Poi, si può anche sostenere che il servizio migliore per il tuo cliente investitore lo fai creando un sito che piace ai lettori, che sia affidabile e onesto, che non venga identificato come venduto, che poi è anche un po' quel che penso io, ma rimane il fatto che il rapporto fra chi paga per un servizio e chi viene pagato per un servizio è molto chiaro.Interessante questo problema. Che è un pò il problema dell'imprenditoria soprattutto italiana (credo, per esperienza).
Qui, e giuro che poi la smetto che siamo veramente tanto OT, anche se è interessante, si scoperchia un altro pentolone.
Dal punto di vista, diciamo, etico, giornalistico, i "clienti" di chi cura un sito di videogiochi sono i lettori: per loro si lavora, per loro bisogna dare il meglio, essere onesti ecc...
Ma se vogliamo essere pignoli e materialisti, i clienti veri, nel senso di "chi paga soldi per ricevere un servizio", sono gli investitori. Chi cura un sito, al di là di qualche caso specifico, non riceve soldi dai lettori, viene pagato solo ed esclusivamente dagli investitori. I clienti sono loro.
Ed è una gran brutta zona grigia, eh.
Poi, si può anche sostenere che il servizio migliore per il tuo cliente investitore lo fai creando un sito che piace ai lettori, che sia affidabile e onesto, che non venga identificato come venduto, che poi è anche un po' quel che penso io, ma rimane il fatto che il rapporto fra chi paga per un servizio e chi viene pagato per un servizio è molto chiaro.
Poi, intendiamoci, il servizio in questione è fare in modo che il sito sia ASSAI frequentato e, quindi, le pubblicità raggiungano più gente possibile. Ma andare oltre è un attimo.
E' anche vero che tutti vorrebbero una critica onesta e scevra di pressioni, ma nessuno oggi sarebbe disposto a pagare per averla.
E' un modello che secondo me alla lunga porterà a rottura, spero.Direi che internet in questo ha dato una grossa mano. Nel senso, già la carta stampata ha avuto un tracollo, vuoi per la tempestività della rete a confronto con la stampa, vuoi per lo spostarsi degli utenti sulla rete per leggere recensioni che sono più varie e permettono confronti incrociati, vuoi per la possibilità di vedere il gioco e provarlo, anche. E la carta stampata è quella che permette i magheggi peggiori non offrendo un confronto immediato e incrociato e avendo una pubblicità PERSISTENTE.
Ma sto divagando con banalità.Beh è una banalità non poi così tanto banale se per esempio quasi nessuno sa che il costo più alto dei prodotti di marca (quelli che hanno spot televisivi, per intenderci) è dovuto al dover coprire i costi di marketing e non ad una qualità maggiore di prodotti dal marchio più sconosciuto (escludendo ovviamente casi estremi). La gente non ci crede o non vuole crederci e basta. Nell'industria videoludica il problema principale sta nell'età media dell'utente, credo, che rende il passaggio al professionismo "vero" di certe categorie quasi impensabile.
E' anche vero che tutti vorrebbero una critica onesta e scevra di pressioni, ma nessuno oggi sarebbe disposto a pagare per averla.
Purtroppo spesso laggente, oggi abituata ad avere tutto gratis, non si rende conto che il "gratis" non esiste e che un contraltare ci sarà sempre e comunque. Queste stesse persone spesso si indignano quando scoprono ciò che è sempre stato alla luce del sole, e si arrogano presunti diritti senza senso.
Ma sto divagando con banalità.
- molti recensori non capiscono un cazzo, valgono poco come giocatori, valgono poco come critici
Teo, hai dimenticato "molti recensori giudicano i giochi terminandoli a difficoltà 'casual' " e "dicono che i giochi son troppo facili senza averli provati al max della difficoltà".
É un serpente che si morde la coda.
Il pubblico è troppo immaturo per supportare, sia economicamente che intellettualmente, una critica che vada al di là del voto e del commento stringato in stile consigli per gli acquisti. In più questa ossessione per la velocità che ci (vi) attanaglia pretendendo recensioni in anticipo per poter prendere il gioco al lancio (ma che minchiata è pagare un gioco 20€ per averlo immediatamente?) fa si che i tempi per le prove del recensore siano stringatissimi dato che non credo che i promo arrivino con così tanto anticipo...onestamente l'appassionato nerd su internet è uno dei peggiori nemici dell'industria del videogame.
Sul secondo punto, finché non verrà istituito un organo simile all'albo dei giornalisti in campo videoludico, o finchè non sarà obbligatorio l'iscrizione a quello esistente (cosa che mi par di capire, ora è del tutto a discrezione del giornalista, se vuole studia, consegue la laurea e si iscrive, altrimenti amen) e si istituiranno corsi specifici sul tema, la critica rimarrà a livelli bassi. Persone più spigliate e curiose, nel settore da anni, che hanno studiato e si preparano costantemente sull'argomento, dovranno confrontarsi con ragazzini adolescenti che recensiscono per passione in cambio della copia (codice) del gioco stesso, e pubblicano su tantissimi siti online che ovviamente non hanno nessun interesse di pagare una professionalità che, economicamente, ha tutt'altro peso a bilancio di un ragazzino pescato su chissà che forum...
Guarda che l'albo dei giornalisti non solo non serve a un cazzo (io gli mollo 100 euro all'anno per ricevere in cambio lo zero spaccato) , ma non segna assolutamente una linea di demarcazione tra chi è competente e chi non lo è. Molto spesso il "ragazzino" ne sa a pacchi più del giornalista "professionista".
Mi sfugge quale dovrebbe essere, in un mondo perfetto, la funzione della critica videoludica.- Far conoscere il nuovo all'utenza meno smaliziata.
Mi sfugge quale dovrebbe essere, in un mondo perfetto, la funzione della critica.
Guarda che l'albo dei giornalisti non solo non serve a un cazzo (io gli mollo 100 euro all'anno per ricevere in cambio lo zero spaccato) , ma non segna assolutamente una linea di demarcazione tra chi è competente e chi non lo è. Molto spesso il "ragazzino" ne sa a pacchi più del giornalista "professionista".
E' un tema spinoso, lo so.
Però, dato per scontato che non esiste una maniera oggettiva e infallibile per dimostrare la competenza di qualcuno, se non altro istituisci l'iscrizione per chi ha seguito un iter che, sulla carta, dovrebbe formare una professionalità.
Conseguire una laurea (che potrebbe essere comprata o regalata, se ne sentono di tutti i colori) non significa automaticamente che uno sia competente, ma per lo meno, quando conseguita onestamente, certifica che il percorso formativo è stato fatto. L'iscrizione all'albo non dovrebbe "darti qualcosa", ma certificare la tua professionalità.
Ripeto: non è la soluzione *infallibile* al problema dell'incompetenza, ma quantomeno crei un percorso formativo che limita, ovviamente in campo professionale (perchè di certo blog personali o fanzine non sono controllabili né sarebbe giusto farlo) le recensione scritte da ragazzini che non sanno nemmeno coniugare verbo con soggetto...
Mi sfugge quale dovrebbe essere, in un mondo perfetto, la funzione della critica videoludica.
Beh, quello lo assolve un servizio di consigli per gli acquisti, non la critica tout court...Mi sfugge quale dovrebbe essere, in un mondo perfetto, la funzione della critica videoludica.
evitare di comprare ciofeche con i tuoi bei soldini
Mi sembra che le recensioni di videogiochi siano di fatto dei consigli per gli acquisti.Infatti si sta proprio criticando la mediocrità di gran parte della critica videoludica che presenta alcune, rare, isole felici, di critica che cerca di elevarsi in maniera un pò più alt(r)a. Vedasi in Italia riviste come Videogiochi o il primo Nextgame, che anche se peccava di qualità almeno l'impegno a non voler riportare tutto ad un numerino stanco c'era.
"questo gioco costa 60 euro ed è una merda quindi non compratelo!"
"questo gioco costa 10 euro e quindi per quello che offre va bene"
questo è il succo di molte recensioni.
la critica viene fatta più su TFP che non su certe riviste di videogiochi.
Mi sembra che le recensioni di videogiochi siano di fatto dei consigli per gli acquisti.Infatti si sta proprio criticando la mediocrità di gran parte della critica videoludica che presenta alcune, rare, isole felici, di critica che cerca di elevarsi in maniera un pò più alt(r)a. Vedasi in Italia riviste come Videogiochi o il primo Nextgame, che anche se peccava di qualità almeno l'impegno a non voler riportare tutto ad un numerino stanco c'era.
"questo gioco costa 60 euro ed è una merda quindi non compratelo!"
"questo gioco costa 10 euro e quindi per quello che offre va bene"
questo è il succo di molte recensioni.
la critica viene fatta più su TFP che non su certe riviste di videogiochi.
Il problema grosso in questo caso è che è proprio (la gran parte del)l'utenza a VOLERE dei consigli per gli acquisti, come tu stesso mi confermi.
...non mi sembra ci sia niente di male.Ma infatti non c'è niente di male. Come neanche nel voto o nel commentino stringato, basta non pensare che quella sia CRITICA. Quelli sono consigli per gli acquisti fatti e finiti, la critica deve essere approfondimento, scoperta, dipanazione. Ma il pubblico (la gran parte) non cerca quello.
...non mi sembra ci sia niente di male.Ma infatti non c'è niente di male. Come neanche nel voto o nel commentino stringato, basta non pensare che quella sia CRITICA. Quelli sono consigli per gli acquisti fatti e finiti, la critica deve essere approfondimento, scoperta, dipanazione. Ma il pubblico (la gran parte) non cerca quello.
E non bastano i pareri degli altri videogiocatori (videoGIOCATORI appunto, gente che gioca, non che critica) e le demo?
Beh, ma nel migliore dei mondi possibili chi non riesce a coniugare soggetto-verbo-predicato, etc. dovrebbe naturalmente implodere, essere messo ai margini ed ostracizzato. Il problema è che un pezzo di carta o una tessera non potranno mai sostituire la selezione naturale.Il problema è che tale selezione, che pure avviene in potenza (chi sopravvive all'internette, può resistere a tutto) , all'atto pratico non trova piena, nè parziale attuazione, così ti ritrovi in un mondo (im)perfetto in cui gente palesemente incompetente prospera perchè chi mette il danaro non ha alcun interesse verso la qualità, ma abbisogna solo di un prodotto da vendere agli inserzionisti, anch'essi miopi ed ignoranti, nel senso letterale del termine. Detto questo, se un appassionato di un determinato settore in X anni non sviluppa autonomamente un senso critico proprio, beh, allora sono cazzi suoi. :yes:
Ma è davvero una piccola minoranza di acquirenti del TFP forum a fare affidamento [anche] su metacritic.
Ma davvero è così usato questo Metacritic?
Lo conoscevo pochissimo e lo sto guardando ora, spulciando le varie classifiche all time, ragazzi, ma siete seri?
Questa robaccia sarebbe il metro su cui si basano i PR?
Più andiamo avanti più provo disprezzo per la categoria dei PR!
Ah, date un'occhiata anche agli highscores della sezione cinema se volete farvi due risate!
Per non parlare poi dei vari gamerankings e metacritic che incensano i soliti titoli (tutti i Mario on top and so on) che necessariamente si prendono 10 10 10 ovunque e quindi li stanno, in cima.
davvero i recensori finisco i giochi? roba come Fallout, Skyrim, Dragon Age, i jrpg da 200 ore li finiscono?
Per esperienza personale, vi assicuro che quando assegnano un JRPG, un MMO o un RPG classico (più generalmente un gioco che ha bisogno di molte ore per poter essere sviscerato) la deadline dell'articolo non è più di pochi giorni ma diventa di alcune settimane.davvero i recensori finisco i giochi? roba come Fallout, Skyrim, Dragon Age, i jrpg da 200 ore li finiscono?
Anche bhò, se sono seri dovrebbero IMHO.
Però qui si ragiona di un'avventura da quanto, quindici ore in tutto?
E forse sono anche troppe...
A me, nei limiti del ragionevole, non importa nulla di quanto un recensore abbia giocato. Anche perché se il gioco è una merda per venti ore e poi diventa un capolavoro, rimane comunque una merda.
A me, nei limiti del ragionevole, non importa nulla di quanto un recensore abbia giocato. Anche perché se il gioco è una merda per venti ore e poi diventa un capolavoro, rimane comunque una merda.
Ecco questo è interessante.
A mio modo di vedere i "limiti del ragionevole" in un survival horror tipo TEW è finire minimo una volta la storia per poter dare un giudizio un minimo orientato sul gioco.
Il problema qui risiede nel fatto che non ha finito il gioco ritenendolo punitivo, frustrante e scorretto dandogli cmq un voto più che discreto.
Il che sostanzialmente è un errore.
Poi boh, secondo me c'avete un'idea del mondo che pare più vicino a quello delle fiabe che la realtà vera vera.
:yes:
Che è esattamente la prima cosa che ho detto nel primo messaggio che ho postato di là.
Che è esattamente la prima cosa che ho detto nel primo messaggio che ho postato di là.
Ma è un po' la cosa che abbiamo detto (quasi) tutti.
Poi però il discorso si è evoluto, e spostato sulla necessità o meno di finire i giochi in sede di recensione per darne un giudizio professionale.
Boh, tu parli di come dovrebbe essere noi di come de facto È, poi se vuoi contnuiamo.
È che quando lo scrivi tu sembra una cazzata.
Se ci incontriamo dal vivo, scherzavo.
Sempre.
A te sta bene così, io preferirei decisamente un altro approccio.Non hai capito niente di quello che ho scritto perchè scrivo male :(
Io non mi affido più alle recensioni, sostanzialmente sono delle minchiate per ragazzini e delle guide per l'acquisto. Diverso è l'approfondimento su un determinato gioco o movimento.Io non è che preferirei un altro approccio, ti sto dicendo che la recensione commerciale È così. Poi ci sono gli articoli di approfondimento.
...Supponenza for the win.
Poi boh, secondo me c'avete un'idea del mondo che pare più vicino a quello delle fiabe che la realtà vera vera.
:yes:
Supponenza for the win.No, non so onestamente perchè tu non abbia fatto strada nel mondo delle recensioni e neanche mi preoccupo. Ne ho lette un paio delle tue e non mi hanno lasciato molto, nel bene e nel male (il che per me è già un complimento). Immagino che le cause cmq siano molteplici e interconnesse. Ricorda che io vengo e frequento ambienti simili (grafica e musica) quindi so di cosa si sta parlando dato che le dinamiche sono spesso identiche. Detto questo so che fare la vittima è un comportamento che crea dei muri piuttosto alti in questi ambienti.
O stai involontariamente confermando che non ho fatto strada in questo settore perché ero l'unico a lavorare come si deve? :P
Non hai capito niente di quello che ho scritto perchè scrivo male :(
Partiamo da punti di vista completamente diversi, insomma.
Magari invece il lettore comincia a farsi dubbi/pulce nell'orecchio rispetto agli altri recensori meno trasparenti.
E non a torto.
L'idea che uno debba giocarsi tutto è folle. A meno che si consideri il tempo una variabile trascurabile.
Basta che tu l'abbia letta tutta.
Che poi la vera nota stonata sia un voto che non rispecchia il comportamento del recensore (ed è qui che io ci vedo il tipico atteggiamento di chi vuole fare il provocatore ma poi non ha le palle
Se un pasto durasse 15-50 ore stai certo che non mangerebbero tutto.
La professionalità sta nell'esprimere le proprie opinioni in modo interessante e creativo, nel sapere contestualizzare l'opera in esame e il pubblico cui fa riferimento e, sopra tutto il resto, nel saper scrivere (o parlare, al tempo dei youtubers e dei podcast). I migliori giornalisti (videoludici e non) scrivono così bene che mi leggo i loro articoli anche quando trattano di argomenti che non mi interesserebbero altrimenti.
Poi è un po' una questione di aspettative, io da un giornalista mi aspetto che scriva qualcosa di interessante ben argomentato. Che svisceri tutto non è necessario (purché non lo millanti pur non avendolo fatto). Specie tenendo conto che parte del lavoro è consegnare l'articolo in tempo per la pubblicazione.
Così come dal critico gastronomico non pretendo che abbia mangiato tutto il menù degli ultimi 2 anni di un ristorante (senza mangiare il risotto al radicchio che fa solo quando è di stagione non puoi giudicare).
Ma non ho capito, alla fine Mattia a letto con Mikami c'è andato o no?
Ma non ho capito, alla fine Mattia a letto con Mikami c'è andato o no?Pare di si ma poi ha fatto il salo della quaglia.
Per me le recensioni di oggi sono come le trame dei film porno: Inutili.
Scusate eh. Ma come fa un redattore a dare un giudizio sulla longevità del gioco e sull'eventuale rapporto qualità/prezzo se non sa nemmeno quanto ca++o dura e se ci sono extra sbloccabili alla fine della prima run?!
che differenza ci sarebbe stata tra il "giocato undici livelli su quindici, frustrante, one hit kill, frustrante" e un ipotetico "giocato fino alla fine, frustrante, one hit kill, frustrante, new game+ frustrante"?
Ma solo se il gioco fosse stato finito, e fossimo sicuri che gli ultimi capitoli non serbano sorprese, cambi di ritmo, variazioni sul gameplay ed in generale non abbiano aspetti positivi che magari smussano i difetti riscontrati precedentemente.
Ma siccome il gioco non è stato finito, non possiamo saperlo. Solo ipotizzarlo.
Ma la recensione seria e professionale è un'altra cosa.
quella è la tua idea
solo provando tutto può avere un'idea completa di tutto quello che il titolo offre
Secondo me sopravvaluti i videogiochi, o sottovaluti i recensori, o entrambe le cose.
Forse sono io che pretendo troppo ma, francamente, da uno che fa recensioni per professione mi aspetto che sappia capire quali sono i pro e i contro di un titolo anche senza doverci giocare dall'inizio alla fine, e dovrebbe anche saper mettere su carta queste sue impressioni in maniera concisa e chiara facendomi capire se il tal gioco è o non è adatto a me.Abbastanza d'accordo.
Se invece l'idea è che un recensore deve sperimentare ogni singolo pezzetto di contenuto offra il gioco, mi sembra totalmente inutile. Non ho bisogno che un recensore trovi ogni singolo collectible di Dark Souls, faccia ogni minima quest e se lo giochi tre volte per capire le differenze nei vari New Game +.
Questa non è secondo me "critica", e non penso che la qualità di una recensione dipenda da ciò.
Supponiamo che un recensore debba recensire un gioco che non gli piace.
Questo gioco dura 20 ore.
Lui ne gioca 10, e poi decide che anche basta, perché ha tutti i dati per bocciare il gioco.
Ora, quanto viene pagato il recensore per recensire quel gioco? La butto lì, 40€?
Quanto dovresti pagare uno che per 20 ore si sciroppa un gioco che gli fa schifo? Un lavoro normale te li darà questi 10€ l'ora?
Vogliamo pagare 200€ la recensione di un gioco orribile?
No, infatti, nemmeno i proprietari dei network.
Da ciò si potrebbe dedurre che gli unici recensori attendibili sono quelli che i giochi li giocano per passione, e non quelli che li giocano per lavoro.
A questo punto, mi chiedo perchè i giornalisti sportivi non si alzino al 60° o al 70° di una partita di calcio, perchè un critico gastronomico ad una cena non vada via dopo il secondo. Follia. :yes:
Io sto discorso mica l'ho capito eh. Chi sta parlando di quanto deve venire pagata una recensione? E sopratutto chissenefrega?
Fra l'altro gli articoli come le recensioni son pagati a battute (salvo cambiamenti degli ultimi anni, ma non mi risulta), e queste poco hanno a che fare con le durate dei giochi, ma sono direttamente proporzionali (al netto della bravura a tergiversare) a quanto uno di un titolo ha appreso e provato in fase di recensione, e può dunque parlarne. Di certo se li gioca metà avrà meno argomenti da disquisire. Anche se per fortuna esiste sempre Google.
Io sto discorso mica l'ho capito eh. Chi sta parlando di quanto deve venire pagata una recensione? E sopratutto chissenefrega?Non parlo di Ravanelli nello specifico (non so nemmeno che tipo di rapporto abbia con il network), ma nel momento in cui pretendi che un recensore finisca un gioco di x^x ore anche se non gli piace, direi che un po' dovrebbe fregartene.
Se gli piace o no sono fatti suoi.Ma che caspita c'entra quello che fai tu con i cataloghi? Se ci spendi sopra 80 ore ti pagheranno 80 ore, no?
Sai quanti cataloghi faccio che mi fanno schifo ma i clienti lo vogliono così? Da dove arriva quest'idea che bisogna pagare i recensori in base a quello che gli piace o meno? O_o
Quello che ti sto dicendo è che nel giornalismo non sei pagato a ore, sei pagato a battute/tipo di pezzo.Ah ecco, si sono invertiti i ruoli.
Se poi la cosa ci sembra sbagliata e la vogliamo cambiare, discutiamone. Praticamente andrebbe rifondato tutto il giornalismo. Ma mi sembra un'osservazione che con quello di cui stavamo discutendo non centra nulla onestamente.
Se ti capita il JPRG ti fai 200 ore, se il gioco lo richiede. Se ti capita di recensiore ICO ci fai sopra le sue 5 ore per finirlo. Trovo davvero assurdo quello che stai dicendo Wis...Ok. Come detto poco sopra ti auguro di tornare a fare il recensore al più presto, di essere pagato 5 euro a cartella e di recensire solo roba che ti fa schifo.
Faccio notare che chi attacca il modus operandi di Zave (e del 98% dei professionisti) non fa più il recensore.
Grazie al cazzo, verrebbe da dire.
:D
Io sarei curioso di sapere, realisticamente, quali sono i titoli che hanno una main quest da 200 ore ^_^Esticazzi, prima dici
E visto che si parlava di compensi per i recensori che si accollano tutte quelle ore, quanto bisognerebbe pagare per un gioco così longevo? 500 euro minimo :D
Pretendo che lo finisca e provi tutte le modalità che il gioco ha.ora parli di main quest...la verità è che, come hanno fatto giustamente notare altri qui dentro, anche sticazzi della longevità, delle piste ribaltate e del NG+ l'importante è catturare lo spirito del gioco e soprattutto, saperlo trasmettere al lettore.
Quindi Zave free, free!
Il mondo è bello perchè è vario, poco da direAvrebbe ancora piu' fascino con un tizio che stacca la corrente random ogni tot minuti senza preavviso...ancora piu' fascino!!! :baby:.Spoiler (click to show/hide)
Le magagne che dice l' Amico gli danno un fascino tutto suo...
https://medium.com/@ItalyGG/corruzione-etica-nel-giornalismo-italiano-bf99aabe3df7
Complimenti...
https://medium.com/@ItalyGG/corruzione-etica-nel-giornalismo-italiano-bf99aabe3df7
Complimenti...
Ma guardate che anche nei primissimi anni '90 TGM metteva votoni a caccapupu' fatta da italiani (i Nathan Never, Dylan Dog, Bomber Bob, aivoja, troppi ce ne so'...).https://medium.com/@ItalyGG/corruzione-etica-nel-giornalismo-italiano-bf99aabe3df7
Complimenti...
Vabbè Metalmark lo si conosce...
Poi vabbè, parliamo di gioco italiano, fatto da italiani, recensito da italiani...il malcostume è ormai legge in tutti i settori della società...perfino quando parliamo di giochini.
Io invece trovai poco trasparente la recensione di Fabio Bortolotti su Rayman Legends:No è lui ma francamente essendo solo traduttore mi pare poco probabile che si abbassi a spingere per convenienza il "suo" gioco, tra l'altro non mi sembra nemmeno il tipo.
http://it.ign.com/rayman-legends-xbox-360/67380/review/le-consulenze-di-coppia-di-rayman-legends
Visto che lui ha lavorato sul gioco:
http://www.mobygames.com/developer/sheet/view/developerId,424645/
(lessi il suo nome negli interminabili titoli di coda)
p.s. a meno che non sia un omonimo eh XD
http://it.ign.com/mario-rabbids-kingdom-battle-nintendo-switch/128115/editorial/mario-rabbids-e-il-nostro-piccolo-mondo (http://it.ign.com/mario-rabbids-kingdom-battle-nintendo-switch/128115/editorial/mario-rabbids-e-il-nostro-piccolo-mondo)