Ma al di là del singolo caso di cui si può discutere, meno discutibile è per me la tesi di fondo, vale a dire concetto di capolavoro completo denotato dall'incontro di tecnica e gameplay.
Sì, quello che obietti è giusto e rientra in questo strano cambiamento in atto in quest'ultima generazione, la prima in cui le nuove console non hanno compiuto un decisivo balzo in avanti rispetto a prima (anzi), in cui Pc era lì prima a recuperare e poi a superare solo a fine generazione console.
Sì sì, questo mi è chiaro.
Però credo sia innegabile che la faccenda vada ormai molto sul soggettivo: anche perchè (correggimi se sbaglio, ma mi pare tu sia un giocatore "solo" da console) a volerla mettere sul piano della forza bruta nuda e cruda si potrebbero fare considerazioni simili tra le macchine di classe PS4/XB1 e il mondo PC.
Il tuo ragionamento mi sembra "pericoloso" (virgolettato d'obbligo) perchè implicherebbe che dovremmo parlare di capolavori solo per i titoli multi in versione PC, generalmente il meglio disponibile sul mercato al giorno d'oggi - e presumibilmente anche nel medio/lungo termine - dal punto di vista dell'hardware.
Diciamo che la coerenza del ragionamento mi impone di rimanere in ambito console relativamente al loro massimo risultato disponibile (Ps4 e One con Ps4 Pro a scompaginare tutto), lasciando il mutevole quadro Pc all'esterno. Per ora sono due mondi distinti ma è del tutto ammissibile un'ingerenza che porta a quello che hai detto.
Sì, sono consolaro ma con la possibilità di giocare esclusive Pc quando serve. Per i multi vado di console per comodità.
Il fatto è che ritorniamo alla definizione di capolavoro che io considero come la massima espressione di un particolare genere, perfetta in tutte le sue parti (o almeno tendente alla perfezione). Essendo il mondo dei vg tecnicamente in divenire la provvisorietà tecnica è contemplata. E' ovvio che se io mi prefiggo il massimo risultato all'interno di un contesto diverso o comunque limitato, la scala valoriale può e deve cambiare.
Mi puoi citare Van Gogh ma l'arte di per sé (come la filosofia e la letteratura) nasce come negazione e superamento del precedente periodo. Van Gogh arriva in un momento storico in cui si rielabora l'arte figurativa e il disegno dal vero oggettivamente detti e in cui si era già da tempo sfiorata la perfezione fotografica. Un binario morto. Per cui la sua ricerca va verso la destrutturazione di certe simmetrie e la ricompilazione in una forma diversa esteticamente appagante. Procedendo per negazione è pacifico che questo per luidebba essere superato da questoSpoiler (click to show/hide)ponendosi in antitesi che ne tiene conto ma lo scavalca. Chiaro no? E' un po' come un Journey che si discosta da GTAV, lo fa con un preciso scopo.Spoiler (click to show/hide)
E' un capolavoro? Sì, ma concettuale. E torniamo al problema della definizione. :)
Per il resto capisco il tuo punto della limitazione del concetto di capolavoro come massimo raggiungimento di ogni aspetto ma temo di più le paludose insidie della soggettività e del gusto. Che non saranno limitanti ma sono inconcludenti.
Perchè Beethoven è meglio della Spears? Perchè c'è un PRIMA ed un DOPO Beethoven. Invece la Spears è assolutamente trascurabile nel corso della musica, per un dato di fatto oggettivo, non ha influenzato nulla e nessuno. Certamente non è attaccabile uno/a che preferisca ascoltare la Spears piuttosto che Beethoven, quelli sono gusti.Ed io qua volevo arrivare.
L'influenza esercitata sugli altri è importante ma non è uno status fondamentale nella definizione di capolavoro.Non l'influenza sugli altri ma sul medium. La Spears non verrà riscoperta, puoi mangiare tranquillo...perchè il medium (qualunque esso sia) ha nella sua stessa natura i mezzi per prendere da se ciò che lo fa avanzare, sempre. Il medium a meno di cause esterne non può arretrare o recedere, qualunque natura esso abbia.
Super Mario World personalmente mi fece rimanere a bocca aperta, la prima volta che lo vidi in negozio. Era mooolto più colorato di qualsiasi gioco del Mega Drive. L'impatto fu devastante...
Non l'influenza sugli altri ma sul medium. La Spears non verrà riscoperta, puoi mangiare tranquillo...perchè il medium (qualunque esso sia) ha nella sua stessa natura i mezzi per prendere da se ciò che lo fa avanzare, sempre. Il medium a meno di cause esterne non può arretrare o recedere, qualunque natura esso abbia.Quasi mi spaventa la sicurezza con cui ti esprimi. :-[
E Van Gogh era riconosciuto come un grande anche in vita ma la sua è una storia complicata e tormentata.
Quella di VG riscoperto post-mortem è una leggenda metropolitana.
E non stiamo parlando di successo di pubblico o di qualche anno dopo, qui non c'entra nulla. Ergo il film che viene riscoperto e diventa cult può o non può essere un capolavoro ma non ha nulla a che vedere con quello di cui stiamo parlando qui.
Altro che Mafia. GTA III è molto più importante di Mafia. Ti perdoniamo solo perché hai fumato, eh.Zio hai fumato anche te, di la verità. ;D
Fregarsene della realizzazione tecnica è una scelta che può essere dettata da numerosi aspetti concernenti lo sviluppo (tipo di gioco, tipo di piattaforma, budget ecc.) ma estromette dalle caratteristiche che per me, a mò di manifesto, caratterizzano il concetto di “capolavoro”:
1) Un gioco mirabile da punto di vista tecnico e convincente dal punto di vista delle meccaniche, capace però di introdurre una serie di elementi originali/seminali/rivoluzionari nella concezione di videogioco fin lì apprezzata. Longevità e rigiocabilità sono fattori legati alla tipologia di gioco.
2) Un gioco che spinga la realizzazione tecnica in modo paradigmatico e che raccolga/riassuma la tradizione sedimentata di un dato genere portandola a perfezione (relativa ovviamente). Non è richiesta una forte dose di originalità, quello che conta è solidità globale dell’esperienza.
Ora, secondo me il “capolavoro globale e completo” cade in una di queste due categorie e conoscere/giocare questi giochi è necessario e praticamente obbligatorio per comprendere l’evoluzione di quel particolare fenomeno. Ma se qualcuna di queste caratteristiche viene meno è opportuno specificare che può trattarsi di un “capolavoro di genere” o di un “capolavoro” nell’accezione qui sposata da molti, vale a dire totale focus sulle meccaniche senza tuttavia tenere conto di aspetti tecnici.
Hmm aspetta, a mio parere il problema risiede nel fatto che avevi lasciato intendere in modo abbastanza chiaro che Mario Galaxy non potesse ambire allo status di capolavoro in quanto rilasciato su una macchina palesemente inferiore a quelle che facevano girare gli Uncharted e gli Assassin's Creed.Mario Galaxy è un capolavoro di gameplay e, in un certo senso, rappresenta un esempio di maturità applicata a quel particolare genere. Rientrerebbe nella seconda tipologia di capolavoro oggettivo da me indicata. L'uso del condizionale è d'obbligo perché, secondo la mia analisi, Nintendo con Galaxy ha optato per una scelta stilistica e simbolica più vicina all'essenzialità che alla dimostrazione di potenza. Bada, non è una critica in assoluto: è quello che voleva fare e un modo efficace di unire contesto ludico (il tema dello spazio) alla sua raffigurazione estetica: vuoti, linee, figure geometriche ecc. ecc.
Inoltre noto che continui in un certo qual senso a mischiare la tecnica (che è un aspetto legato al software) e l'hardware, che della tecnica è... l'esecutore materiale. :)No, non è una confusione, ti ho risposto alla base qui:
I due aspetti sono totalmente distinti e separati: un hardware può essere cioè più o meno relativamente modesto in senso assoluto (in quanto ne esistono sul mercato altri di maggiore potenza computazionale) ma questo non impedisce assolutamente la creazione di software realizzato a regola d'arte.
I videogiochi sono caratterizzati dal progresso tecnologico e dalla conseguente obsolescenza, la potenza computazionale è anche potenza creativa. Quello che “appare” procede parallelamente con quello che si gioca, sono due aspetti che si sostanziano e si aiutano a creare nuovi mondi.Quello che vedi a video Turri (mi piace Tutti, fa molto picciotto siculo! :) ) è il risultato di un hardware che, attraverso specifiche, rende possibile molti risultati. Il risultato estetico di un gioco è dato dalle sue scelte tecniche e da quelle stilistiche. Ma se lo stile attiene alla parte creativa, questa creatività deve comunque tradursi, in ambito "videogioco", in una serie di calcoli computazionali che vanno sempre e necessariamente a pescare nel demanio tecnico. Se l'hardware è limitato, la tua gamma di opzioni è più limitata, puoi supplire con una robusta iniezione di creatività e stile ma fino a un certo punto, poiché,in ambito "videogioco", devi fare delle scelte. Molti dei cosiddetti giochi indie puntano sul fattore artistico in senso stretto perché non si curano del problema "tecnico", visto che si muovono ampiamente in un orizzonte che non procura loro difficoltà di equilibrio e gestione delle risorse. La loro scelta "artistica" è prima di tutto questa. Ma se vuoi creare Shadow of the Colossus puoi artisticamente sviluppare il progetto ma prima di tutto devi fare i conti col metallo che quella portata artistica deve supportarla.
E qui si torna all'obiezione che avevo sollevato di là e ad altre che avevo aggiunto in seguito qui: ovvero, se l'eccellenza tecnica deve essere intesa in senso assoluto (ergo, tener conto del miglior hardware sulla piazza) dobbiamo parlare di capolavori solo ed esclusivamente su PC di fascia alta? Risulta (de facto) quindi impossibile avere un capolavoro su console, e a maggior ragione su macchine di classe portatile?Anche qui ti ho risposto ma è una risposta in profondità che evidentemente non sono riuscito a comunicare. Il capolavoro su console (almeno fino alla scorsa generazione, poi, come ho scritto, mi trovo in difficoltà visto che Ps4 Pro ha trasformato le console in un Pc) ce l'hai tenendo conto il miglior hardware a sistema chiuso disponibile poiché quantificabile in risorse. Il Pc non è un sistema chiuso e spesso manca l'identità tecnica del titolo cambiando, di fatto, l'esperienza. Posso puntare al massimo? Bene, ma spesso è un processo utopico superato già nel momento in cui diventa applicabile. Ecco perché è difficile identificare l'esperienza Pc.
Vabbè, ma basta il solo Tetris per mettere fine alla diatriba.Ottimo capolavoro di puzzle game fruito attraverso il videogioco.
Il Pc non è un sistema chiuso e spesso manca l'identità tecnica del titolo cambiando, di fatto, l'esperienza. Posso puntare al massimo? Bene, ma spesso è un processo utopico superato già nel momento in cui diventa applicabile. Ecco perché è difficile identificare l'esperienza Pc.
A mio avviso questo è un non-problema: il mercato PC è certamente più dinamico di quello console, ma non *così* dinamico. :)Beh, in effetti non è difficile, basta un qualsiasi Pc di fascia medio-bassa ormai!
Possiamo cioè senza alcuna incertezza individuare la configurazione più prestante oggi, ed è una configurazione che distrugge quasi letteralmente qualsivoglia console in commercio.
Giusto per precisare, giacchè sulla questione dell'eccellenza tecnologica non riesco a condividere il tuo punto di vista e pertanto non voglio insistere ulteriormente.Beh ma ti dico, a scanso di equivoci, che la questione ha un valore puramente teorico, una sorta di riflessione su aspetti molto volatili. Per cui, a prescindere dal punto di vista e dalle argomentazioni, si può seguire un ragionamento come un altro arrivando a soluzioni diametralmente opposte.
PS: MINCHIA!Ah, che bello, pure io! :-*
Questa di per sé è una risposta. :)
PS: MINCHIA!
Secondo me utilizzate questa parola con troppa facilità.