene da secoli e secoli di colpevolizzazione della figura della donna in contesti sociali e religiosi, soprattutto in merito a libertà personali. Sembra che una donna non possa esibire se stessa e bearsi del suo aspetto e sembra ancora che essa non possa godere di alcune prerogative legate alla soddisfazione personale e sessuale.
L'uomo che desideri sesso lo fa per naturale disposizione.
La donna che desideri sesso è paragonata ad una zoccola. O, nella migliore delle ipotesi, una ninfomane il cui comportamento è da stigmatizzare.
Il problema è che poi, alla conta delle cose, fenomeni diversi si accavallano per diventare poi inestricabili.
Il produttore di un film prova a sedurre una bella attrice. Questa resiste. Il produttore le dice che non avrà la parte in un film se non accetterà di fare sesso con lei. Lei accetta e fa sesso con lui, è un loro segreto, avrà la parte e la cosa finisce lì.
Quel "lei accetta" nella mentalità comune si trasforma in "era d'accordo". No, non era d'accordo e la tardiva denuncia ha senso, ma ormai è impossibile ricostruire la verità.
Ma questo come si accorda con le decine e decine di donne che deliberatamente e colpevolmente utilizzano il proprio corpo per ottenere lo scopo che si sono prefissate? E che ricorrono alla menzogna qualora non vedano corrisposte le proprie ambizioni?
E in questo discorso come innestare la violenza di genere?

Il videogioco si occuperà di questo? Io non credo, al massimo in qualche linea narrativa scadente di David Cage oppure in qualche cutscene simpatica di GTA in cui si fa ironia caustica sulla cosa. Ma in un contesto in cui anche una tetta mostrata può essere un problema tutto questo verrebbe comunque usato per quel #metoo che paventi. Forse Silenti Hill è riuscito a mostrare metaforicamente tutto ciò ma ecco, serve la forma del mascheramento.

Io ho già trovato strumentale la scena lesbo del trailer di The Last of Us 2, in quella forma e in quel modo. Non so, a me i tempi non sembrano maturi e il contesto inadeguato.
Molto meglio i seni sballonzolanti di Dead or Alive, fanno meno danni.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 13 Lug 2018, 11:34
Allora, affrontai questo tema in una vecchia puntata di Retrospectives in cui dicevo alcune delle cose che sostiene Ruko, ma le esponevo maluccio e fui abbastanza criticato per quella puntata, tanto che poi la dovetti anche cancellare dal server.

Parlare di certi argomenti ti espone ad ogni sorta di critica, è un po' la classica coperta che la tiri da una parte e ti scopre dal'altra, pure se le tue intenzioni sono buone e ci vai coi piedi di piombo dirai SEMPRE qualcosa che può essere mal interpretato o travisato da chiunque.

Ruko ha vita più facile, in quanto donna (e che donna) non può essere tacciata di maschilismo anche se dice alcune delle cose "scomode" che dicevo io stesso nel podcast.
Tra le altre cose, in particolare, il fatto di approvare la figura della non della "damsel in distress" ma della "superdonna" (supersexy, superforte, superfurba) perché il videogioco è principalmente territorio del fantastico e della spettacolarizzazione, dove spesso non c'è spazio per una scrittura profonda e introspettiva, e allora così sia: tanto anche le figure maschili nelle stragrande maggioranza dei casi sono "superuomini".
Poi mi lanciavo anche su una breve riflessione sul "potere sessuale" della donna nella realtà di oggi ma mi sono beccato i peggio insulti.

Personalmente -in quanto scrittore da due soldi e pergiunta mancato- auspicherei un connubio tra spettacolarizzazione e profondità narrativa, io dico che SE PO' FA', anche se quasi nessuno lo fa e si sceglie solo una delle sue strade, spesso la prima.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Brothers Killer - 13 Lug 2018, 13:21
Mi rifaccio a quanto scritto su un altro forum. Il discorso riguardava TLoU2, ma penso possa riguardare pure questa discussione:

1) Questo discorso sul fatto che non ci sia libertà creativa ha delle prove oppure si basa solo su una manciata di giochi/film con protagonisti omosessuali/femminili in mezzo alla montagna in cui succede esattamente l'opposto? Ma soprattutto siete davvero certi che ci sia qualcuno che IMPONE certe cose?
Faccio l'esempio per eccellenza, il reboot di Ghostbuster da molti criticato per il suo essere al femminile è stato fatto così perché c'è la lobby femminista che vuole dominare il mondo o perché, molto probabilmente, hanno voluto provare ad attrarre un utenza di riferimento diversa, fallendo miseramente nell'obiettivo? Perché il discorso è quello, le critiche all'opera ci possono stare, ma NON per le intenzioni. Insomma il problema del reboot al femminile di Ghoostbusters non è mica che è al femminile, ma che per farlo al femminile (obiettivo di marketing, non imposto da una presunta lobby femminista, è equivalente al voler rendere una storia adulta per teenager) hanno calcato la mano su elementi che hanno pregiudicato la qualità del film. Ma questo riguarda i personaggi, la storia, i loro comportamenti in un modo che non ha NULLA a che fare con la scelta di farlo al femminile. E ripeto, questa cosa può essere giudicata tanto fastidiosa quanto la scelta di trasformare la Bella e la Bestia così:
https://www.youtube.com/watch?v=3ACUvsmaR40
Le critiche vanno fatte al contenuto, non alle intenzioni, e le intenzioni non sono mai contorllate da presunti lobby gay lesbo femministe

2) Ogni persona ha il SACROSANTO diritto di realizzare la sua opera come vuole, non ci sono cazzi, se io voglio fare un film in cui ci sono solo donne mi deve essere concesso e non c'è nessuna spinta presunta femminista dietro, se io voglio infilare una donna in Assassin's Creed perché, in una saga in cui gli alieni hanno mandato sulla terra una mela magica nascosta dal papa che bisogna affrontare a cazzotti, penso che una protagonista femminile possa attirare maggiormente l'utenza femminile (obiettivo di marketing, non delle lobby femministe) ho il diritto di farlo. Se Druckman crede che il futuro di TLoU sia raccontare la storia concentrandosi sul punto di vista di Ellie piuttosto che quello che di Joel, e vuole che Ellie sia lesbica per lo stesso motivo per cui nel caratterizzare il personaggio decide che ha il codino al posto dei capelli afro e gli occhi di un colore al posto di un altro... Beh, ha diritto di farlo. Ha scelto di raccontare una storia esplorando una nuova direzione (per lui) e ha il sacrosanto diritto di farlo. Se sarà fallimentare di certo non sarà perché Ellie è lesbica ma per come avrà trattato il personaggio, ed è qualcosa che si può dire solo a gioco uscito.


Riassumendo: sì, a volte i publisher possono spingere forzatamente per una maggior rappresentanza di genere/razza per soli motivi di marketing. Mi infastidisce però che si noti solo quello e non tutte le centinaia di altre cose, magari più fastidiose, che fanno sempre per motivi di marketing. Inoltre, a prescindere da dove arrivi l'impulso per fare una cosa del genere, il giudizio va sempre fatto AL PRODOTTO, non alle intenzioni. Insomma mi va bene che nell'open post critichi Senua, Chloe o qualunque personaggio femminile che cerchi di essere più complesso e meno stereotipico del solito fallendo (almeno secondo la tua opinione) ma non vedo perché demonizzare il trend che invece non riesco a non vedere come positivo. Il problema è semplicemente il modo in cui personaggi sono scritti/rappresentati, non il tentare di farlo. Anche perché citi esempi di personaggi che pur ricadendo nello stereotipo riescono a farci qualcosa di sovversivo/ironico, ma per ogni personaggio così quanti centinaia di altri personaggi piatti esistono? (posto che poi nonostante capisca cosa Kojima volesse fare con Quiet trovi la riuscita davvero tanto tanto tanto pessima, davvero non capisco come si possa considerare quello accettabile e poi sputare su Senua)
Insomma il problema che ho con il discorso che avviene nelle comunità online è che ci sono fazioni opposte che si etichettano a vicenda come omofobo / razzista / maschilista da una parte e SJW dall'altra, perdendo quello che dovrebbe essere il punto della discussione, ovvero l'effettiva realizzazione di ciò che si va a criticare. Non ha mai senso per me fare un processo alle intenzioni. Neil Druckman ha detto più volte di essere uno strenuo ammiratore di Anita Seerkesian e di voler scrivere storie a maggioranza femminile e con personaggi complessi seguendo il suo impulso di voler fare qualcosa di diverso, ma se poi i personaggi faranno schifo è colpa sua che li ha scritti male, mica dell'impulso, magari avrebbe scritto una cosa pessima pure facendo personaggi maschili.

Riallacciandomi al primo post, come esempi notevoli di personaggi femminili che raccontino una storia con una certa intensità usando i mezzi propri del videogioco di recente suggerisco Celeste: di base sarebbe una storia sulla depressione con una componente metaforica parecchio dozzinale, ma il modo in cui questa si intreccia con la componente platform del gioco permette di elevarlo al di sopra di quella che è la sua idea di base e sceneggiatura, rendendolo uno degli esempi notevoli di narrazione del media per come sia il gameplay ad esprimere qualcosa piuttosto che aspetti ritrovabili in altri media come trama/sceneggiatura/estetica/musiche (o meglio il modo con cui il gameplay si intrecci con queste).
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: eugenio - 13 Lug 2018, 14:51
A questo punto volevo sapere qual è la vostra opinione in merito, non del post, ma della figura della donna nei videogiochi.

Nimrod, Tris, Pong: il videogioco nasce asessuato. La sua restante evoluzione con personaggi esplicitamente maschili e femminili è più formale che sostanziale dato che per la maggior parte delle meccaniche ludiche, avere come protagonista un uomo piuttosto che una donna non modifica l'esperienza di gioco in sé. Rimangono ovviamente escluse le avventure con una narrazione fortemente incentrata sulla storia, e solo nel caso il genere - maschio o femmina - porti in dote possibilità e limiti che asserviscano la coerenza degli eventi; per lo stesso motivo, sono esclusi i giochi di ruolo. Per qualsiasi altro genere: che si parli di un pilota o di una pilota, di un soldato piuttosto di una soldatessa, di un esploratore anziché di una esploratrice, è del tutto ininfluente su cosa si possa fare o cosa sia precluso all'interno dell'universo di gioco.

Dal mio personalissimo punto di vista di fruitore, così come ho empatizzato con i personaggi femminili descritti da Jane Austen, allo stesso modo mi sono sentito direttamente coinvolto tramite le azioni di Lara Croft o Samus Aran. Vince la qualità dell'esperienza; e pure la qualità è asessuata.

Rovesciando il punto di vista: quanti pittori maschi hanno dipinto esclusivamente, o quasi esclusivamente, figure di donne?

Sposterei l'attenzione dall'oggetto al suo creatore. Quante donne vorrebbero accedere a un lavoro attinente lo sviluppo dei videogiochi, e non ci riescono non tanto per incapacità o demeriti ma proprio in quanto donne?
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Drone_451 - 13 Lug 2018, 15:09
Faccio l'esempio per eccellenza, il reboot di Ghostbuster da molti criticato per il suo essere al femminile è stato fatto così perché c'è la lobby femminista che vuole dominare il mondo o perché, molto probabilmente, hanno voluto provare ad attrarre un utenza di riferimento diversa, fallendo miseramente nell'obiettivo?

L'han fatto perchè la moda attuale impone le quote rosa in qualsiasi cosa. Quindi si prendono film a quota 100% maschile tipo ghostbusters o ocean's eleven e si fanno le versioni 100% femminile. Non importa il risultato l'importante è che sia tutto al femminile.

COD ha introdotto i personaggi femminili nel multiplayer, con molta discrezione a dir la verità, non c'è il minimo spunto di sensualità, tutto supercastigatissimo.

Ora Battlefield segue, ma inopportunamente, presentando un trailer ridicolo con la componente femminile in primo piano
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: The Dude - 13 Lug 2018, 15:18
Sposterei l'attenzione dall'oggetto al suo creatore. Quante donne vorrebbero accedere a un lavoro attinente lo sviluppo dei videogiochi, e non ci riescono non tanto per incapacità o demeriti ma proprio in quanto donne?
Nei nostri bandi se il regista è donna si prende 10 punti in più.
Se la maggioranza degli autori sceneggiatura è donna 15 punti.

Bel modo di includere le quote rosa, per nulla strumentale.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Brothers Killer - 13 Lug 2018, 15:28
Faccio l'esempio per eccellenza, il reboot di Ghostbuster da molti criticato per il suo essere al femminile è stato fatto così perché c'è la lobby femminista che vuole dominare il mondo o perché, molto probabilmente, hanno voluto provare ad attrarre un utenza di riferimento diversa, fallendo miseramente nell'obiettivo?

L'han fatto perchè la moda attuale impone le quote rosa in qualsiasi cosa. Quindi si prendono film a quota 100% maschile tipo ghostbusters o ocean's eleven e si fanno le versioni 100% femminile. Non importa il risultato l'importante è che sia tutto al femminile.

COD ha introdotto i personaggi femminili nel multiplayer, con molta discrezione a dir la verità, non c'è il minimo spunto di sensualità, tutto supercastigatissimo.

Ora Battlefield segue, ma inopportunamente, presentando un trailer ridicolo con la componente femminile in primo piano

Si, ma quel reboot poi fa schifo per le quote rosa imposte? Che ci sia del marketing che punta a quelle cose per cercare di espandere il target è un conto, ma da qui a dire che lo scempio è dovuto all'idea in sé, e non alla realizzazione, e quindi critiche aprioristiche schifate per il reboot al femminile, è tutta un'altra storia.

Per Battlefield ad esempio io ho avuto più problemi per la katana nel trailer di annuncio che non per le donne  :D
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: eugenio - 13 Lug 2018, 15:38
Nei nostri bandi se il regista è donna si prende 10 punti in più.
Se la maggioranza degli autori sceneggiatura è donna 15 punti.

Bel modo di includere le quote rosa, per nulla strumentale.

Aborro questi metodi, sono l'altra faccia del sessismo.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Voodoo - 13 Lug 2018, 16:15
Molto meglio i seni sballonzolanti di Dead or Alive, fanno meno danni.

Sono molto, molto d'accordo con tutto il ragionamento. Però in DoA6 i seni sballonzoleranno meno e i corpi saranno tutti coperti (o quasi). Scelta ipocrita, ma funzionale ad evitare attacchi violenti come quelli subiti da Soul Calibur VI per non aver coperto Ivy o per la tutina troppo attillata di Taki.

In un contesto definito da una percezione comune quasi distorta, complice anche un #metoo che da causa buona e giusta ha assunto rapidamente sfumature grottesche, trovo difficile per il videogioco riuscire a definire con serenità figure femminili. Anzi, il rischio è quello di farsi tirare dentro il vortice, come scrive Ivan.

Temo sia necessario aspettare che il clima cambi e sperare che siano più le softwarehouse come Namco e meno quelle come Tecmo Koei. Non (solo) per i corpi in mostra, ma perché in linea con quella "onestà" nella rappresentazione di figure femminili di qualsiasi tipo, anche stereotipate.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Giobbi - 13 Lug 2018, 16:24
Da osservatore mi chiedono
Perché i personaggi che preferisco sono maschi?

Credo che la risposta visto che la domanda implica l’immedesimazione sia che quel ruolo nei film/anime/sia maschile.
Sono attivi
Quindi Harlock Char Link e non una tipa senza bocca che beve sempre o si pongono la domanda di perché Link è non Zelda.
La risposta è creativo/commerciale ma la domanda indica un mettere in dubbio capacità femminili, il che è male.

Nei jrpg e simili, fire emblem, invece cercano il personaggio femminile da poter utilizzare negli scontri o come leader sulla mappa, cosa non sempre possibile.

In generale i personaggi femminili di fire emblem sono o meglio erano esempi positivi
Lucina equivale a Marth non fa la damigella tipo il rapporto Link Zelda
Mentre la tettona sul drago viene semplicemente trascurata

Quindi fire emblem ma anche Smash o volendo sportivi alla Mario tennis
Non hanno i problemi di identità o immagine di altri giochi
O Dragon quest builders
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 13 Lug 2018, 16:29
Sposterei l'attenzione dall'oggetto al suo creatore. Quante donne vorrebbero accedere a un lavoro attinente lo sviluppo dei videogiochi, e non ci riescono non tanto per incapacità o demeriti ma proprio in quanto donne?

Io vedo più spesso il contrario. Se escludiamo le leggendarie Roberta Williams e Carol Shaw, sono più le volte in cui delle donne trovano lavoro e risonanza nel mondo dei VG (in particolare Indie) pur essendo delle complete incapaci. Non faccio nomi tanto già sapete.

Nei nostri bandi se il regista è donna si prende 10 punti in più.
Se la maggioranza degli autori sceneggiatura è donna 15 punti.

Bel modo di includere le quote rosa, per nulla strumentale.
Questo è sessismo bello e buono.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Freshlem - 13 Lug 2018, 16:36
Quindi capisco il riferimento all’origine del mezzo, ma il passo avanti si può fare, è stato fatto, e sicuramente se ne faranno ancora.

Il punto, per quanto mi riguarda, è un altro. E riguarda non solo i videogiochi. Ovvero, che oggi può accadere che la rappresentazione di una figura femminile più "moderna" non sia onesta. Perché non c’è uno scrittore dietro, ma un PR. Non c'è una volontà narrativa, ma altro.

Insomma, è il videogioco che viene trascinato nel vortice del #meetoo. Quello lo trovo insopportabile.

Ciao Capo.

Ottima analisi decisamente più approfondita e meditata della mia.
Son d'accordo su quanto scrivi ma non sul giudizio finale.
Sarà che vivo "di qua", sarà che oramai son quasi 10 anni, ma quello che tu trovi insopprtabile, io lo trovo figlio dei tempi che corrono (che si, i due concetti coesistono ma lasciami argomentare - in sostanze io a differenza di te, lo giustifico).
Naughty Dog è in California.
Uno stato che da sempre rema controcorrente (o quasi) rispetto agli altri 49 (ricordiamolo..quarantonove) stati della federazione.
Uno stato relativamente di "sinistra" e "sociale" (sempre nei limiti del tessuto americano), dove il 45* presidente se ne guarda bene dal farsi vedere (sia in fase di campagna elettorale che dopo l'insediamento alla casa bianca).
Mi è difficile descrivre la società americana e mi è ancora piu difficile spiegare e giustificarne certi comportamenti e schemi mentali, tuttavia la posso sommariamente riassumere in un concetto: qui le cose vanno da un estremo all'altro. La gente molte volte non conosce le vie di mezzo e molte reazioni sono "di pancia". E per quanto simile in certi aspetti alla cara e amata Italia, qui la gente crede ancora che andando in piazza le cose possano cambiare veramente.
In California c'è una diffusa cultura (certo non accettata da tutti) di gender equality così come i diritti delle minoranze LGBT.
Qui sul curriculum non si scrive in che anno si è nati, tantomeno se si è maschi o femmina e spesso i recruiter manco vogliono vedere la foto del candidato, a scanso di qualunque discriminazione che non sia basata sull'esprienza professionale, sul percorso di studi ed esperienze extra lavorative.   

Senza scendere in ulteriori analisi e opinioni che trovano il loro tempo - che tanto pure qua ci son mille contraddizioni e cose che non vanno-, io trovo che quando un PR di queste parti (o chi per esso) decida di fare un qualcosa in rosa, non sia solo per cavalcare l'onda del momento e magari trarne qualche quattrino in più, ma semplicemente stia principalmente cercando di contrastare un'ondata di maschilismo o comuqnue di mancato rispetto delle minoranze pubblicizzato tanto dalle autorità locali (..." grab her by the pussy").
Gli americani son talmente egocentrici che hanno il "Baseball World Series" che in realtà è solo per le squadre del nord america (e poi ti guardano convinti urlando "abbiamo vinto i mondiali"...si va beh).
Di conseguenza, il movimento #metoo e tutte le altre strumentalizzazioni sono esagerazioni e reazioni  di contrasto a problemi interni al paese.
Poi il soldo facile ci sta, non sono cosi naive dal non vederlo. Ma sono abbastanza sicuro che il motivo principale in questo momento è di diffondere un messaggio di protesta.
A me va bene. Se avessi figli, non mi dispiacerebbe che il piccolo freshlem junior veda due ragazze (o anche ragazzi) baciarsi in un viggì e non si scandalizzi.

Mo' mi viene il dubbio che sono andato un po' OT.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Freshlem - 13 Lug 2018, 17:30
Non lo conosco, ho capito qual è dalla copertina ma all'epoca mi buttai su Lollipop Chainsaw. Ps3 vero?

Si, PS3. Pure su Playstation Now se non sbaglio.

Un puzzle game intervallato da fasi narrative dove le scelte del giocatore influenzano la storia.
Il triangolo che si crea mi ha ricordato molto le situazioni di Lamù e Ataru Moroboshi.

Io ho già trovato strumentale la scena lesbo del trailer di The Last of Us 2, in quella forma e in quel modo. Non so, a me i tempi non sembrano maturi e il contesto inadeguato.
Molto meglio i seni sballonzolanti di Dead or Alive, fanno meno danni.

Mi piace come i pensieri divergono.  :D
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Mr.Pickman - 13 Lug 2018, 21:19
Citazione
E quanto mi manca quella Lara fisicata e sprezzante delle origini, figlia di un pensiero maturo sulla cristallizzazione dell’eroina da comic americano, soprattutto se paragonata a quella studentessa da Erasmus che piagnucola e geme nei reboot,

:D

Citazione
"Non costringetemi a farlo!"

"SSSSSSZOCK!"

"Sei morta!"

Ho già espresso sui social-blade cosa ne penso di tutta questa storia deprimente.
Il risultato è che fai incetta di velenose critiche se porti argomentazioni valide come quelle che hai espresso. Non se ne esce.
Citazione
"Horizon è carino ma Aloy è un cesso.

"Maschilista"

"Ma no, dico solo che potevano..."

"Oh sì certo, volevi il costumino in due pezzi eh?"

"si"

Se appoggi il concetto della donna forte, cazzuta, non può essere Tyris Flare ma deve sembrare tassativamente la Boldrini. Bandito il micro costumino in due pezzi, culo piallato, seni ridotti, ecco, così può andare, eccerto. Come dici? Ah. Ma noi siamo una azienda seria, cioè dobbiamo costruire una storia fantastica ma credibile eh, nel nostro gioco non si fa sesso. 

E poi così non si turba l'animo sensibile del NUOVO popolo videogiocante. A metà tra Vice e Kotaku. 

Se, di contro, appoggi il concetto della donna reale, in tutto e per tutto, deve essere cozza.
Esempio principe l'attrice di Senua, una modella piuttosto gnoccosa, resa un mostro binocoluto, un batrace dagli occhi sporgenti, perché si sa, in Vikings son tutte ciaspe.
Che mondo squalificante che è diventato per il media :(

Leggevo da qualche parte qualche settimana fa (forse era Progamer) che per avvicinarsi alle nuove sensibilità europeiste ma che spesso partono dagli americani, diversi publisher giapponesi stanno valutando l'idea di non localizzare più i giochi che offrono una visione parziale della donna, facendosi aiutare da alcuni advisor/consulenti che adoperino la famosa accetta, quando necessaria.

Citazione
Donna che cucina? --> sessista ---> tagliare osu!

Donna che picchia uomo? ---> ok valorizza donna ---> tenere ma solo se lei cozza osu!

Non sarebbe la prima volta, del resto, ripenso subito alla localizzazioni ASSURDE dell'epoca PS in cui tagliavano "potrò mai diventare una brava moglie?" ----> "sono una donna forte"
 

Frecciata a ND:

Sul discorso ND e sulla scena lesbian dreams io sono sul chi va là.
Mi schiero apertamente con chi (con prove alla mano, quali twittate, invettive sui social, ed interviste) ha dimostrato empiricamente che a casa ND (quantomeno Druckman) "ci fa" con la tematica gay.
Cioè hanno capito che alla comunità LGBT manca un esponente "big" che si sporchi le mani con queste tematiche che fanno un gran parlare, ergo, ritorno di immagine e pubblicità. Anche il fatto di far intervenire a presentazioni famose portavoci della comunità gay o lgbt, o il fatto di aver voluto il primo cinesino transessuale minorenne (quello che appare nel trailer) fa parte di un piano preciso, forse diabolico.
Ovviamente, se dici queste cose sei automaticamente un omofobo di merda e mi sta bene. Ma continuo a pensarle. Penso che ND abbia trovato una gran comunità, composta a metà da scanzonati vadamme da tastiera e dall'altra parte un'agguerrita comunità poco tollerante, pronta a levare gli scudi, ad ogni minima interferenza della forza pinku.

Ogni giorno ringrazio sempre di più Tamsoft per i suoi giochi con le donnine che lanciano mutandine agli zombi, ti dirò. Discorso super interessante, meno il mio intervento che son fuori, anche fisicamente.
Contribuirò in maniera più estesa in caso.

Concludo con il mio ideale di pensiero-uomo.

(https://s33.postimg.cc/yzh7uih5r/tenor-4.gif) (https://postimages.org/)
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: alexross - 13 Lug 2018, 22:24
Esprimo il mio pensiero in due parole:
- vuoi fare il Lollipop chainsaw di turno con la figa che ammicca? Fallo pure, a qualcuno piace quindi  non rompete il cazzo
- vuoi fare il gioco manifesto lgbt? Fallo pure, a qualcuno piace non rompete il cazzo.

Quindi ogni gioco ha il suo pubblico, astenersi hater e rompipalle.

Trovo anche molto fastidiose le conchiglie sulle statue di assassin's creed origins per dire. Anche se è OT

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Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Brothers Killer - 14 Lug 2018, 00:23
Se per voi Senua è cozza avete problemi seri secondo me  :no: Io non la trovo così tanto diversa dall'attrice sinceramente, gli occhi in stile Meloni li ha anche lei e lo stesso i dentini un po' sporgenti, da qui a farla diventare cessa ce ne passa un mondo.

Sul discorso dei personaggi brutti poi, come molte delle reazioni eccessive che ci sono partono da osservazioni fuori luogo: cioè un personaggio è brutto, ok, è un problema? Mica ci dovete avere una relazione, è un cavolo di personaggio di un'opera di finzione. Finché è una battuta ci sta, se viene posta come critica (e ho visto farlo) boh. Soprattutto se poi mi si dice che ormai è diventato una moda fare "donne brutte che si comportano da donne forti", ma dove? Ma quando? Ma soprattutto sarebbe un problema perché? Come se l'omologazione non ci fosse già stata in passato. Ogni epoca ha una tendenza principe che la contraddistingue, e solitamente quello che segue il trend per il gusto di seguire il trend fa sempre schifetto indipendentemente dall'epoca perché carente di una motivazione concreta per essere realizzata in un certo modo, che sia la  Shadee di PoP:WW o la Lara che urla ogni secondo del reboot. Ma è qualcosa con cui dobbiamo fare i conti a prescindere. In  assoluto penso che ognuno abbia il diritto di fare tutti i sacrosanti personaggi che vuole, il discorso è sempre questo. Massima libertà ai creatori. Poi noi fruitori giudichiamo, mai per le intenzioni però.

Pure sul discorso TLoU, mettiamo pure che sia stato fatto per un discorso di marketing e non perché lo voleva fare Druckmann, qual è il problema? Non vi piace la scena? Va bene, basta che non sia per ciò che viene rappresentato ma per il come. Posto che per me TLoU è lungi dall'essere quel capolavoro di regia e scrittura che si dice in giro, a me questa scena è sembrata perfettamente in media con il livello medio del primo TloU. Sono anche certo che se in quella scena il bacio non fosse stato lesbo non ci sarebbe stata nessuna polemica. Il processo pure qui mi è sembrato essere alle intenzioni più che alla rappresentazione in genere.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Mr.Pickman - 14 Lug 2018, 04:14
Se per voi Senua è cozza avete problemi seri secondo me  :no: Io non la trovo così tanto diversa dall'attrice sinceramente, gli occhi in stile Meloni li ha anche lei e lo stesso i dentini un po' sporgenti, da qui a farla diventare cessa ce ne passa un mondo.

Sul discorso dei personaggi brutti poi, come molte delle reazioni eccessive che ci sono partono da osservazioni fuori luogo: cioè un personaggio è brutto, ok, è un problema? Mica ci dovete avere una relazione, è un cavolo di personaggio di un'opera di finzione. Finché è una battuta ci sta, se viene posta come critica (e ho visto farlo) boh. Soprattutto se poi mi si dice che ormai è diventato una moda fare "donne brutte che si comportano da donne forti", ma dove? Ma quando? Ma soprattutto sarebbe un problema perché? Come se l'omologazione non ci fosse già stata in passato. Ogni epoca ha una tendenza principe che la contraddistingue, e solitamente quello che segue il trend per il gusto di seguire il trend fa sempre schifetto indipendentemente dall'epoca perché carente di una motivazione concreta per essere realizzata in un certo modo, che sia la  Shadee di PoP:WW o la Lara che urla ogni secondo del reboot. Ma è qualcosa con cui dobbiamo fare i conti a prescindere. In  assoluto penso che ognuno abbia il diritto di fare tutti i sacrosanti personaggi che vuole, il discorso è sempre questo. Massima libertà ai creatori. Poi noi fruitori giudichiamo, mai per le intenzioni però.

Pure sul discorso TLoU, mettiamo pure che sia stato fatto per un discorso di marketing e non perché lo voleva fare Druckmann, qual è il problema? Non vi piace la scena? Va bene, basta che non sia per ciò che viene rappresentato ma per il come. Posto che per me TLoU è lungi dall'essere quel capolavoro di regia e scrittura che si dice in giro, a me questa scena è sembrata perfettamente in media con il livello medio del primo TloU. Sono anche certo che se in quella scena il bacio non fosse stato lesbo non ci sarebbe stata nessuna polemica. Il processo pure qui mi è sembrato essere alle intenzioni più che alla rappresentazione in genere.

È resa meno avvenente, ed è fatto per una motivazione suffragata anche da come è stato scelto di presentarla. "Dentini sporgenti" ...ammazza sembra una tifosa del Manchester. Anzi no, adesso non si può nemmeno più dirlo. Nemmeno far vedere un generoso seno sballonzoloso sudato, d'ora in avanti devo vedere, nelle poche partite che seguo con gli amici di mio fratello, pancioni di obesi disossati, colmi di birra e pittati come i cugini di William Wallace che urlano dittonghi primitivi su squadre di cui confondo le bandiere.
"Aleeeee Oooooooooooo...burp God Sciave the burp!"
Una meraviglia.
Ma no che dico, che autentica meraviglia.
Qua a differenza di altri posti si portano argomentazioni su cui si può dibattere amabilmente, e spesso non sono del tutto prive di ragionamento alla base.
Io contesto fortemente questa fottuta mania di de-sessualizzare le protagoniste femmine.
Così come l'inserimento "gender" ad ogni costo e compiango il culo che i programmatori si devono fare per applicare tutte le variabili (hai detto bene) ad un opera di pura, incontaminata, frizzante fantasia.
Se Shepard non tromba la Asari di turno, per me ci può stare, mentre una fetta di giocatori non ci dorme la notte.
Uno sviluppatore deve tenere conto di tutto al giorno d'oggi?
Allora esigo nel prossimo GTA i ristoranti vegani, io non mangio carne. Mi sento offeso ad essere costretto di dover consumare dei cadaveri di animali. Ma del resto, hanno persino messo la donnina in Assassin'Creed: Mythos o come si chiama e già specificato che sarà possibile avere rapporti omosessuali.
Beh certo, FULCRO dei passati AC.
Quando Ruko usava Ezio, sicuramente pensava a come inchiodare qualche bella figliola di Aleppo.
Io quando solcavo Venezia, lamentavo di non avere la possibilità di toccare anche i culi oltre che borseggiare i pomposi mercanti del Cà.
Vabbè questa la dovevo scrivere questa connessione sentimentale.
Il punto è che "il gusto" di questa vasta comunità di rompi-coglioni tracima e lede i miei diritti di giocare con super-bonazze assurde degli MMO coreani, o protagoniste avvenenti da Heavy Metal (il film) o Druuna di Serpieri. Perché sono loro che hanno iniziato per primi questa assurda guerra concettuale a colpi di arcobaleno, diritti negati, tette ridotte, culi smorzati, e rispetto per le donne cit.

Secondo te ci sarebbe stata la coppia di omosessuali in Vampyr se fosse stato pubblicato nel 2004 tipo? Secondo me, no, assolutamente.
Non mi danno fastidio, sia ben intenso, e non sto per dire "ho amici omosessuali" salvo poi salvinizzarmi e dire "alla fin fine mi stanno sul cazzo le loro variopinte kermesse falliche" semplicemente vedo i devteam di mezzo mondo troppo servizievoli a seguire i gusti del pubblico, che notoriamente non capisce un cazzo, mentre l'altra metà fa finta di capire. Non a caso si parla di service-game (anche se intendono tutt'altro, è bene specificarlo)
Non capisco perché non si possa accettare remissivamente l'ideazione di creativi che semplicemente "creano" ed è il loro lavoro. E lo fanno usando sensibilità anche diverse dalla mia. E ben venga.

Riguardo al bacio lesbian di TLOU2... beh

È l'idea dietro al bacio che confligge, non il bacio in sé.
Del bacio, innocente, tenero e romantico, non penso si possa dire nulla, anche il gioco di regia che lo propone è a dir poco straordinario. Posto che Left Behind l'aveva già toccata sta faccenda, e mostrando il primo bacio omosessuale tra due bambine, hanno rischiato di brutto, vincendo, e alla grande (in quella scena, gusto, sensibilità, tatto...c'è tutto). Poi è chiaro, ognuno fa quel che vuole, compra quel che vuole, sviluppa quel che vuole, ma è come dire "Ho le natiche dentro i pantaloni ragazzi voi?"

È ovvio che seguiranno e perseguiranno la loro idea o la loro "hidden agenda".

Cmq, il video che "attacca" ND, e sarebbe bene guardarlo per portare questa sfumatura della discussione ad un gradino superiore, è questo:

The Naughty Dog "Agenda" - An Honest, Open Conversation
https://www.youtube.com/watch?v=sZwYCgNkmFY&t=718s
 
 :-*
 

 
 
 
 
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 14 Lug 2018, 09:35
Parlare di certi argomenti ti espone ad ogni sorta di critica, è un po' la classica coperta che la tiri da una parte e ti scopre dal'altra, pure se le tue intenzioni sono buone e ci vai coi piedi di piombo dirai SEMPRE qualcosa che può essere mal interpretato o travisato da chiunque.
E' un argomento scottante in cui buoni e cattivi si mischiano ed è facile fraintendere. Soprattutto perché ognuno di noi è figlio della propria storia e tende a considerare l'esperienza persona come assoluta.
Per una donna è più semplice esporsi perché si presuppone scevra da ogni condizionamento di natura sessuale nel giudicare il proprio genere.

Riassumendo: sì, a volte i publisher possono spingere forzatamente per una maggior rappresentanza di genere/razza per soli motivi di marketing. Mi infastidisce però che si noti solo quello e non tutte le centinaia di altre cose, magari più fastidiose, che fanno sempre per motivi di marketing. Inoltre, a prescindere da dove arrivi l'impulso per fare una cosa del genere, il giudizio va sempre fatto AL PRODOTTO, non alle intenzioni. Insomma mi va bene che nell'open post critichi Senua, Chloe o qualunque personaggio femminile che cerchi di essere più complesso e meno stereotipico del solito fallendo (almeno secondo la tua opinione) ma non vedo perché demonizzare il trend che invece non riesco a non vedere come positivo. Il problema è semplicemente il modo in cui personaggi sono scritti/rappresentati, non il tentare di farlo. Anche perché citi esempi di personaggi che pur ricadendo nello stereotipo riescono a farci qualcosa di sovversivo/ironico, ma per ogni personaggio così quanti centinaia di altri personaggi piatti esistono? (posto che poi nonostante capisca cosa Kojima volesse fare con Quiet trovi la riuscita davvero tanto tanto tanto pessima, davvero non capisco come si possa considerare quello accettabile e poi sputare su Senua)
Enucleo questo brano, dove si concentrano le questioni.
Sul "processo alle intenzioni" capisco il rilievo ma, tolto il caso del trailer di TloU2, il resto dei giudizi, ovviamente opinabile, è dato nel merito. Sul futuro titolo ND io mi ritrovo molto nell'opinione di Pickman, alla legittima prerogativa di narrare quello che si vuole e come si vuole corrisponde molto mestiere nel pizzicare un pubblico evidentemente abituato alle polarizzazioni e alla spettacolarizzazione. Non è un giudizio su come e perché tutto ciò verrà sviluppato nel gioco, è una perplessità data dal taglio di un trailer che in pochi minuti deve mostrare la bontà del titolo. E' una scelta pubblicitaria che a mio modo di vedere strumentalizza quel genere di sentimento alla luce dello sguardo adolescenziale/ormonale maschile che passa da instagram a qualche filmato di Swalloved nei portali porno. Nessuno vede l'unione omosessuale come un problema o qualcosa di detestabile (qualcuno che sia un cittadino del mondo e che non viva in una caverna sottomarina intendo), ma ND conosce bene il proprio bacino di utenza e l'operazione a un un sottofondo politico/sociale che io, personalmente avrei affrontato in modo diverso. Siccome non stiamo parlando di ONLUS ma di grandi multinazionali che hanno un ufficio marketing e team di qualsiasi tipo dedicati allo studio degli effetti sul mercato di certi prodotti, io direi che una discussione in merito possa scaturire.
Poi, sulla questione del prodotto fatto e finito da giudicare, hai solo che ragione. Insieme all'osservazione sul "modo" invece che sul "cosa".
Per quanto riguarda l'altra questione (Senua, Chloe ecc.) è proprio con la consapevolezza che critico. Mi pare di ricordare, correggimi, che proprio tu, nel topic di Hellblade, hai dimostrato qualche perplessità sul valore di scrittura del gioco, visto che le sofferenze di Senua sembravano un po' fini a se stesse. Ecco, io la penso uguale e lo lego per questo alle scelte estetiche in senso di presunzione. Non vuoi che la tua vichinga sia un corpo oggetto che distragga dalla sua immersione dell'inconscio? Bene, lo accetto e mi piace. Ma se a me, donna di 40 anni, le tue scorribande nell'Io, Super Io e via dicendo mi suonano come un intervento di Paolo Crepet a Pomeriggio 5 che discetta di pruderei dell'ego beh...a quel punto quello che mi offri a me arriva come presuntuoso e pretestuoso. Oltre al fatto che il tutto non è sorretto da un buon gameplay (opinione personale, ovvio), per cui metto tutto insieme e dico: "Ah, donna realistica e non accattivante esteticamente, proiezioni junghiane da supermercato, giocabilità da mani in faccia" = fallimento totale. Qualcuno ti impedisce di farlo come esperimento? Mai. Qualcuno dice che è una strada che non va tentata? Per carità, siamo liberi. Ma io ho cacciato 30 euro e ho comprato la tua offerta. E la trovo carente.
Quindi sputo su Senua (finta profondità) e applaudo a Quiet (cavallo di...ehm... :D troia) poiché in quest'ultima trovo una narrazione concettuale più spessa sotto forma di provocazione estetica.
Oltre al fatto che, alla fine della fiera, è uno spettacolo migliore.  :)
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 14 Lug 2018, 09:43
Nimrod, Tris, Pong: il videogioco nasce asessuato. La sua restante evoluzione con personaggi esplicitamente maschili e femminili è più formale che sostanziale dato che per la maggior parte delle meccaniche ludiche, avere come protagonista un uomo piuttosto che una donna non modifica l'esperienza di gioco in sé. Rimangono ovviamente escluse le avventure con una narrazione fortemente incentrata sulla storia, e solo nel caso il genere - maschio o femmina - porti in dote possibilità e limiti che asserviscano la coerenza degli eventi; per lo stesso motivo, sono esclusi i giochi di ruolo. Per qualsiasi altro genere: che si parli di un pilota o di una pilota, di un soldato piuttosto di una soldatessa, di un esploratore anziché di una esploratrice, è del tutto ininfluente su cosa si possa fare o cosa sia precluso all'interno dell'universo di gioco.
beh questo rientra nella questione "evoluzione del medium" che accennavo all'inizio. Siccome il videogioco "può" anche narrare storie allora tutto il resto delle problematiche segue a ruota.
Però, ecco, Lady Bug era per femmine e Jungle Hunt era per maschi.
L'han fatto perchè la moda attuale impone le quote rosa in qualsiasi cosa. Quindi si prendono film a quota 100% maschile tipo ghostbusters o ocean's eleven e si fanno le versioni 100% femminile. Non importa il risultato l'importante è che sia tutto al femminile.
A questo si risponde così:
Si, ma quel reboot poi fa schifo per le quote rosa imposte? Che ci sia del marketing che punta a quelle cose per cercare di espandere il target è un conto, ma da qui a dire che lo scempio è dovuto all'idea in sé, e non alla realizzazione, e quindi critiche aprioristiche schifate per il reboot al femminile, è tutta un'altra storia.
Eh, perfetta risposta. Ma qual è sta lobby femminista Drone? Scie kimike e lobby farmaceutiche!!11!!!
E Daje!  :)



Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 14 Lug 2018, 09:53
la tutina troppo attillata di Taki.
Da sempre la mia sosia!  :yes: #transcendingboobsandass, a tale of legsandbreast  :D
Comunque quotissimo.
Da osservatore mi chiedono
Perché i personaggi che preferisco sono maschi?
Credo che la risposta visto che la domanda implica l’immedesimazione sia che quel ruolo nei film/anime/sia maschile.
Sono attivi
Ma non credi che l'industria abbia tuttavia provato a dar voce a personaggi femminili? Oppure, per capire bene la tua opinione, affermi proprio che, visti i risultati, allora meglio tornare all'uomo che si racconta?
Ti ricordo che sei musicista, quindi parti con un malus comunicativo non da poco!  :D  :-*

Mi piace come i pensieri divergono.  :D
Fresh, tra poco hai PM con plot twist!  ;)
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 14 Lug 2018, 10:04
Esprimo il mio pensiero in due parole:
- vuoi fare il Lollipop chainsaw di turno con la figa che ammicca? Fallo pure, a qualcuno piace quindi  non rompete il cazzo
- vuoi fare il gioco manifesto lgbt? Fallo pure, a qualcuno piace non rompete il cazzo
Mi piace quando fai l'Alessandro Magno col nodo gordiano!  :yes:

Per il resto quoto a squirting Pickman, che dice sempre cose vere, giuste e circostanziate!  :yes:

A parte quando parla di Ridley Scott, ecco, lì non ci capisce proprio un cazzo.  :D
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Brothers Killer - 14 Lug 2018, 10:49
È resa meno avvenente, ed è fatto per una motivazione suffragata anche da come è stato scelto di presentarla. "Dentini sporgenti" ...ammazza sembra una tifosa del Manchester. Anzi no, adesso non si può nemmeno più dirlo.

Spoiler (click to show/hide)

Davvero, non capisco.

Citazione
Nemmeno far vedere un generoso seno sballonzoloso sudato, d'ora in avanti devo vedere, nelle poche partite che seguo con gli amici di mio fratello, pancioni di obesi disossati, colmi di birra e pittati come i cugini di William Wallace che urlano dittonghi primitivi su squadre di cui confondo le bandiere.
"Aleeeee Oooooooooooo...burp God Sciave the burp!"
Una meraviglia.
Ma no che dico, che autentica meraviglia.
Qua a differenza di altri posti si portano argomentazioni su cui si può dibattere amabilmente, e spesso non sono del tutto prive di ragionamento alla base.
Io contesto fortemente questa fottuta mania di de-sessualizzare le protagoniste femmine.
Così come l'inserimento "gender" ad ogni costo e compiango il culo che i programmatori si devono fare per applicare tutte le variabili (hai detto bene) ad un opera di pura, incontaminata, frizzante fantasia.
Se Shepard non tromba la Asari di turno, per me ci può stare, mentre una fetta di giocatori non ci dorme la notte.

Ma puoi fare esempi specifici? Perché di giochi in cui tutti i personaggi sono obesi che ruttano non mi pare di averli ancora visti  :D La desessualizzazione mi sembra tutt'altro che così pronunciata da farne un problema di cui ci si può addirittura lamentare, come se non esistano più donne procaci nei videogiochi al giorno d'oggi.

Citazione
Uno sviluppatore deve tenere conto di tutto al giorno d'oggi?

Se vuoi vendere? Sì. Dietro le motivazioni per cui AC ha inserito il personaggio femminile e i rapporti homo non c'è un ragionamento tanto diverso da quello che ha portato ad inserire le microtransazioni, sempre roba inserita pensando prima al marketing è.

Citazione
Il punto è che "il gusto" di questa vasta comunità di rompi-coglioni tracima e lede i miei diritti di giocare con super-bonazze assurde degli MMO coreani, o protagoniste avvenenti da Heavy Metal (il film) o Druuna di Serpieri. Perché sono loro che hanno iniziato per primi questa assurda guerra concettuale a colpi di arcobaleno, diritti negati, tette ridotte, culi smorzati, e rispetto per le donne cit.

No, sono gli altri che hanno rotto per primi. La loro è una risposta che si è espansa a volte in maniera esagerata, ma in primis una risposta. Nessuno ti rompe i coglioni se vuoi giocare solo giochi con le tipe con fisica delle tette assurda degli MMO coreani, ma tu fai lo stesso e non rompere i coglioni agli altri perché non c'è la bonazza assurda nel gioco X.

Citazione
Secondo te ci sarebbe stata la coppia di omosessuali in Vampyr se fosse stato pubblicato nel 2004 tipo? Secondo me, no, assolutamente.

Adesso non vorrei dire una cazzata, ma se la mia memoria non mi inganna erano presenti in Vampire: The Masquerade - Bloodlines... Targato appunto 2004.

Citazione
Riguardo al bacio lesbian di TLOU2... beh

È l'idea dietro al bacio che confligge, non il bacio in sé.
Del bacio, innocente, tenero e romantico, non penso si possa dire nulla, anche il gioco di regia che lo propone è a dir poco straordinario. Posto che Left Behind l'aveva già toccata sta faccenda, e mostrando il primo bacio omosessuale tra due bambine, hanno rischiato di brutto, vincendo, e alla grande (in quella scena, gusto, sensibilità, tatto...c'è tutto). Poi è chiaro, ognuno fa quel che vuole, compra quel che vuole, sviluppa quel che vuole, ma è come dire "Ho le natiche dentro i pantaloni ragazzi voi?"

È ovvio che seguiranno e perseguiranno la loro idea o la loro "hidden agenda".

Cmq, il video che "attacca" ND, e sarebbe bene guardarlo per portare questa sfumatura della discussione ad un gradino superiore, è questo:

The Naughty Dog "Agenda" - An Honest, Open Conversation
https://www.youtube.com/watch?v=sZwYCgNkmFY&t=718s
 
 :-*

Quel video l'ho visto l'altro giorno e non sono d'accordo appunto perché alla fine si limita a criticare le scelte di marketing e immagine, e non la scena in sé. Ma dice lui stesso che il modo in cui hanno inserito certe cose non l'ha per niente disturbato e si limita a criticare la deriva del contesto (tweet, immagine social, intervistatori, attori scelti ecc.). Cosa di cui a me frega una mazza. Io dico che uno può pubblicizzarsi come cavolo vuole, ND ha deciso di farsi portabandiera LGBT? Non mi sembra neanche ipocrita visto che nello studio quella spinta è sentita davvero (diversi membri sono appunto omosessuali), per cui sinceramente non mi interessa. Se loro vogliono fare così ben sia. Io non ho particolari problemi e non ne sono neanche infastidito, giudico quello che vedo nel prodotto e quello che hanno mostrato mi è piaciuto.

Enucleo questo brano, dove si concentrano le questioni.
Sul "processo alle intenzioni" capisco il rilievo ma, tolto il caso del trailer di TloU2, il resto dei giudizi, ovviamente opinabile, è dato nel merito. Sul futuro titolo ND io mi ritrovo molto nell'opinione di Pickman, alla legittima prerogativa di narrare quello che si vuole e come si vuole corrisponde molto mestiere nel pizzicare un pubblico evidentemente abituato alle polarizzazioni e alla spettacolarizzazione. Non è un giudizio su come e perché tutto ciò verrà sviluppato nel gioco, è una perplessità data dal taglio di un trailer che in pochi minuti deve mostrare la bontà del titolo. E' una scelta pubblicitaria che a mio modo di vedere strumentalizza quel genere di sentimento alla luce dello sguardo adolescenziale/ormonale maschile che passa da instagram a qualche filmato di Swalloved nei portali porno. Nessuno vede l'unione omosessuale come un problema o qualcosa di detestabile (qualcuno che sia un cittadino del mondo e che non viva in una caverna sottomarina intendo), ma ND conosce bene il proprio bacino di utenza e l'operazione a un un sottofondo politico/sociale che io, personalmente avrei affrontato in modo diverso. Siccome non stiamo parlando di ONLUS ma di grandi multinazionali che hanno un ufficio marketing e team di qualsiasi tipo dedicati allo studio degli effetti sul mercato di certi prodotti, io direi che una discussione in merito possa scaturire.
Poi, sulla questione del prodotto fatto e finito da giudicare, hai solo che ragione. Insieme all'osservazione sul "modo" invece che sul "cosa".

Ma guarda ripeto, che si sia trattato di un utilizzo strumentale (che sia marketing o semplice fierezza di Druckman che si sfrega le mani pensando di essere il più progressista di tutti e si gongola pensando alla comunità LGBT che lo esalta come salvatore) mi sembra indubbio. Però appunto, il marketing è pieno di utilizzi strumentali di qualunque cosa, dal sixaxis che faceva muovere le tette in Sigma 2 a i giochi che si promuovono affermando di avere una trama complessa ed emozionante, l'importante è riconoscere questa fuffa e andare a vedere ciò che ci sta dietro. E ciò che sta dietro alla presentazione di TLoU non mi ha particolarmente infastidito, anzi alcuni tocchi (come il montaggio tra "i think they should be terrified of you" e la scena cruenta di gameplay subito dopo) li ho trovati niente male, anche se limitiamo l'analisi al contesto del solo trailer. Secondo me è molto più offensiva una dichiarazione come quelle randomiche alla Ubisoft "inseriremo anche i rapporti omosessuali in AC" senza mostrare nulla, che fanno davvero temere che certe cose siano state inserite perché sì e senza un pensiero realmente costruttivo dietro, piuttosto che quanto visto nel trailer di TLoU 2 che mi sembra in perfetta continuità con quanto era presente nel primo e anzi sembra suggerire una costruzione narrativa non banale dietro. Insomma avesse mostrato solo la scena del bacio sarei stato più critico, ma inserita nel contesto mi ha fatto percepire che è qualcosa che avrà un senso nella narrazione e non è stata inserita per gusto strumentale e basta.

Citazione
Per quanto riguarda l'altra questione (Senua, Chloe ecc.) è proprio con la consapevolezza che critico. Mi pare di ricordare, correggimi, che proprio tu, nel topic di Hellblade, hai dimostrato qualche perplessità sul valore di scrittura del gioco, visto che le sofferenze di Senua sembravano un po' fini a se stesse. Ecco, io la penso uguale e lo lego per questo alle scelte estetiche in senso di presunzione. Non vuoi che la tua vichinga sia un corpo oggetto che distragga dalla sua immersione dell'inconscio? Bene, lo accetto e mi piace. Ma se a me, donna di 40 anni, le tue scorribande nell'Io, Super Io e via dicendo mi suonano come un intervento di Paolo Crepet a Pomeriggio 5 che discetta di pruderei dell'ego beh...a quel punto quello che mi offri a me arriva come presuntuoso e pretestuoso. Oltre al fatto che il tutto non è sorretto da un buon gameplay (opinione personale, ovvio), per cui metto tutto insieme e dico: "Ah, donna realistica e non accattivante esteticamente, proiezioni junghiane da supermercato, giocabilità da mani in faccia" = fallimento totale. Qualcuno ti impedisce di farlo come esperimento? Mai. Qualcuno dice che è una strada che non va tentata? Per carità, siamo liberi. Ma io ho cacciato 30 euro e ho comprato la tua offerta. E la trovo carente.
Quindi sputo su Senua (finta profondità) e applaudo a Quiet (cavallo di...ehm... :D troia) poiché in quest'ultima trovo una narrazione concettuale più spessa sotto forma di provocazione estetica.
Oltre al fatto che, alla fine della fiera, è uno spettacolo migliore.  :)

Ricordi bene, non ho apprezzato così tanto la scrittura del gioco. Anche se ho personalmente trovato molto efficace la messa in scena, la regia e il sound design, che sopperiscono parecchio dal lato esperienziale a quello che manca lato scrittura nuda e cruda. Il problema principale è stato il gameplay.

Detto questo, secondo me il motivo per cui sono insorti questi problemi ed il gioco risulta pretenzioso non parte dal personaggio femminile, la questione di genere non centra proprio nulla. Parte dal fatto che il gioco vuole essere un "gioco complesso che rappresenti la realtà della malattia mentale" e praticamente tutto il marketing e la direzione generale del gioco converga su quello. È una questione che travalica il genere, è un po' come quei papponi a medio budget americani da oscar che vogliono rappresentare un "tema forte" e basta finendo paradossalmente per sminuirlo, è proprio il fatto che si voglia partire dal tema e sviluppare tutta l'attenzione su quello che solitamente arriva a deteriorare la riuscita, mentre solitamente quando il tema è inserito in maniera circostanziale all'interno di una narrazione strutturata anche su altro riesce solitamente ad emergere in maniera più forte. Appunto perché non devono concentrare la narrazione solo su quello e certe cose possono emergere naturalmente.

Poi se proprio devo dire la mia a livello assoluto, per essere appunto un gioco che vuole urlarti in faccia "GUARDA SONO UN GIOCO SULLA MALATTIA MENTALE GUARDA CHE BRUTTA E' LA MALATTIA MENTALE GUARDA COSA GENERA LA MALATTIA MENTALE GUARDA COME SI ELABORA LA MALATTIA MENTALE", è riuscito comunque molto sopra alle aspettative, principalmente perché ha deciso di concentrarsi più su farla vivere, quell'esperienza, che non solo sul lato dialogico della stessa. Insomma almeno c'è più show don't tell, che male non fa (sebbene come abbia scritto nel post penso che il gameplay così guidato depotenzi questo lato esperienziale).

Quiet non mi è piaciuta perché concettualmente voleva essere spessa, ma lato realizzativo oltre ad essere sottile come un baobab, visto che il rapporto fra estetica e realtà interiore è reso esagerando all'infinito la prima e facendo il solito spiegone Kojimiano logorroico sulla seconda, è fortemente minata da un paio di cutscene davvero imbarazzanti e la costanza del gioco nel trattarla come oggetto voyeuristico che finisce per rendere praticamente assente l'altra parte del concetto che vuole esprimere, quella appunto "profonda". Per me è mille volte più pretenziosa di Senua, visto che anche lei voleva essere appunto qualcosa di concettualmente spesso ma almeno il gioco di Ninja Theory riesce a farti calare nei panni di un personaggio con quella condizione mentale, mentre ciò che Kojima voleva fare con Quiet viene urlato anche più di quanto i NT ti urlino addosso sulla questione della malattia mentale.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Giobbi - 14 Lug 2018, 18:07
Da osservatore mi chiedono
Perché i personaggi che preferisco sono maschi?
Credo che la risposta visto che la domanda implica l’immedesimazione sia che quel ruolo nei film/anime/sia maschile.
Sono attivi
Ma non credi che l'industria abbia tuttavia provato a dar voce a personaggi femminili? Oppure, per capire bene la tua opinione, affermi proprio che, visti i risultati, allora meglio tornare all'uomo che si racconta?
Ti ricordo che sei musicista, quindi parti con un malus comunicativo non da poco!  :D  :-*

Riguardo i musicisti attenzione che hai una opinione un po' strana evidentemente riguardo Bob Dylan, Woodstock, Pink Floyd, Peter Gabriel e il recupero di Biko, Fabrizio De André, etc.
Come ti dicevo é in genere in contrario, un certo genere di sensibilità e di più o meno forzato ascolto porta ad una certa possibilità di influenza.
Ma il discorso é piuttosto complesso perché é anche vero che la musica rileva i limiti del dialogo in una lingua predeterminata.

Tornando IT non ho un'opinione in merito, rilevo solo che i giochi con personaggi preferiti a parte qualcosina fatto bene e femminile (e che no, questi sono pochissimi in confronto a Gears of War e baggianate sparecchine varie) tipo New Style Boutique come characters sono quelli dove personaggi femminili vengono messi sullo stesso piano di quelli maschili ad esempio God of...

Nope..

Ad esempio gli sportivi: Kart, Tennis o Smash, il 3D world, appunto alcuni Fire Emblem, volendo pokemon se interessasse, Odin Sphere, alcuni jrpg

AAA occidentali non si muovono benissimo, da Tomb Raider al comunque molto maschile Horizon hanno forzature piuttosto inutili in questo senso

Se l'uomo racconta sì, probabilmente meglio resti uomo...
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Drone_451 - 15 Lug 2018, 20:24
Vista la trasposizione netflixiana di the last of us. Tre protagoniste femminili. Un uomo tenuto come mascotte, l'ancello. Di solito uno sfigato sulla via della redenzione, ormai il clichè è questo.

Gemma Artenton, che avrebbe molto da dire, struccata con i pantaloni calati.

Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: eugenio - 16 Lug 2018, 09:53
Però, ecco, Lady Bug era per femmine e Jungle Hunt era per maschi.

Forse come risultato di futili tentativi di marketing. Di fatto, entrambi i giochi citati hanno meccaniche totalmente slegate dal genere sessuale dei protagonisti.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: slataper - 16 Lug 2018, 10:40
Ho pensato più volte di dare un contributo al topic ma mi blocca una domanda: da maschio occidentale, eterosessuale, cresciuto con l'opposizione macchinine/bambole, iniziato all'immaginario erotico da Colpo grosso... il mio punto di vista non rischia di essere ristrettissimo?

Mi offendono le immagini femminili, per esempio, di DOA? No. Mi divertono? Sì. Devo sentirmi poco evoluto poiché mi divertono? Non so. Avrei una visione più critica se vivessi in un paese nordeuropeo o anglosassone? Probabilmente.

Di una cosa sono sicuro: se qualcosa lede la sensibilità di molte persone, va messo in discussione. Non abolito o censurato, ma messo in discussione. Sarebbe interessante sapere quante donne si sentano offese, imbarazzate o ridicolizzate dai personaggi femminili più in voga nei videogiochi.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Diegocuneo - 16 Lug 2018, 16:17
Vero che ci sono minoranze da preservare,modi sbagliati da combattere ecc ecc ma il ruolo della donna  e la sua rappresentazione nei VG mi sembra,ad oggi,semplicemente un riflesso del sentire comune che attraversa tutte le opere di ingegno più classiche e mainstream,tra cui televisione,cinema e appunto VG.
Non vedo differenze di trattamento o di sensibilità.
In entrambi i contenitori abbiamo modi sbagliati di affrontare l'argomento,modi giusti e modi piacioni.Dipende sempre tutto da chi  questo argomento lo espone.

Tanto sta pure nell'occhio di chi guarda,perchè per me Senua e la nuova Lara son sempre mezze buone eh,meno stereotipate ma non meno sessualizzate,in quanto i movimenti di macchina di quando si infilano in pertugi o si schiacciano su pareti ecc ecc son sempre a riprendere culo e tette.Mettiamoci pure gli ansiti continui e la violenza un po' pornografica sul corpo del pg (Lara nel primo titolo di reboot era incredibile) e direi che il sesso non manca mai.
Male?NO,w la vagina,sempre.
Desessualizzate?Mica tanto...

Le lottatrici di DOA son più vestite?Si ma son buone come il pane...


Tutti questi esempi per me dicono che il tutto sia più una questione di gusto estetico,non altro.

Andiamo invece a parlare dell'altro esempio tirato in ballo per The Last of Us 2:...madai...
Sono dei piacioni,tra bacio lesbo e pornografia della violenza ultradettagliata,gratuita e che si prende maledettamente sul serio,il problema è la rappresentazione delle due ragazze? :D
Si vuol solo far parlare e basta.

Il Diavolo è negli occhi di chi guarda,quasi sempre ci si fossilizza sulla visione culturale che ci portiamo dietro,ma davvero questi VG più narrativi esprimono solo il mainstream da cui vengono,e stop.
Quindi si ritorna nuovamente nella qualità di scrittura di chi produce l'opera,nel target a cui è indirizzata,nei propositi commerciali.
Il gusto nel VG migliorerà con gusto generale,se migliorerà,perchè oggi QUEI tipi di VG sono esattamente QUEL tipo di intrattenimento globale.

Nel 2013 GTA5 insegna che mentre tutti guardano a Trevor,Michael ha una famiglia moderna,difficile,esagerata nell'eccesso ma verosimile.Dove il quotidiano,i nuovi desideri,la tecnologia e le mode erodono ogni possibilità di confronto sereno.Dove la moglie di Michael è una bella donna ma "grossa" per le gravidanze,mentre cerca comunque di mantenersi in forma per se e per il suo matrimonio.E pace se si scoperebbe l'istruttore di Yoga...perchè lui:se la caga.
E se magari con Michael arrivi in casa una sera e vai nella camera da letto non la trovi,o la trovi che dorme a faccia in giu coi fazzoletti per le lacrime sul comodino.
E poi ti manda affanculo e poi magari ti perdona perchè è solo un essere umano e non fa solo schifo.


Questo nel 2013,ma parliamo di rockstar,non di Ninja Theory o N.D.

Cambiano le mode e i gusti generali,cambia la visione generale di certi argomenti.Per grazia di Satana le donne,i neri,i gay e altre minoranze hanno molta più voce in capitolo nella creazione di contenuti ed è proprio qui che cambiano le cose:con le possibilità espressive.
Non ci sono disegni cospirazionistici dietro,non troppo almeno :)

Ma quello che conta nella rappresentazione spicciola è l'autore


Ci sarebbe ben altro da dire ma si poteva dire pure in meno parole
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Mr.Pickman - 16 Lug 2018, 18:58
Esprimo il mio pensiero in due parole:
- vuoi fare il Lollipop chainsaw di turno con la figa che ammicca? Fallo pure, a qualcuno piace quindi  non rompete il cazzo
- vuoi fare il gioco manifesto lgbt? Fallo pure, a qualcuno piace non rompete il cazzo
Mi piace quando fai l'Alessandro Magno col nodo gordiano!  :yes:

Per il resto quoto a squirting Pickman, che dice sempre cose vere, giuste e circostanziate!  :yes:

A parte quando parla di Ridley Scott, ecco, lì non ci capisce proprio un cazzo.  :D

Citazione
Lara dell'Erasmus e Senua's Paolo Crépet

e io ti amo, virtualmente, s'intende.  :-*
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: EGO - 16 Lug 2018, 19:26
Mah. Boh. La figura della donna? O la rappresentazione della donna? O che altro?

A me dà un po’ fastidio leggere che le donne nei VG dovrebbero essere più “normali” perché quelle troppo fighe “propongono modelli irraggiungibili dalla maggior parte delle donne” (hint: neanche Belen è proprio figa quanto Belen una volta che la strucchi, la spettini e le impedisci di dormire per 48 ore filate) o perché “they’re just there to please the male gaze”. Francamente ho smesso di spipparmi sulle donne dei VG dopo Soul Edge, e figure come Quiet o Bayonetta non mi impediscono di apprezzare donne “normali” nella vita di tutti i giorni. Gli adolescenti ce l’hanno duro tutto il giorno, questo è naturale, amen. Se non glielo fa rizzare Chloe, glielo farà rizzare qualcun’altra. Inutile combattere la sessualizzazione come se fosse una piaga. Che poi magari avere come avatar una strafiga fa piacere anche alle donne, sai mai.

Questa cosa della “rappresentazione” è un argomento talmente ricco di contraddizioni e incongruenze, che finisce per non avere alcun valore. Le stesse persone che deridono i “maschi insicuri” che rifiutano di giocare un gioco con protagonista femminile, spesso sono gli stessi che dicono “voglio poter usare un personaggio nero perché io sono nero e mi sento più rappresentato, mi sono rotto i coglioni di protagonisti bianchi”. Ovviamente costoro la contraddizione non la vedono. A loro basta che siano rappresentati generi e colori che ritengono oppressi, e chi se ne incula di logica e coerenza. In questi giorni infuria la questione di quella dipendente di Arenanet licenziata perché ha insultato gratuitamente uno su Twitter. Quando Adam Orth, allora dipendente MS, si rese ridicolo su Twitter per difendere il progetto originale dell’XBox1, pur senza insultare nessuno, venne licenziato e tutti lo trovarono sacrosanto. Nel caso di questi giorni, c’e invece chi trova il licenziamento della signora ingiustificato e pericoloso perché ha scatenato i soliti Gamergater e perché... be’, inutile negarlo: perché è una donna e una donna non la puoi licenziare sui due piedi, altrimenti “dai l’idea che sia giusto licenziare una donna sui due piedi”. Insomma, le pari opportunità vanno bene solo se portano benefici; quando si arriva agli aspetti negativi, certe categorie devono godere di protezione extra.

Comunque, per quanto concerne i VG e le loro donne. L’aspetto estetico mi interessa e certamente mi compiace se viene incontro ai miei gusti, ma non ritengo che ridurre la coppa di Lara sia un tradimento artistico, e i “costumi” eccessivamente rivelatori li trovo ridicoli più spesso che no. Quando vidi i primi artwork di Soul Calibur 4, rimasi abbastanza disgustato dal fatto che ogni donna avesse delle tette spropositate, anche quelle che prima erano relativamente piatte, come Cassandra. E non ho mai nascosto di trovare ridicole situazioni come in Dragon Quest 8, dove il personaggio femminile può acquistare una “armatura” fatta praticamente di filo interdentale (di ferro) subito prima della montagna innevata. Insomma, quell’esagerazione adolescenziale figlia soprattutto dei VG occidentali anni Novanta è giustamente da criticare. D’altra parte, chi si fregia del fatto di non poter giocare a Bayonetta perché si vergogna e/o è infastidito dalla sessualizzazione “eccessiva”, è all’estremo opposto e lo trovo altrettanto criticabile.

Dal punto di vista del personaggio, se è ben sviluppato, bene; se no, pazienza. Non me ne può fregare di meno se Peach non ha praticamente personalità - anche se poi, in verità, nella serie Mario & Luigi RPG è un bel personaggino, ma naturalmente quei giochi “non contano” di fronte alle altre dozzine di giochi di Mario in cui Peach è la vacua damigella da salvare, o - orrore! - di fronte a Super Princess Peach, che è lo zenith del sessismo perché Peach cambia poteri in base al suo umore.
Lietissimo di controllare le gesta di una donna tosta, capace e determinata, anche se la preferisco coerente, cioè non come la Lara che ha orrore di ammazzare un uomo e poi in dieci minuti ne ammazza cento. Final Fantasy ha portato avanti le sue trame innumerevoli volte grazie alle donne - Celes, Tifa, Rinoa, Lightning - eppure oggi si dice che il Giappone sia “prigioniero del sessismo e degli stereotipi, incapace di evolvere, se ne infischia del progresso fatto dall’occidente”, e si porta immancabilmente come Exhibit A le imbarazzanti cutscene di Star Ocean 4 o i design di Xenoblade 2 (ecco, quelle sono tette ridicole, dai, ed è un peccato perché penzolano dal torace di due donne peraltro splendide).

Certo, come già ben detto da Ivan, se dietro al personaggio donna c’è più PR che onesta voglia di scrivere un personaggio credibile, lo troverò stucchevole. Al di là della sincerità e della regia della famosa scena di TLOU2, è inutile negare che l’omosessualità di Ellie è stata praticamente il primo elemento del gioco sbandierato da Naughty Dog, ed è inutile negare che averla messa in primo piano nel filmato dell’E3, prima ancora del gameplay, sia paraculaggine bella e buona. È ridicolo dire che le donnine con le tettone e il tanga siano “pandering” nei confronti del “pubescent white male” e che invece il bacio saffico di Ellie sia “progressive”. I dev conoscono benissimo il loro pubblico. Qualsiasi dev che non viva sotto una roccia segue i social e legge ResetEra, come prima leggeva NeoGAF. E che questi poveri giocatori “progressive” non abbiano nemmeno il sospetto di essere strumentalizzati e manovrati come burattini, convincendosi di essere “dalla parte giusta della storia”, è tristissimo.

In sostanza: nei limiti del buon gusto e del ridicolo, c’e posto per tanti tipi di donna nei VG, esattamente come nella realtà. E ogni tanto va bene anche quella di cattivo gusto e quella ridicola, se giocata bene all’interno del contesto. Character editor? Nessuna obiezione. Protagonista donna in Assassin’s Creed? Non vedo il problema (ovviamente il problema sorge laddove la suddetta donna non appare sulla copertina).

Quello che non va bene (per me), è sostituire il personaggio maschile con uno femminile perché sì. No, magari non c’è alcuna valida ragione perché Link sia sempre un uomo, ma non c’è nemmeno alcuna valida ragione per introdurre un Link donna solo per compiacere qualcuno. Quel famoso papà che fece un hacking di The Wind Waker in modo da trasformare Link in una bambina, per compiacere la sua bambina che ci avrebbe giocato, è un eroe o un mistificatore? Non mi riguarda, ma se Nintendo avesse annunciato un Link maschio e l’avesse trasformato in femmina durante lo sviluppo per compiacere le folle idrofobe, mi sarebbero girati un attimino. E non perché sentirei attaccata la mia virilità o i diritti degli esseri umani XY, ma semplicemente perché sarebbe una scelta non dettata da altra ragione che quella di accontentare qualcuno che non ha alcun diritto di prendere quella decisione. Che poi un sacco di personaggi “epitome del maschio maschiale” a me fanno pure cacare: considero Marcus Fenix uno dei design più ridicoli della storia del VG, Duke Nukem andava bene negli anni Novanta ma oggi proprio no, e Kratos pre-2018 è una parodia che per fortuna ogni tanto si ricorda anche di esserlo.

Meglio un design sessualizzato ma sincero, legato a un bel personaggio, che un design forzato e paraculo legato a un personaggio group focused creato con la checklist di ResetEra. E comunque possono esistere entrambi.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Mr.Pickman - 16 Lug 2018, 20:10

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Citazione
Davvero, non capisco.

Sinistra --> Bella ragazza, indiscutibile.
Destra --> Una ragazza bella (di fondo) resa brutta (naso, zigomi, denti resi più sporgenti, occhi sporgenti) perché doveva essere resa butta per farsi portavoce di alcune tematiche.
Antonidiaaaas l'ha pure detto «Abbiamo leggermente cambiato Selina/Melina (non ricordo) perché VOGLIAMO che i giocatori si concentrino su quello che prova, sulle emozioni, e non sul suo aspetto fisico...in passato abbiamo fatto giochi con eroine donne (penso si riferisca a Heveantly Sword ma anche DmC XD) ma abbiamo sbagliato alcuni passaggi»
No, Antò, sientimmamè, avete fatto un gioco di merda. Il problema non era legato alla protagonista, affatto HS era na chiavica sui controlli.   

Citazione
Ma puoi fare esempi specifici? Perché di giochi in cui tutti i personaggi sono obesi che ruttano non mi pare di averli ancora visti  :D La desessualizzazione mi sembra tutt'altro che così pronunciata da farne un problema di cui ci si può addirittura lamentare, come se non esistano più donne procaci nei videogiochi al giorno d'oggi.

Mi riferivo, con una iperbole con doppio carpiato, al fatto che se la telecamera durante i mondiali non può più riprendere belle ragazze, perché è oltremodo sessista, e manca di rispetto verso il gentil sesso. Allora non vedo perché deve mostrarmi tifosi pieni di birra, pittati che sbraitano, visto che, quelle belle ragazze FINO A PROVA CONTRARIA sono tifose TANTO QUANTO i pancioni birrosi, gli urlatori con cappelli variopinti, e ogni fauna da stadium vaiassa ed eventuale. Mi riferivo a quei simpatici "animalo" (citaz) non a videogiochi come Boogey Man. Magari il termine desex è un po' forte.
Ma rende bene l'idea, non vedo perché devi fare donne brutte o donne trasandate, o donne con i capelli viola (SWVII) per sensibilizzare qualcosa, fosse anche una posizione eticamente lecita. Guarda TW3, sembra un catalogo di Gucci, se non fosse che dialoghi, personalità, e una certo tipo di "barra dritta" restituisce le migliori rappresentazioni delle donne e non delle uonne degli ultimi 20 anni. LOL. Andromeda.
No, LIS e quella roba da Sundance Festival, non le nominare neppur.
Quindi?
Quindi se hai le palle di gender, e sai scrivere storie, dialoghi e personaggi, puoi metterci anche bombe seccsy su schermo, trasparirà sempre una scelta felice in ogni tua scelta, mano ferma e gusto dell'immagine. Non è un caso, comunque, che le comunità FEMEN e le varie ANITE del globo si siano concentrate sul presunto "sessimo" polacco del gioco (info a margine - nel medioevo le donne le scassavano di botte) anziché dire "Beh, questo gioco valorizza la donna forte ed orgogliosa, senza per questo dimenticare la sensualità, il fascino, e quanto ne consegue..."
I personaggi ci sono, in poche parole. È la gente che non li vede.
 
Citazione
Se vuoi vendere? Sì. Dietro le motivazioni per cui AC ha inserito il personaggio femminile e i rapporti homo non c'è un ragionamento tanto diverso da quello che ha portato ad inserire le microtransazioni, sempre roba inserita pensando prima al marketing è.

Appunto.
Mi piace? No.
No perché devono concentrarsi su altre cose. Non sull'omosessualità presente o meno. Fammi un bel gioco, con missioni strutturate, una storia epica, mettici la Medusa, fammi andare contro il Kraken. Non mi interessa farmi inculare da Platone. Non mi interessa diventare la fiamma di qualche spartano, voglio giocare ad un AC non Hunie Cam. Se voglio un gioco simile, gioco a The SIMS.
Questo porta via solo tempo/lavoro al devteam. E comunque, nasceranno polemiche. Sbaglieranno qualcosa, tipo mettere uno storpio, o un Efialte con cui NON è possibile giacere nella tenda.
E allora, puntualmente, si alzeranno le comunità di mezzo mondo "Anche noi amiamo cara Ubisoft!" e via così. Non se ne esce. Finché gli sviluppatori seguono imprecisate linee morali, sociali, di tendenza, faranno roba come WatchDoods 2 (yo yo come butta zio?) Non avremo mai la visione spurgata dei creativi.
Il loro compito è fare giochi. Se vogliono farmi un protagonista che ammazza i gay, è nel loro diritto. E lo è anche beccarsi critiche a non finire se non sono capaci di rispondere alle accuse.

Citazione
No, sono gli altri che hanno rotto per primi. La loro è una risposta che si è espansa a volte in maniera esagerata, ma in primis una risposta. Nessuno ti rompe i coglioni se vuoi giocare solo giochi con le tipe con fisica delle tette assurda degli MMO coreani, ma tu fai lo stesso e non rompere i coglioni agli altri perché non c'è la bonazza assurda nel gioco X.

La mia posizione è standard però, dall'alba dei tempi. E i personaggi femminili brutti sono sempre passati sotto i ponti e nessuno ha mai levato gli scudi, in passato. Nessuno inoltre si era mai lamentato delle tette di Lara. Fino ad ora, almeno. La loro visione invece, non è possibilista, non è democratica (nel senso che accetta anche una visione diversa eh) guarda qualche video della Sarkasiaan o i correlati, guarda come vedono la cosa. Loro non permettono una visione diversa: la loro visione è quella giusta. Se tu giochi a qualche gioco JAP che "sfrutta" il corpo femminile (la parola sfrutta la usano spesso) sei un maiale e sei in errore. Se guardi sotto la gonna di Ayane, sei prossimo allo stupro. Certe cose che ho letto sono a dir poco aberranti. Dimostrano, non solo poca tolleranza, ma anche le idee parecchio confuse su molte cose, processi mentali in primis. La materia poi "JAP" è vasta e complessa, non bastano quattro stronzate da Kotaku per inquadrare il fenomeno.

Citazione
Adesso non vorrei dire una cazzata, ma se la mia memoria non mi inganna erano presenti in Vampire: The Masquerade - Bloodlines... Targato appunto 2004.

Probabile, ma ti sfugge il punto, o un punto.
C'era questa cosa per volere degli sviluppatori, non perché c'erano corifei variopinti. Fu inserita perché lo sviluppatore ritenne corretto che nel gioco pnp di White Wolf il clan Brujah (che sono iconograficamente simili a quelli presenti in Intervista con il Vampiro) avesse gusti libertini. E fu giusto.
Quello che io mi chiedo è...e poi? E poi cosa ci dobbiamo aspettare? Eroi transgender in futuro? Eroi che si chiamano Andrea ma a metà gioco diventano Emanuela? Che almeno lo facciano opzionale. Così che tutti siano contenti. 

Citazione
Quel video l'ho visto l'altro giorno e non sono d'accordo appunto perché alla fine si limita a criticare le scelte di marketing e immagine, e non la scena in sé. Ma dice lui stesso che il modo in cui hanno inserito certe cose non l'ha per niente disturbato e si limita a criticare la deriva del contesto (tweet, immagine social, intervistatori, attori scelti ecc.). Cosa di cui a me frega una mazza. Io dico che uno può pubblicizzarsi come cavolo vuole, ND ha deciso di farsi portabandiera LGBT? Non mi sembra neanche ipocrita visto che nello studio quella spinta è sentita davvero (diversi membri sono appunto omosessuali), per cui sinceramente non mi interessa. Se loro vogliono fare così ben sia. Io non ho particolari problemi e non ne sono neanche infastidito, giudico quello che vedo nel prodotto e quello che hanno mostrato mi è piaciuto.

Io dico di no.
Se in sede di sviluppo hanno pensato queste cose, mi sta bene, se lo fanno per ingraziarsi le comunità sempre più agguerrite e sempre più numerose, di LGBT et simile, sono dei paraculo, autentici paraculo.
Se il prossimo Uncharted mi fanno una nuova eroina donna, io non ho alcun problema. Narrativamente è coerente la loro scelta, se la dovessero fare transgender (esagero) penserei che sono ipocriti.
Se alcuni di ND sono omosex, non ho alcun problema, se alcuni di questi sviluppatori apportano idee o fanno cambiamenti coscienziosi non ho problemi di sorta.
Ti sfugge però il PERIODO che affrontiamo, in cui queste cose sono all'ordine del giorno. Le comunità hanno voce, possono dire quel che vogliono, possono sfilare, fare sesso con furry, sventolare falli di color fucsia, possono fare quel che vogliono MA
Ma devono rispettare anche chi non la vede come loro e muove critiche con senno.
Chi se ne frega (come me) e non vede il videogioco come un potenziale veicolo promozionale per sostenere minoranze etniche, sociali, sessuali o così via, deve avere la sua libertà di avere i suoi giochi con le tettone.

C'è tanta gente che passa per "insensibile" ma che in realtà è semplicemente oltre. Se ne frega proprio, vedendo tutto questo bailamme come...beh un'autentica perdita di tempo ed energia sulla tastiera.
Ti pare poi che nel 2018 io vada anche solo a pensare che uno che sceglie di andare a letto con un maschio o una donna possa anche solo impensierimi vagamente? O che nel 2018 una coppia di uomini che decidono di avere un figlio mi dia qualche minima preoccupazione? (a patto che non sia Vendola XD)
O ancora, andare a letto con 3 ragazze (...eh...) lo possa definire "amorale" o peggio "anormale". Ognuno fa quel cazzo che vuole con il suo corpo e la sua mente (anche nella cabina elettorale)
Giocherò senza dubbio a TLOU2, lo giocherei anche se Ellie fosse una capra, perché mi piace ND, la loro scrittura, i loro personaggi, le loro storie. Ma fanno i furbetti, e non ce ne sarebbe bisogno.

Come hai detto? Ipocriti? Ecco. :whistle:
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Sol_Badguy - 17 Lug 2018, 13:20
Il punto, per quanto mi riguarda, è un altro. E riguarda non solo i videogiochi. Ovvero, che oggi può accadere che la rappresentazione di una figura femminile più "moderna" non sia onesta. Perché non c’è uno scrittore dietro, ma un PR. Non c'è una volontà narrativa, ma altro.

Il punto nodale secondo me è solo questo, il che, esplicitando, significa scegliere un tipo di rappresentazione per compiacere un target group e, allo stesso tempo, intellettualizzare all’apparenza il prodotto, al solo fine potenziarne la visibilità a livello social e, quindi, commerciale.
Il tutto senza che ciò che teoricamente dovrebbe essere associato al soggetto scelto, in termini di tematiche e contenuti, venga poi effettivamente sviluppato nel gioco o, per lo meno, declinato in maniera funzionale a esprimere un concetto.

Ma questo vale un po’ per tutto l’intrattenimento contemporaneo e per tutti i target group, basti pensare alla pianificazione da Gantt aziendale di Dinsey nella rappresentazione rigorosamente UNICEFsploitation dei soggetti, che, però, rimane lì come uno sfondo fatto di sagome di cartone, bidimensionali e inerti, stagliandosi su un nulla fatto di fischi&botti ed escapismo allo stato puro.
Del tipo: “mettiamoci l’afroamericano, l’asiatico, l’omosessuale, il socialmente svantaggiato… ci siamo scordati qualcuno? Ah, sì, manca la donna curvy-e-cessotta… va be’ ma, cazzo, non c’è veramente spazio per tutta sta roba inutile e BRUTTA, facciamo che l’asiatica è pure curvy-e-cessotta, si mette col nero, ma si veste come una minatrice del Sulcis e ha atteggiamenti un po’ ambigui, così accontentiamo pure le bi-lesbo-pervertite-quel-che-è, poi ‘sti due sfigati aiutano i bimbominchia svantaggiati e pure i fottuti animali del cazzo, così, oh, ci siamo levati dalle palle tutta la monnezza dell’umanità in colpo solo e possiamo concentrarci sui fischi&botti e sul romance tra i fighissimi CAUCASICI-master-race! SIEG-HEIL, ahem, volevo dire YEAH!”
Ogni riferimento a Episodio VIII è puramente casuale, chiaro.

Questa è la RISPOSTA commerciale, tra l'altro, ché a mio avviso, il problema reale nasce dalla DOMANDA, ed è qui che mi voglio soffermare, ché la cosa mi sta a cuore.
Il radicamento dei social nel lifestyle ha reso naturale pensare che QUALSIASI cosa sparata a cazzo sulla Rete da CHIUNQUE abbia un peso e una significanza per il mondo, anche postare su Instagram la foto del cremino che hai scaricato nella tazza del cesso #stamattinaprimadiandareallavoro.
La naturale conseguenza di questa linea di pensiero, nel medio-lungo termine, è stata la convinzione che ogni individualità (in quanto tale, indipendentemente dalla consapevolezza che ha di se stessa) ha di per sé ‘qualcosa da dire’, un peso e una significanza per la RAPPRESENTAZIONE del mondo. Pertanto, ogni individualità PRETENDE di essere compiaciuta attraverso la creazione formale di comfort zone ad hoc, altrimenti partono sommosse social che a confronto l’Intifada è ‘na chiaccherata tra amici.

L’associazione mentale è perversa ma immediata: se con due click il mio profilo è sotto gli occhi del mondo, perché con altrettanta facilità il mio ‘profilo’ non è anche in un telefilm, film, videogioco, fumetto? Perché il mondo non rispecchia ciò che sono? È un’ingiustizia, cazzo, #indignazione #gomplotto #governoladro!!!”. Non è che magari a un Autore fotte sega di chi sei e magari vuole esprimere lui, per una volta, qualcosa di SUO a te e magari se lo stai a sentire potresti scoprire anche qualcosa di più su di TE?
No, Siamo arrivati alla visione dell’intrattenimento come selfie di gruppo, basta esserci, anche se sei sullo sfondo, immortalato mentre ti scaccoli, in un’istantanea che non racconta un cazzo, mostra solo della ‘gente’ per come ‘sta gente vuole/crede di essere. Ma il consenso c’è, ché, considerata la superficialità media con cui la #visionedelmondo viene percepita nella dimensione social, non importa che quanto rappresentato non abbia effettivamente alcun significato.

Come regola Zen insegna, il tutto è il niente, e questo pan-presenzialismo autoerotico può coesistere solamente in assenza di qualsiasi volontà autoriale, ché un’idea-che-è-una farebbe giocoforza emergere un soggetto dall’ORIZZONTALIZZAZIONE totale PRETESA come regola nazifascista dalla comunità di utenti. Così, ecco la risposta commerciale: ti assecondo, ti piglio per il culo e mi sforzo pure meno di essere creativo, visto che TU in primo luogo me lo richiedi. Siamo proprio alla conferma totale della teoria dei meme di Dawkins, altro che.

Pertanto, dato questo scenario, ma che vogliamo dire sulla donna e videogiochi, seriamente?

Che a Lara hanno ridimensionato le tette per rappresentare le donne in maniera più sana e de-sessualizzata?
No, è solo una presa per il culo per spacciare per politically correctness il fatto che le tette grosse sono un retaggio anni Novanta e non vanno più di moda. La cinica realtà è semplicemente che, in fatto di tette, il modello di bellezza oggi è shiftato da quello à la Pamela Anderson a quello à la Vikander, appunto, à la Gal Gadot, Ruth Negga, Melissa Benoist e svariate altre attrici dalla tettina di marmo cesellata con perfezione rinascimentale su una pancia piatta da istruttrice di fitness.
Si tratta di un trend, punto, e non è che questo generi MENO frustrazione nella ‘ragazza qualsiasi’. I numeri parlano da soli: nel 2015 il mercato della mastoplastica additiva segna un crollo verticale del 20% a cui segue un’impennata delle operazioni di mastoplastica riduttiva e di riduzioni dei capezzoli, queste ultime nel 2018 sono diventate le operazioni di chirurgia plastica più richieste dalle donne. Se i canoni estetici erano ancora pro bombshell, col cazzo che riducevano le tette a chiunque, avremmo ancora la Lara-Rhona-Mitra.

Che altro vogliamo dire, dei costumi succinti, davvero?
Cioè, in Street Fighter V abbiamo un Urien con un fisico da dio greco e due cleenex a corprigli il pacco e c’è gente che voleva censurare le chiappe di Mika #perchégliuomninineivideogiochisonovestitieledonneno? Ridicule. Di media la raffigurazione maschile è ‘sballata’ quanto quella femminile e altrettanto revealing, con fisici che per lo più spaziano dal modello di Dolce&Gabbana a Dave Bautista, six pack sempre in mostra e bicipiti che puoi avere solo se ti licenzi dal lavoro e metti le tende in palestra. Considerata la comunità gamer maschile, affollata di obesi e gracilini, modelli di questo tipo avrebbero dovuto scatenare la Nona Crociata via social o suicidi in massa in stile lemmings.

Vogliamo anche parlare di Ivy che è ancora tettona? Mavivaddio e lo dice uno a cui, per giunta, piacciono personalmente le sopracitate tettine. Il punto è che si guardano le tette e non le proporzioni d’insieme, ché Ivy ha anche un culotto e cosciotte formose proporzionate col seno, tanto da poter essere a pieno titolo un’icona positiva della bellezza curvy. A tal proposito, la sua trasposizione 1:1 in live action sarebbe Stefania Ferrario, la top model curvy per eccellenza, mica Kate Moss.
Spoiler (click to show/hide)
Ma se la Ferrario dice su YouTube che è contenta di aver visto una concorrente curvy in finale a Miss Italia, perché questo aiuta lo sviluppo di una percezione più ampia della bellezza femminile, diventa l’idolo delle donne, se invece Ivy si presenta maggiorata in Soul Calibur diventa l’icona di depravazione fatta a uso e consumo del NERD segaiolo. C’è il dito e la luna, basta unire i puntini, cazzo.   

Alla fine tutto 'sto papirone per dire, che il problema non è come e quanto sono rappresentati donne, uomini, bianchi, neri, gialli, gay, eorotomani, chiunque. Il problema è che laggente dovrebbe smettere di volere un intrattenimento a sua immagine e somiglianza, dovrebbe smettere di pretendere tolleranza sotto forma di rappresentazione ad personam da parte dell’entertainment e pretenderlo con intolleranza. Dovrebbe tornare ad essere veramente TOLLERANTE quel minimo sindacale sufficiente da permettere a un AUTORE di esprimersi.

Io sono stato James Sunderland, Travis Touchdown, Wanda, Bayonetta, Snake, Garcia Hotspur, Dante, il Re di Façade in Nier, SOL – FOTTUTO – BADGUY e mille altri personaggi solo perché mi hanno raccontato qualcosa di me senza che pretendessi fossero me
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Diegocuneo - 17 Lug 2018, 15:43
@Solbadguy
IO non credo ci sia una pretesa di gruppo di "essere" rappresentati nel media che si deve esperire,io credo che semmai si provi a dare risposte a domande che non esistono.Magari mi sbaglio eh,ma immagino che "semplicemente" questi prodotti costino un sacco di soldi,quindi passano per studi di settore esterni al processo creativo (e ci siamo tutti sulla cosa) ma che sbaglino a cercare nei big data oggi così disponibili la risposta a tutti i loro problemi.
Tanto nei VG che in generale nei media

Invece,per tornare al nostro passatempo, il mercato insegna che  si va avanti ad ondate create da colpi di culo :)
I miliardi fatti da LoL,quelli di Overwatch,quelli ora dei Battle Royal,senza parlare di Minecraft prima.Ma scendiamo e troveremo generazioni di console in cerca di una mascotte carina e simpatica.

Ora si cerca tutto nei big data,ma si appiattisce l'offerta.E se ne accorgeranno perché non mi sembra che la cosa funzioni.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: slataper - 18 Lug 2018, 12:16
The Ugly Truth of Children's Books (https://cv-insight.com/en/facebook/video_ranking/8437870)

Un video che molto probabilmente avete già visto, riguarda la rappresentazione femminile nel settore dei libri per l'infanzia. Immagino che si potrebbe adattare, con le dovute modifiche, al mondo dei videogiochi.

Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 18 Lug 2018, 12:26
Si, ma anche questo è fuorviante. L'importante è il contenuto della storia, non il sesso dei personaggi. Soprattutto nei libri per bambini, dove l'identità del personaggio non implica cambiamenti nella psicologia comportamentale o di come il mondo narrato si comporta e interagisce col personaggio.

Una bimba che legge Peter pan si identifica comunque in lui, non in wendy. Un bimbo che legge cappuccetto rosso si identifica in lei, non nel lupo.
Ergo, sto video non ha alcun senso ed è fatto solo per raccogliere i like dei fessacchiotti su FB, o per far indignare le femministe meno sveglie..
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ivan F. - 18 Lug 2018, 12:30
Alla fine tutto 'sto papirone per dire, che il problema non è come e quanto sono rappresentati donne, uomini, bianchi, neri, gialli, gay, eorotomani, chiunque. Il problema è che laggente dovrebbe smettere di volere un intrattenimento a sua immagine e somiglianza, dovrebbe smettere di pretendere tolleranza sotto forma di rappresentazione ad personam da parte dell’entertainment e pretenderlo con intolleranza. Dovrebbe tornare ad essere veramente TOLLERANTE quel minimo sindacale sufficiente da permettere a un AUTORE di esprimersi.
Questo riassume precisamente il mio pensiero.

E aggiungo: in un sistema in cui gli autori sono imbrigliati dal pubblico, assumono ulteriore valore le opere genuinamente di rottura. Ovvero, quelle che vogliono esprimere una propria idea e, al contempo, si schierano contro i legacci, anche magari calcando la mano.

Paradossalmente, Lara Croft maggiorata o le Dead or Alive spiaggine servirebbero più ora rispetto al periodo in cui hanno esordito.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 20 Lug 2018, 09:55
Riguardo i musicisti attenzione che hai una opinione un po' strana evidentemente riguardo Bob Dylan, Woodstock, Pink Floyd, Peter Gabriel e il recupero di Biko, Fabrizio De André, etc.
Come ti dicevo é in genere in contrario, un certo genere di sensibilità e di più o meno forzato ascolto porta ad una certa possibilità di influenza.
Ma il discorso é piuttosto complesso perché é anche vero che la musica rileva i limiti del dialogo in una lingua predeterminata.
E' un discorso troppo complesso da affrontare qui, spero che prima o poi le maree del tempo e dello spazio ci facciano incontrare da qualche parte per discuterne diffusamente. La birra la paghi tu. E poi session live nel pub!  :yes:
Citazione
Se l'uomo racconta sì, probabilmente meglio resti uomo...
Questo secondo me è molto vero. Al di là di quanto il videogioco sia sdoganato in sé come forma di divertimento post-nerd, rimane comunque un passatempo largamente maschile e in base a questo pensato da maschi. Che, pure nella buona volontà di affrescare personalità femminili diverse incappano sovente nella "maschilizzazione" (esempio Uncharted LL) delle donne, per cui l'effetto di per sé è discutibile. O almeno distonante.
Ora, non ho presente se nei processi creativi ed esecutivi dell''industria del vg ci siano molte donne ma qui torniamo al problema delle "quote rosa": qualcosa che non è istintivo, volontario e naturale non deve essere infilato a forza, per cui se il mondo dei vg è largamente maschile si vede che questo rispecchia l'andamento.
E di conseguenza, come dici, uomini sanno raccontare meglio altri uomini.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 20 Lug 2018, 10:03
Però, ecco, Lady Bug era per femmine e Jungle Hunt era per maschi.

Forse come risultato di futili tentativi di marketing. Di fatto, entrambi i giochi citati hanno meccaniche totalmente slegate dal genere sessuale dei protagonisti.
Beh "meccaniche legate al genere" forse in quell'epoca voleva dire poco. Però ai cabinati al mare noi ragazzine un po' deviate facevamo la fila lì: coccinella carina, fiori da raccattare, ambiente prataiolo ameno. Roba sweet.  I maschi non ci giocavano.
In JH c'erano le liane, i coccodrilli e le palle che cadevano e una donna discinta da salvare. Cioè, discinta, erano 6-7 pixel ma sembrava sexy.  :D

Il trauma è arrivato con Daphne di Dragon's Lair, nell'intro della caverna piena d'oro di Singe.
Altro che pixel, tutto a guardare lì per le chiappe più belle dei coinop!  :-[
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 20 Lug 2018, 13:27
Di una cosa sono sicuro: se qualcosa lede la sensibilità di molte persone, va messo in discussione. Non abolito o censurato, ma messo in discussione. Sarebbe interessante sapere quante donne si sentano offese, imbarazzate o ridicolizzate dai personaggi femminili più in voga nei videogiochi.
Questo è u altro punto interessante che si collega con quanto detto sopra. Quanta utenza femminile esiste? E di questa, quanto è effettivamente coinvolta nel giudicare la figura della donna?
E, più in generale, se l'autore del vg ha previsto che il suo personaggio femminile sia bello mammelluto, vesta strisce di cuoio e latex, sia provocante e sfacciata, io, donna, alla fine, cosa dovrei giudicare?
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ivan F. - 20 Lug 2018, 13:47
E, più in generale, se l'autore del vg ha previsto che il suo personaggio femminile sia bello mammelluto, vesta strisce di cuoio e latex, sia provocante e sfacciata, io, donna, alla fine, cosa dovrei giudicare?
Fin quando c’è la volontà espressiva di un autore, va giudicata quella.

Non riguarda la “donna nei VG”, ma ricordo di aver avuto un rapporto conflittuale con la “volontà espressiva di un autore” quando mi trovai a recensire Manhunt (era il primo episodio?).

A me il gioco era mediamente piaciuto, ma non sono mai riuscito a “credergli”.
Forse perché era stato promosso da Rockstar proprio per fare scalpore.
È lo stesso criterio del bacio saffico del trailer di TLoU2, sul quale molti hanno avuto da ridire.

Quando c’è la volontà di un autore, secondo me, vale (quasi) tutto.
Certo che, nei videogiochi, è complicato trovare “autori”.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 20 Lug 2018, 15:58
Il VG da questo punto di vista è decisamente meno attaccabile della Tv generalista o del cinema di basso livello: La donna sexy in genere è anche stracazzuta (vedasi Bayonetta) e la "damsel in distress" generalmente è castigata (Pauline?) ma anche quando va sul sexy si sa riscattare.. vedasi la suddetta Daphne che non sta solo lì a fare la "statuina nella bolla di vetro" ma dà la dritta fondamentale a Dirk per battere il drago Singe. E nello pseudo-sequel Dragon's Lair 3D usa un cristallo magico per comunicare col protagonista dandogli di continuo consigli o criticandolo in maniera esilarante ("Ma come, io sono in pericolo e tu perdi tempo a raccogliere l'oro?!") :D
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: slataper - 20 Lug 2018, 17:04
@Ruko un aneddoto risalente ai tempi in cui ero attivissimo su it.comp.giochi.avventure.grafiche.

Fui invitato dagli sviluppatori di Druuna Morbus Gravis (https://multiplayer.it/recensioni/druuna-le-nuove-forme-dellavventura.html) insieme ad altri utenti, per vedere il gioco in anteprima come riconoscimento per l'interesse che il newsgroup aveva mostrato. Tra le varie cose, ci raccontarono che il generosissimo seno della protagonista era stato ridotto su insistenza delle donne dello staff, che a differenza dei colleghi uomini ritenevano ridicole le misure decise inizialmente.

Una cosa marginale, la forma di un modello poligonale, ma nell'ottica di questo topic una stilla del disagio che alcune donne possono provare di fronte a certe rappresentazioni.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 20 Lug 2018, 17:44
Cioé famme capì, queste si lamentavano del modello 3D nel gioco e non del fumetto di Serpieri? :D
Vabbé..  :D
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 20 Lug 2018, 19:53
Per il resto mi ritrovo anche molto nel pensiero di @EGO e di @Solbadguy (figata i tag, bravo @Ivan F. !), che fondamentalmente ripropongono il vecchio adagio che la bellezza e la malizia sono sempre a carico dell'osservatore e che comunque la pluralità di approcci non danneggia nessuno e di conseguenza non rappresenta in sé alcuna limitazione intrinseca. Bisogna dire che
Che poi magari avere come avatar una strafiga fa piacere anche alle donne, sai mai.
Grazie dei complimenti!  :yes:  :D  :P

Fin quando c’è la volontà espressiva di un autore, va giudicata quella.
Sono d'accordo e credo che anche che, nella media del vg, non sia neanche troppo difficile da ricostruire. Se mi fai in gioco sul metal alla Brutal Legend e mi ci metti una groupie popputa e dark non c'è neanche troppa dietrologia da fare, si illustra una mitologia.
Diverso, come nel caso di TloU2, nel momento in cui i toni virano sul realismo e lì la volontà espressiva diventa un coacervo di marketing, istanze creative e direttive che nessuno conoscerà mai.
E, più in generale, nell'arte vale più l'intenzionalità di chi crea o la ricezione di chi fruisce? Questione antica dai tempi di Platone e Aristotele con le varie poetiche e spesso l'autore non può comunicare le sue intenzioni, soprattutto se, tra creazione e ricezione, passano secoli.
Più che altro, credo, la creatività divergente nel mondo dei vg abbia trovato altre forme di esternazione, come ad esempio l'indie. Ma questo è un altro discorso.

Una cosa marginale, la forma di un modello poligonale, ma nell'ottica di questo topic una stilla del disagio che alcune donne possono provare di fronte a certe rappresentazioni.
@rosario oliveri Beh, provo a interpretare.
Le donne hanno giudizi variabili nel valutare esteticamente il proprio stesso sesso, perché, a differenza degli uomini, siamo proiettive di noi stesse e in seconda battuta setacciamo il desiderio dal giudizio.

Druuna di Serpieri viene mediamente disegnata così:

Spoiler (click to show/hide)
(forse l'immagine più casta che ho trovato, le altre sono pornografiche)

e qui c'è lo scontro tra il legittimo desiderio maschile (che può concedersi eccessi e di assoluti derivati dalla libido che trova molte strade per esprimersi) e l'occhio di una donna (di solito) eterosessuale che ne giudica la bellezza. E Druuna è esageratamente disarmonica nelle forme e pertanto può risultare volgare.
Qui uomini e donne non si capiscono (e per me qualche uomo si troverebbe d'accordo con le donne) e questa è una possibile interpretazione del tuo aneddoto.

Fermo restando che questo discorso va inserito in una cornice "oggettiva", come ironizza giustamente @MaxxLegend : il personaggio quello è, ha quelle fattezze e quindi poco di cui lamentarsi e cambiare, bisogna rispettare le direttive dell'autore.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Giobbi - 20 Lug 2018, 20:27

Una bimba che legge Peter pan si identifica comunque in lui, non in wendy.

Esatto.
Il problema può nascere nel momento in cui i Peter Pan sono tutti Peter Pan.

La domanda "come mai preferisco (mi indentifico) sempre con i personaggi maschi?" Mi é stata fatta e significa che un problema di base può esserci.

Perché può portare alla risposta implicita "perché i maschi sono migliori/ + abili" e non é bene.
Anche perché in diversi campi e avvicinandosi a questioni di saggezza o organizzazione é spesso il contrario.

Il motivo é appunto invece che i videogiochi stessi o molti cartoni animati sono in larga parte realizzati da maschi.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Drone_451 - 21 Lug 2018, 15:43
Basta fregarsene.

A me piace PN09 con la tutina
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ivan F. - 21 Lug 2018, 16:24
Basta fregarsene.

A me piace PN09 con la tutina
Tu c'hai 98 anni, non fai testo.

Il "problema" di una narrazione che non include donne e/o minoranze riguarda tutte le forme espressive.
Ma la "soluzione" adottata finora, quella delle "quote" o delle "paraculate", è peggiore del problema.

Mi sembra la scena di American History X in cui il padre poliziotto, a tavola, racconta con chi l'hanno messo di pattuglia. E non è il migliore del corso, per dire. È qualcuno che appartiene a una minoranza etnica, ed è stato messo in quel posto per quel motivo. E lui dice qualcosa del genere "Ok, ma se qualcuno mi deve guardare le spalle perché altrimenti mi sparano, io vorrei il migliore del corso, non un messicano qualsiasi".

A quel punto, tu spettatore devi pensare forte forte che lui è un bastardo razz... Ma in effetti un pochino di ragione ce l'ha :)

No, scusate, la storia delle "quote" mi fa sempre partire per la tangente.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 21 Lug 2018, 19:57
Ma infatti le quote sono sempre state una cazzata per zittire le accuse di razzismo/misoginia, ma il paradosso è che per essere davvero equi bisogna fregarsene totalmente di razza/nazionalità/sesso e guardare alla competenza, alle capacità, far valere la meritocrazia.
Scusate la banalità ma spesso le cose più semplici e banali sono la soluzione a problemi apparentemente complessi.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: EGO - 23 Lug 2018, 10:24
Paradossalmente, Lara Croft maggiorata o le Dead or Alive spiaggine servirebbero più ora rispetto al periodo in cui hanno esordito.
Questa è un’osservazione molto interessante.

Aggiungerei: un personaggio come Jade fece relativamente poca sensazione quando uscì Beyond Good and Evil (e ciò si riflette nelle vendite non brillanti e nell’abbandono dell’IP per molti anni), ma oggi verrebbe acclamata come un’icona al pari di Aloy e delle eroine ND (anche se il personaggio avrebbe un design inevitabilmente più caratterizzato e complesso, e ci sarebbe un’inutile [?] enfasi sul suo gender).

Inoltre, mi viene in mente che la comunità dei gamer è piuttosto compatta nel sostenere che i VG non incitano alla violenza, anche quando è evidente che i VG dai contenuti particolarmente violenti sono tra quelli di maggior successo. Ma allora, dove sono le prove che i VG con le tettone promuovono la misoginia e la discriminazione? Specialmente considerando che quel genere di giochi, soprattutto nelle sue forme più estreme, è decisamente di nicchia e si rivolge in gran parte ad un pubblico che ha già qualche problema di suo.

A mio parere la pornografia è smisuratamente più rilevante nel creare immagini e aspettative distorte delle donne, in confronto a VG che quasi sempre sono delle evidenti parodie (le tettone di Senran Kagura, assurdità come Gal Gun o Omega Labirynth Z, ecc). Eppure le stesse comunità “progressive” che esultano quando uno di questi VG viene bandito da qualche parte o censurato*, difendono la pornografia a spada tratta (vedi la famosa immagine “NeoGAF discusses pornography/NeoGAF discusses video games”).

*non si contano le discussioni sul fatto che cambiare un costumino nella versione occidentale di un gioco  o eliminare il boob slider da un character creator non costituisca censura
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Cryu - 23 Lug 2018, 10:35
Non ho seguito il topic ma spero si sia parlato di Shadows of the Damned perché a me ha insegnato tutto ciò che c'è da sapere sulle donne.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: slataper - 23 Lug 2018, 11:20
Non ho seguito il topic ma spero si sia parlato di Shadows of the Damned perché a me ha insegnato tutto ciò che c'è da sapere sulle donne.
Vale a dire che le donne fanno male? Non l'ho giocato...
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Sol_Badguy - 23 Lug 2018, 12:21
Non ho seguito il topic ma spero si sia parlato di Shadows of the Damned perché a me ha insegnato tutto ciò che c'è da sapere sulle donne.

 :yes:
[...] Garcia Hotspur, [...]

Ovviamente concordissimo, macchetelodicoaffà, anche se personalmente seguo sia il Vangelo Secondo Hostspur sia quello Secondo Touchdown (cioè ci vogliamo dimenticare parabole di saggezza come 'non rimanere mai con la beam katana floscia sul più bello?'):D.
Diciamo che per riallacciarmi al discorso di Ivan sull'autorialità come elemento centrale, seguo il Vangelo Secondo Suda, un vero poeta pulp dell'amore :yes:.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 23 Lug 2018, 15:42
E come darvi torto. :D
Suda maestro di Vita.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: DRZ - 27 Lug 2018, 21:23
A quel punto, tu spettatore devi pensare forte forte che lui è un bastardo razz... Ma in effetti un pochino di ragione ce l'ha :)

Però poi se vai a guardare i numeri (quelli reali, non del film) noti che, senza quote, pure il migliore dei migliori, se parte di una minoranza, partirebbe in svantaggio.

Stessa roba nei videogiochi: certi personaggi femminili o certe situazioni estreme magari possono risultare fastidiose ma, a mio parere, senza il fastidio non cambierebbe mai nulla.
Saremmo ancora qui con il protagonista maschio/bianco/etero e la bionda popputa e nessuno noterebbe il problema... perché se fai parte della maggioranza e nessuno viene ad urlarti in un orecchio che un problema c'è che cavolo di motivo avresti di accorgertene?
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ivan F. - 27 Lug 2018, 21:37
A quel punto, tu spettatore devi pensare forte forte che lui è un bastardo razz... Ma in effetti un pochino di ragione ce l'ha :)

Però poi se vai a guardare i numeri (quelli reali, non del film) noti che, senza quote, pure il migliore dei migliori, se parte di una minoranza, partirebbe in svantaggio.

Stessa roba nei videogiochi: certi personaggi femminili o certe situazioni estreme magari possono risultare fastidiose ma, a mio parere, senza il fastidio non cambierebbe mai nulla.
Saremmo ancora qui con il protagonista maschio/bianco/etero e la bionda popputa e nessuno noterebbe il problema... perché se fai parte della maggioranza e nessuno viene ad urlarti in un orecchio che un problema c'è che cavolo di motivo avresti di accorgertene?
Non sono sicuro di aver capito la questione.

Se nei videogiochi degli ultimi dieci anni, per dire, non c'è nemmeno un personaggio donna, over 70, sorda, abbiamo un problema?
E se qualcuno viene a protestare al riguardo, o chiede delle quote per le donne over 70 sorde, noi capiamo di avere un problema?

Secondo me, il loro problema di rappresentanza, le donne over 70 sorde non devono risolverlo chiedendo a un designer under 35 bianco omosessuale di metterle nel loro gioco (politica > quote).
Devono risolverlo scrivendo il proprio gioco (merito artistico > autore).

Se ci mettono venti anni ad arrivare a quelle posizioni, amen. Aspetteremo.

Ma ripeto, non sono sicuro di aver capito bene il tuo rilievo.
Magari approfondisci, quando hai un momento.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: DRZ - 27 Lug 2018, 21:51
Spiego: il problema non è che non ci siano donne settantenni sorde nei videogiochi, il problema è che se su cento (mille, diecimila, centomila, un milione...) di giochi o libri o film o fumetti il 99% (98%? 97%?) è realizzato da persone appartenenti alla maggioranza, finanziato da persone appartenenti alla maggioranza, con personaggi identificabili nella maggioranza e situazioni eccetera eccetera la settantenne di cui sopra non avrà quasi nessuna possibilità di fare ciò che dici né oggi, né tra vent'anni né tra cento.

O magari ce l'avrà, ma per fare quello che tu od io potremmo fare con uno sforzo normale dovrà cacare sangue da mattina a sera, avere mille volte il nostro talento e una fortuna della madonna... e allora la meritocrazia dove sarebbe?
Tu dici "aspetteremo", ok, ma lo dici da una posizione comoda di chi non deve aspettare nemmeno un secondo.

Come ho già detto le quote non sono la soluzione ideale, sono semplicemente la soluzione per un mondo non ideale.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 27 Lug 2018, 22:07
Il problema si sa che c'è, ma non lo risolvi mettendo "a forza" il personaggio nero nel videogioco o trasformando il supereroe X da bianco a nero (o da uomo a donna) nella versione cinematografica, solo perché ci devono essere le quote. Tu il personaggio nero lo metti per un motivo sensato, come nel remake di Django o nel sottovalutato Starhawk su Ps3.

Il problema si sa che c'è, la soluzione è la meritocrazia e l'abolizione dei preconcetti, ma la gente è mossa da paure e pregiudizi quindi ciao.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ivan F. - 27 Lug 2018, 22:08
Sì, capisco il problema, ma devo dire che ho una posizione piuttosto spartana (nel vero senso di Sparta), al riguardo  :)

E posso riassumerla in questo modo...
1859: Parecchi diversamente bianchi lavorano nei campi di cotone.
2009: Un diversamente bianco è Presidente degli Stati Uniti.

Rimodulando tutto molto verso il "basso":
2018: Se tu, Charlie, vuoi il tuo giochino con il tuo protagonista di minoranza, trova due amici, comprati Unity e buona fortuna. Ti assicuro, Charlie, che è meno complicato della schiavitù. Ci vediamo tra dieci anni.
Se vieni a chiedermi le quote, Charlie, sappi che ti manderò amabilmente a cagare.

Spoiler (click to show/hide)
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 27 Lug 2018, 22:19
Boh Ivan, forse t'è uscita male.. l'intenzione probabilmente è quella di dire che la voce di una minoranza non deve storpiare un'opera nata in altro modo, e hai ragione, ma detta così fa un po' strano.

Diciamo che Charlie si può benissimo comprare un gioco con protagonista nero (chessò, GTA) o uno con customizzazione del personaggio e giocare felice, senza mettere in croce nessuno sviluppatore frustato da addetti marketing.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: DRZ - 27 Lug 2018, 22:20
Sì, capisco il problema, ma devo dire che ho una posizione piuttosto spartana (nel vero senso di Sparta), al riguardo  :)

Che va benissimo, ma spero che tu ti renda conto che è molto più facile avere una posizione spartana se sei uno Spartiato piuttosto che un Ilota e che un ragionamento come il tuo cozza in maniera estrema con il concetto di meritocrazia.

Il problema si sa che c'è, la soluzione è la meritocrazia e l'abolizione dei preconcetti, ma la gente è mossa da paure e pregiudizi quindi ciao.

Che è più o meno quello che dico io, solo che invece di "quindi ciao" preferisco "piuttosto che niente meglio piuttosto".
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ivan F. - 27 Lug 2018, 22:27
Che va benissimo, ma spero che tu ti renda conto che è molto più facile avere una posizione spartana se sei uno Spartiato piuttosto che un Ilota
Sicuramente. Ma sai, viviamo in un tempo in cui sembra che le maggioranze debbano farsi carico di tutti i problemi delle minoranze. Ma a volte devono pensarci le minoranze e la storia. E le "ingiustizie" devono avere il tempo di fermentare e seguire il loro corso.

Citazione
e che un ragionamento come il tuo cozza in maniera estrema con il concetto di meritocrazia.
In questo caso specifico, quello dei videogiochi, non credo molto, in realtà.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: EGO - 27 Lug 2018, 22:45
Vediamo un po'.

Il film Black Panther è considerato un'autentica icona per le persone dalla pelle nera, al punto che chiunque dica sinceramente "a me non sembra così trascendentale" viene prima interrogato sul colore della sua pelle, e poi comunque giudicato in modi non simpatici.
Se qualcuno dice "ma la rappresentazione di Wakanda non è particolarmente immaginifica e non è originale come società futuristica", gli si risponde: "Non era compito del film raffigurare una società futuristica originale. E stai cercando di sminuire il film perché sei un razzista di merda, fiocco di neve".

Eppure si pretende che sia compito dei game designer maschi, bianchi ed eterosessuali dare una rappresentazione globale, imparziale e ben fatta di ambo i sessi e di tutte le razze all'interno dei videogiochi. Perché costoro sono la maggioranza dei game designer.

Tuttavia, c'è un consiglio (generalmente ragionevole) che dice: "scrivi di/fai un film su/occupati di ciò che conosci". È ampiamente accettato che un gioco come il nuovo God of War rappresenti Kratos - precedentemente un sociopatico figlio di puttana, chiaramente parodistico, che ammazza tutto ciò che lo saluta amichevolmente - come un padre, perché i game designer dell'epoca precedente sono invecchiati, maturati, e diventati genitori a loro volta. Il gioco è dunque un riflesso della loro nuova esperienza di vita.
Giustamente, si fa notare che non ci sono molti VG che rappresentano il ruolo della madre perché non ci sono molte madri che hanno un ruolo di punta nello sviluppo dei VG.

Ma allora, di nuovo: come si può pretendere che un uomo bianco eterosessuale rappresenti in modo assolutamente adeguato e coerente, senza alcuna proiezione personale, e che soddisfi il pubblico "di riferimento", la vita, i pensieri, il comportamento, di un uomo di colore o di una donna di qualsiasi colore? Non è la sua esperienza personale. Non è la sua aspettativa, il suo desiderio, la sua fantasia. Se è il suo desiderio o la sua fantasia, lo rappresenterà in modo goffo o ridicolo, perché non ne ha esperienza. Finché la tua fantasia è Kratos, Marcus Fenix o Lara Croft, il cui fisico e le cui imprese non hanno granché di reale, ci si può passare sopra come "power/sexual fantasy del maschio bianco". Ma anche questo prodotto, oggi, non è più visto di buon occhio (eufemismo).

Miyamoto, da giovane, faceva giochi che riflettevano le sue esperienze di bambino: esplorava le caverne, e allora fece Zelda. Da uomo più maturo, dedito al giardinaggio, fece Pikmin. Ma Miyamoto ha fatto giochi basati sulle sue esperienze, fantasie, aspettative. Invece sui forum (occidentali) ci si straccia le vesti perché non ci sono personaggi di colore nel roster di Mario Kart o di Smash.

La risposta adeguata, e realistica, sarebbe: se volete un gioco così e cosà, fatevelo voi. Ma raramente accade.
Sarà perché Silicon Valley, le case di sviluppo, i grandi publisher, hanno quote ridotte di neri/asiatici/donne? E quelle quote ridotte sono dovute a un bias di selezione? Oppure, magari, queste persone sono una minoranza nel mercato dei VG perché una minore proporzione di loro è interessata a fare videogiochi?
Le donne sono davvero interessate a fare giochi sulla maternità e con personaggi femminili, oppure sono più orientate a fare giochi con estetiche, tematiche e gameplay tipo Shovel Knight, Ori, ecc? O magari, all'interno delle case di sviluppo e di publishing, preferiscono occupare ruoli amministrativi e di dirigenza, piuttosto che prendere parte in prima persona al game design?
I neri e gli asiatici sono interessati a fare giochi sulla società asiatica (anche, indubbiamente: Yakuza, Persona, ecc), oppure hanno certe esperienze, proiezioni e fantasie che li portano verso VG con protagonista un personaggio bianco (vedi il sopraccitato Suda)?

Perché il punto è che ci si aspetta che i maschi bianchi eterosessuali si occupino della "rappresentazione" di gente a cui magari, nella realtà, interessa relativamente poco fare giochi in cui tale "rappresentazione" venga fatta da chi ne ha un'esperienza diretta.

Poi si può anche obiettare: ma donne e persone di colore, a causa di sessismo e razzismo, non hanno molta rappresentanza e potere decisionale nello sviluppo dei VG.
Perfetto. Ma allora, la soluzione è aumentare la quota di persone reali all'interno del processo di sviluppo, prima di aumentare le quote rosa/PoC/LGBTQ+ all'interno dei VG. Altrimenti, molti tentativi, fatti più o meno in buona fede, sembreranno forzati, posticci e paraculo, specialmente se sbandierati prima di qualsiasi elemento relativo al gameplay. La politica nei VG va bene, ma non dovrebbe venire prima dei VG stessi che la contengono. E lo vediamo, inevitabilmente, quando il personaggio nero/donna/gay non viene rappresentato "come dovrebbe", e allora gli sviluppatori si trovano a sbagliare in ogni caso: se non mettono il personaggio sono dei razzisti/sessisti di merda che non rispettano le minoranze, e se lo mettono ma (comprensibilmente) non lo azzeccano in pieno, sono dei razzisti/sessisti di merda che non capiscono un cazzo delle minoranze oppresse e non dovrebbero mettersi a fare personaggi che non sono in grado di fare.

La débacle pubblicitaria intorno a Tomb Raider 2013 fu abbastanza emblematica: prima la famosa battuta "you'll want to protect Lara", che rimbalza ancora oggi; poi il personaggio in sé, una ragazzina piagnucolosa nelle cutscene ma killer micidiale durante il gioco; sexy, forse troppo, forse troppo poco, comunque non nel modo "giusto" e fuori contesto. Tutti scontenti, comunque.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: DRZ - 27 Lug 2018, 22:45
In questo caso specifico, quello dei videogiochi, non credo molto, in realtà.

Non so, probabilmente vediamo le stesse cose ed arriviamo a conclusioni diametralmente opposte.
Non è così raro, il mondo è bello perché non esiste una versione femminile di Wario.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 27 Lug 2018, 23:18
La questione di Black Panther a me fa un po' ridere.

Il punto è che in USA ci sono persone di colore che guardano film dove ci sono solo bianchi e dicono "ma perché non ci sono neri? razzismo?" Io se guardo un film dove ci sono solo neri non è che mi chiedo "ma perché non ci sono bianchi?" A me che me ne frega? io sono qui per seguire una storia, non per imporne il cast.
Un film/libro/videogioco racconta una storia con determinate scelte narrative ed i protagonisti sono quel che sono per un motivo. E non per forza perché l'autore è della stessa razza/sesso come vuol suggerire Ego.

Per dire, Salgari in Malesia non c'era mai stato. Harper Lee, autrice de "Il Buio Oltre la Siepe" era una donna bianca, non un uomo di colore. Per dire eh.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ivan F. - 28 Lug 2018, 09:31
Un film/libro/videogioco racconta una storia con determinate scelte narrative ed i protagonisti sono quel che sono per un motivo. E non per forza perché l'autore è della stessa razza/sesso come vuol suggerire Ego.

Questo (sempre che l'autore abbia libertà creativa) è assolutamente vero.
Ma @EGO, più precisamente, spiegava che un autore dovrebbe scrivere di quello che conosce. Giustissimo.

Quindi ribadisco, imporre quote o temi, secondo me, è più un problema che non avere quote o temi.

Ma forse stiamo andando vagamente alla deriva, perché qui si parla di donne nei videogiochi, e poi @Ruko ci mena.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 28 Lug 2018, 09:33
Secondo me, a tutte le considerazione che stiamo facendo, manca un po' una "cornice" che in definitiva smorza la forza delle varie posizioni, riconducendo il tutto ad una tempesta in un bicchiere.
 
Vale a dire: nei videogiochi, quale che sia la rappresentazione della donna, in realtà non esiste la "vittima".
 
Giuste istanze come la parità di diritti oppure, al contrario, fenomeni discutibili come il #metoo hanno sempre e comunque un'origine reale in qualcosa (un gruppo, una persona, una situazione) e si esprimono in un disagio sociale. Una donna che denunci il suo aguzzino del passato o del presente ne è titolata in base all'eventuale realtà di quello che ha vissuto. Vero o falso che sia.
Ancora, una donna che esprima la sua esperienza lavorativa fatta di angherie e soprusi parte dalla sua esperienza reale.
Infine, per prendere un altro esempio più pop e leggero, le ombrelline fisicate e succinte alla partenza della Motogp denunciano la loro condizione proprio a partire dalla loro degradazione . Degradazione = prendere una parte per il tutto, in questo caso considerare una personalità complessa solo dalla sua apparenza esteriore e pertanto strumentalizzata. Personalmente non sono d'accordo (l'avvenenza è una qualità non comune di cui non bisogna vergognarsi qualora venga presa per sé) ma è un sentire comune a molte donne.

Nei videogiochi, come dicevo, non esiste il delitto e come tale, non nasce il problema. Nessuna Kasumi si lamenterà per l'esposizione del suo seno, così come le figure femminili di The Witcher 3 non smuovono alcuna altra problematica ulteriore alla loro funzione. E le videogiocatrici eventualmente capaci di sollevare il problema o non se lo pongono, o non è proprio un problema e ancora, sono comunque troppo poche. Fino a quelle, come me, a cui la cosa piace proprio.

La cartina al tornasole di questo discorso proviene dalla compagna di viaggio della sessualità in questo genere di discorsi, ossia la violenza. Quando, nel mondo reale, si assiste a qualche strage perpetrata da giovani instabili e isolati in scuole ecc., una delle tematiche ricorrenti è la denuncia tardiva di una frequentazione con i videogiochi (violenti, che isolano, che rappresentano mimeticamente il male) che potrebbe sottendere i fatti di sangue realmente avvenuti.
In questo caso --> Violenza nei vg --> Violenza reale --> riflessione sul rapporto tra rappresentazione della violenza e la sua messa in atto. Spesso del tutto irrilevante eh, ma il punto non è questo.

Qual è la messa in atto della discriminazione di genere nei vg? Semplice, non esiste.
Forse è proprio la funzione puramente illustrativa dei vg a salvarlo da particolari strumentalizzazioni, un ammasso di poligoni che rappresenta un florido seno ad appannaggio di spettatori non possiede una sua concretizzazione reale e per questo non potrà mai essere oggetto di riflessioni sul merito.
Se poi ci mettiamo che le donne sono idealizzate, fumettizzate, eccessive e votate ad uno scopo di illustrare funzioni irreali o astratte (guerriere, donne oggetto, sessualizzate ecc.) senza un reale riscontro, i problemi si disinnescano da soli.
Nessuna vittima, nessun reato.

Ma forse stiamo andando vagamente alla deriva, perché qui si parla di donne nei videogiochi, e poi @Ruko ci mena.
Beh, no, le riflessioni sono di assoluto pregio e si può allargare concettualmente, le idee generano idee.

Se serve mi metto in perizoma e porto a tutti sigaro e whisky.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: EGO - 28 Lug 2018, 13:35
Per dire, Salgari in Malesia non c'era mai stato. Harper Lee, autrice de "Il Buio Oltre la Siepe" era una donna bianca, non un uomo di colore. Per dire eh.
E infatti, @MaxxLegend, il libro della Lee è tra quei libri “problematici” che, oggi, molti campus americani sarebbero lieti di rimuovere dalla circolazione e dalla storia, insieme ai cimeli nazisti e alle statue di Colombo e dei generali della Confederazione sudista.
E stai tranquillo che, se in USA si cagassero di striscio Salgari, sarebbe all’indice pure lui. Forse in Italia ci penserà l’illuminata sindaca di Torino, approfittando che Salgari morì da queste parti.


@Ruko: decisamente, conosco un grande forum dove donne che scrivono come te sarebbero considerate “part of the problem”.

Ricollegandomi a quanto scrivi, mi ripeto: se Trump, o un Joseph Lieberman, o un senatore conservatore americano a caso, accusano i VG di fomentare la violenza nei ggiovani, immediatamente arrivano liste di link a studi che negano ogni correlazione tra VG violenti e violenza nel mondo reale. Eppure, queste stesse persone che hanno pronta la lista di link, ogni giorno che Dio manda in terra sostengono che Senran Kagura e SNK Heroines hanno un’influenza nociva sulla considerazione quotidiana delle donne nella vita reale. E non vedono la contraddizione.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ivan F. - 28 Lug 2018, 14:02
Harper Lee, autrice de "Il Buio Oltre la Siepe" era una donna bianca, non un uomo di colore. Per dire eh.

Il buio oltre la siepe, in effetti, racconta di due ragazzini bianchi figli di un avvocato bianco.

È la questione razziale vista dalla parte degli agiati, alla fine della fiera.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: DRZ - 28 Lug 2018, 21:32
Eppure, queste stesse persone che hanno pronta la lista di link, ogni giorno che Dio manda in terra sostengono che Senran Kagura e SNK Heroines hanno un’influenza nociva sulla considerazione quotidiana delle donne nella vita reale. E non vedono la contraddizione.

Sparare alla gente con un fucile d'assalto ed avere una visione maschilista della realtà sono due livelli di influenza nociva un po' diversi, secondo me.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: EGO - 29 Lug 2018, 10:11
Eppure, queste stesse persone che hanno pronta la lista di link, ogni giorno che Dio manda in terra sostengono che Senran Kagura e SNK Heroines hanno un’influenza nociva sulla considerazione quotidiana delle donne nella vita reale. E non vedono la contraddizione.

Sparare alla gente con un fucile d'assalto ed avere una visione maschilista della realtà sono due livelli di influenza nociva un po' diversi, secondo me.
Non capisco l’obiettivo di questo commento.

Ho scritto che, stando a numerose fonti ritenute “scientifiche”, i VG violenti non appaiono avere alcun ruolo nell’indurti a sparare alla gente con un fucile d’assalto nella vita reale.

Una “visione maschilista” della realtà si può manifestare in diversi gradi. Puoi ritenere che ogni donna al volante sia una bomba ad orologeria, e puoi picchiare e violentare le donne perché le consideri degli esseri inferiori senza diritti creati per essere soggetti al tuo capriccio. Agli estremi, questa visione non è assolutamente meno grave dello sparare alla gente. Ma anche qui, è tutto da dimostrare che uno arrivi a sviluppare tale visione delle donne sotto l’influenza dei videogiochi.

E il discorso che stiamo affrontando è questo. Nessuno si fa il problema di pubblicare God of War o Call of Duty e nel trailer di The Last of Us 2 abbiamo visto livelli di violenza altissimi, ma metti un costume da spiaggia su una ragazzina in un JRPG, o un boob slider nel character creator di un gioco, e vedi come si alzano le fiamme.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: DRZ - 29 Lug 2018, 17:42
Nessuno si fa il problema di pubblicare God of War o Call of Duty e nel trailer di The Last of Us 2 abbiamo visto livelli di violenza altissimi, ma metti un costume da spiaggia su una ragazzina in un JRPG, o un boob slider nel character creator di un gioco, e vedi come si alzano le fiamme.

Eh.
In God of War o in Call of Duty la violenza non è specifica contro un gruppo ben preciso, mentre per quanto riguarda costumi sexy e regolatori di parti anatomiche, nel 99.9% dei casi, si parla sempre di donne.

E non sto nemmeno dicendo che i videogiochi portino a questo o a quest'altro modo di pensare, al massimo assecondano dei modi di vedere già esistenti (la glorificazione della violenza o il trattamento discriminatorio nei confronti delle donne esistono da sempre).
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Giobbi - 29 Lug 2018, 18:01
Riguardo il discorso razziale è un po' pretestuoso, basterebbe focalizzarsi su quel 80 e passa per cento che accumuna piuttosto che quel 15 % che diverge
Per dire la base della chiesa norvegese è la Bibbia che parla di gente olivastra che apre in due dei mari

Quindi si' il donkey kong negromante del Niger può scrivere trame appassionanti per un cannibale figlio di Wotan dell'Illinois.
E viceversa.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: EGO - 29 Lug 2018, 18:14
Riguardo il discorso razziale è un po' pretestuoso, basterebbe focalizzarsi su quel 80 e passa per cento che accumuna piuttosto che quel 15 % che diverge
Per dire la base della chiesa norvegese è la Bibbia che parla di gente olivastra che apre in due dei mari

Quindi si' il donkey kong negromante del Niger può scrivere trame appassionanti per un cannibale figlio di Wotan dell'Illinois.
E viceversa.
Credo che per questo post, in California o a New York City, potresti essere arrestato.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Giobbi - 29 Lug 2018, 22:13
 :D
Che l'ipocrisia e' uno dei grandi mali del mondo ha ragione Von Trier.
Ma il punto è davvero che per un'umanita' saggia un minimo il discorso razziale non dovrebbe aver ragione d'essere.

Quelllo dii genere e' già parzialmente diverso
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Andrea_23 - 31 Lug 2018, 21:52
A questo punto volevo sapere qual è la vostra opinione in merito, non del post, ma della figura della donna nei videogiochi.

Doserò attentamente (per quanto mi è possibile) le parole, spero di non venir frainteso. La prenderò davvero larga.


Credo occorra andare alla radice ultima del "problema" per cercarne di capirne un po' di più. IL problema per antonomasia per l'umanità : ). Della serie, risolto questo risolto tutto.

Quanto tempo ci vorrà prima che il genere femminile divenga _davvero_  paritetico?
Suppongo, probabilmente, così tanto che la natura stessa deciderà per noi, eliminando i sessi e tornando all'ancestrale ermafroditismo.

Scherzo, ma nemmeno troppo.
Perché la cruda realtà qual è? Che le femmine hanno iniziato ad esprimersi non più di cinquant'anni fa. I maschi, circa trecentomila anni fa, centomila in più o in meno...
Ci vorrà tempo.

Suppongo il processo sarà più veloce, ma non così tanto veloce da aver risultati apprezzabili in tempi utili (per noi). Vien da sé che parli di ben altro che videogiochi : ).
Quando nella forma mentis della razza umana i 'generi' saranno sovrapposti esattamente alla 'specie' (il che potrebbe portare a trovare alla specie un nome diverso e da uomo e da donna?), la donna sarà anche in grado di inventare tipi di videogioco inediti : D.

Giochi fatti da donne, per donne e non giochi fatti da donne talmente pervase dalle sovrastrutture ludiche maschili, da non concepire nemmeno l'ipotesi di ripartire da zero.

Ma forse faranno anche altro, spero :V.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ivan F. - 31 Lug 2018, 22:03
A questo punto volevo sapere qual è la vostra opinione in merito, non del post, ma della figura della donna nei videogiochi.

Doserò attentamente (per quanto mi è possibile) le parole, spero di non venir frainteso. La prenderò davvero larga.

Non mi sembra ci sia nulla di offensivo o fuori luogo nel tuo punto di vista.

Ovvio che risolvere la questione con un "Tutto si sistemerà da solo quando il Sole si sarà spento" pone un orizzonte piuttosto spaventoso per la discussione.

Soprattutto per me, che dovrò pagare l'hosting per un fracco di tempo, prima di chiudere questo topic!

(@Ruko, mi devi sei milioni di miliardi di euro!)
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: mog_tom - 31 Lug 2018, 22:17
Quali sono le sovrastrutture ludiche maschili?

"Superare obiettivi in maniera divertente" è indissolubilmente legato al pisello?

Perché il creatore e attuale concept designer della serie Cooking Mama è un maschietto?

E perché Daniel Bunten è diventato Danielle mentre Roberta Williams è rimasta tale?

Pensando ai fumetti, io ho il patatacchio e mi piace la parasgnappola, eppure trovo che la protagonista di Sailor Moon sia un colpo di genio narrativo.

Perché?

I giuochi giapponesi di corteggiare bei ragazzi, per chi sono? Chi li crea? Aiuto!

Ma soprattutto: le pitture rupestri erano firmate?  ;)
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 31 Lug 2018, 23:25
Beh avete detto quasi tutto voi.
Andrea forse parte da una concezione un po' vecchiotta del mondo videoludico, dove le donne generalmente stavano a guardare (più per mancanza di interesse che per incapacità) e infatti sbuffavano pure.

Game designer donne ce ne sono state molte, magari non sempre celebrate, e non si dedicavano per forza a giochi per così dire "femminili". Carol Shaw una delle prime programmatrici di VG della storia, fece River Raid per Atari, che non è esattamente Farmville.

Allo stesso modo non è vero che la donna videoludens si dedica solo a puzzle game, gestionali, ballo e simili. Diciamo che la donna casual fa spesso così, ma la donna Hardcore (ciao @Ruko) c'è e c'è sempre stata. Ancora, se la stragrande maggioranza delle donne non si dedica a queste pratiche arcane è perché non hanno interesse. Uomo e donna funzionano in modo diverso, e laddove Gianpino vuole spesso sparare perché atavicamente il suo gioco consiste nel cacciare & proteggere, Gianpiera è più propensa a ragionare, gestire, ordinare, accumulare, quello è ciò che l'appaga. Di solito, ma non sempre, è così.

A mio parere la parità tra i sessi non è una cosa "irragiungibile" ma è una cosa che manca totalmente il punto. Il bello è proprio nella diversità insita nei diversi generi, e questo non significa che uno dei due debba sopraffare l'altro, significa semplicemente che la parità dei diritti ci deve essere ma una partà "tout court" non può esserci, perché parliamo di due cose totalmente diverse, a cui non possono essere applicate le stesse modalità e regole.

Una donna se vuole può fare ciò che fa un uomo, ma appunto può non è che deve perché arriva una tizia tutta impettita a dirle "ti devi emancipare, sorella".. Ma se io fossi donna gli direi "emancipati tu, che c'hai voglia di riscatto per chissà quale trauma infantile. Io mi sposo il milionario e ciao".. :P :P :P
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Andrea_23 - 01 Ago 2018, 00:45
Senza offesa per nessuno, ma io credo sia di gran lunga più miope credere che la donna sia già a un buon punto di emancipazione creativa.
Non fosse altro, per l'appunto, per mancanza di tempo materiale per sviluppare propri strumenti e canoni.

Anche solo le domande in buona fede di mog_tom nascondono innate categorizzazioni, dalle quali è pressoché impossibile prescindere in questo momento storico.
E anche mie, vista la sua ultima -azzeccata- osservazione.

Tenderei a dire che il peccato originale sia nato proprio nelle caverne, ma chi può dirlo... da qualche parte in ogni caso il processo è iniziato.
La cosa più difficile da accettare è che è stato un processo naturale, per definizione.
Dato però che siam dotati di raziocinio, possiam correggerlo. Per cambiare fondamenti culturali letteralmente ancestrali in ogni caso, quanto tempo credete che occorra? Poche decine di anni?

Illusi : D.
Certo, se vi accontentate dell'apparenza, del bigottismo, allora ok. Il problema è già bello che risolto, in occidente.
L'inghippo, quello distruttivo per la società, sta in ciò che la gente (maschi, femmine) pensa (e non riesce a non pensare), ma non dice.
Le conseguenze di ciò però le viviamo concretamente, perché l'indole che abbiamo inculcata non può che manovrare le azioni, scelte, affermazioni quotidiane senza che nemmeno sia possibile rendersene conto.

Certe uscite di (tanti, troppi) colleghi stimatissimi : D.
Mani nei capelli : ].
Non che mi escluda dal computo, diciam solo che, con un po' di malizia, ho un miglior controllo della favella...

n8
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 01 Ago 2018, 01:07
La favella è nulla senza controllo.  :-*
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 01 Ago 2018, 07:06
Beh, io le osservazioni di  @Andrea_23 le condivido anche, semplicemente temo che un approccio radicale alla questione di genere non ci porti a nulla.

Perché poi
L'inghippo, quello distruttivo per la società, sta in ciò che la gente (maschi, femmine) pensa (e non riesce a non pensare), ma non dice.
Beh, esplicita, ma in senso positivo dico, ragioniamo nel merito.

Citazione
Certe uscite di (tanti, troppi) colleghi stimatissimi : D.
Mani nei capelli : ].
Non che mi escluda dal computo, diciam solo che, con un po' di malizia, ho un miglior controllo della favella...
Anche qui, dibattiamo, altrimenti sei tipo profeta che appare, lancia la suo anatema e poi sparisce!   ;D


Allo stesso modo non è vero che la donna videoludens si dedica solo a puzzle game, gestionali, ballo e simili. Diciamo che la donna casual fa spesso così, ma la donna Hardcore (ciao @Ruko) c'è e c'è sempre stata.
Qui la donna harcore è @Liulai che spero ritorni a scrivere.  :-*
Io ho avuto solo buoni maestri e la possibilità di avere un parco-giochi infinito gratis.
però ecco dove sono @Castalia83, @O_O e compagnia cantante? Su FB sto portando avanti lo stesso dibattito e la comunità femminile di videogiocatrici sta dando ottimi contributi!
Per il resto sono d'accordo con quello che dici.

@Ruko: decisamente, conosco un grande forum dove donne che scrivono come te sarebbero considerate “part of the problem”.
Stimatissimo @EGO, purtroppo non c'è stato bisogno di andare troppo lontano da qui per diventare il "problema".  :)  Però mi hai incuriosita, che forum sarebbe?

Soprattutto per me, che dovrò pagare l'hosting per un fracco di tempo, prima di chiudere questo topic!
(@Ruko, mi devi sei milioni di miliardi di euro!)
Dovresti fare reclutamento femminile piuttosto, con offerte imperdibili che possano accalappiare le videogiocatrici, del tipo:

Iscrizione = un pelo della barba di @claus80 in regalo;

1000 post = @RALPH MALPH ti butta giù una scheda personalizzata da palestra per avere glutei alla Duke Nukem;

10000 post = @Vitoiuvara ti rinchiude scalza nella sua stanza di piacere sadico, fatta di pezzi di lego per terra;

100000 post: @Lenin ti raggiunge a casa, si siede con te mentre videogiochi e ti accarezza la testa ogni volta che muori in un Souls.

Le iscrizioni sarebbero alle stelle a quel punto!
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Andrea_23 - 01 Ago 2018, 19:21
Beh, io le osservazioni di  @Andrea_23 le condivido anche, semplicemente temo che un approccio radicale alla questione di genere non ci porti a nulla.

Perché poi
L'inghippo, quello distruttivo per la società, sta in ciò che la gente (maschi, femmine) pensa (e non riesce a non pensare), ma non dice.
Beh, esplicita, ma in senso positivo dico, ragioniamo nel merito.

Citazione
Certe uscite di (tanti, troppi) colleghi stimatissimi : D.
Mani nei capelli : ].
Non che mi escluda dal computo, diciam solo che, con un po' di malizia, ho un miglior controllo della favella...
Fare esempi concreti credo porterebbe a concertrarsi sulla pagliuzza e non sulla trave nell'occhio...

Che tipo di grandi argomentazioni potranno mai uscire in un ufficio tipico, quando -che ne so- c'è unA new entry? È una costante lineare: più l'ufficio è grande, più la lingua va a briglia sciolta.

Quel che mi importava puntualizzare era il contesto che ha portato a ciò e soprattutto che si è solamente all'inizio di un lunghissimo percorso.
La giusta prospettiva per analizzare cosa succede oggi è che  c'è un miglioramento continuo e nella storia la condizione delle femmine (e tutto ciò che ne consegue) non è mai stata migliore.

Tra mille anni, stimo, studiandoci non potranno altro che sorridere.

Nient'altro da aggiungere e/o eccepire a quanto già detto da altri.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 01 Ago 2018, 20:57
No ma io da sto commento mi sento profondamente offeso e ferito nella mia dignità in quanto uomo.
#Metoo.

Spoiler (click to show/hide)
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: RALPH MALPH - 01 Ago 2018, 21:53


1000 post = @RALPH MALPH ti butta giù una scheda personalizzata da palestra per avere glutei alla Duke Nukem;



non ho seguito il discorso, ma son sempre disponibile quando si parla di donne glutei e allenamento

Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: J VR - 02 Ago 2018, 12:10
Grazie a questo topic ho scoperto che Liulai è femmina.  :-[
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 02 Ago 2018, 13:04
Alla buon ora!
Comunque pur non sapendolo si poteva intuire dal nick:

(http://3.bp.blogspot.com/_VXHHpWCfVH4/SjdbX35iOxI/AAAAAAAAAcg/BOssqIjeSmA/s200/Lo+strano+mondo+di+Min%C3%B9.jpg)

Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: EGO - 05 Ago 2018, 14:42
Quanto tempo ci vorrà prima che il genere femminile divenga _davvero_  paritetico?
Suppongo, probabilmente, così tanto che la natura stessa deciderà per noi, eliminando i sessi e tornando all'ancestrale ermafroditismo.

Scherzo, ma nemmeno troppo.
Perché la cruda realtà qual è? Che le femmine hanno iniziato ad esprimersi non più di cinquant'anni fa. I maschi, circa trecentomila anni fa, centomila in più o in meno...
Ci vorrà tempo.

Giochi fatti da donne, per donne e non giochi fatti da donne talmente pervase dalle sovrastrutture ludiche maschili, da non concepire nemmeno l'ipotesi di ripartire da zero.
A volte ho l’impressione che alcuni maschi (o “uomini”?) si facciano un autentico onore di credere a questa, per molti versi, mistificazione storica.

Che le donne siano state plagiate, sottomesse, ed emarginate da certi aspetti della società umana nella storia, non vi è alcun dubbio. Il patriarcato è reale, ed è di lunghissima durata. Alle donne è stato tolto e negato molto, per il fatto di essere donne.

Ma. Spesso si tende (ironicamente, in nome di un greater good di cui ciascuno ha una prospettiva anche molto diversa) a usare questo argomento per sminuire, o negare, ciò che milioni di donne hanno fatto per contribuire alla storia dell’umanità (“dell’Uomo” è oggi un’espressione sgradita, per restare in argomento).

Che cosa vuol dire, nel tuo post, “esprimersi”?
Perché, io sospetto, quelle statuine, collanine, abiti, e altri innumerevoli tool che conosciamo essere stati prodotti dalla nostra specie ai suoi albori, sono di certo, in parte, di fattura femminile (molto bella anche la domanda di mog_tom sulla paternità [o maternità?] delle figure rupestri). Paradossalmente, forse, in quei giorni l’arte era più paritetica di quanto non sia stata nei millenni successivi, con uomini e donne ugualmente dediti alla manifattura, di armi quanto di talismani, di pitture quanto di collane.

Anche quando sono state soffocate e tenute in disparte, le donne non sono mai state mute e immobili. Hanno sempre fatto il loro. Certe volte ho motivo di sospettare che, quando leggiamo un romanzo o un fumetto o vediamo un film e  - ammirate! - il leggendario artigiano, il famoso saggio, il grande guerriero errante si scopre essere una donna, la sorpresa che lo spettatore dovrebbe provare sia un becero artificio moderno. Siamo talmente convinti che il millenario scorno e disprezzo che le donne hanno subito sia assoluto, che “il grande maestro è una donna!” dovrebbe essere un evento storico quando, magari, all’epoca non ce ne si sorprendeva più di tanto.

E ci sono innumerevoli esempi di donne estremamente rilevanti e creative in ogni epoca, in ogni campo della produzione umana. A mio parere, la nostra insistenza nel considerarle delle anomalie virtuose fa più male alla “causa” delle donne di quanto non faccia constatare che sì, le donne hanno portato avanti la storia tanto quanto gli uomini. Il fatto è che, a quanto pare, scrivere cronache è sempre stato un impegno tipicamente maschile, e il cronista della storia è spesso un uomo di notevole misoginia.

La traballante convinzione moderna, che alcuni cercano disperatamente di far passare per scienza provata, per cui non esistono differenze biologiche sostanziali tra maschio e femmina (nonostante quel bel pezzo di cromosoma che li differenzia), è la radice di molti mali e di molte cause perse.
Nello specifico settore dei videogiochi, potrebbe semplicemente darsi (ma non si può dire!) che alla maggior parte delle donne non interessi né un certo tipo di prodotto, né un certo ruolo nella sua produzione. Ma molte persone vogliono che le donne partecipini attivamente alla creazione di VG con il preciso scopo di usare quei VG per mandare un messaggio, invece di fare il gioco che vogliono davvero fare.

Quali sono, a mio parere, gli approcci sbagliati?
1) Ritenere meno “rilevante” una donna che lavora nell’industria del VG come grafica, musicista, sound designer, background researcher ecc, invece che come game designer e writer principale. Yoko Shimomura non è una figura di secondo piano in questa industria, ma il suo contributo è raramente considerato alla stregua di quello di donne che invece creano le trame, i temi e i personaggi principali di un gioco.

2) Ricollegandosi al punto 1, forzare le donne ad assumere, nell’industria dei VG, dei ruoli a cui non sono interessate, con la scusa che “non è abbastanza” per promuovere la “causa” e la “lotta” delle donne.

3) Essere pregiudizievoli nei confronti di un gioco, mai visto e provato, solo perché è direttamente prodotto da una o più donne. Ciò sia da parte dei publisher, sia da parte del pubblico. “Siete donne quindi il vostro gioco non può vendere secondo le nostre aspettative” o “siete donne, quindi il vostro gioco non potrà mai piacermi come Doom” sono le vere stronzate contro cui bisogna lottare.

4) Molte donne partecipano all’industria del VG in ruoli presunti “minori”, e negarne l’esistenza e il contributo in base al principio del “non basta, ci vuole di più” è ancor più dannoso della mancanza di donne in ruoli di “primo piano” nell’industria.

5) Tapparsi occhi e orecchie e negare che, a grandi linee, le donne - sia nel ruolo di produttrivi che di consumatrici - hanno un rapporto col videogioco differente da quello della maggioranza degli uomini. Nella mia limitata esperienza non ho mai conosciuto una donna che si comprasse una console. Nessuna che avviasse il discorso videogiochi, se non prima avviato da un uomo. Nessuna che non mostrasse un certo atteggiamento di “se proprio non se pò fa’ altro” quando invitata a giocare. Nessuna che, di fronte a un gioco che stavo giocando io, chiedesse approfondimenti, mostrando un interesse anche poco più che passeggero. Molte hanno mostrato interesse nell’aspetto artistico dei giochi, ma quasi nessuna per il gameplay.
Ciò, ovviamente, non vuol dire che il mio atteggiamento standard di fronte a una donna, per quanto concerne i VG, sia “stai al tuo posto, torna in cucina e lascia giocare gli uomini”. Ma, statisticamente parlando, per la mia esperienza personale e per quelli che sono i giochi che mi interessano, non posso partire dal presupposto che una donna che incontro per la prima volta sia una persona con cui posso stabilire un legame tramite l’argomento VG. È un pregiudizio? Sì. Ma non intende sminuire la persona che ho davanti.

Mi chiedo quali siano codeste “sovrastrutture ludiche maschili”, poi. Un simile presupposto porta a pensare che a una donna non interesserebbe creare un FPS pieno di mostri, e che esistano “sovrastrutture ludiche femminili”. Trovo ciò ancora più pregiudizievole e sessista dell’atteggiamento che vorrebbe combattere. Non sono solito approcciarmi a un gioco e, dopo qualche tempo, pensare “questo sarà opera di un uomo/di una donna”. Il tipico gioco di Miyamoto, in base a simili categorizzazioni, lascerebbe pensare a “sovrastrutture ludiche (e anche narrative) femminili”. Qui rischiamo di creare pregiudizi, pensando invece di starli contrastando. Che è poi il paradosso dell’intero debate del gender: “io non sono a mio agio nel mio corpo”, “non esistono categorizzazioni e ruoli sociali fissi basati sul sesso”... perciò modifico il mio corpo, il mio aspetto, il mio comportamento, per conformarmi ad un’altra categorizzazione che più mi si confà. Ma sempre categorizzazione è.

Perché un gioco fatto DA donne, dovrebbe essere PER donne? E perché un gioco fatto da uomini, non dovrebbe essere per donne?

Vedete bene che, restando legati a certi preconcetti, creiamo aspettative che finiscono per essere controproducenti a quella che riteniamo una giusta causa.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: slataper - 05 Ago 2018, 17:27
@Ruko a mio parere questo topic ha il difetto di essere privo di confini, "la donna nei videogiochi" è come "la donna nel cinema" o "la donna in letteratura": l'oggetto è troppo vasto per essere esaminato senza saltare inevitabilmente di palo in frasca o generalizzare. Forse potrebbe essere utile da parte tua proporre un tema specifico su cui concentrare gli interventi, un tema a cui sei particolarmente interessata o che ritieni centrale rispetto al discorso generale.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 06 Ago 2018, 09:19
@Ruko a mio parere questo topic ha il difetto di essere privo di confini, "la donna nei videogiochi" è come "la donna nel cinema" o "la donna in letteratura": l'oggetto è troppo vasto per essere esaminato senza saltare inevitabilmente di palo in frasca o generalizzare. Forse potrebbe essere utile da parte tua proporre un tema specifico su cui concentrare gli interventi, un tema a cui sei particolarmente interessata o che ritieni centrale rispetto al discorso generale.
Beh i videogiochi hanno già una focalizzazione maggiore rispetto a cinema e a letteratura, oltre al fatto che questi due altri medium hanno meno confini e limiti di utenza/età/consumo.
Temi specifici e particolari interventi forse andrebbero concentrati su particolari figure di vg famosi (Lara, Quiet ecc.) e di come quel personaggio abbia peso o venga ben illustrato.
Comunque, mi pare che molto si sia detto, anche in modo intelligente e illuminato. Diciamo che è il vantaggio di una piccola comunità di confronto a cui fa difetto solamente il limitato numero di donne.
Fondamentalmente siamo arrivati alla conclusione che un problema non è un problema se non è un problema.  :)
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 06 Ago 2018, 09:43
Questo se parli con i TFPers. Se parli con altre comunità, online o meno "Nun se ne esce".  :no:
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: mog_tom - 06 Ago 2018, 10:50
Rieko Kodama. Soraya Saga. Kinu Nishimura. Ayano Koshiro. E sto.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Giobbi - 06 Ago 2018, 19:40
https://www.bbc.com/news/business-45083594

Women-only network appoints male chairman
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Castalia83 - 06 Ago 2018, 20:40
Io non leggo il forum da boh, mille secoli, per caso oggi ci ritorno e toh, son stata pure chiamata in causa.
Intanto ciao a tutti!
Appena ricarico tapatalk magari leggo tutto il post e rispondo per bene.
Per ora posso dire (non so se parlo anche a nome di occhioni) che da quando è nata la mia bimba ho poco tempo libero e quel poco lo passo a dormire, ehehe.
Scherzi a parte, non sono mai stata una chissà che gran giocatrice, ho avuto i miei momenti, per lo più gioco agli sparatutto, recentemente asher mi ha scaricato BOIII e devo dire che mi sta piacendo parecchio. Datemi il tempo di mettermi in pari con il topic e magari riesco a fare un intervento più centrato...
Un bacione Ruko!
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 07 Ago 2018, 12:28
Eh ma chi si rivede! Bentornata!
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Castalia83 - 07 Ago 2018, 20:04
Grazie!

Inviato dal mio STF-L09 utilizzando Tapatalk

Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ruko - 09 Ago 2018, 09:24
Rieko Kodama. Soraya Saga. Kinu Nishimura. Ayano Koshiro. E sto.
Ecco, passerò la mattinata a googlare!


Un bacione Ruko!
Un bacione a te cara, ben rivista!  :-*
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Andrea_23 - 10 Ago 2018, 16:36
Riporto una statistica curiosa, senza sottender nulla di particolare. Traete le vostre conclusioni.

(https://abload.de/thumb/img_20180808_165629yjixx.jpg) (https://abload.de/image.php?img=img_20180808_165629yjixx.jpg) (https://abload.de/thumb/img_20180808_165637cdefh.jpg) (https://abload.de/image.php?img=img_20180808_165637cdefh.jpg)

L'unica che ho trovato agli Uffizi (in realtà in tutti i posti visitati a Firenze; sicuramente una frazione infinitesima, ma non pochi).
Da notare peraltro l'episodio simpatico che fa da retroscena...
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Giobbi - 16 Ago 2018, 19:34
FFXV e' piuttosto PESSIMO per un discorso di immedesimazione femminile
Ed e' un peccato senza scusati direi, negli rpg avresti pure il party...
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: TremeX - 16 Ago 2018, 20:13
Le donne sono tanto e più nerd quanto gli uomini. Mia cugina spaccava il serpentello (Snake) in sala giochi. Poi non ne ha più toccato uno. Ma ha spaccato le chat.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: slataper - 01 Set 2018, 08:16
Qualche tempo fa stavo scorrendo con mia moglie i giochi disponibili su Switch, la sua attenzione si è diretta su un titolo apparentemente rivolto ad un pubblico femminile ma che in realtà si è rivelato questo (http://www.nintendo.it/Giochi/Nintendo-Switch/Gal-Gun-2-1350585.html#Panoramica)... abbiamo guardato il trailer e ho notato che lei è rimasta stupita e scocciata. Sul momento ho ridacchiato come il tredicenne che alberga (credo) in ogni maschio adulto, poi però ho provato anch'io un certo fastidio. Qualche esperto di cultura giapponese mi dirà forse che il gioco va interpretato nella loro ottica con scappellamento a destra come fosse antani, tuttavia riguardando il trailer mi pare proprio che il gesto di puntare e sparare all'area genitale di ragazze ricordi la molestia sessuale... sebbene io sia contro la censura ammetto che trovo spiacevole la presenza di un gioco del genere nello store Nintendo.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 01 Set 2018, 09:04
Gal Gun è una serie rivolta a un pubblico MOLTO maschile ed anche un po' "otaku". In pratica è uno shooter alla Operation Wolf che però è anche una parodia dei vari DATING SIM dove varie ragazze, non si sa perché sono tutte interessate al protagonista che deve scegliere con chi uscire.
Non so i dettagli della trama, ma in pratica nella serie Gal Gun per qualche strano motivo alieno sono tutte aggressivamente attratte dal protagonista e lui le deve "calmare" lanciando cuoricini.

Non mi pare una cosa offensiva ma parodistica, comunque è un gioco ad uso e consumo dei maschietti soli o delle femminucce curiose, questo si, ma senza sfociare nella volgarità  dell'hentai vero.
Lo trovo praticamente innocuo.

Se poi vogliamo andare indietro nel tempo, c'era uno sparatutto per C64 con le stesse premesse, nelle cassette da edicola si chiamava "rubacuori" o qualcosa del genere. Era simpatico.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: mog_tom - 24 Gen 2019, 07:52
Della serie: quello che la gente non ci dicono.
https://shmuplations.com/kazukoshibuya/
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Laxus91 - 16 Apr 2021, 09:00
Nella notte mi son ricordato di questo intervento in un post su Returnal
Dobbiamo recuperare il topic sulle donne nei vg, c'erano belle riflessioni.  :yes:


del buon @Il Gladiatore e ho pensato di cogliere la palla al balzo per un eventuale spunto di riflessione sul tema: ho anche recuperato in parte il topic, gli interventi e l'open post di Ruko e di altri utenti.

Credo che molto sia già stato detto e mi risulta difficile aggiungere un tassello così, in ritardo rispetto alla genesi del topic, quindi ho pensato di dire molto brevemente la mia e poi di passare a qualche esempio concreto con descrizione di donne che per un motivo o per un'altro mi hanno colpito in ambito videoludico, se a qualcuno dovesse andare di fare altrettanto ne sarei lieto, se vi va.

Il sunto di come la penso é che se tu scrittore e ideatore di personaggi videoludici riesci a far andare a braccetto la caratterizzazione e finalità del personaggio femminile (ma si potrebbe dire lo stesso di quello maschile) con il suo aspetto estetico che non dovrebbe mai venir limitato o censurato 'perché si' (poi esistono anche i redesign di personaggi già esistenti che sono spesso delicati, esistono gli adattamenti di personaggi 2D in 3D e tanti casi particolari)...
Allora non dovresti avere di che preoccuparti e probabilmente sei sulla strada giusta nel realizzare un buon pg femminile.

Il territorio videoludico è anche terreno per la fantasia e la straordinarietà, per eroi ed eroine dotati di capacità non comuni (poi può anche essere territorio di rappresentazioni più tendenti al realismo, certamente non una via facile) per cui è opportuno contestualizzare estetica e caratterizzazione alle finalità del gioco o anche solo al tipo di storia e scrittura che si vuole adottare, magari in relazione al genere ludico di appartenza (perché vi sono differenze ovvie e fisiologiche fra personaggi di un picchiaduro piuttosto che di un Jrpg o ancora story driven)

In altri termini, non può mai far male un personaggio femminile seducente se c'è una precisa visione dietro quel ruolo e una buona caratterizzazione e non si scade nel cattivo gusto, la differenza non dovrebbero farla i paletti all'ingresso ma il risultato finale ossia quanto sia davvero ben riuscito quel personaggio andando nel merito del prodotto e qualità di realizzazione.

Questo il mio punto di vista e premessa, passando invece al pratico:

Quistis Trepe - FF VIII

TFP Link :: https://m.youtube.com/watch?v=GE4IoKF0zKk

Non un esempio di buona scrittura, del resto tutto FF VIII resta un gioco illuminato soggettivamente ma anche con tanti limiti e imperfezioni se analizzato oggi.
Eppure Quistis in età pre adolescenziale, confesso sia stata la mia prima 'cotta' virtuale, merito anche di questa semplicissima cutscene di introduzione, quindi in qualche modo resta associata positivamente ad un determinato periodo al di là di tutto.

Xiuying Hong - Shenmue 2

TFP Link :: https://m.youtube.com/watch?v=d5ncDsob16U

Shenmue 2 l'ho vissuto solo qualche anno fa e di Xiuying mi sono innamorato virtualmente  :D
Al di là della sua inesplicabile bellezza ma anche forza e autorità, sono state proprio le dinamiche che si vengono a creare in Shenmue 2, con la sua capacità di farti immergere narrativamente in quel mondo di gioco/contesto/luogo a farmi vivere intensamente la permanenza di Ryo nel tempio ad Hong Kong.
Il momento dell'addio e separazione da lei è stato straziante per me

Bayonetta

TFP Link :: https://m.youtube.com/watch?v=lPHr9ghVyNU

Per me personaggione assoluto, sensualità + forza (perché è al contempo forte e dominante ma divertita, esuberante e caparbia infatti secondo me è perfettamente riuscita e non eccessiva anche nell'estetica) + gran gameplay quindi un paradiso in pratica  :D

Aya - AC Origins

TFP Link :: https://m.youtube.com/watch?v=9VL-PVCAUdU

Stupito da questo personaggio, un pò per la relazione particolare e inusuale con Bayek, un pò per le sue virtù ed un pò perchè secondo me nella parte finale del gioco (quella più 'romana' per intenderci) si viene a creare un bel climax emotivo fino a un determinato... punto di rottura, ho trovato che sia una scena molto sentita e malinconica quella lì. Decisamente un bel personaggio per me.
Looking forward per Kassandra per quando giocherò!

Rosemary - MGS2

TFP Link :: https://m.youtube.com/watch?v=x4Jm3lXNFxI&list=PLPgGoqyrQAcYI8AENxxmgMCv7nAx-yS9U&index=24

Di questa saga il mio personaggio femminile preferito è The Boss naturalmente, avrei potuto citare Meryl (del primo, non la brutta reinterpretazione in MGS4) ma volevo dare spazio a Rose.
In particolare il dialogo riportato in video, Rose (non posso  e non intendo fare spoiler pesanti sul suo ruolo e reveal finale) è una presenza costante e personalissima per Raiden durante la missione sulla Big Shell, molto loquace ma a tratti quasi angosciante e ansiogena, secondo me da dietro le quinte aggiunge tantissimo alla percezione del giocatore di MGS2 come opera e dell'approfomdimento psicologico di Raiden come personaggio e sua evoluzione.
Un personaggio davvero poco usuale e rappresentato più intellettivamente che fisicamente che però è chiave di lettura dell'intero gioco e mi piace ricordarlo

Avrei molti altri personaggi femminili significativi da citare per carisma e fascino o altre ragioni specifiche (da Yuna a Trish a Triss e Yen, passando per classici come Samus o Rosalinda o Lara, o ancora fra i meno noti quali Cate Archer di No One Lives Forever piuttosto che Blood-Rayne) ma non voglio estendere troppo il post!

Solo che ecco, volendo ci sarebbe da parlarne per ore, ma anche di quelli che riteniamo invece i personaggi femminili riusciti peggio così da fare una distinzione mirata pur rimanendo nell'ambito delle preferenze personali
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ivan F. - 20 Apr 2021, 17:44
Topic trasferito da Theory a Play!
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Il Gladiatore - 24 Apr 2021, 21:50
Discussione molto interessante che ho recuperato in tutta la sua interezza. E, incredibile, mi trovo praticamente d’accordo con tutti, rispetto alle diverse prospettive da cui può essere approcciata la questione.

A mio modo di vedere l’iconografia cristallizzata è la modalità migliore per illustrare un personaggio femminile nei videogiochi. Tendenzialmente è un’idea che applicherei anche all’universo maschile oppure ad ogni altra realtà ma il sinolo tra estetica e pensabilità acquisisce una dimensione compiuta di valore assolutamente più elevato.

Il termine “icona” sta proprio lì a salvaguardare la dimensione ipostatica dei personaggi videoludici, la cui funzione spesso si riduce alla loro epifania: così appaiono, così sono e così si vivono. Nell’icona è contenuta proprio l’idea della sintesi comunicativa che è alla base della loro genesi, nelle fattezze fisiche, nel vestiario che hanno, in azioni/reazioni determinate dalla fenomenologia del loro essere.
Sovente è la tridimensionalizzazione a mezzo narrativo a recare un danno evitabilissimo, soprattutto quando, per svariati motivi, cancella e riscrive la concettualizzazione precedente, di un personaggio che si vuole nobilitare. Nella sensibilità comunicativa contemporanea, al contesto del personaggio s’è sostituito il vissuto dello stesso. Dove il primo identifica e stabilisce i margini d’intervento delle figure in esame attraverso una cornice di senso “interattivo”, il secondo aggiunge informazioni e dati per intrattenere il giocatore al di là della componente meramente strutturale del videogioco, aprendo ulteriori finestre di significato.

Mi vengono in mente un paio di esempi: la povera Lara Croft, da personaggio tagliente e consapevolmente plastico in forme, idee e missioni e per questo assolutamente godibile, dal reboot del 2013 è costretta a vestire i panni della fanciulla imbronciata che conosce la violenza e ne è sconvolta, salvo poi diventare una macchina da guerra nel giro di un paio di salvataggi. Processo di arricchimento del personaggio che poi addirittura peggiora nei sequel, con Lara in versione girl scout a visitare luoghi in modalità “Donna Avventura”, intrappolata in cutscene imbarazzanti. Qual era il problema con la Lara precedente? Semplice, non c’era, ma qualcuno ha trovato che il connubio tettone e rovine non fosse più tollerabile.
E che dire di Bayonetta, donna di inusitata bellezza scolpita nel freakismo feticista di forme improbabili, dai gustosi richiami al mondo BDSM, ironica divertita e sexy che nel seguito ha registrato questa clamorosa inversione di senso (senza spoilerare troppo) che la umanizza fino a pervertirla sul serio?

L’analisi della qualità di personaggio di sesso femminile rimarrà sempre uno sguardo rivolto verso l’interno, anche se spesso accade in maniera inconsapevole. Siamo figli della purità ebraica e della pudicizia cattolica, il corpo libero e gioioso  sarà sempre qualcosa che andrà a stridere con le nostre categorie dualistiche, a meno di rivoluzioni di senso e cambio di paradigma da ottenere con fatica.  I nostri paradigmi mentali sono quelli con i quali squadriamo il mondo e stabiliamo “giusto” e “sbagliato”  toccando corde molto intime, rispetto alla conoscenza di noi e all’educazione che abbiamo ricevuto. Il corpo femminile, nelle sue infinite declinazioni e rappresentazioni, è una pietra di scandalo e motivo di discussione. La questione poi si complica se al corpo aggiungiamo il sentimento. Sarebbe il caso di considerare e stimare chi, all’interno dell’industria del videogioco come ideatori e sviluppatori, possa in qualche mondo tradurre e proporre il sentire femminile in modo concreto e, di seguito o in alternativa, affrescare figure femminili “significative”, andare oltre insomma. Con tentativi, intuizioni, sbagli e successi.

In particolare, nel mio pensiero, l’atteggiamento più discutibile più in questo contesto, rispetto all’oggetto di questa discussione, è proprio quello di stigmatizzare il ricorso a “modelli” e “stereotipi” come sbagliato e limitato. Al contrario, al pari di una certa cultura hollywoodiana (mi riferisco, ad esempio, alla ricerca dell’avvenenza), esiste quella zona di senso intermedia, fatta di rimandi, background, citazioni, generi e stilemi che prende il nome di “classico” e che diventa la proiezione mimetica mentale di tante suggestioni. La sintesi di tanti altri giochi, la convergenza di dotte letture, i richiami a modelli estetici immortali, fenomeni di costume e periodi salienti, la già accennata plasticità delle forme come distillato di senso di appartenenza. Ecco, secondo me il videogioco si esprime meglio in questo modo, per esplodere poi nel piacere tattile del rapporto occhio-simulacro-interazione. La prassi stessa del viggì s’avvale di un linguaggio che ammette, anzi richiede, una proiezione integrale e fondante del soggetto, un’immedesimazione radicale nei processi decisionali che lega un giocatore alla sua rappresentazione virtuale. Per questo la via della bellezza, dell’avvenenza ,sarà sempre la più semplice da percorrere. Bisogna anche capire se questo incontri le esigenze di un’utenza, in larga parte maschile, ironicamente ignara di questi processi, per quanto destinataria. Il sesso maschile è a capo del processo produttivo e il sesso maschile è anche il target, fin quando le cose saranno in questo modo la natura attraente e desiderabile delle protagoniste videoludiche sarà un gioco di specchi continuo e infinito. Bisogna sperare che la nuova sensibilità sociale permetta nuove modalità espressive, attraverso i modi e le circostanze che questi tempi stanno suggerendo. Come autori/autrici e consumatori/trici.

Allo stato attuale, io non so cosa voglia dire “figure femminili significative” rispetto a qualcosa che “non andrebbe” nell’attuale produzione videoludica. Sempre più di frequente, al giorno d’oggi,  quando si pensa alla caratterizzazione di peso di un personaggio di viggì, le categorie a cui si risale sono quelle cinematografiche e letterarie, a mezzo narrazione e a mezzo scrittura, come se la figura in sé debba essere edificata, identificata e costruita. Ci sarà un modo per pensare e proporre una figura femminile nei modi specifici del videogioco, per sottolineare quella natura con questo mezzo in modo inedito? Certo, non mi nascondo dietro l’etimologia, quel “video” prima di “game” incardinerà per sempre il nostro contesto a una visualizzazione. Eppure, a mio modo di vedere, l’immagine in sé, se opportunamente pensata e studiata, è motivo necessario e sufficiente per considerare la maturità della comunicazione videoludica a mezzo personaggio. Maschile o femminile che sia.

Ecco perché, per quanto mi riguarda, un personaggio come Ellie di TLOU2 non è necessariamente “scritto meglio” o “maggiormente sviluppato” di, che so, una Taki di SoulCalibur. La questione della differenza di gioco/genere/interazione non c’entra molto, a meno che, appunto, questa superiorità da parte di una delle due figure non ricada in aspetti aggiuntivi, quantitativi e anche involontariamente scolastici come il ricorso a una successione di eventi e una costruzione dialogica della narrazione. Sono entrambe valide, ma nessuna delle due può essere davvero "del tutto meglio".
In ogni caso, per continuare questo discorso, come suggeriva @Laxus91, credo sia il caso di identificare e approfondire qualche personaggio femminile che si ritenga ben riuscito.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: EGO - 25 Apr 2021, 14:14
Un interventicolo (= intervento della lunghezza di un articolo ;)) molto bello, @Il Gladiatore!


Mi vengono in mente un paio di esempi: la povera Lara Croft, da personaggio tagliente e consapevolmente plastico in forme, idee e missioni e per questo assolutamente godibile, dal reboot del 2013 è costretta a vestire i panni della fanciulla imbronciata che conosce la violenza e ne è sconvolta, salvo poi diventare una macchina da guerra nel giro di un paio di salvataggi. Processo di arricchimento del personaggio che poi addirittura peggiora nei sequel, con Lara in versione girl scout a visitare luoghi in modalità “Donna Avventura”, intrappolata in cutscene imbarazzanti. Qual era il problema con la Lara precedente? Semplice, non c’era, ma qualcuno ha trovato che il connubio tettone e rovine non fosse più tollerabile.
È interessante come Lara sia sempre un personaggio emblematico. Divenne l’icona (appunto di icone si parlava) del videogioco che voleva crescere e lasciarsi alle spalle Mario e Sonic; attraverso il completo stravolgimento di sé stessa, dovrebbe diventare l’icona di un videogioco che vuole lasciarsi alle spalle... Lara Croft e il suo fisico “esagerato”.


Bisogna sperare che la nuova sensibilità sociale permetta nuove modalità espressive, attraverso i modi e le circostanze che questi tempi stanno suggerendo. Come autori/autrici e consumatori/trici.
Purtroppo la “nuova sensibilità sociale” è un equivoco. Le persone che si sentono “ferite”, “offese”, “non rappresentate” dalla vecchia Lara Croft e affini sono, dimostrabilmente:
- donne non altrettanto avvenenti, anzi, nei bassi percentili dell’avvenenza secondo i canoni convenzionali;
- donne che non sono nate donne;
- un’ampia platea di “alleati” delle due categorie precedenti, di ambo i sessi, che per motivi di integrazione o di propiziazione ne sostengono (o sostengono di sostenerne) la “causa”.

Ciò si riflette, come già discusso, nella creazione di personaggi femminili dalla stereotipizzazione inversa (out le tettone, i lineamenti fini e le “armature” con finestra mammaria; in i capelli buzzcut varopinti, il fisico anodino, l’armatura full-body o i vestiti che coprono praticamente tutto). La qual cosa, però, non riflette affatto una “nuova sensibilità sociale”, perché là fuori è ancora pieno di donne vere con seno grande, fisico allenato, capelli lunghi di colore naturale e con indosso abiti che non intendono sopprimere completamente la libido dell’osservatore.

Resto convinto che nessuno abbia mai chiesto a quelle donne che cosa ne pensassero della vecchia Lara Croft, prima di disegnare la nuova Lara Croft. Forse perché non frequentano forum di videogiochi o la sezione commenti di Kotaku, e non si filerebbero Jason Schreier con quella di un’altra.


Ecco perché, per quanto mi riguarda, un personaggio come Ellie di TLOU2 non è necessariamente “scritto meglio” o “maggiormente sviluppato” di, che so, una Taki di SoulCalibur. La questione della differenza di gioco/genere/interazione non c’entra molto, a meno che, appunto, questa superiorità da parte di una delle due figure non ricada in aspetti aggiuntivi, quantitativi e anche involontariamente scolastici come il ricorso a una successione di eventi e una costruzione dialogica della narrazione. Sono entrambe valide, ma nessuna delle due può essere davvero "del tutto meglio".
Qui è interessante ricordare che il pubblico di cui sopra è solito chiedere “perché no?” quando si discute se Link non potrebbe essere femmina, ma è solito rispondere “perché no!” quando gli si chiede perché mai una Taki non potrebbe avere le tette molto grosse. Mumble, mumble.

Per personaggi come Taki, che non sono protagonisti di epopee di 30-40 ore come Ellie o Aloy ma fungono da semplice simulacro interattivo con qualche riga di testo (perennemente retconnato ad ogni nuovo episodio) a darne un background, è impossibile non porre l’aspetto “video” al centro di tutto. Personaggi come quelli dei picchiaduro non sono, per dirla al contrario di Pirandello, “una ninja”, “un samurai”, ma “LA ninja”, “IL samurai”. Quanto di specifico può essere fornito dal loro background (campato per aria dagli stagisti dello studio di programmazione, o buttato giù dai programmatori stessi durante la pausa ramen) è insignificante, dimenticabile e ben presto dimenticato quando l’aspetto visivo del personaggio entra in scena. Taki indossa un abito “da ninja”, impugna armi “da ninja”, ha movenze e attacchi “da ninja”: non ho bisogno di altro per caratterizzarla. È uno stereotipo. Che cosa la distingue dallo stereotipo?

TFP Link :: https://gfycat.com/smoggydelayedcaterpillar

E che c’è di male in questo? Nulla!
Anche se, continuando a parlare di un franchise come Soul Calibur, è indiscutibile che a un certo punto il character design sia partito per la tangente... una tangente che tange parabole sempre più grosse :D E questo, personalmente, l’ho trovato sgradevole. C’è un limite tra un design caratteristico e... qualsiasi cosa voglia essere un personaggio come Ivy dopo SC2. In qualche misura, la “sensibilità contemporanea” potrebbe vedersi come reazione alle molte Ivy di un certo periodo videoludico... se non fosse che gli eccessi di design si possono avere anche in senso inverso. Anzi, a dirla tutta, il buon character design è un insieme di elementi che vanno ben oltre la misura del reggiseno e i tacchi, ed è per questo che stracciarsi le versi per il fatto che la Tuta Zero di Samus ha i tacchi è una perversione. Una perversione che ha dato il la ad una progressiva demolizione del piedistallo di Samus, in precedenza uno dei massimi simboli del girl power nei videogiochi, una donna fortissima e bella che non ha bisogno di essere “come un uomo” o “come una donna” per farsi apprezzare.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Giobbi - 25 Apr 2021, 15:42
Citazione
“come un uomo” o “come una donna”

ecco questo aldilà dei videogiochi è significativo

focus sulle persone

per l'apparire poi è teatro, facciano come vogliono (?)

il danno è dato invece dall'incasellamento iniziale, "sei un uomo e allora..." "sei una donna e allora..." con più danno/blocchi per il secondo genere che per il primo.

A proposito terribile ultima pubblicità Barilla
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Nihilizem - 25 Apr 2021, 18:21
Le persone che si sentono “ferite”, “offese”, “non rappresentate” dalla vecchia Lara Croft e affini sono, dimostrabilmente:
- donne non altrettanto avvenenti, anzi, nei bassi percentili dell’avvenenza secondo i canoni convenzionali;
- donne che non sono nate donne;

Onestamente ti pensavo migliore di simili bassezze.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ivan F. - 25 Apr 2021, 18:28
In effetti, un pochino greve come giudizio.

Ma non ho letto per intero il post, poi provvedo per capire meglio.

Preso a sé, quel passaggio non è molto condivisibile, diciamo.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: EGO - 25 Apr 2021, 22:05
In effetti, un pochino greve come giudizio.

Ma non ho letto per intero il post, poi provvedo per capire meglio.

Preso a sé, quel passaggio non è molto condivisibile, diciamo.
Può darsi che non appaia elegante, per chi non ha indagato sul campo.

Ma ho passato anni a leggere un forum costituito in gran parte da quel genere di utenza, e su Twitter, se fate attenzione, trovate quante prove volete. Non mi sto inventando nulla. Se non volete vedere e pensate che sia becero io, pace, e cancellate pure se lo ritenete indegno.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Gaissel - 25 Apr 2021, 22:32
Il punto non è che sia vero o falso, quanto piuttosto l'idea che le due categorie indicate non abbiano diritto a ribellarsi a un'immagine della donna stereotipata.

Se sulla seconda possiamo anche discutere - e l'argomento si farebbe molto complesso quindi mettiamolo un attimo da parte - sulla prima beh, è proprio quello il punto. Una donna è tale a prescindere dalla sua avvenenza rispetto a determinati canoni estetici. Se tali canoni la escludono, e al contempo si fanno pervasivi per le dinamiche tipiche della comunicazione di massa, di cui cinema e videogame sono solidi araldi, la vita si fa più difficile di quanto già non sia.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Nihilizem - 25 Apr 2021, 22:37
Mi sono finalmente letto tutto il thread nell’arco di due/tre giorni per digerirlo al meglio, essendo un argomento al quale sono molto legato.
Ho inizialmente esitato nel rispondere trattandosi perlopiù di interventi di più di due anni fa, ma ringrazio Il Gladiatore e Laxus per averlo ritirato in auge.

Premetto che mi identifico abbastanza come SJW. Non perché ci tenga particolarmente ad incasellarmi, soprattutto in una categoria spesso vista con sprezzo anche qua dentro, ma perché non ho francamente vergogna delle mie posizioni, e tanto vale che sia io stesso a definirmi così, piuttosto che qualcun altro.

Non volendo dare al mio post l’impostazione di un lungo soliloquio (anche se alla fine quello sarà), preferisco andare per determinati punti “generali”, tratti prendendo qualche breve appunto durante la lettura. Mi si scuserà se suonerà come un ribattere ad un interlocutore fantasma, anche perché sostanzialmente è così’. Ho cercato di cogliere alcune problematiche che sono venute più volte a galla, cercando di dare il mio punto di vista sulle stesse.
Quindi nessuno si senta personalmente tirato in ballo, anche se accolgo naturalmente con favore ogni risposta.


Bayonetta è una creazione spontanea. Ellie no
Molte critiche che leggo qui ed ovunque sembrano premere sul fatto che l’introduzione di personaggi che non sono esattamente come quelli che abbiamo sempre avuto rappresentino una forzatura, un tradimento dell’arte, una decisione calata dall’alto, le oscure manovre della lobby gay o femminista, censura staliniana, il perseguire qualche oscura trama sociopolitica.
Secondo questo modo di pensare Bayonetta (solo un esempio) è la Venere di Botticelli, che sgorga dalla mente di Kamiya e di Mari Shimazaki in un puro impeto creativo, scevro da ogni possibile considerazione estranea.
Ellie invece è stata realizzata in laboratorio da Druckmann e soci per portare avanti le istanze della lobby gay e per infliggere un mortale colpo all'eterosessualità.
E’ ridicolo. Entrambi, e con loro tutti i personaggi che conosciamo nascono dopo confronti tra creatori, artisti, produttori, e spesso reparto marketing. Tutti questi personaggi sono nati con lo scopo di rappresentare e trasmettere qualcosa, riuscito o meno che sia questo intento. Una delle richieste di Kamiya nel realizzare Bayonetta era “Deve avere 4 pistole”. Cosa c’è di più artificioso di ciò?
In questo modo di pensare, ci si chiede perché la protagonista di Returnal debba sembrare “normale, non giovanissima, forse bruttina”, e lo si ascrive a qualche oscura trama. Naturalmente la medesima persona non si chiede perché Bayonetta abbia gambe 2 chilometri, sia vestita con i proprio capelli, e scopi con la telecamera. Bayonetta è così perché i suoi creatori volevano fosse così e non c’è dietro nessun motivo recondito.
Perché non accordare ad altri creatori lo stesso beneficio del dubbio?
Se accettiamo che Bayonetta è fatta com’è perché l’intento era avere una “figura femminile forte, conscia della propria sessualità”, perché non accettare che Ellie esiste perché l’intento era avere una “figura femminile forte, conscia della propria sessualità”?
E prima che lo si venga a dire, anche se spererei che la precisazione sia inutile, adoro Bayonetta. Ho giocato il primo fino a platinarlo, e solo il non possedere il relativo hardware mi ha impedito di giocare gli altri.
E al suo posto potreste mettere Quiet, le protagoniste di Dead or Alive, quel che volete.
Questo ragionamento si ripercuote su qualsiasi cosa si distacchi dalla norma.
Il protagonista è eterosessuale? Perfettamente normale, scontato, non c’è nemmeno bisogno di dirlo, c’est la vie. Certo nessuno si chiede come mai Nathan Drake, Marcus Fenix, Master Chief, Link e via dicendo siano eterosessuali. Si da per scontato che lo siano. Nessuno si chiede se la lobby etero sia coinvolta.
Ellie è omosessuale? Perchè? Come mai hanno fatto questa scelta? Stanno forse cercando di tenersi buoni quegli SJW di Resetera? Dove andremo finire? E’ Sony che li ha obbligati dopo aver visto le indagini di mercato?
Il prossimo protagonista di Gioco Tripla A 2022 è uomo? Mi sembra una scelta perfettamente naturale.
Il prossimo protagonista di Gioco Tripla A 2022 è donna? Aridaje con la lobby femminista. Le quote rosa hanno rotto.
E via dicendo.
E’ onestamente un po' deprimente.


Censura e forconi
Ho l’impressione che il termine censura venga utilizzato con un po' troppa disinvoltura.
“Kotaku ha criticato Quiet, vogliono censurare Kojima”. “Resetera sta facendo il diavolo a quattro per il design di gioco X, stanno censurando Creatore Y”.
Uno stato che sbatte in galera o altrimenti punisce un creatore per una sua opera, quella è censura. L’Arabia Saudita che banna The Last of Us Part 2, quella è censura.
Kotaku, Resetera, milioni di gente che strilla su Twitter ecc non possono censurare letteralmente nulla. Non hanno il potere di impedire a tale o tale altro creatore di inserire nella sua opera quel che vuole. Non detengono il monopolio della forza che permetterebbe loro di farlo.
Possono invece criticare, ed anche aspramente. Hanno tutto il diritto di farlo.
Posso criticare Kojima quanto voglio per Quiet, e nessuno può impedirmelo, così come nessuno gli impedisce di prendere la mia critica e pulircisi il culo. Certo non lo sto censurando.
E’ un atteggiamento che trovo francamente incomprensibile.
Diecimila persone che nel twitter feed del creatore del caso che deridono il suo ultimo gioco in cui un’eroina vestita di filo interdentale combatte armate e filosofeggia sui massimi sistemi non lo stanno censurando, non più di quanto diecimila persone nel twitter feed di EA che si lamentano delle microtransazioni nell’ultimo FIFA stiano censurando EA.
E’ possibile non condividere tale critica, ma è irrilevante.

E se succede che un creatore di fronte al numero di critiche ricevute decide di apportare delle modifiche alla sua opera, non è stato costretto dalla folla con torce e forconi. Ha semplicemente reagito al feedback, giusto o sbagliato che sia.

“Ma l’artista deve essere libero di presentare la sua visione originale senza pressioni e senza modifiche” mi si ribatterà. Cazzate. L’artista che desidera vivere della sua arte adatta la sua opera al pubblico a cui la propone.
I maggiori artisti del rinascimento che oggi ammiriamo realizzavano le proprie opere per il committente di turno, fosse la Chiesa o qualche ricco magnate. E se l’opera non piaceva, andava rifatta, se necessario da capo.
Quando Bioware ha modificato il finale di Mass Effect 3 nessuno ha gridato alla censura. Eppure quel primo finale era la visione originale degli sviluppatori. A qualcuno piaceva, ad altri no, ma Bioware ha visto che la risposta era tale da meritare un sforzo di rimaneggiamento, e così hanno fatto.
Jordan Peele aveva in mente un finale diverso per Get Out, ma di fronte alle prime reazioni dei focus groups lo ha cambiato. Eppure nessuno strilla alla violazione della sacralità della visione dell’artista.
Insomma, se vi piacciono protagoniste callipigie con la settima che combattono eserciti vestite con perizoma ed un cerotto sui capezzoli, va più che bene. Ma c’è posto anche per protagoniste che fanno lo stesso mestiere vestite con una pesante armatura realmente protettiva ed un elmo. Affermare che il primo esempio è arte libera dai vincoli della censura ed il secondo è imposizione dei poteri forti o salcazzo è pura ipocrisia.
Entrambe sono state realizzate perlopiù in tandem da un team di artisti e sviluppatori, che hanno studiato il mercato e stanno cercando di vendere ad un determinato segmento dello stesso.


De-sessualizzazione

Una risposta che ho letto sovente nel thread è che si sta cercando di “de-sessualizzare” i videogiochi. Coprire Quiet sarebbe negare che il sesso esiste, ed un elemento naturale della vita. Chiunque voglia fare ciò è apparentemente un bigotto asessuale.
Quanti videogiochi potete citare, non pornografici, in cui si fa esplicitamente intendere che i personaggi fanno sesso?
Bayonetta è una donna liberata, fiera della propria sessualità. Ma in tutto il corso del primo gioco, non c’è un momento che io ricordi in cui esprima questa sessualità, se non a beneficio del giocatore. Non ha apparentemente legami sessuo-affettivi, non dimostra interesse sessuale nei confronti di nessuno. Per quanto ne sappiamo, da un punto di vista puramente narrativo, è una suora che ha fatto voto di celibato.
E lo stesso si può dire di molti di questi personaggi femminili. Il loro essere erotiche si esprime quasi solo a favore di telecamera e del giocatore. Ci sono eccezioni, ma sono francamente una ristretta minoranza. A quel punto mi viene spontanea una domanda. Se questi personaggi che dovrebbero inneggiare alle gioie del sesso e della sensualità sono sostanzialmente caste dal punto di visto affettivo, non viene il dubbio che supposto manifesto sia poco più che strumentale?
Magari far intendere che Bayonetta scopa spezzerebbe il cuoricino di molti suoi fans, che vogliono solo la bambola e non la donna che realmente sarebbe?
Se veramente i videogiochi vogliono portare avanti il sacrosanto messaggio che il sesso è una cosa bella, naturale, desiderabile, forse dovrebbero farlo in un modo più naturale e meno feticistico e superficiale?
O forse non ce ne frega in realtà nulla e vogliamo solo sante vestite da puttane.


Il videogioco e la sua maturità
A differenza di molti penso che il videogioco non possa cristallizzarsi in un solo aspetto, e ritenere la sua evoluzione completata.
Piaccia o meno, è un medium come la letteratura ed il cinema, ed al suo interno racchiude tutto ed il suo contrario. E come essi, subisce una continua evoluzione frutto di forze ineluttabili.
Se la donna intesa nella sua forma puramente plastica di bel corpo, eye candy, poteva un tempo essere la norma, così non è più, e aspettarsi o sperare che lo rimanga è secondo me miope e sopratutto paradossalmente diminutivo di quelle che sono le potenzialità di questo mezzo che tutti amiamo.
Immaginate Shadow of the Colossus con Wanda che se ne va in giro in perizoma, The Last of Us con Joel in costume da bagno, Doom con il Doom Slayer nudo.
Veramente volete dirmi che questa rappresentazione dei personaggi non impatterebbe sul tenore complessivo del gioco?
E allora perché dovrebbe apparire così bizzarra l’idea che in molti videogiochi (ma non dico tutti) forse la protagonista femminile che se ne va in giro con minigonna inguinale ed una striscia di stoffa sui seni non è forse il massimo dal punto di vista anche solo della coerenza stilistica e narrativa?
Quiet vestita com’è vestita, che fa finta di fare yoga a pecorina sul sedile di un elicottero mentre Miller ciancia del costo della guerra e del dolore per la perdita dei nostri compagni, che ci perseguita come un arto fantasma, e Snake che con l’aria da cane bastonato guarda fuori dal finestrino vi sembra veramente il massimo a cui il videogioco può aspirare in termini di rappresentazione dei personaggi femminili?
Eppure per molti la risposta sembra si.

I videogiochi si stanno evolvendo da decenni. Stanno cercando di raccontare storie diverse in maniera sempre più profonda. E farlo richiede se necessario archetipi femminili e non diversi.
Possiamo disquisire sul loro non riuscirci o meno, ma pretendere che non ci provino nemmeno è una posizione che non posso capire.

Andate su Google, cercate il roster del picchaduro medio. Tra gli uomini vedrete spesso una varietà impressionante in termini di fisici, altezza, età.
Tra le donne, credo non sia esagerato dire che il 99% sia sostanzialmente fatto con lo stampino. Ovvero ragazzi giovane, molto avvenenti, seno prosperoso.
Davvero ci accontentiamo di questo stato di cose? Davvero pensiamo che un medium dove l’idea che una donna sia muscolosa (vedi Abby in TLOU2) solleva un polverone sia maturato abbastanza?


Quote rosa
E questo mi porta al mio penultimo punto. Come detto su, ogni videogioco nasce dalla mente di una o più persone, sulla base di molte più spinte di quante possiamo immaginare.
Ma quello che sicuramente non c’è, è una specie di governo mondiale che prescrive che il 50% dei protagonisti di videogiochi debbano essere donne.
Se il numero di donne protagoniste sta aumentando, non è è il disegno di oscure cabale, ma perché la società si sta evolvendo, le storie che raccontiamo si stanno diversificando, e soprattutto, è stato sfatato il mito che una protagonista femminile danneggi le vendite. Appurato che possono funzionare anche loro commercialmente parlando, c’è una naturale spinta, per tutte le ragioni che volete immaginare, al raccontare storie che abbiano al loro centro più del 50% della popolazione mondiale.
Questa tendenza non si invertirà, credo sia ormai chiaro a tutti. E se posso essere un po' perfido, ho l’impressione che a chi si lamenta delle quote rose in ambito videoludico, forse tutto sommato non dispiacerebbe una quota azzurra, magari fissata al 90% o giù di lì. Il perché sinceramente mi sfugge totalmente.
Mi piace videogiocare perché voglio vivere esperienze diverse, e quindi ben vengano protagonisti femminili, omosessuali, asessuali, disabili, neri, asiatici salcazzo.
Di protagonisti maschi (tutto in maiuscolo) caucasici tutti simili e modelle appena scese dalla passerella ne ho visti a bizzeffe, ben venga qualcosa di un pochino più vario.
Almeno personalmente, non ci tengo a passare la vita a videogiocare solo con protagonisti che mi somigliano.


E questo era il mio post sugli aspetti "negativi" dell'argomento.
Più avanti ben volentieri risponderò al suggerimento di Laxus di indicare alcuni protagonisti femminili che ho particolarmente apprezzato.

Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Il Gladiatore - 25 Apr 2021, 23:56
Ahahahaha, splendido post @Nihilizem, mi hai distrutto però, devo elaborare il lutto e costruire una mia nuova immagine forumistica di te. Ma la verità ci renderà liberi, sempre.  :yes:
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Nihilizem - 26 Apr 2021, 00:17
Le mie posizioni su queste tematiche non sono mai state un mistero credo  ;)
Ciò detto, se serve una spalla con l'aiuto della quale elaborare il lutto, ci sono sempre volentieri   :yes:
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Gaissel - 26 Apr 2021, 00:23
Gran post.
 Di fronte alla saggezza altrui, l'uomo consapevole e umile si limita a tacere e annuire :)
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Il Gladiatore - 26 Apr 2021, 01:02
Le mie posizioni su queste tematiche non sono mai state un mistero credo  ;)
Ciò detto, se serve una spalla con l'aiuto della quale elaborare il lutto, ci sono sempre volentieri   :yes:
Ahahahahah, beh, sì, ne avrò bisogno.  ;D
Più che altro non mi riferivo alle idee sulle creazioni o meno di un personaggio femminile e neanche sulla questione della censura, questioni sulle quali convergo e mi relaziono alla stessa maniera, più o meno.
I passaggi sulla de-sessualizzazione e sulla maturità del videogioco, al di là del legittimo punto di vista che è sempre fatto salvo e benedetto, mi hanno colpito in chiave di discussione ulteriore proprio per i rischi che verso cui mettevo in guardia, ossia la raffigurazione a carattere "moralistico" dell'oggetto rappresentato (in questo caso la donna, "feticistica" e "superficiale") e l'idea che lo sviluppo integrale di tematiche e concetti non si possa veicolare con "una forma puramente plastica di bel corpo".

Cosa si può dire già di " una forma puramente plastica di bel corpo"? Centinaia anni di scultura greca? Quattro-cinque secoli di filosofia della physis con contributi, anche antitetici, sul rapporto tra forma e contenuto, a mezzo "sinolo", come citavo sopra? Quante cose ci sono in una "forma"?
Come può questo essere "superficiale"? La miopia che temi è stata già lungamente aggirata e superata dal linguaggio simbolico che, occhio, è lungi dall'essere quella rappresentazione della realtà che potrebbe scaturire da uno dei possibili sviluppi del medium "videogioco", anzi, ne è il cardine essenziale sin da suoi primordi, senza tuttavia potersene affrancare.

Capisci perché il ricorso alla parola "icona"? E davvero il grande @Nihilizem, il migliore tra di noi, s'è fermato alla procace Quiet appecorata sull'elicottero, alla stregua di, che so, qualche Massimo Gramellini sull'inserto di Repubblica che si occupa di "Donne e Vg" o di qualche utente che gioca per passare il tempo, senza cogliere la metafora della condizione femminile che permea tutto MGSV?
Tu sei un giocatore eccellente, nella prassi e nella parola, uno che i giochi li conosce, li finisce e ne sa disquisire, per questo in alcune righe ho temuto di scorgere, tra lamentele di minigonne inguinali e strisce di stoffa mammellari, quella semplificazione di concetto che nel forum lascerei volentieri ad altri.
Per molti la risposta è "sì" perché evidentemente lo stereotipo e il non-detto possono nascondere molto più lavoro di fino e idee, e la presunzione di profondità data da certi giochi non fa altro che nascondere certe pochezze.
Prova a recuperare il topic di TLOU2 e vedi come per alcuni le vicende di Ellie e Abby non abbiano rappresentato altro che detestabili interruzioni di senso.
Insomma, come dire, tutto va bene e tutto va male, ma secondo me la promotrice di questo topic, in tempi non sospetti, aveva già capito tutto e meglio:

E con questo io dismetterei anche lo sguardo maschilista e patriarcale che vuole la donna solo oggetto del desiderio e come tale rappresentata, è un carico categoriale che dall’epoca del giudaismo ci fa considerare il puro e l’impuro e il suscitare il desiderio e la bellezza come un motivo di colpa.  Questo universo immaginifico non deve “maturare”, solo rielaborarsi.
Perché io, ad una falsa profondità preferisco una dichiarata leggerezza e superficialità.
...perché a giro, per me, l'errore che facciamo è sempre questo, sempre il medesimo.

(comunque oh, tranquillo, nessuna delusione, stiamo parlando, si fa per scherzare  ;) )

Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Mr.Pickman - 26 Apr 2021, 01:48
Le mie posizioni su queste tematiche non sono mai state un mistero credo  ;)
Ciò detto, se serve una spalla con l'aiuto della quale elaborare il lutto, ci sono sempre volentieri   :yes:

Sono tutte posizioni che condivido e ampiamente.
Io credo che il cortocircuito sorga e gli animi si scaldino, quando le frange più estreme dello stesso movimento di cui dici apertamente di condividere alcune ideologie, non accetta a prescindere la mia Lexana, guerriera barbara con perizoma che deve difendere le genti di Aloyisa dal turpe Death Catcalling.
Come se non fosse altro che una differenzazione necessaria e anche un po' tradizionale per certi versi, di un certo modo/mondo di intendere del videogioco. Ecco, il punto credo sia questo, quando quesi soggettoni tracimano, e vengono a rompere la fava, per dirla in maniera assai brutale, cominciano le incomprensioni da ambo i lati e sono spesso senza via di ritorno. La cosa è chiaramente da rigirare prontamente anche verso chi vuole solo donnine mono-dimensionali nel 2021, con grazie al vento e chi rifugge da una visione "aggiornata" 1.2 della figura femminile. 
Mi infastidisce però, anche se solo leggermente, quando qualcuno che solitamente non gioca ai miei stessi giochi (lo sottolineo) viene a pisciare nel mio orto come se niente fosse, con la pretesa non solo di voler essere ascoltato dal pubblico suo pari, ma anche dai dev. Mi fa paura un mondo in cui gli algortimi di youtube dei trailer sono considerati un campione su cui basare un ipotetico franchise, oppure un mondo in cui degli sviluppatori raffigurano un popolo di neri cannibale, per esigenze di copione (per così dire) e vengono subito attaccati, manco fossero la Gestapo, al punto di dover togliere il popolo cannibale, e chiedere scusa (è successo sul serio...)
Chi dice di avere la verità in pugno, con quella veemenza tipica che ho imparato a conoscere sui social mi fa sempre un po' paura. A parte a chi piace il cinema di Snyder, s'intende, quello mi fa più paura :D
A margine di questo, penso che la comunità SJW e pure LGBT+QA abbiano i peggiori PR che a memoria possa ricordare, peggio di quelli di Palma di Majorca, che ogni sera ci indicavano discoteche "piene di ragasse belissime"...
Un demerito non piccolo che ho ravvisato nella mia lunga carriera di opinionista è che tutte, e lo sottolineo tutte le persone con cui ho avuto qualche scambio, si sono dimostrate delle ineccepibili e galbatroniche teste di minchia, che ad una certa mi hanno messo l'etichettina ad hoc o peggio, abbracciandomi non così teneramente, con frasi del tipo "Finalmente anche tu hai visto la luce" con quell'aria di superno conoscitore del mondo circostante che mi fa imbestialire. Certamente è fortemente aneddotico e personalistico, e qui mi fermo, non posso costruire nulla su queste situazioni circostanziali. Inoltre riconosco che non sono un pezzo di pane quando ravviso nell'altro interlocutore certe frecciatine piuttosto marcate.
 
Sei quasi (quasi) la prima persona che appoggia istanze LGBT+QA o SJW con un minimo di raziocinio sul tavoliere, mettendo in dubbio almeno certe letture che sono così pervicaci che mi stupisco sempre trovino un appoggio solido ma tant'è.
Detto questo, per tornare al fulcro del discorso, quando qualcuno che manco con un palo ha mai toccato un KOF (e ne ho conosciuti) e viene a criticare Mai Shiranui che da più di vent'anni ha quel davanzale, quel costume, quella presenza on-stage mi indispettisce. Nessuno si è mai chiesto se anziché una donna oggetto fatta e finita alla Shiranui piacesse mostrare le pudenda e le coscione tornite perché stronza esibizionista, altro che donna oggetto...se a lei piace, perché non deve piacere anche a noi? :D
Alla faccia della donnina eh messa lì per suppurare le classiche fantasie mascule.
Una donna consapevole non solo della sua bellezza ma anche della sua scelta di essere come King, una donna ma a modo suo. Bisognerebbe anche riflettere su quante donne dei video che riteniamo figurine monopensiero, in realtà sono più complesse da analizzare di quanto si creda.   
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Il Gladiatore - 26 Apr 2021, 02:00
Detto questo, per tornare al fulcro del discorso, quando qualcuno che manco con un palo ha mai toccato un KOF (e ne ho conosciuto) e viene a criticare Mai Shiranui che da più di vent'anni ha quel davanzale, quel costume, quella presenza on stage e nessuno si è mai chiesto se anziché una donna oggetto fatta e finita alla Shiranui piace mostrare le pudenda e le coscione tornite perché è una stronza esibizionista...e se a lei piace, perché non deve piacere anche a noi? Alla faccia della donnina eh. Una donna consapevole non solo della sua bellezza ma anche della sua scelta di essere come King, una donna a modo suo.
 
Bisognerebbe anche riflettere su quante donne dei video che riteniamo figurine monopensiero, in realtà sono più complesse da analizzare di quanto si creda.
Esattamente, ben detto. Ecco perché prima s'è insistito con il tema delle categorie di giudizio, della conoscenza e degli "stilemi estetici" (dietro cui c'è letteralmente il mondo...) come strumenti di comprensione e approfondimento.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Giobbi - 26 Apr 2021, 02:30
Citazione
E lo stesso si può dire di molti di questi personaggi femminili. Il loro essere erotiche si esprime quasi solo a favore di telecamera e del giocatore. Ci sono eccezioni, ma sono francamente una ristretta minoranza. A quel punto mi viene spontanea una domanda. Se questi personaggi che dovrebbero inneggiare alle gioie del sesso e della sensualità sono sostanzialmente caste dal punto di visto affettivo, non viene il dubbio che supposto manifesto sia poco più che strumentale?
Magari far intendere che Bayonetta scopa spezzerebbe il cuoricino di molti suoi fans, che vogliono solo la bambola e non la donna che realmente sarebbe?
Se veramente i videogiochi vogliono portare avanti il sacrosanto messaggio che il sesso è una cosa bella, naturale, desiderabile, forse dovrebbero farlo in un modo più naturale e meno feticistico e superficiale?
O forse non ce ne frega in realtà nulla e vogliamo solo sante vestite da puttane.

Qui secondo me sfugge che nel videogioco essendo interattivo le protagoniste "fanno sesso" con il giocatore, anche mentre combattono in dead or alive. Non servono scenette ad hoc, non sono film. E' il loro agire nella interattività.

Idem avere più protagoniste donne non è detto sia un segno di maturità del mezzo, il fan birraiolo di Espn magari comprende che preferisce vedere dimenarsi per ora un sedere femminile piuttosto che maschile davanti a sé.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Xibal - 26 Apr 2021, 08:01



De-sessualizzazione

Una risposta che ho letto sovente nel thread è che si sta cercando di “de-sessualizzare” i videogiochi. Coprire Quiet sarebbe negare che il sesso esiste, ed un elemento naturale della vita. Chiunque voglia fare ciò è apparentemente un bigotto asessuale.
Quanti videogiochi potete citare, non pornografici, in cui si fa esplicitamente intendere che i personaggi fanno sesso?
Bayonetta è una donna liberata, fiera della propria sessualità. Ma in tutto il corso del primo gioco, non c’è un momento che io ricordi in cui esprima questa sessualità, se non a beneficio del giocatore. Non ha apparentemente legami sessuo-affettivi, non dimostra interesse sessuale nei confronti di nessuno. Per quanto ne sappiamo, da un punto di vista puramente narrativo, è una suora che ha fatto voto di celibato.
E lo stesso si può dire di molti di questi personaggi femminili. Il loro essere erotiche si esprime quasi solo a favore di telecamera e del giocatore. Ci sono eccezioni, ma sono francamente una ristretta minoranza. A quel punto mi viene spontanea una domanda. Se questi personaggi che dovrebbero inneggiare alle gioie del sesso e della sensualità sono sostanzialmente caste dal punto di visto affettivo, non viene il dubbio che supposto manifesto sia poco più che strumentale?
Magari far intendere che Bayonetta scopa spezzerebbe il cuoricino di molti suoi fans, che vogliono solo la bambola e non la donna che realmente sarebbe?
Se veramente i videogiochi vogliono portare avanti il sacrosanto messaggio che il sesso è una cosa bella, naturale, desiderabile, forse dovrebbero farlo in un modo più naturale e meno feticistico e superficiale?
O forse non ce ne frega in realtà nulla e vogliamo solo sante vestite da puttane.
Mi pare, correggimi se sbaglio, che questo paragrafo della tua interessante analisi, strida un po' con quelli precedenti, in cui affermi che non ci sia un motivo particolare per rappresentare soggetti differenti dalla stereotipizzazione classica.
Se Bayonetta è di fatto uno stereotipo, nato per sollazzare unicamente la vista di un preciso target di utenza, perchè la sua sessualità non ha alcuna valenza narrativa od organica al contesto videoludico in cui si esprime, ma si interfaccia solo con il giocatore, al di là dello schermo, dunque perchè sarebbe peregrino pensare che anche altre rappresentazioni non sia strumentali a soddisfare le richieste di rappresentazione di un pubblico eterogeneo (razza, orientamento sessuale ecc), che si voglia raggiungere?
Magari mi sbaglio, ma mi è parso che tu volessi spiegare con le tue parole che non ci sia alcuna pressione, di alcun genere, dietro la volontà di offrire al pubblico protagonisti differenti dal classico maschio/donna bianco caucasico eterosessuale, che non sia il mero processo artistico-creativo, fatto di brainstorming e confronto, per arrivare ad una visione, mentre nel caso di Bayonetta e simili, tale processo verrebbe integrato da una precisa mira di raggiungere qualcuno sapendo come e perchè farlo.
Insomma, sembra che quanto lamentavi in prima istanza, la convinzione per alcuni che determinate "novità" fossero il frutto di pressioni sociali, politiche, e dunque in una parola di mercato sostanzialmente, ritenendole al contrario l'esito di una mera evoluzione di pensiero e di azione, si applichi tuttavia al contesto "precedente", ove rappresentare certi stereotipi sarebbe storicamente accettabile come un processo non solo creativo, ma con evidenti mire di targeting di un certo pubblico.

In buona sostanza, quello che voglio dire è che, se qualche redneck con la doppietta e il segugio ronfante ai piedi, bofonchia il suo disappunto per questa new wave di arcobaleni che gli invadono il grigiume mefitico della palude di stereotipi in cui vive, e lo individua nella progressivamente presente e manifestante volontà e richiesta di essere rappresentati, fa male a lamentarsi, però non è detto che si sbagli sulle cause, che sono le stesse per cui egli continua a possedere la palude in cui non si accorge di affondare: perchè qualcuno gliel'ha voluta vendere, sapendo che lui, e solo lui, l'avrebbe comprata.
O non ho capito niente?
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Xibal - 26 Apr 2021, 08:17
oppure un mondo in cui degli sviluppatori raffigurano un popolo di neri cannibale, per esigenze di copione (per così dire) e vengono subito attaccati, manco fossero la Gestapo, al punto di dover togliere il popolo cannibale, e chiedere scusa (è successo sul serio...)
Ancora più spiazzante è il cortocircuito di visione da cui questi estremi nascono.
Il caso che citi, immagino si riferisca a Little Devil Inside, tacciato di razzismo e stereotipizzazione per aver rappresentato un popolo di indigeni simil africani, con treccine rasta, lance e scudi, come i "cattivi", specificando che il problema fosse proprio la rappresentazione stereotipata, individuata in particolare nei rasta, da cui le scuse dei programmatori, che hanno promesso di modificare l'aspetto di questi biechi nemici.
Altrove Katie Perry, la cantante, posta una foto su Instagram in cui mostra orgogliosa i suoi rasta appena fatti, e viene tacciata di essere l'artefice della solita "appropriazione culturale" di un bianco ai danni delle persone di colore, a cui quel particolare "taglio" di capelli apparterrebbe.
E così, nel medesimo mondo e contesto, abbiamo un elemento, i rasta, che diventano contemporaneamente rappresentazione negativa e stereotipata di un popolo o etnia, da biasimare, esecrare e modificare, e motivo di orgoglio culturale, da proteggere e strappare dalle ladresche mani di chi se ne voglia appropriare.
Nihilzem diceva che tutti hanno il diritto di protestare, esprimersi e farsi ascoltare, il che è giustissimo, ma che queste proteste non avrebbero alcun potere.
Ora, se così fosse sarebbe drammatico, perchè a me piace pensare che una protesta di un milione di persone un potere ce l'abbia, ma indubbiamente mi fa tremare l'idea che un milione di persone si possa sollevare oggi per un motivo, domani per il suo esatto contrario, senza soluzione di continuità, e avere ragione della propria istanza per un fatto di mero potere contrattuale, senza che la coerenza interna o la plausibilità della richiesta sia valutabile.

Una rappresentazione molto efficace di questo fenomeno è presente nella nuova serie di Ghost in the Shell, su Netflix, dove degli hacker riescono ad eliminare le identità virtuali di soggetti scomodi semplicemente riuscendo a scagliargli contro un numero impressionante di utenti, convinti con gli strumenti social della bontà della causa, e rappresentati come un vero e proprio sciame di individui senza volto, come a dire che non contino più il chi, il cosa, o il perchè, ma solo che si sia in tanti a volerlo...
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Xibal - 26 Apr 2021, 08:20
Nessuno si è mai chiesto se anziché una donna oggetto fatta e finita alla Shiranui piacesse mostrare le pudenda e le coscione tornite perché stronza esibizionista, altro che donna oggetto...se a lei piace, perché non deve piacere anche a noi? :D
Dal punto di vista marziale, uno show del genere in uno scontro con avversari maschi etero, è un vantaggio tattico non da poco ;D
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Laxus91 - 26 Apr 2021, 10:33
Non avrei immaginato tutta questa discussione, a parte che vado ancora riprendendomi dalla lettura di tutti questi post lunghi di seguito (letto tutto)  :D
Ma è chiaramente un bene che se ne parli anche approfonditamente come avete fatto.

Avevo posto la possibilità di indicare personaggi che riteniamo riusciti proprio perchè questo può aiutare ad identificare noi e corroborare le nostre posizioni, il bello di questi topic e spunti di riflessione è proprio che per forza di cose ci si mette a nudo (per rimanere in tema! Diventiamo tanti Quiet provetti entrando qui dentro) e dunque emerge forse un pò più la persona oltre all'utente.

Molto contento se vi dovesse andare ma, ora che lo abbiamo riesumato, si possono fare tante cose: magari un Abby vs Ellie (ok, sarebbe molto specifico ma potrebbe esser valido come spunto per capire limiti e preferenze, dualismo e rapporto, ma con grande occhio ad evitare spoiler), o magari analisi di personaggi femminili controversi nei vg, predilizione della scelta fra protagonista dello stesso sesso del fruitore o meno dove possibile o negli editor, Shepard uomo o donna in Mass Effect!

Su quanto da voi espresso mi trovo in accordo con praticamente ognuno su svariati passaggi ma non su tutti questi ultimi:

Ego mi trova in accordo sul discorso generi videoludici, il genere può influenzare le modalità narrative con cui vengono presentati i personaggi, non vi è nulla di male nelle differenze ma in un picchiaduro per semplici esigenze di genere si da poco spazio al background di personaggi (ad esempio in Tekken in genere si ha solo un'introduzione e un finale a personaggio), non che sia un male ma sposta inevitabilmente l'attenzione sull' estetica, again non che sia un male.
Altresì però circa il forum di ResetEra non sono informato e sinceramente non mi interessa molto parlare qui delle dinamiche che possono svolgersi di lì.

Con Gladia posso comprendere il suo auspicio e la sua propensione a non attribuire necessariamente un aumento di profondità quando vengono utilizzati determinati mezzi (dialogici, approfondimento a mezzo cutscene o comunque non identificabili in una forma 'pura' per il medium videogioco, poi magari ho inteso male che può tranquillamente essere!) e rispetto la posizione ma continuo a trovarla un filo 'estrema', io sono più propenso ad adattarmi a quel che un videogioco mi offre e secondo le modalità che predilige e poi valutare secondo i miei parametri se e quanto siano riusciti a colpirmi in positivo o negativo e magari per confronto con quanto fatto da altri.

Per esempio lo stile narrativo che impiegano in ND per presentare determinati personaggi (anche femminili) è un determinato stile e come tale va inquadrato, va benissimo che possa non piacere e che possa essere criticabile come anche io trovo criticabili alcune forzature seppur con un rovescio della medaglia positivo che ho spiegato nel mio post sul gioco.

Ah concordo su Lara reboot (ma lì è proprio un problema di scrittura, parlo del 2013 che è quel che ho giocato finora) e su Bayo, se ne è scritto anche di recentissimo nel topic che la Bayo del 2 tradisce in parte la caratterizzazione originale che è quella che preferisco e che infatti ho inserito nel mio esempio.
Ma lì è proprio un discorso per cui vale la regola applicabile ai due giochi complessivamente, per cui Bayo 1= esuberanza, Bayo 2 = sobrietà, proprio come direzione di gioco e gameplay oltre che caratterizzazione e personaggi.

Con Nihil mi ritrovo in tanti aspetti, credo di avere una maniera molto simile di approcciarmi ad un qualunque videogioco, mi piace essere analitico e consapevole di pregi e difetti ma in fin dei conti la vivo con passione e trasporto e cerco costantemente di comprendere e possibilmente apprezzare le scelte (magari anche in fatto di character design e development femminile visto che di questo si sta parlando) prima di additare qualcosa o qualcuno, nei vg cerco di immedesimarsi e immergermi il più possibile.
Per dire, mi ritrovo tantissimo nella scelta di personaggi differenti da me e dalle mie preferenze proprio per calarmi in punti di vista inediti (del resto il vg può essere anche piacevole evasione da consuetudini e convenzioni), voglio dire, è meraviglioso interpretare ruoli insospettabili nella vita reale e vivere punti di vista e scelte che non ci è dato sperimentare nel mondo reale.

Poi però il post è così lungo e ricco di punti di vista diversi che inevitabilmente non posso concordare su tutto, ad esempio sulla visione del personaggio di Bayonetta
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Nihilizem - 26 Apr 2021, 14:38
Un paio di premesse credo utili, spero non necessarie;
Quando mi permetto di disquisire delle scelte di vestimentario di personaggi di un videogioco, lo faccio perché sono creazioni di una terza persona, ed agli intenti di questa persona applico i magri strumenti di critica di cui sono detentore.
Non mi permetterei mai di giudicare, criticare o dare un giudizio di valore su di una donna di carne ed ossa che decidesse di vestirsi nel modo che più le aggrada. Sarebbe contro tutto ciò in cui credo. Spero che la distinzione sia chiara.
Secondariamente, spero che siamo tutti abbastanza maturi e dotati di abbastanza immaginazione perché questa stimolante discussione non degeneri in uno scontro tra perverti e moralisti.
Non sono quelli i termini del dibattito, e spero di ricevere la stessa buona fede che accordo a tutti voi.

@Il Gladiatore; Va bene tutto ma Gramellini no ti prego  :D
Battute a parte. Forse c'è un malinteso che non posso che imputare alla mia scarsa capacità di spiegarmi adeguatamente.
Quando cito "la donna intesa nella sua forma puramente plastica di bel corpo" non intendo dire che questa sia negativa, o che la sua rappresentazione sia essa stessa problematica.
Sto dicendo che la rappresentazione della donna nel videogioco non può essere limitata a questo aspetto.
Una donna è un corpo, bello o brutto che sia, ma è anche molto di più. E valorizzare solo una sfaccettatura a scapito di tutte le altre fa torto al medium e fa torto al soggetto.
Per quello faccio l'esempio dei picchiaduro. Agli uomini è consentito essere anziani, obesi, bassi, alti, muscolosi. Le donne sono generalmente limitate ad un solo archetipo.
Questo non significa che quell'archetipo non sia degno di rappresentazione. Sto dicendo che non è l'unico.
La bellezza femminile va giustamente celebrata, ed è da sempre celebrata come ben esemplifichi. Ma la donna non è solo bellezza, credo che su questo possiamo essere d'accordo. Perché non celebrare anche tanti altri aspetti della stessa?

Questo mi porta al punto che Ruko solleva, tratto dalla tua citazione.
Qui si va nel reame della soggettività che difficilmente può essere risolto con un seppur piacevole scambio di vedute.
La profondità in questione è falsa negli occhi di chi la studia, non in assoluto. TLOUII è falso nella sua profondità? Io dico di no, qualcuno dirà di si, non vedo un'uscita da questa impasse.
Ma anche accettando l'assioma, la domanda diventa, l'approfondimento o anche solo il tentativo di farlo non è forse un valore da perseguire? Credo che il tuo ruolo e la tua mente professorali porteranno anche te a dire di sì.
Guardare alle cose con il microscopio e non fermarsi alla superficie non è forse ciò che cerchiamo di fare quando studiamo qualsiasi argomento, si tratti dell'ultimo Assassin's Creed o della lettura di un libro?
Quando mi dici che Quiet nasconde quanto di più appaia, non stai forse cercando verità insospettate in qualcosa che qualcun altro additerebbe come "falsa profondità"?
E se accettiamo questa premessa, non dovremmo incoraggiare ciò, anche lì dove fallisce? Il medium è relativamente giovane, solo sbagliando a ripetizione riuscirà ad imparare e a raggiungere una reale profondità.

Questo non significa che debba essere il fine ultimo del medium.
Nel cinema c'è posto per la commediola sciocca, lo slap-stick, la satira, l'azione, l'avventura, l'horror, l'approfondimento psicologico. Puoi nella stessa sera vedere un film profondo come una pozzanghera asciugata dal sole, seguito da uno che ti porta nelle fossa delle Marianne, figurativamente parlando.
Perché non dovrebbe esserci spazio per questa ampiezza di livelli anche nel videogioco?
La leggerezza conscia di esserlo è sempre ben accolta, ma non può essere l'unica cifra stilistica possibile.

Quanto allo specifico di Quiet che citi en passant, credo che mi conosca qua dentro sappia bene che sono un fanatico di MGS, e piazzo Kojima nell'olimpo dei game designer. MGS2 è il gioco più importante della mia carriera da videogiocatore, ed ho speso forse più di 300 ore in MGSV.
Ebbene, puoi tacciarmi di superficialità analitica, ma non basterebbe probabilmente un saggio di un centinaio di pagine per convincermi che Quiet sia una metafora della condizione femminile. Mi spiace, mi è impossibile.
Non sfuggo certo dal sottotesto e dalla metafora, posso parlarti ore e con sincerità di come Journey sia una metafora della condizione umana, o di come la struttura disgiunta di The Phantom Pain sia una perfetta sintesi del militarismo come Moloch insaziabile ma divora tutto fino a rivoltarsi contro coloro che lo imboccano, ma non ho mai letto nessuna analisi che fosse riuscito a convincermi di questa specifica tesi riguardante Quiet.
E questo non perché mi rifiuti di considerare l'ipotesi, ma perché ho scartato l'ipotesi dopo un'attenta disamina dell'evoluzione della rappresentazione femminile in MGS ed il testo stesso di MGSV.
Con ciò non sto dicendo che Ruko o te abbiate torto. Ma non ce lo vedo.

@Mr.Pickman
Citazione
Detto questo, per tornare al fulcro del discorso, quando qualcuno che manco con un palo ha mai toccato un KOF (e ne ho conosciuti) e viene a criticare Mai Shiranui che da più di vent'anni ha quel davanzale, quel costume, quella presenza on-stage mi indispettisce. Nessuno si è mai chiesto se anziché una donna oggetto fatta e finita alla Shiranui piacesse mostrare le pudenda e le coscione tornite perché stronza esibizionista, altro che donna oggetto...se a lei piace, perché non deve piacere anche a noi? :D
Alla faccia della donnina eh messa lì per suppurare le classiche fantasie mascule.
Isolo questa citazione perché mi aiuta un pò a sintetizzare il mio pensiero.
Io parto dal punto di vista che Mai Shiranui, e chi per lei, non è un essere umano dotato di autonomia decisionale. Non ha scelto lei di vestirsi in quel modo, e non possiamo discuterla come personaggio partendo dal presupposto di presunte scelte che ha o meno fatto
No, sono stati uno o più artisti che hanno fatto questa scelta, e che al realismo hanno preferito l'estetica o altre considerazioni, per motivi più che sacrosanti.
Questo deve essere un punto di partenza imprescindibile. Stiamo parlando di opere di fantasia, ed è quindi perfettamente legittimo che su di essi si concentri l'occhio del critico.
Questo non vuol dire che Mai non ha ragione di essere, e che andrebbe vestita con un burqa, lontana da me l'idea. Ma la sua rappresentazione è una scelta autoriale, ed in quanto tale non esente da analisi, non più di quanto lo siano gameplay, colonna sonora, realizzazione tecnica.
Se ci piace fare le pulci all'ultimo gioco uscito perché ha un gameplay che riteniamo mediocre, è altrettanto legittimo che qualcuno faccia le pulci su altri aspetti.
Possiamo non concordare con queste critiche, ma hanno lo stesso valore.

In generale, credo che tutti noi abbiamo l'aspirazione a che i videogiochi vengano presi sul serio. Vogliamo che il TG1 la smetta di fare servizi su come l'ultima sparatoria sia colpa di GTA, vogliamo che lo psicologo da 4 soldi su Studio Aperto la smetta di parlarne come di una specie di oppio demoniaco, vogliamo che Gramellini la smetta di considerarli cose da bambini, vogliamo che il MOIGE (esiste ancora?) la smetta di fare campagne moralistiche.
Ma un medium che vuole essere preso sul serio deve senza paura accettare di porsi sotto la lente di ogni possibile scuola critica. Uno storico vuole analizzare i videogiochi storici con gli strumenti a sua disposizione? Ben venga.
Una femminista vuole analizzare i videogiochi sotto la lente della critica femminista accademica? Va benissimo.
Voglio una critica marxista di MGSV, che diamine.
Mi interessano ciò che accademici e non traggono dal videogioco dal loro rispettivo punto di vista. E' un medium che mi piace, lo voglio vedere vivisezionato e analizzato.
E se l'analisi porta a conclusione negative, pazienza. Dire che MGSV è un gioco con un pessimo trattamento delle sue componenti femminili non mi porta ad amarlo meno, o a sentirmi personalmente sotto attacco. Accetto o meno la critica a seconda della mia personale sensibilità, e la terra continua a girare.

Penso che in generale forse spesso abbiamo un pò troppa insicurezza. Amiamo ciò che amiamo, ed il fatto che altri non lo apprezza non deve cambiare questo stato di cose, ma non dovrebbe nemmeno portarci a rigettare l'esistenza di tale critica
Per farti un esempio personale, adoro HP Lovecraft. Che pure era talmente razzista che altri razzisti della sua epoca gli dicevano "Oh vecchio, non  che ci stai andando un pò troppo pesante?".
Quindi capisco chi non vuole leggerlo per questo motivo, capisco chi lo critica, ma lo considero comunque un genio.

@Xibal:
Credo di aver capito ciò che intendi, anche se non al 100%. La risposta che mi viene, sulla base di tale presunta comprensione, è che naturalmente ogni creazione risponde generalmente ad una determinata domanda, e nasce dall'intento del creatore di veicolare un determinato messaggio/impressione, che si tratti di Bayonetta od Ellie.
Entrambi sono da quel punto di vista strumentali, quello che voglio però rimarcare è che alla strumentalità di Bayonetta si da il beneficio del dubbio, mentre Ellie è frutto di spinte da non si sa quali attori dietro le quinti.
La conclusione a cui voglio arrivare non è che Ellie sia meglio di Bayonetta in assoluto. Entrambe hanno la stessa dignità come personaggi dei titoli di cui sono protagoniste. Preferisco personalmente Ellie, ma non significhi che disprezzi Bayonetta o voglio che al suo posto in Bayonetta 4 ci sia una Ellie. Non funzionerebbe per quella che è la cifra stilistica del gioco e sarebbe fuori posto come fuori posto sarebbe Bayonetta in TLOU Part.3.
No, la mia conclusione è che non voglio però che ci siano solo Bayonetta nel mondo dei videgiochi. E storicamente, sin troppo spesso abbiamo visto titoli in cui il personaggio femminile era limitato da un determinato archetipo; giovane, svestita, tradizionalmente attraente.
Voglio solo che questo archetipo si diversifichi, e che tentativi di attuare tale diversificazione non vengano sempre letti come un complotto malefico.

Concludo il posto con una precisazione il cui spunto mi è dato dalla conclusione di @Laxus91.
Non detesto Bayonetta. Non penso che sia fuori posto, o che sia da cancellare dalla faccia della terra. Anzi. Mi piace tantissimo come personaggio così come è. La adoro anzi, e non penso ci sia nulla da cambiare in lei.
Penso che nei videogiochi ci sia ampiamente posto per un personaggio così esplosivo, titillante, prorompente.
Mi limito sommessamente a dire che non può essere l'unico possibile modello femminile. E che alternative anche radicali non possono che arricchire la varietà di questo hobby che condividiamo.


Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Mr.Pickman - 26 Apr 2021, 18:00

@Mr.Pickman
Citazione
Detto questo, per tornare al fulcro del discorso, quando qualcuno che manco con un palo ha mai toccato un KOF (e ne ho conosciuti) e viene a criticare Mai Shiranui che da più di vent'anni ha quel davanzale, quel costume, quella presenza on-stage mi indispettisce. Nessuno si è mai chiesto se anziché una donna oggetto fatta e finita alla Shiranui piacesse mostrare le pudenda e le coscione tornite perché stronza esibizionista, altro che donna oggetto...se a lei piace, perché non deve piacere anche a noi? :D
Alla faccia della donnina eh messa lì per suppurare le classiche fantasie mascule.
Isolo questa citazione perché mi aiuta un pò a sintetizzare il mio pensiero.
Io parto dal punto di vista che Mai Shiranui, e chi per lei, non è un essere umano dotato di autonomia decisionale. Non ha scelto lei di vestirsi in quel modo, e non possiamo discuterla come personaggio partendo dal presupposto di presunte scelte che ha o meno fatto
No, sono stati uno o più artisti che hanno fatto questa scelta, e che al realismo hanno preferito l'estetica o altre considerazioni, per motivi più che sacrosanti.
Questo deve essere un punto di partenza imprescindibile. Stiamo parlando di opere di fantasia, ed è quindi perfettamente legittimo che su di essi si concentri l'occhio del critico.
Questo non vuol dire che Mai non ha ragione di essere, e che andrebbe vestita con un burqa, lontana da me l'idea. Ma la sua rappresentazione è una scelta autoriale, ed in quanto tale non esente da analisi, non più di quanto lo siano gameplay, colonna sonora, realizzazione tecnica.
Se ci piace fare le pulci all'ultimo gioco uscito perché ha un gameplay che riteniamo mediocre, è altrettanto legittimo che qualcuno faccia le pulci su altri aspetti.
Possiamo non concordare con queste critiche, ma hanno lo stesso valore.

In generale, credo che tutti noi abbiamo l'aspirazione a che i videogiochi vengano presi sul serio. Vogliamo che il TG1 la smetta di fare servizi su come l'ultima sparatoria sia colpa di GTA, vogliamo che lo psicologo da 4 soldi su Studio Aperto la smetta di parlarne come di una specie di oppio demoniaco, vogliamo che Gramellini la smetta di considerarli cose da bambini, vogliamo che il MOIGE (esiste ancora?) la smetta di fare campagne moralistiche.
Ma un medium che vuole essere preso sul serio deve senza paura accettare di porsi sotto la lente di ogni possibile scuola critica. Uno storico vuole analizzare i videogiochi storici con gli strumenti a sua disposizione? Ben venga.
Una femminista vuole analizzare i videogiochi sotto la lente della critica femminista accademica? Va benissimo.
Voglio una critica marxista di MGSV, che diamine.
Mi interessano ciò che accademici e non traggono dal videogioco dal loro rispettivo punto di vista. E' un medium che mi piace, lo voglio vedere vivisezionato e analizzato.
E se l'analisi porta a conclusione negative, pazienza. Dire che MGSV è un gioco con un pessimo trattamento delle sue componenti femminili non mi porta ad amarlo meno, o a sentirmi personalmente sotto attacco. Accetto o meno la critica a seconda della mia personale sensibilità, e la terra continua a girare.

Penso che in generale forse spesso abbiamo un pò troppa insicurezza. Amiamo ciò che amiamo, ed il fatto che altri non lo apprezza non deve cambiare questo stato di cose, ma non dovrebbe nemmeno portarci a rigettare l'esistenza di tale critica
Per farti un esempio personale, adoro HP Lovecraft. Che pure era talmente razzista che altri razzisti della sua epoca gli dicevano "Oh vecchio, non  che ci stai andando un pò troppo pesante?".
Quindi capisco chi non vuole leggerlo per questo motivo, capisco chi lo critica, ma lo considero comunque un genio

Anche io adoro HPL e spesso questa cosa del razzismo sottocutaneo che correrebbe sotto i suoi racconti, mi è diventata insostenibile, ho letto cose su Vice a dir poco blasfeme ed innominabili. Mi sono spesso sentito dentro discussioni molto decentrate, che attaccavano prima l'uomo poi la sua opera, con la scusa "è un razzista, la sua opera riflette quell'idea". Al massimo HPL era anti-umanista, gli facevano schifo tutte le razze umane. In qualche occasione ha sparato delle cazzate funamboliche su italiani e fascismo, Hitler ed affini. Ma da questo a bollarlo (Lovecraft Country docet) come un razzista...ce ne passa.
HPL era pure frutto del suo tempo, di convenzioni sociali e regole piuttosto assodate, come uomo, a dirla tutta, a me non è mai sembrato un razzista...sposò un'ebrea ed aveva molti amici omosessuali come Long e R.E Howard e anche di colore, anche se adesso non si può più dire di colore o neri. La faccenda di Mai era chiaramente una chiosa un po' ironica e faceta, dico solo che la creazione dell'autore come giustamente dici, è un processo decisionale, che può essere certamente messo sotto la lente, ma in molti casi non riserva grandi sorprese. Mai Shiranui è stata pensata in quel modo perché doveva essere una gioia per i maschi, e non solo, volendo. Non ci sono altri scopi, così come Asuka o le ragazzine del Tekken sono lì per quel motivo. È certamente un aspetto criticabile, ma a mio avviso deve esserci sempre alla base una totale libertà di interpretazione dell'autore. Se un dev vuole mettere una donna con una generosa scollatura, la dovrebbe mettere, senza preoccuparsi poi troppo delle conseguenze che questa scelta porterebbero. In questi anni ho visto veramente tanto livore, tanta rabbia repressa, odio puro, specialmente da quelli che sfoggiavano arcobaleni e bandierine inclusive con unicorni sui loro profili Twitter. Spesso ho denotato pochissima voglia anche solo di accettare blandamente chi non la pensa allo stesso modo, anche solo tollerarla è uno sforzo non piccolo. Io non ho grossi problemi ad accettare critiche sui miei giochi preferiti, ma quello che è certo è che progressivamente si è usciti dal seminato.
Mi verrebbe da dire sempre il motto "sono opere di fantasia, lasciamole come tali" invece non è così. Oggi il videogioco DEVE portare avanti alcune posizioni, lo deve fare per il quieto vivere, per non avere pagine e pagine di commenti negativi, e questo mi perplime un po'...come ci siamo arrivati?

Non possiamo essere onesti e meno ipocriti una volta tanto?
Non è meglio vedere su schermo una donna bella ed avvenente come Quiet?
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Diegocuneo - 26 Apr 2021, 18:01
Ho letto un po' il tread ma se devo dire la mia in poche parole: serve buon gusto.
Come in tutto.
Quiet? Fa cagare.
Baionetta? Mhe...simpatica, non é davvero sessualizzata.
La nuova Lara? Desessualizzata.
La tizia di Nier Automata? Lolita cyberpunk per maialini inoffensivi.
...chissenefrega?
C'è davvero il nulla cosmico in tutto questo, ma immagino sia perché non sono una donna e non mi posso offendere.
Però da uomo di 41 anni me ne sbatto.
Fossi un ragazzino invece...anche.
Vale sempre il gusto personale che le persone maturano e come si pongono davanti alla rappresentazione di turno.
Un discorso educativo presupporrebbe un allineamento pure degli altri media.
Dico anzi che il VG fa meno schifo di certi tipi di rappresentazione nella musica o nei film o nella TV generalista.
Che poi...provate ad accendere Twitch , quante ragazze con le tette (salvificamemte/imbarazzantemente) di fuori ci sono? E lo fanno scientemente.
Io appena vedo due tette e zero contenuto cambio canale, penso sia una figa, mi eccito 17 secondi e cambio canale. (che poi in realtà...mi indispongo pure se c'è contenuto perchè mi sento preso in giro)
Perché il mio trascorso me lo grida, perché la mia sensibilità viene da mille diverse esposizioni di cui una sola è il VG.
Quindi?
Niente...
Come in tutto : la nostra approvazione muove l'offerta che riceviamo, e vice e versa.
Come tutto.
Quindi?
W Le fette grosse della prima Lara, perché comunque non voleva raccontarmi nulla di alto.
Fuck a Quiet che si nasconde dietro a supercazzole ridicole.
W la fic... Il cazzo.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Alan Fontana - 27 Apr 2021, 00:08
Pienamente d'accordo con Diego.
In generale, stiamo parlando di un medium a pubblico prevalentemente maschile, e per di più adulto - non è la principessa Peach a tirare fuori le minne, sono ben altri personaggi, e rivolti a un pubblico preciso che esisterà sempre e che non necessariamente diventerà stupratore o sessista per questo.

Se dovessimo poi, in generale, giudicare internet per la sessualizzazione, bé, la nuova frontiera della zozzimma da anni a questa parte è il porno amatoriale, dalle zozze tatuate che fanno le cosplay "per pagarsi l'università" alle professioniste della webcam "per mantenersi in un mondo che non dà loro opportunità". Ma internet non si critica perché lì c'è la libertà di parola, e non esiste fascia protetta o politically correct, e soprattutto non parliamo di un passatempo reputato - guarda un po' - dalle donne da sfigati come i videogiochi.
Non ci sono le mezze misure, dalle pubblicità buoniste della Barilla si passa ad assorbenti che cantano e nuovi prototipi di bellezza dagli 80 kg in su. Non so se sono più cinico io o queste persone che ci credono; SE ci credono. Ah, per inciso, ho speso metà della mia misera esistenza a sentirmi sfigato perché diversamente alto e per di più ingegnere. E non si vedeva una figa manco col binocolo, ad eccezione di quando accendevo la play. Quindi viva Bayonetta, Lara Croft e e compagnia, almeno non mi hanno fatto vergognare per quello che ero. E sì, Quiet è una stronzata fotonica, la perversione qui sta nel trovarci una giustificazione, come dire che il porno è arte (non lo è il porno... è porno).
Così come non si vergognano tante ragazze a truccarsi e vestirsi col culo - siamo pari, no? Poi se vogliamo intavolare una conversazione sensata, parliamo di cose serie che le stronzate - come questa - non fanno testo.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: mog_tom - 27 Apr 2021, 08:19
Posso fare una domanda?

Come reputate la declinazione woke del movimento LGBT americano, particolarmente attiva in questi anni appunto sui temi del videogioco e nei forum appositi?

Vi sembra qualcosa di spontaneo, di calato dall'alto o un mix di entrambi i fattori?
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Nihilizem - 27 Apr 2021, 18:19

Non possiamo essere onesti e meno ipocriti una volta tanto?
Non è meglio vedere su schermo una donna bella ed avvenente come Quiet?
Tralascio il discorso Lovecraft. Non è la sua sede, e mi accontento di ribadire (e non è certo una lettura minoritaria, anzi) che era dannatamente razzista.
Ma sei naturalmente libero di pensarla altrimenti.

Mi soffermo sulla chiusura del tuo post per chiedere "Non è meglio di cosa?"
Perché se l'intento è di portare avanti l'idea che dobbiamo avere a schermo solo donne avvenenti, non ti seguo. Mostrare una donna avvenente non è qualcosa che rifiuto. Mi urta però l'idea che Quiet o chi per lei sia l'unico ideale verso il quale la rappresentazione femminile debba tendere.

Posso fare una domanda?

Come reputate la declinazione woke del movimento LGBT americano, particolarmente attiva in questi anni appunto sui temi del videogioco e nei forum appositi?

Vi sembra qualcosa di spontaneo, di calato dall'alto o un mix di entrambi i fattori?
Voglio dire, come definisci spontaneo o calato dall'alto?
Non penso che sia casuale che la conversazione si sia intensificata in questi ultimi anni, ma certo non penso che ci sia dietro un disegno di qualche entità oscura.
Semplicemente le coscienze mutuano, la società progredisce dal punto di vista della giustizia sociale, e ne consegue che voci che prima erano ignorate o annegate dal rumore si fanno sentire con più forza.
Per me è un bene, ma penso lo si sia già capito.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ivan F. - 27 Apr 2021, 18:30
Non è meglio vedere su schermo una donna bella ed avvenente come Quiet?

Sono duemila post che lo dico!  :yes:

Ma questo in senso assoluto.

In senso relativo, è come lamentarsi che in Tre Manifesti a Ebbing, Missouri non ci sia una protagonista figa  :)
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Diegocuneo - 27 Apr 2021, 20:15
Bè...lo scollamento con Quiet è l'assurda pretesa di Kojima di fare un personaggio fanservice che ti Rizzi il cazzo ma di infiocchettartelo di giuste motivazioni.
Dai su, è offensivo.
Offensivo.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Brothers Killer - 27 Apr 2021, 20:29
Sì ma non entriamo nell'argomento del separare l'arte dall'artista con Lovecraft adesso se no non finiamo più. Che poi a riguardo ho raggiunto semplicemente la conclusione che ognuno la vive in maniera personale, se a qualcuno fa schifo il pensiero di fruire qualcosa fatta da una persona che considera orribile lo faccia pure, però non ha il diritto di imporre la cosa (e viceversa). Personalmente mi limito a dire che ascolto Burzum :D

Sul discorso del topic mi limito a dire che concordo al 100% con il compagno Nihilizem.
Con un paio di appunti viste le risposte che sono state fatte: in primis ribadisco quanto detto già da lui, si continua a parlare del discorso come se ci fosse un intellighenzia suprema che impone una qualche forma di censura, quando si parla semplicemente di opinione di gruppi di individui eterogenei. ETEROGENEI. Da qui, di fronte al modo in cui Xibal non comprenda come la stesso gruppo di persone possa affermare cose cose apparentemente contraddittorie, semplicemente non sono le stesse persone. Esattamente come sui social possono coesistere gente che chiede la Snyder cut e gente che giudica Snyder il peggior regista vivente.
Se c'è un colpevole da accusare di fronte a determinati casi di "censura" al massimo bisogna puntare il dito verso il meccanismo dei social che riesce ad amplificare mediaticamente discussioni molto minoritarie e le aziende che decidono di cavalcare l'onda facendo qualcosa di controverso per alimentarle, di certo non la minoranza che scatena il processo. Anche perché sia chiaro: di fronte ad un numero di persone che chiede cose stupide come la rimozione di Pepé le Pew ne esistono altrettante che fanno richieste di stampo fascista opposto. Semplicemente i grandi brand hanno imparato a sguazzare in queste opposizioni polarizzanti facendo attivamente scelte controverse.
Per porla ancora diversamente: se io ho sviluppato un gioco in cui certe razze tribali vengono rappresentate in modo discutibile per una semplice leggerezza davvero pensate che saranno una manciata di commenti negativi sui social a impattare significativamente nelle vendite del mio gioco? Però a questo punto cosa ci perdo ad accontentare le richieste che mi vengono fatte (come hanno promesso gli sviluppatori)? Praticamente per me è un lavoro di marketing gratuito, cavalco e amplifico l'onda mediatica che si è creata senza che io ne avessi controllo e contemporaneamente ottengo una "redenzione" agli occhi di quella minoranza critica. Mi diverte che un caso ESATTAMENTE identico è avvenuto l'anno scorso con il redesign di Sonic nel film, eppure nessuno lì avrebbe mai affermato che si trattasse di censura del politically correct, perché appunto era un istanza di redesign non rivolta verso una qualche minoranza. Ma il meccanismo dietro è ESATTAMENTE IDENTICO. Quando osservate questi grandi cambiamenti fatti in maniera superficiale in una direzione che vi sembra andare verso istanze sociali progressiste non pensatela come un imposizione del politically correct ma semplicemente di quello che si tratta davvero, puro e semplice marketing.


PS Il motivo per cui Quiet fa schifo non è il modo in cui è vestita e si comporta, ma che Kojima abbia avuto pure la pretesa di motivarlo in maniera incredibilmente pretenziosa. Infinitamente meglio Mai Shiranui  ;D
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Il Gladiatore - 27 Apr 2021, 20:36
La mia intelligenza è offesa con Ellie/Abby e la loro scrittura adolescenziale da telefilm pomeridiano di Italia 1 mascherata da kolossal dell'emotività (il famoso "effetto Bocelli" del videogioco, già lungamente sofferto altrove) e che interrompe colpevolmente quell'eccellente gameplay, al massimo Quiet sarà quello che è e fa pochi danni...  ;D

Secondo me il motivo del contendere è il concetto di "icona" spesso utilizzato nel contesto videoludico , che non è assolutamente sinonimo di superficialità. Ma lì il discorso si amplia sul serio e travalica il singolo argomento.

Sono punti di vista, dài.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Gaissel - 27 Apr 2021, 23:47
PS Il motivo per cui Quiet fa schifo non è il modo in cui è vestita e si comporta, ma che Kojima abbia avuto pure la pretesa di motivarlo in maniera incredibilmente pretenziosa. Infinitamente meglio Mai Shiranui  ;D
Sì. Lo ha scritto anche @Diegocuneo con altre parole, ed è proprio questo il punto.

La differenza tra "L'origine del mondo" di Courbet e la figa spalancata di Jenna Jameson (estremi, iperbole) sta nel come/quando/perché. Ovvero tecnica & gusto estetico, momento storico e ragioni culturali.
 Il soggetto è lo stesso, il risultato molto diverso.

Ovviamente interpretare queste variabili è esercizio complesso e in ultima istanza soggettivo, ma fa piacere leggere una convergenza di opinioni da parte di persone che ritengo dimostratamente tutto fuorché bigotte, sul fatto che Kojima metta in scena la seconda istanza spacciandola per la prima.

Come avevo già avuto modo di annotare all'epoca nel topic in cui la discussione su Quiet aveva preso piede, Kojima adotta spesso un registro pornografico a prescindere dal contenuto, anche quando nell'atto non si scopra un centimetro di pelle. Ovvero: insistenza forzata nei tempi e nei modi su dettagli plastici, di estrema apparenza e poca sostanza, che solleticano la gratificazione più puerile dello spettatore a discapito di quella più emotiva o intellettuale.
Lo puoi fare con il sesso come con la violenza, con il sangue, l'adrenalina, il dolore, la rabbia, la paura, l'estasi: il risultato non cambia.

Tornando a bomba: due tette di per loro non sono niente, né nel bene né nel male. E' l'uso che ne fai, che sancisce la differenza. Puoi usarle per stimolare reazioni complesse e interessanti (anche erotiche, ovviamente), oppure estremamente banali. Nessun problema nel secondo caso, purché si manifesti e venga riconosciuto come tale.

Se tale banalizzazione, però, dovesse pesare su chi le tette le porta su di sé, e deve confrontarsi ogni giorno con la messa in vendita della propria immagine a mezzo strumenti di propaganda di consumo (che questo sono, tra le altre cose, cinema e videogame), varrebbe la pena perlomeno ascoltare i loro argomenti.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: mog_tom - 28 Apr 2021, 08:07
la società progredisce dal punto di vista della giustizia sociale

Ecco, questo mi pare un buono spunto.
Sono più propenso a ritenere "giustizia sociale" qualcosa come un equo processo per le strage ferroviaria di Viareggio, rispetto a una cura ormonale pagata con soldi pubblici, o sapere chi si scopa il protagonista di un videogioco e perché non si scopa chi si sarebbe scopato 20 anni fa.

Che poi Ivan non ritenga figa Frances McDormand, è profondamente disturbante.

Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Diegocuneo - 28 Apr 2021, 08:10
La mia intelligenza è offesa con Ellie/Abby e la loro scrittura adolescenziale da telefilm pomeridiano di Italia 1 mascherata da kolossal dell'emotività (il famoso "effetto Bocelli" del videogioco, già lungamente sofferto altrove) e che interrompe colpevolmente quell'eccellente gameplay, al massimo Quiet sarà quello che è e fa pochi danni...  ;D


Sai che ne parlate spesso e io non l'ho giocato? :(
Ellie/Abby è così male? Finale a parte, a me il primo The LAst of Us sembrava  mediamente ben scritto.
Puoi approfondirmi un po' senza spoiler eccessivi?
Se si può in poco eh


due tette di per loro non sono niente, né nel bene né nel male. E' l'uso che ne fai, che sancisce la differenza. Puoi usarle per stimolare reazioni complesse e interessanti (anche erotiche, ovviamente), oppure estremamente banali. Nessun problema nel secondo caso, purché si manifesti e venga riconosciuto come tale.

Se tale banalizzazione, però, dovesse pesare su chi le tette le porta su di sé, e deve confrontarsi ogni giorno con la messa in vendita della propria immagine a mezzo strumenti di propaganda di consumo (che questo sono, tra le altre cose, cinema e videogame), varrebbe la pena perlomeno ascoltare i loro argomenti.
Assolutamente.
Difatti ,coi distinguo del caso, tendo sempre ad ascoltare chi si lamenta di qualcosa. Perchè magari ha ragione e io non posso capire. Poi magari non sono d'accordo però in prima istanza meglio ascoltare, viviamo tutti realtà differenti.


Detto ciò: qualcuno che tira fuori qualche bell'esempio di donna nei vg? Nulla di incredibile eh, ma di notevole. A me non dispiace per nulla Sadie in Red Dead Redemption 2. Perchè comunque non è solo il personaggio forte. Ci arriva abbastanza piano ad esserlo ma comunque anche quando ci arriva mi sembra pur sempre una femmina e non una che si è trasformata in maschio.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Laxus91 - 28 Apr 2021, 08:38
La mia intelligenza è offesa con Ellie/Abby e la loro scrittura adolescenziale da telefilm pomeridiano di Italia 1 mascherata da kolossal dell'emotività (il famoso "effetto Bocelli" del videogioco, già lungamente sofferto altrove) e che interrompe colpevolmente quell'eccellente gameplay, al massimo Quiet sarà quello che è e fa pochi danni...  ;D


Sai che ne parlate spesso e io non l'ho giocato? :(
Ellie/Abby è così male? Finale a parte, a me il primo The LAst of Us sembrava  mediamente ben scritto.
Puoi approfondirmi un po' senza spoiler eccessivi?
Se si può in poco eh

É un punto di vista, come ben anticipato!
Per me Abby ed Ellie funzionano nel 2 in maniera duale, a differenza del primo capitolo che era sostanzialmente un viaggio 'romantico' pur nella disperazione di una condizione generale drammatica (e poco originale, narrativamente, ma raccontanta con un gran stile) che coinvolgeva Joel ed Ellie, spero non sia spoiler dire questo oppure edito, il 2 invece parte da tematiche molto diverse, diciamo ancor meno rassicuranti ma perfettamente lecite nel contesto.

E quelle stesse tematiche, così come determinate mini-forzature negli eventi di gioco (perché si, a questo giro ho avvertito un pò la mano del burattinaio che fa avvenire determinati plot point 'perché si') in realtà sono puramente funzionali a mostrare cosa? Di volta in volta lo stato d'animo dei personaggi in campo, rappresentato tramite espressività facciale, anche linguaggio del corpo (ci sarebbe una bella disanima da fare ma temo di far spoiler, il corpo ha un ruolo chiave per me) e sempre con uno stile che nel bene e nel male contraddistingue ND.

Perché dicevo del duale? Perchè narrativamente è come se Ellie ed Abby seguano dei percorsi differenti, uno
Spoiler (click to show/hide)

Personalmente visto che si parlava di punti di vista, ciò che ho adorato di Tlou 2 è il gameplay (che ad ora per me non ha eguali nel genere per possibilità, esecuzione, dinamismo action/stealth) molto più del primo capitolo e molto più della narrazione del 2 che pur ho preferito a quella del primo capitolo.
Questo perché ho sempre stimato il primo capitolo e riconosciuto i suoi meriti ma non mi conquistò al punto da considerarlo un nuovo paradigma, al contrario mi basta pensare a cose come la gestione dell'IA nica umana o meno di Tlou 2 per avere ben pochi dubbi.

Tlou 2 per me è un'opera di ingegno umano e un esempio di possibilità di coniugare fran giocabilità con valori produttivi enormi e cura dei dettagli maniacale oltre ad essere un gioco che non si ripete come capita a molti OW ma è una vera avventura lunga e corposa e diversificata area per area, e limitatamente a quanto ho giocato la miglior esclusiva ps4 (ma il mio cuore va a GoW per miei gusti e per come son fatto come giocatore)

Ps: comunque a me Quiet non ha mai trasmesso il fastidio e l'offesa di cui ho sentito parlare.
Non per difendere o cosa (anche perchè non la inserisco nei miei pg femminili personalmente)a ad esempio quando si parla di 'giustificazioni' cdi essa nel contesto, bisogna essere onesti e ammettere che pur con premesse e preferenze differenti stiam parlamdo di un autore che non si è fatto problemi a 'giustificare' robe assurde e paranormali di personaggi assurdi con le sue supercazzole, in particolar modo da MGS 2 in poi.

Poi se mi si parla di gusto allora convengo, avendo parametri di giudizio personali è chiaro che ci sta il non apprezzamento di Quiet piuttosto che di altri, ma si si parla di giustificazioni diciamo che lei non è stata un caso isolato nella serie
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Il Gladiatore - 28 Apr 2021, 09:00
Sai che ne parlate spesso e io non l'ho giocato? :(
Ellie/Abby è così male? Finale a parte, a me il primo The LAst of Us sembrava  mediamente ben scritto.
Puoi approfondirmi un po' senza spoiler eccessivi?
Se si può in poco eh
Guarda, il topic ufficiale è davvero pieno di queste riflessioni, con giocatori abbastanza polarizzati in questi termini, anche se i detrattori sono in minoranza. Per quanto mi riguarda, di solito, quando trovo una cosa desolante sotto il livello di guardia tendo non parlarne troppo per non infastidire quelli che magari vogliono confrontarsi nel merito di un gradimento e desiderano ulteriore approfondimento.

Dopo aver detto la mia di solito non scrivo più però se vuoi recuperare la mia posizione coincide esattamente con quella di @xPeter, oltre al tema sollevato da molti sulla dissonanza ludo-narrativa, di un gioco che poi brilla per gameplay.
Tendendo all'obiettività, probabilmente esistono pochi giochi con la cura e la qualità del comparto narrativo-audiovisivo di TLOU2, però la qualità dello stesso si misura con tue esigenze di videogiocatore, il tuo vissuto, la tua formazione, il tuo gusto e all'idea di videogioco come medium in evoluzione, qualsiasi cosa significhi. Io parlavo di "effetto Bocelli" (caro a @Nemesis Divina  ;D ) perché, a mio modo di vedere, all'interno del contesto videoludico trama e pretesto sono quasi sempre intollerabili/scadenti e per me non è mai stato un problema, non l'ho mai vista come una finalità del videogioco ma come un'aggiunta a esso. Lo sa bene Nintendo, che usa il videogioco per raccontare storie e non il contrario. Non dico che non esistano giochi con una narrazione interessante, anzi, ne ho in mente parecchi ma purtroppo le esigenze di mercato hanno creato un filone a me poco congeniale che poi vedi descritto nella mia firma. Personalmente opto per il modello "simbolico". Anche questo è un buon argomento per un topic.
Per questo un titolo come TLOU, che di per sé può essere anche accettabile, sembra rifulgere come un buon esempio di scrittura quando, nella mia idea, è semplicemente un Bocelli che, non essendo una cima in musica lirica, si mette in un contesto di musica leggera e appare una divinità.
Tutto questo, ovviamente, è del tutto soggettivo e non preclude alcun genere di approccio.

Citazione
Detto ciò: qualcuno che tira fuori qualche bell'esempio di donna nei vg?
Contavo di scrivere qualche piccola monografia, credo sia un modo concreto e interessante di contribuire al topic. Il problema sono le tesine della maturità degli studenti da correggere, una riguarda proprio la figura della donna nel '900, i casi della vita, speriamo ci sia Morrigan di DarkStalkers.  ;D
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: slataper - 28 Apr 2021, 09:34
Al volo e senza pretese analitiche mi vengono in mente Elaine (Monkey Island), Clementine (The Walking Dead), April Ryan (The Longest Journey), Kate Walker (Syberia).
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Laxus91 - 28 Apr 2021, 09:51
Per un attimo leggendo di tesine di maturità da correggere ho pensato ti stessi riferendo a noi come alunni e tesine come nostri post  :D
Follia e insensatezza mia, lo so!

Comunque io ne avrei una, probabilmente non molto citata o ricordata ma è presente e ha avuro dei cameo in alcuni videogiochi legati a Capcom e a me ha sempre affascinato molto, è uno di quei personaggi apparentemente semplice ma con una caratterizzazione che mi è rimasta impressa.

Io l'ho conosciuta con Project X Zone e solo in seguito recuperando Cyberbots ma potrebbe esservi nota anche per altri titoli in cui appare, credo ad esempio alcuni marvel vs capcom, facciamo che la nomino ed eventualmente mi dite voi

Devilotte

(https://i.postimg.cc/DyMxBkbF/Princess-Devilotte-De-Death-Satan-IX.jpg) (https://postimages.org/)

          (https://i.postimg.cc/MGyt6n3K/Queen-Devilotte-De-Death-Satan-IX.jpg) (https://postimages.org/)

Che poi non so voi ma io ad esempio non trovo affatto sottovalutabile i temi musicali dei personaggi, se ne potrebbe parlare ad esempio citando FF VI e come riesca a caratterizzarli in dolcezza, eroismo ecc magari anche attraverso la musica (rimanendo sul femminile, riascoltatevi il tema di Celes o Rachel, magari solo facendolo vi torna in mente la caratterizzazione impiegata per quei meravigliosi sprite 2D).

E in questo caso mi ha colpito molto il suo tema (questo é quello relativo al suo mech):

TFP Link :: https://m.youtube.com/watch?v=P4EmDySV8ww
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Kairon - 28 Apr 2021, 10:54
Il mio preferito rimane Millenia di Grandia 2.
Come protagonista non mi viene in mente nessuno migliore di Abby di TLOU2
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: xPeter - 28 Apr 2021, 14:27
@Il Gladiatore
Gladia ogni tanto ho ancora dei flashback della trama di TLOU2, tipo il cane reduce del Vietnam; uno shell-shock da dissonanza ludo-narrativa, dialoghi da fiction RAI adolescenziale, imperscrutabili processi decisionali dei personaggi, credibilità della distopia ultraviolenta compromessa da stridenti incursioni di un politically correct che a sua volta cade nei tipici cortocircuiti...
(https://i.postimg.cc/LhdpCfbz/tenor-1.gif) (https://postimages.org/)

Comunque anche solo per il gameplay degli encounter gli perdoniamo tutto, da una vita non si vedeva una simile cura nelle dinamiche action/stealth e nella resa dei conflitti a fuoco. E poi effettivamente si può scindere la scrittura sconfortante dalla bontà di regia, performance degli attori e scenografie, sempre apprezzabilissime.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Laxus91 - 28 Apr 2021, 14:53

Comunque anche solo per il gameplay degli encounter gli perdoniamo tutto, da una vita non si vedeva una simile cura nelle dinamiche action/stealth e nella resa dei conflitti a fuoco. E poi effettivamente si può scindere la scrittura deprimente dalla bontà di regia, performance degli attori e scenografie, sempre apprezzabilissima.

Ecco questo quoto tanto al di là delle preferenze personali, se le critiche sono ben dirette non c'è nulla di male nell'avere posizioni differenti, trama e scrittura possono non piacere o esser ritenute sotto standard  auspicabili, l'importante è intendersi e distinguere opportunamente (è anche stata accennata prima tale distinzione)

Comunque, è arrivato il momento di calare l'asso:

(https://i.postimg.cc/9M31bRvj/T33az-B3-Jqckv-Yzxm-X6v-CS9-1200-80.jpg) (https://postimages.org/)

Sul gioco si possono fare mille analisi di pregi e difetti ma sull'operazione di re-design e caratterizzazione estetica (con qualche rara caduta e con una differenza anche marcata nella cura di personaggi principali rispetto ai secondari; poi sulla caratterizzazione caratteriale e resa dei dialoghi ci sono un pò di criticità in più e, ad esempio, ho preferito Aerith a Tifa da quel punto di vista) fatta con questo titolo si è segnato un prima e un dopo, una tale lucidità e maestria nel recupero e trasposizione di quei personaggi con questo character design per me non ha eguali nella generazione in corso, un fattore non ignorabile nemmeno da chi non ha apprezzato il gioco.

E diciamo anche che alcuni temevano in redesign maldestri e non fedeli, sezioni di gioco e outfit censurati.
Sono invece riusciti a fare un lavorone invece sull'estetica di quasi tutti i personaggi (altri cone Jessie sia nel design che nella vicenda hanno assunto anche un ruolo più importante), ho citato loro due perché sono un esempio di tecnologia al servizio della visione artistica, se avessi giocato FF 7 originale al D1 (lo ho fatto in seguito) e avessi provato ad immaginare una reinterpretazione tecnologica futura di quei design non avrei saputo far di meglio
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Xibal - 28 Apr 2021, 16:53

Sul discorso del topic mi limito a dire che concordo al 100% con il compagno Nihilizem.
Con un paio di appunti viste le risposte che sono state fatte: in primis ribadisco quanto detto già da lui, si continua a parlare del discorso come se ci fosse un intellighenzia suprema che impone una qualche forma di censura, quando si parla semplicemente di opinione di gruppi di individui eterogenei. ETEROGENEI. Da qui, di fronte al modo in cui Xibal non comprenda come la stesso gruppo di persone possa affermare cose cose apparentemente contraddittorie, semplicemente non sono le stesse persone. Esattamente come sui social possono coesistere gente che chiede la Snyder cut e gente che giudica Snyder il peggior regista vivente.
In realtà è esattamente quello che ho detto quando ho fatto l'esempio del redneck che si lamenta degli hippie, senza accorgersi che chi gli ha sempre dato ciò che voleva, lo considera nè più nè meno un acquirente della medesima merda.
Solo che, poi, entrano in gioco gli schieramenti, e il redneck afferma che la colpa sia di un manico di gay sinistrorsi saliti al potere a forza di farsi fellatio a vicenda nelle sale ovali del potere, mentre il militante LGBT si scaglia contro le lobby di redneck che giocano a trivellare petrolio a colpi di GAU8.
La verità è che potrebbero essere vere entrambe le visioni, ognuno cerca di ottenere quello che desidera, e qualcuno scopre che l'unica via sia avere il potere per farlo, diventando una massa che si lamenta su un social, o un AD che quella massa la vuole accontentare/pilotare (il marketing è anche, e soprattutto, questo), ma le due masse trovano catarsi nel nobilitare se stesse, e salvarsi l'anima, additando tutta la responsabilità di come vada il mondo alle macchinazioni dell'altra.
In questo senso, dunque, il discorso che il mondo muti ed evolva, che faceva Nihilzem per affrancare il discorso dalla polarità di cui sopra, è bello e giusto, ma il minimo comune denominatore è che cambia solo il modo di fare mercato, non lo scopo, che come dicevi tu, è il mercato...
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Andrea_23 - 28 Apr 2021, 17:08


Detto ciò

Deionarra.

Che fu donna è puramente incidentale, è un bel soggetto che trascende il genere (e in questa sentenza posso già liquidare la mia posizione sull'argomento).
Ma tant'è.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: mog_tom - 29 Apr 2021, 14:33
Solo che, poi, entrano in gioco gli schieramenti

Forse il fattore novità è questo: pochi possono negare che, in seno alle comunità americane, sia in atto una guerra per l'immaginario videoludico che altrove non sembra esserci.

Vedi il Giappone, che vive il suo retaggio otaku con molta noncuranza perché il sottobosco nerd era, ed è, sempre stato qualcosa di cui "vergognarsi", un mondo clandestino rispetto alla società civile con la quale mai potrà integrarsi o sovrapporsi veramente. Del resto, da quel mondo vengono -e apparterranno sempre- autori che spostano miliardi e tesi di maturità come Kojima o Sakaguchi, quindi perché vergognarsene? Non è l'otaku che deve inchinarsi allo spirito dei tempi, casomai il contrario.

Perché il caro vecchio mondo dei "normali" non sa produrre da solo quei paradisi artificiali di cui si bea: gli servono gli sfigati.

Il caso Vanillaware, col botta e risposta che finisce con belle immagini di culturisti nani promiscui, mi sembra per ora la risposta nipponica alle cannonate del politicamente corretto.

Anche il Vecchio Continente mi pare abbastanza in pace con sé stesso, visto che il modello Ubisoft la fa da padrone per quanto riguarda i contenuti commerciali, e il versante accademico resterà per anni preda della spirale "costruiamo una società dove puoi sposarti anche i pappagalli, se vuoi".
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Xibal - 29 Apr 2021, 15:44

Anche il Vecchio Continente mi pare abbastanza in pace con sé stesso, visto che il modello Ubisoft la fa da padrone per quanto riguarda i contenuti commerciali, e il versante accademico resterà per anni preda della spirale "costruiamo una società dove puoi sposarti anche i pappagalli, se vuoi".
In questo senso trovo particolarmente interessante il caso Cyberpunk 2077, accusato di sessualizzazione della transessualità a causa di un manifesto pubblicitario in gioco per la bevanda energetica Chromaticore, che mostra una persona dalle fattezze femminili, dal cui body protrudono le forme di un grosso fallo, accompagnata dalla scritta "Mix it up".
Secondo qualcuno quel manifesto sarebbe una volgarizzazione dell'identità transessuale, e l'accusa parte dal presupposto paradossale che, in un mondo transumanista all'ennesima potenza come quello cyberpunk, dove tutti possono essere tutto grazie alla prostetica (e ai soldi), la persona ritratta nell'immagine fosse necessariamente un trans, e giammai, ad esempio, una donna eterosessuale che, avendo i mezzi e la voglia, si fa impiantare un pene enorme, per farci un po' il "cazzo che vuole".
Un mondo che è il manifesto delle possibilità e dell'inclusività, nel nome del "non ci interessa chi siate, basta che paghiate per esserlo", diventa sessista perchè su una matrice neutra ognuna riversa la proiezione delle proprie frustrazioni.
Al di là di quella descritta, che è chiaramente un rant di rete estremizzato dalla rete stessa, credo che la direzione sia esattamente quella profetizzata dalla letteratura sci fi, nel futuro ci si potrà sposare anche con i pappagalli, e allo stesso tempo vedremo sorgere sette di estremisti opposti, che invocheranno il ritorno alla spiritualità della carne mortificata dal senso di colpa, invece che da quello di potenza.
Io dico "perchè no", ce ne siamo cibati a crepapelle fantasticandoci sopra, era inevitabile che si avverasse...
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Nemesis Divina - 30 Apr 2021, 19:45
Io parlavo di "effetto Bocelli" (caro a @Nemesis Divina  ;D ) perché, a mio modo di vedere, all'interno del contesto videoludico trama e pretesto sono quasi sempre intollerabili/scadenti e per me non è mai stato un problema, non l'ho mai vista come una finalità del videogioco ma come un'aggiunta a esso.

Apprezzo la menzione ma qui scrivete troppo e io sono nella mia fase superficiale, quindi torno subito a Genshin dove le waifu la fanno da padrone!

Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Laxus91 - 30 Apr 2021, 19:55
Ecco in Genshin c'è roba seria, non si scherza.

Ningguang <3

(https://i.postimg.cc/zXwqXLRV/Character-Ningguang-Card.jpg) (https://postimg.cc/gn0Cg2sW)
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Il Gladiatore - 01 Mag 2021, 20:43
Per un attimo leggendo di tesine di maturità da correggere ho pensato ti stessi riferendo a noi come alunni e tesine come nostri post  :D
Follia e insensatezza mia, lo so!
Ahahahah, no, per carità, l'atteggiamento docimologico in un forum da parte di un prof è il modo migliore per farsi odiare(check: questa frase ne è un esempio  :D )!

Comunque molto interessante il tuo post su Aya di AC Origins @Laxus91, è un'eccellente eroina da peplum!  :yes:
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Laxus91 - 02 Mag 2021, 09:15
Ahahahah, no, per carità, l'atteggiamento docimologico in un forum da parte di un prof è il modo migliore per farsi odiare

Di certo non da me  :-*
Anzi, al più qualche sporadica divergenza su questo o quello che per mua esperienza è in realtà ottimo e prezioso motivo di arricchimento (magari su vedute non nevessariamente coincidenti con la propria) e confronto

Aya si, mi ha colpito, mi pare ne avessi scritto approfonditamente nel topic ma ho trovato molto ben scritta ed efficace anche l'evoluzione del suo rapporto col marito, agli inizi una vera e propria passione sensuale travolgente e col tempo (spoiler avanzati AC Origins)
Spoiler (click to show/hide)
.
Poi carnagione (e lì è anche un mio debole) e virtù guerriere han chiuso il cerchio del mio apprezzamento  :yes:

Comunque avrei un'altro esempio derivante da una seconda run recentissima al gioco, qui ndi qui ce l'ho freschissima e non devo basarmi sul ricordo:

Nariko - Heavenly Sword

(https://i.postimg.cc/05FFwJpY/130f97831069ba069f3f260a492b6d0c.jpg) (https://postimg.cc/CdCcy5r5)

Bellezza, eleganza e fatalità.

Nariko è una guerriera, una vera e propria eroina (il gioco di certo non lo nasconde ed anzi lei stessa abbraccia consapevolmente il suo destino ed il dramma della sua esistenza e ruolo con determinazione senza pari) legata a doppio filo alla sua Spada, che a sua volta è in qualche modo come un personaggio o comunque un'entità dotata quasi di una volontà propria.

È una caratterizzazione semplice ma al contempo efficacissima, Nariko è mossa da sentimenti umani (vendetta, rabbia, disperazione) e non vi è spazio per altro che non sia l'incrociarsi delle lame, che diventa espressione propria di virtù, forza interiore ed esteriore.

In più (ri)giocandolo ci ho trovato dei parallelismi con l'idea alla base della rappresentazione femminale doi un altro personaggio del team fondamentale: Senua.

Da un lato nella tecnologia, nelle espressioni facciali dei personaggi e relativa cura maniacale, nella regia che contraddistingue i brevi monologhi che avvengono fra Nariko e
Spoiler (click to show/hide)
.

Dall'altro lato nel character design e caratterizzazione di un altro personaggio, amica di Nariko, Kai:

(https://i.postimg.cc/D0rNhx87/kai-heavenly-sword-538264-1280-720.jpg) (https://postimages.org/)

Che fa impressione nella somiglianza con Senua



(https://i.postimg.cc/HstNPvq2/8080e9676aeef2046285d97b9961065f.jpg) (https://postimg.cc/jLLvDcdw)


Al di là dell'ispirazione evidente, anche nell'idea di trattare il tema della
Spoiler (click to show/hide)
.

Assolutamente non un riciclo concettuale eh, non per me, mi piace vederlo però come lo sviluppo di un percorso iniziato probabilmente lì, e chissà che sviluppi avrà con il futuro Hellblade 2
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Laxus91 - 09 Set 2021, 06:40
(https://i.postimg.cc/wMZjxVCw/Mamiya-Hokuto-Musou.png) (https://postimages.org/)

Mamiya da Fist of the North Star: Ken's Rage (Hokuto Musou) <3

Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: slataper - 09 Set 2021, 09:02
È uscita di corsa per combattere e ha dimenticato il pezzo di sotto?
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Laxus91 - 09 Set 2021, 10:56
Beh son designers, che poi nel secondo gioco completando la sua serie di scenari in modalità sogno, cosa si sblocca come costume alternativo? Il vestito da bagno ovviamente, con una regia sempre molto attenta  :D

No beh scherzi a parte, è un tipo di sensualità che su me ha presa, mai negato.
È vero che nel contesto generale degli altri personaggi e relativo vestiario risulti davvero molto appariscente. Inaspettatamente da giocare (ha uno stile di lotta da distanza) mi ci trovavo bene, pur nella piattezza del combat, del resto è un musou e ci sono musou gestiti anche meglio di questo
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Diegocuneo - 09 Set 2021, 13:06
(https://i.postimg.cc/wMZjxVCw/Mamiya-Hokuto-Musou.png) (https://postimages.org/)

Mamiya da Fist of the North Star: Ken's Rage (Hokuto Musou) <3



La donna e i videogiochi, riflessioni ?
"deve avere un bel culo" , questo disse @Laxus91

Vogliamo che rimanga ad imperitura memoria.
@Ruko non dice un cazz di tale cosa ? Pensa di non tornare più ? :)
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: TremeX - 09 Set 2021, 13:25
Mammamiya ciao proprio!
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Laxus91 - 09 Set 2021, 13:29

La donna e i videogiochi, riflessioni ?
"deve avere un bel culo" , questo disse @Laxus91
Vogliamo che rimanga ad imperitura memoria.

Tu lo hai detto, Diego, tu lo hai detto  :)
Io sull'argomento me ne sto Quiet


La donna e i videogiochi, riflessioni ?
"deve avere un bel culo" , questo disse @Laxus91

Vogliamo che rimanga ad imperitura memoria.
@Ruko non dice un cazz di tale cosa ? Pensa di non tornare più ? :)
@Ruko non dice un cazz di tale cosa ? Pensa di non tornare più ? :)

Ci saranno state sicuramente ragioni valide e sono sempre scelte personali insindacabili, che ognuno di noi può compiere in qualunque momento peraltro.
Eppure spero in un ritorno prima o poi  :(
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: RBT - 09 Set 2021, 21:11
Quiet.

That's it.

Best companion ever, best woman in videogame ever.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: mog_tom - 09 Set 2021, 21:56
(https://i.postimg.cc/wMZjxVCw/Mamiya-Hokuto-Musou.png) (https://postimages.org/)

Mamiya da Fist of the North Star: Ken's Rage (Hokuto Musou) <3

Parrebbe il seguito, nel primo ha ben cinque cm2 di stoffa in più ^_^
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Mr.Pickman - 09 Set 2021, 22:17
(https://i.postimg.cc/wMZjxVCw/Mamiya-Hokuto-Musou.png) (https://postimages.org/)

Mamiya da Fist of the North Star: Ken's Rage (Hokuto Musou) <3

Parrebbe il seguito, nel primo ha ben cinque cm2 di stoffa in più ^_^

Nella modalità Sogno sconfigge Raoh e salva Rey :D

Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: SalemsLot - 10 Set 2021, 11:03
Visto che la discussione si è uppata dico la mia. L'unico gioco che amo giocare nei panni di una donna è Tomb Raider. Unico gioco nella storia fatto davvero per avere un protagonista donna. Negli altri voglio sempre essere l'eroe tutto muscoli e che debba salvare il mondo (e la principessa).

Inviato dal mio M2003J15SC utilizzando Tapatalk
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 10 Set 2021, 12:56
Mah, io credo che il sesso del protagonista sia ininfluente, se non per ragioni estetiche o narrative.
Se in un gioco la protagonista è donna in genere è più piacevole da vedere e/o ha delle motivazioni più forti, quindi la cosa non mi dispiace affatto.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 10 Set 2021, 13:04
...
La donna e i videogiochi, riflessioni ?
"deve avere un bel culo" , questo disse @Laxus91

Vogliamo che rimanga ad imperitura memoria.
@Ruko non dice un cazz di tale cosa ? Pensa di non tornare più ? :)
Avrebbe detto qualcosa tipo "concordo".
Insomma commenti che avrebbero elevato di molto la discussione.

Ciao Ruko.  :-*
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: Ivan F. - 10 Set 2021, 15:05
Avrebbe detto qualcosa tipo "concordo".
Insomma commenti che avrebbero elevato di molto la discussione.

Ciao Ruko.  :-*

Sei antipatico come le ragadi anali.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: MaxxLegend - 10 Set 2021, 17:53
La verità è scomoda e fa male male male.
Come le ragadi.
Titolo: Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
Inserito da: EGO - 01 Ott 2021, 18:20
Blizzard ha capito tutto sulla donna nei videogiochi.

(https://wow.zamimg.com/uploads/screenshots/normal/1033838.jpg)



Eppure questo mi sa tanto di oggettificazione:

(https://wow.zamimg.com/uploads/screenshots/normal/1033839.jpg)