TFP Forum

[F]eed => Feed => [Archivio] My Review => Topic aperto da: Dan - 10 Dic 2009, 09:59

Titolo: [PS] Policenauts
Inserito da: Dan - 10 Dic 2009, 09:59
Anno 2011. Cinque dei migliori agenti di polizia della Terra vengono selezionati per la creazione di un nucleo di vigilanti dello spazio, i Policenauts, per operare nella prima colonia spaziale della storia, la Beyond Coast.
Anno 2013. Durante una “passeggiata spaziale”, Jonathan Ingram, uno dei cinque, reclutato dalla polizia di Los Angeles, perde il controllo del proprio EMPS (un prototipo di mecha) e viene scagliato nel buio profondo dello spazio. Di lui si perde ogni traccia e le ricerche vengono definitivamente abbandonate dopo alcuni mesi.
Anno 2038. Una nave per l’esplorazione spaziale intercetta un modulo di salvataggio: è Ingram, rimasto ibernato per venticinque anni nella capsula di sopravvivenza criogenica del proprio EMPS.
Anno 2040. Terra, Old Los Angeles. Catapultato in un presente-futuro a lui estraneo, Jonathan è ora un investigatore privato perennemente in bolletta. Fra le labbra una sigaretta Moslem, le uniche che ancora emanano nuvole di fumo; al collo una replica del vecchio distintivo della LAPD; al polso un orologio di inizio secolo. E poi nostalgici ricordi incorniciati: primo fra tutti una foto di Lorraine, la sua ex-moglie.
Immerso nella fumosa penombra del suo studio, Jonathan attende l’arrivo di un nuovo cliente…

Questo lo scenario iniziale di Policenauts, visual novel di Hideo Kojima del 1994.
Il 24 agosto scorso, mentre Hideo festeggiava il suo quarantaseiesimo compleanno, i fan gioivano per la pubblicazione della prima traduzione inglese (non ufficiale) dell’ultimo titolo sviluppato da Kojima prima del grande successo di Metal Gear Solid. Uscito su NEC PC-9801, 3DO, Playstation, Sega Saturn e PSN, Policenauts è rimasto un’esclusiva del popolo videoludico nipponico. Fino a oggi.

Il perno attorno al quale gira il gioco è naturalmente la trama, e questo spiega da un lato la totale inacessibilità del titolo in lingua giapponese, dall’altra i lunghissimi tempi di lavoro (sei anni) per la sua traduzione amatoriale.
Il gameplay, da parte sua, poggia su un sistema punta-e-clicca semplificato. Le schermate fisse degli scenari bidimensionali possono essere esplorate con un cursore; questo, a sua volta, apre una finestra di modalità d’interazione (guarda, parla, mostra…) diverse a seconda dell’oggetto selezionato. L’avventura è poi inframmezzata da alcune sezioni di shooting, nelle quali il cursore diventa un mirino da usare contro bersagli in movimento sullo schermo.

Dal punto di vista ludico non si può certo dire che Policenauts brilli per originalità. Snatcher, altra visual novel di Kojima del 1988, utilizzava la stessa formula, proponendo forse una scelta interazionale più ampia del suo successore spirituale. Fa eccezione, certo, la facoltà di toccare le generose e ballonzolanti forme di tutti i personaggi femminili del gioco; un elemento, questo, che insieme ad altri contribuisce al raggiungimento di vette di perversione imbarazzanti per un titolo non dichiaratamente hentai.
Le azioni proposte al giocatore, comunque, raramente vanno oltre il guardare e il parlare, e anche in quest’ultimo caso l’iniziativa è lasciata unicamente all’ordine con cui chiedere le informazioni, mai a una possibilità di risposta multipla. La trama segue quindi il suo corso perfettamente lineare, senza bivi di sorta. Quanto alle sezioni d’azione in cui il giocatore è chiamato a sparare in prima persona, offrono un diversivo ludico interessante nella teoria ma scarsamente efficace nella pratica, dal momento che intervengono per lo più nella seconda metà del gioco, quando il ritmo lento e logorroico della prima parte potrebbe già aver scoraggiato il pubblico meno avvezzo al genere.

La trama, narrata attraverso dialoghi a schermo, filmati in stile anime di buona fattura e accompagnata da una colonna sonora di tutto rispetto, è - come si diceva - la struttura portante di Policenauts. Nei panni di Jonathan Ingram, il giocatore si trova a investigare sulla misteriosa scomparsa di un dipendente di punta del settore farmaceutico della Tokugawa Group, una multinazionale che de facto regge l’economia e la politica della colonia spaziale Beyond. L’intreccio narrativo coinvolge un gran numero di personaggi (quasi venti tra principali e secondari). Fra questi spiccano gli ex-colleghi Policenauts di Ingram, ora più vecchi di ventisette anni e occupati in altre posizioni: Tokugawa è il leader dell’impero economico di famiglia; Gates è a capo della BCP, la polizia coloniale; Ed Brown è un poliziotto fallito prossimo al pensionamento. Amici e colleghi sin dai tempi della LAPD, Ingram si rivolge a Ed per un supporto alle proprie indagini (il character design dei due ricalca senza remore la coppia filmica Riggs-Murtaugh di Arma Letale). Da qui la trama si dipana attraverso una rete di sospetti sulle losche operazioni che si svolgono all’ombra dell’onnipresente logo della Tokugawa Group…

Nonostante le innumerevoli contaminazioni cinematografiche occidentali (Aliens su tutte), la trama e l’ambientazione di Policenauts conservano una propria identità. Le tinte luminose della Beyond Coast la rendono inizialmente meno accattivante della tetra Neo Kobe City di Snatcher; ma le linee con le quali, attraverso i dialoghi, Kojima riesce a tracciare la realtà coloniale, sono di una freschezza per nulla intaccata dal tempo. Tematiche sociali, etiche, economiche, psicologiche e tecnologiche vengono tutte trattate con lucidità e dovizia di particolari. Tutto ciò rende il quadro di un fanta-realismo vivido e degno di merito. Nel tessuto dello scenario proposto Hideo non si vergogna di mostrare anche un’anima intimamente nipponica: continui riferimenti alla cultura e alla storia del Paese del Sol Levante strizzano l’occhio al giocatore giapponese, pur lasciando verosimilmente indifferente chiunque altro. Anche per questo, forse, l’iniziativa di portare Policenauts al di fuori dell’arcipelago non è mai andata realmente in porto.

In ultima analisi, Policenauts è un titolo che era e resta di nicchia, a prescindere dai limiti linguistici in cui era stato confinato. Un supporto ludico veramente poco interattivo è compensato da un comparto artistico di ottimo livello e da una trama ben scritta ma inevitabilmente destinata agli amanti della fantascienza. I fan di Hideo Kojima ritroveranno in esso innumerevoli citazioni a titoli (precedenti e, in prospettiva, successivi) appartenenti alla ludografia dell’autore. Per tutti gli altri Policenauts è un gioco che potrà essere facilmente abbandonato dopo poche ore, complice un ritmo iniziale colpevolmente basso. Infine una nota sulla traduzione: ben fatta, nonostante qualche licenza poetica gratuita. Un’ottima conoscenza della lingua inglese è comunque indispensabile a chiunque si proponga di affrontarlo.

Voto: 6